Nero Cafè Forum

Due parole, una virgola in mezzo, di "Marco Migliori"

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sgerwk
view post Posted on 26/2/2013, 23:21




La faceva facile, Carlo. Doveva averlo detto centinaia di volte, e di certo ogni volta ci credeva. Fino alla donna successiva, s'intende.
   — Se ci tieni, devi dirlo. — Carlo fece scivolare il boccale vuoto al centro del tavolo. — Ti amo. Non è complicato.
   Lo fissai. Quegli occhi cerulei e quelle labbra morbide che davano un'idea di romantico, contrastata dalla mascolinità degli zigomi e del mento, avevano fatto strage di cuori. Per lui era facile davvero.
   Si piegò sul tavolo. Nonostante gli odori del pub mi arrivò un refolo del suo profumo, una base di pino con una gradevole sfumatura dolce. — Senti, Roberto. È un po' che ci conosciamo, no?
   Mi raddrizzai sulla sedia. Sorrisi e annuii.
   Carlo si scostò dal viso i lunghi capelli biondi da vichingo. — È parecchio, sì. È per questo che ti voglio aiutare. È semplice: se ami, devi dire ti amo.
   — Sì.
   Raddrizzò le spalle, evidenziando il petto ampio sotto la giacca scura, e guardò intorno. — Vediamo se posso ordinare un'altra birra. — Pareva non ci fosse niente in lui che non fosse fatto per piacere.
   — Ecco...
   — Dai, non cercare scuse. — Sorrise. Quei denti bianchi completavano la bocca carnosa in modo irresistibile.
   — Hai ragione. — Mi schiarii la voce. — Quando sono sicuro, non devo...
   Si era distratto un momento per cercare una cameriera con gli occhi.
   — Sì, dicevo che hai ragione, e...
   Mi posò la mano sul polso. Sentii il calore delle sue dita sulla pelle. — Senti, Roberto. Ti conosco da un po', e mi piaci. Però sei un po' uno scemo. Elena non la meriti. Lei è una ragazza eccezionale, tu uno qualsiasi. Almeno fa' quello che farebbe un uomo degno di questo nome e dille che la ami. Per una volta, riscattati dalla tua mediocrità e mostrale che hai almeno il coraggio di dire la verità.
   Alzò il bicchiere vuoto e lo indicò a una cameriera.
   Non riuscivo a dire una parola.
   — Allora, lo farai?
   — Scusa, devo andare in bagno.
   Entrai in bagno che avevo la guance infuocate. Mi chiusi dentro e mi guardai allo specchio. Due lacrime mi scendevano lungo il viso. Le asciugai e mi soffiai il naso.
   Cinque minuti dopo, cancellavo tutte le foto con Carlo dal cellulare. E intanto ripetevo come un mantra: — Carlo, vaffanculo. — Strappai quella ben nascosta nel portafogli. — Carlo, vaffanculo. — Mi sciacquai la faccia. — Carlo, vaffanculo.
   Feci un respiro profondo. Ero pronto a dirgli quelle due parole. All'inizio della serata sarebbero state "ti amo", ma adesso erano cambiate.
 
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Peter7413
view post Posted on 28/2/2013, 19:19




Ciao Marco!
Un racconto atipico per il tuo standard, intendo per tematica. Il dialogo è funzionale e brillante nella realizzazione, riuscendo ad alternare bene le battute in un continuo gioco di allusioni e disillusioni. Mi sembra molto ben delineato anche il punto di vista del protagonista in questa sua costante tensione fra attrazione e contenimento. Certo, a metà già si capisce come si andrà a parare, ma il finale è comunque efficace nel suo giocare sul contrasto "ti amo"/"Carlo, vaffanculo" che in se è metafora della contraddizione dell'amore, o tutto o niente. Tirando le somme, un lavoro molto buono che trova il suo unico difetto in una narrazione forse troppo lineare e pacata con pochi picchi, ma anche senza nessun basso.
A rileggerti!
 
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patriktroll
view post Posted on 1/3/2013, 14:23




ciao marco, ho apprezzato il racconto per la resa efficacissima che hai ottenuto attraverso il dialogo, e questa sensazione positiva vale senz'altro per tutta la resa formale del storia. meno forte l'effetto sorpresa, avevo capito subito la dualità di fondo. e, come è già stato detto, la narrazione manca forse un po' d'intensità, specie trattandosi di emozioni forti come quelle inerenti gli innamoramenti. in ogni caso è senza dubbio un buon lavoro.
 
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view post Posted on 1/3/2013, 16:59
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I'm gonna be sincere, so get ready for it.

