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Non è un paese per..., di Maurizio Bertino

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Peter7413
view post Posted on 28/3/2013, 17:43 by: Peter7413




Ciao Marco e grazie per il commento! Cerco di rispondere punto a punto.

Declinazione lineare del tema proposto. La sensazione che mi ha lasciato il brano, è quella di una certa dispersione di energia propulsiva. Ci sono vari punti di focalizzazione sia dell’attenzione che del pathos, la cui portata evapora poi nel nulla.

Già da questo paragrafo emerge una certa distanza di posizioni fra me e te. Mi spiego, l'estrema frammentazione dei punti di focalizzazione è voluta in quanto il mio obbiettivo era di rendere l'immagine di una folla disattenta, superficiale, che vede e subito dimentica, che non dà peso a nulla, neppure a un uccello che sembra uscito dalle favole e che in quanto a dimensioni non potrebbe certo passare inosservato. Del resto, l'estrema facilità d'accesso alle informazioni dell'attualità a cosa porta se non a privare d'importanza ogni singolo input?
Mi piace molto la definizione con cui chiudi (la cui portata evapora poi nel nulla) in quanto è vero: la fenice si dissolve (letteralmente!) in un nulla di fatto che non lascia il segno nei ricordi di alcuno.

Per esempio il bambino e il padre, quest’ultimo connotato da una distrazione patologica nei confronti dei richiami del figlio che sa molto di escamotage narrativo, spariscono in un nulla di fatto, così come l’uomo, l’anziano, la nonna col nipote, tutte lampadine che improvvisamente si accendono proprio come accadrebbe in una piazza di fronte a un evento o un oggetto straordinario, per spegnersi immediatamente senza apparentemente aver risolto la loro curiosità.

Qui ribadisci quanto già più sopra esposto e non posso che risponderti allo stesso modo: l'effetto che denunci è ricercato.

La rappresentazione dei commenti di vari personaggi con l’attribuzione ‘punto e a capo’ disorienta, molto meglio l’immediatezza con cui realizzi la stessa dinamica nell’epilogo.

Qui c'è una differenza d'intenti. Nel primo passaggio i commenti arrivano sparsi e da più punti, avevo bisogno di non renderli troppo consecutivi gli uni agli altri e ho optato per l'andata a capo dopo ogni singolo passaggio (comprese le indicazioni, soprattutto quelle, riguardanti chi aveva detto quella particolare battuta) proprio con l'intento di rallentare la lettura. Nel secondo caso i soggetti che si esprimono sono tutti focalizzati sull'evento che sta accadendo (nello specifico, il rogo della fenice) e di conseguenza ho scelto una soluzione più fluida.

L’altezzosità e la vanità della fenice poi mi sembrano poco marcati e quindi un po’ lo si perde di vista questo personaggio.

Su questo punto non posso argomentare in quanto ho cercato di mantenermi su un tono (falsamente) ricercato fin dall'inizio per rendere chiara la distanza fra il punto di vista della fenice sul mondo e la realtà e quello che invece la stessa è.

Ti ringrazio per avermi dato la possibilità di affrontare questi punti, conscio comunque del fatto che tu possa non concordare. In certo qual modo, nella rappresentazione che ho cercato d'inscenare c'era un certo grado di sperimentazione e rischio e l'equilibrio, in questi casi, è sempre labile e può non soddisfare tutti i palati (anche se, ovviamente, spero di averti convinto circa la fondatezza delle mie scelte).

:)

Edited by Peter7413 - 28/3/2013, 19:07
 
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