Olorin |
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| «Hai freddo?» La domanda di Luca si dissolse nella gelida brezza notturna. Amanda scosse la testa con un sorriso così tremolante, da tradire subito la piccola menzogna. «No, davvero…» si sentì dunque in obbligo di confermare. Luca le passò il braccio intorno alle spalle stringendosela più vicino. I due avanzavano tra la gente facendo scricchiolare la coltre di neve ghiacciata. Il freddo dell’ultima notte dell’anno pareva mitigato dai colori degli addobbi natalizi e dalle luci accese nei locali e nelle case animate dalle feste. «Dove stiamo andando, Luca?» «E’ una sorpresa». La baciò senza smettere di camminare. Amanda lo fissò «Sai, sono rimasta sorpresa dalla tua chiamata. Non pensavo che mi avresti perdonata... voglio dire, per la storia con Mario…». «Già» glissò Luca. «Sei stato così strano quando hai scoperto tutto. Non una reazione, che so, un pugno sul muro, un urlo…» «Siamo arrivati» la interruppe Luca indicando il parco di fronte «Là, sull’isola in mezzo al lago artificiale». Affrettarono il passo lungo il sentiero sovrastato dalle querce innevate e attraversarono il ponticello di legno. «Ma cosa siamo venuti a fare in questo posto la notte di capodanno?» chiese un po’ smarrita Amanda. Dalla piazza sulla sponda del lago, una voce amplificata cominciò il conto alla rovescia «Dieci… nove...» «Aspettami qui amore, non ti muovere per nessun motivo» le disse Luca «prendo lo spumante». «Ma…». «… cinque… quattro…» «A proposito, sai perché non ho urlato quel giorno?» «Non… non saprei» balbettò Amanda, cercando di seguire il ragazzo con lo sguardo «Ma dove vai?» «Semplice. Perché quella che volevo che urlasse, eri tu». «… due… uno… Buon Anno!» Come promesso dal sindaco, lo spettacolo che dalla sponda del lago si poté godere delle fontane di fuoco accese sull’isola del parco, fu indimenticabile.
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