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Tradimenti, di Roberto Bommarito

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Roberto Bommarito
view post Posted on 29/4/2013, 22:46




Tradimenti



Ho conosciuto il peggior tradimento.
Fissavo la mia ombra proiettata sul muro con la stessa intensità con cui Lara ogni mattina si guardava allo specchio.
Prima di incontrarla, tutto il mio mondo era delineato da confini esatti: le tre “e”. Esercizio, elasticità, equilibrio.
«Davvero? Fai il trapezista?» mi domandò la prima volta che ci incontrammo, chinandosi in avanti, il viso mascherato da una ciocca di capelli che rimise a posto avvolgendoselo attorno all'orecchio. «Che paura.»
«Paura?»
«Sì» disse, trattenendo la risata e un po' anche facendosela sfuggire. «Soffro di vertigini. Mi gira la testa al solo pensiero di-» Distolse lo sguardo, troncando la frase a metà. Mandai giù un sorso di Cuba Libra, domandandomi cosa le stesse passando per la testa. Cosa stesse sentendo. Conoscevo la risposta: Paura, timidezza, curiosità. Le sorrisi, senza volerlo. Lo feci con tanta spontaneità da capire di amarla. Di essere fottuto.
Quando le tre “e” definivano ancora la mia vita, la gente faceva la fila per vedere le mie esibizioni. Sotto il sole bastardo di agosto, anche solo per prenotare il biglietto.
A dire il vero, la gente voleva vedere lo spettacolo di tutti gli artisti. Ma quando veniva il mio turno, accolto dall'applauso, avevo sempre l'impressione che loro fossero lì solo per me, così come io ero lì per loro.
Di alcuni tradimenti ti rendi conto solo quanto ormai è troppo tardi. Quando di quell'applauso non te ne frega più nulla e t'importa solo di una donna. Ti rendi conto di aver tradito il tuo pubblico. Forse di non averlo mai amato davvero.
L'odore dei suoi capelli. Il sapore del suo sesso. Quella capacità di immedesimarsi in qualsiasi cosa tanto da eliminare i confini che la separavano da tutto ciò che era “altro”. Quando guardava me in quel modo, nulla ci divideva più. Non avevo bisogno di altri occhi.

Il sole brucia.
Acceca.
Sconfigge il buio, anche se solo per pochi minuti, quanti gliene bastano per attraversate lo spicco di cielo che osservo attraverso la finestra. Le sbarre sono fredde.
Il prete ha il volto rugoso di un mastino napoletano. «Non hai nulla da confessare?»
Scrollo le spalle. «Le solite cose».
«Se si trattasse delle solite cose, non ti avrebbero condannato a morte.» Sorride. «O no?»
«Ci sarà molta gente ad assistere?»
«Ci saranno di sicuro quelli della stampa.» Fa per aprire la Bibbia, poi ci ripensa. «Perché l'hai fatto?» Gli do le spalle. Lui insiste: «Perché hai ucciso quella povera ragazza?»
Taccio.
Un attimo di silenzio. Poi prende a recitare un Padre Nostro, mentre io fisso la mia ombra sul muro attraversata da quelle delle sbarre come se anche lei fosse prigioniera. Da piccolo credevo che l'ombra fosse l'anima. Un pensiero stupido, lo so, ma era pur sempre una parte di me che non potevo toccare. «Perché la mia anima è così scura?» chiedevo alla mamma. «La tua anima non è nera» rispondeva lei, sorpresa. «Le anime non hanno colore.»
Esercizio, elasticità, equilibrio. A pochi minuti dalla morte, vorrei poter ritrovare quei confini. Provare di nuovo piacere nel sentirsi accolti da un applauso. Vorrei che celebrassero la mia morte con una standing ovation.
Perché hai ucciso quella povera ragazza? mi domandano tutti. Eppure nessuno è mai riuscito a spiegarmi perché la mia anima è così nera.
Davvero: di alcuni tradimenti, quelli che fanno male come se una bestia ti avesse strappato a morsi pezzi di carne, ti rendi conto solo quanto ormai è troppo tardi.
So quale sarà l'ultima immagine che vedrò nella mia testa un attimo prima di morire.
Quella del tradimento di Lara. Del suo sguardo che smise di guardarmi con paura, timidezza, curiosità.
«Che Dio ti perdoni» dice il prete, voltandosi un istante prima di lasciarmi solo nella cella. Le ombre adesso sono dappertutto. Mentre il sole continua a tracciare la sua traiettoria nel cielo, loro si espandono sui muri, sul pavimento, quasi volessero inghiottirmi.
Quanti sarebbero capaci di comprendere che anche gli occhi possono tradire? Che quando accade è già troppo tardi? Che il peggiore tradimento è l'indifferenza?
«L'importante è che non mi perdoni la gente» gli rispondo, voltandomi a guardare di nuovo fuori dalla finestra. Che puniscano pure il mio tradimento, penso, così come io ho punito quello della donna che ho amato. Basta che non siano indifferenti.
 
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view post Posted on 3/5/2013, 19:54

Alto Sacerdote di Grumbar

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Non so bene come funzioni la risposta ai commenti su nerocafé, io ti rispondo qui intanto.

Grazie per le parole, sul periodare lungo ti dico che non è un mio vizio, a volte capita e sistemo meglio durante la revisione, stavolta non ce n'è stato il tempo, stavo combattendo una guerra di trincea col numero di caratteri... :P
Però l'obiezione era sacrosanta... ;)

Grazie della lettura... :)
 
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Margherita gialla
view post Posted on 4/5/2013, 15:08




Ho letto con molto piacere questo racconto. Lo stile è scorrevole e accattivante, la trama resta fino alla fine avvolta da un certo alone di mistero. Non si capisce bene come mai l'equilibrista ha compiuto quel gesto così drastico. Bravo, deve essere stato difficile creare un'atmosfera così coinvolgente usando i pochi caratteri a disposizione.
 
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Peter7413
view post Posted on 10/5/2013, 13:51




Ciao Roberto!
Gli elementi per un buon racconto ci sono tutti eppure alla fine della lettura è come se mi mancassero dei raccordi, quasi come se il risultato sia una minestra mal passata di elementi che non si fondono fra loro. C'è il tradimento dell'acrobata al suo pubblico, una donna che tradisce il suo amore (con lo sguardo?), un passato di un bambino che guardando la propria ombra chiede del perché del nero della sua anima (ma l'analisi sulla psiche del protagonista si ferma a questa immagine), un omicidio che giustamente lasci appena trasparire, un prete che risulta figura accessoria e di cui non sfrutti il potere simbolico del suo rappresentare la Chiesa (introduci l'anima nera, perché non legarla al prete?), una pena di morte che non ci fa capire dove ci troviamo esattamente, una professione particolare che non leghi alle caratteristiche del protagonista... Insomma, una miriade di elementi slegati fra loro, forse troppi, che mi restituiscono una lettura fatta di molte immagini e di poche emozioni.
Mi spiace essere spesso così duro con te, ma vorrei legare la mia considerazione della mancanza di emozioni a una certa ripetitività che ti ha contraddistinto negli ultimi mesi e che già il mese scorso qualcuno ti aveva fatto notare e che penso si riverberi in modo negativo con l'empatia di cui ammanti i tuoi personaggi.
 
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Roberto Bommarito
view post Posted on 13/5/2013, 12:45




Ciao Maurizio,

grazie per il commento, anche per quanto riguarda il punto sulla mancanza di emozioni. Ci rifletterò su :)
 
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4 replies since 29/4/2013, 22:46   61 views
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