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Ciao Marco! Lo stile è molto efficace, i dialoghi fighi e la trama simpatica: il racconto va senz’altro sul podio della presente edizione (la posizione non è ancora decisa) – ma secondo me all’inizio soffre di un problema non trascurabile: l’identità della voce narrante. Che il suo sesso sia maschile, benché l’ambiente del pub possa suggerirlo in anticipo, viene specificato solo alla settima riga, mentre alla descrizione fisica del bellissimo Carlo IMHO viene dato tantiiiissimo spazio. Non sono sicuro se mantenere così a lungo il dubbio sul protagonista (cioè, uomo con descrizioni da pdv femminile) fosse nelle tue intenzioni oppure no, ma ammetto che la condizione di non potermi figurare l’identità della voce narrante mi ha tenuto in sospeso in modo non positivo. È una priorità, almeno quando affronto un testo dialogico come lettore, capire per prima cosa CHI sta parlando: fino a quando non posso figurarmi un dualismo di personaggi, tipo “il bello che parla con l’obesa” o “il vecchio che parla con la bambina” o qualcosa di simile, non sto nemmeno a seguire i dialoghi. La mancanza di segnali chiari a riguardo mi ha portato a leggere e rileggere quelle prime righe varie volte alla ricerca di indizi a riguardo. Poi, una volta accertato che erano due uomini in un pub, ero già abbastanza sicuro che il protagonista fosse gay, ma la prevedibilità qui mi sembra un problema minore.
 
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Olorin
view post Posted on 1/3/2013, 17:19




Sono effettivamente combattuto. E’ un lavoro ben fatto sia dal punto di vista stilistico che narrativo, però non riesco a togliermi dalla testa che a livello strategico poteva essere realizzato diversamente.
Viene infatti esplicitata sin da subito l’attrazione omosessuale che Roberto prova nei confronti del suo interlocutore e questa evidenza fa sì che la frase di Carlo con cui rivela di essere lontano mille miglia dai sentimenti dell’amico, abbia solo quella valenza. Si poteva forse creare un’ambiguità in merito ai commenti che Roberto interiormente rivolge a Carlo, spersonalizzandoli e quindi rendendoli potenzialmente attribuibili anche a Elena.
Gli atti e le decisioni finali del protagonista avrebbero risolto tale ambiguità.

Edited by Olorin - 5/3/2013, 12:56
 
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simolimo
view post Posted on 2/3/2013, 14:58




Ciao Marco e ben ritrovato :)
Anche per te, come sempre, è un piacere leggerti eeee... ahahah! Scusa se rido, ma ha reso in racconto il mio binomio iniziale di scelta "ti amo" e "vaffanculo"... va beh, perdonami, non c'entra nulla. Allora.
Il pezzo è come al solito ben scritto e la veridicità del dialogo è il tuo biglietto da visita. Si capisce molto bene la caratterizzazione dei personaggi e la lotta interna del protagonista è impeccabile. Non mi è piaciuta, invece, la battuta di dialogo di Carlo: "Senti, Roberto. Ti conosco da un po', e mi piaci. Però sei un po' uno scemo. Elena non la meriti. Lei è una ragazza eccezionale, tu uno qualsiasi. Almeno fa' quello che farebbe un uomo degno di questo nome e dille che la ami. Per una volta, riscattati dalla tua mediocrità e mostrale che hai almeno il coraggio di dire la verità."...perché dire una cosa tanto dura e secca all'amico?? Cioè...ok, lo vuole spronare, e sono in confidenza, maaaa… diamine! che totale mancanza di tatto! E poi...perché interessarsi tanto al fatto che l’amico debba dire "ti amo"? Non credo che a Carlo possa interessare così tanto, almeno... ognuno in amore agisce secondo il cuore e l'istinto... ma qui sto uscendo dall'oggettività, scusami. Però… non so, a me quell'atteggiamento dell'amico un po' mi stona... lo comprenderei se Carlo fosse interessato alla ragazza di Roberto, ma così... boh, mi sembra gratuito... Roberto, invece... wow!! Accidenti se l'hai reso alla perfezione! Quindi, vabbeh, per quanto possa non essermi garbata quella battuta, il pezzo mi è piaciuto, decisamente. Mi confermi sempre quanto sei capace. bravo
A rileggerti :)
 
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view post Posted on 4/3/2013, 11:31
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Procuratore spietato

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Ciao Marco,
racconto frizzante e divertente, sorretto da un'ottima scrittura. Carino il binomio " Ti amo" - "Vaffanculo". Ho trovato l'uscita "sei uno qualsiasi" (e pilotto annesso) un po' strani, forme un po' improbabili per spronare l'amico all'azione; mi sono sembrate più finalizzate a portare avanti il racconto nella direzione voluta, che verosimili. Ultimo problema: fino a quando Roberto non viene chiamato esplicitamente, pensavo fosse femmina. Forse anche per questo, ho capito che era omosessuale ( e innamorato di Carlo) praticamente dalla riga otto. Probabilmente non volevi far sorprese, ma così è fin troppo esplicito. A rileggerci! ^_^
 
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6 replies since 26/2/2013, 23:21   89 views
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