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Senza speranza, Marco Lomonaco

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view post Posted on 29/4/2013, 22:53

Alto Sacerdote di Grumbar

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Evidenzio in grassetto le parti contenenti le tre scene delle immagini date nelle specifiche.


Senza speranza
di Marco Lomonaco, 4993 caratteri s.i.

Sandro, pressato nella sua ridicola uniforme gialla da banditore, salì ansimante i gradini del trespolo di fronte all’imponente cancello in ferro battuto: in una mano un rotolo di finta pergamena, nell’altra un telefono cellulare.
«Attenzione madame e messeri, appropinquatevi,» urlò con voce profonda, «il mio signore, messer Vuschini, conte di San Rocco è lieto di invitare le signorie vostre alla fiera rinascimentale sulli verdi prati dello suo maniero.» concluse con una profonda riverenza, indicando con la pergamena l’ingresso alle proprie spalle.
La fiumana di gente sbucava senza fine da dietro la torre Mirantea in quella soleggiata mattinata di maggio. Famiglie, coppiette, comitive, erano tutti diretti alla fiera, unico evento rilevante nell’altrimenti grigio destino ricorsivo del piccolo borgo, noto ai più solo per la presenza del carcere sulla collina. Di tutte quelle persone, neppure una lo degnò di uno sguardo, tutte intente a contemplare la grande torre o a sbirciare oltre i cancelli.
Invisibile. Solo e invisibile.
All’improvviso un sasso gli centrò in pieno una rotula e lo fece rovinare a terra tra la ghiaia, il palmi scorticati e un rivolo di sangue che gli colava sulla fronte. Un gruppo di ragazzini scappava tra le risate: “ehi, tu, ciccione, prova a prenderci se ci riesci, chissà che non dimagrisci”.
Non c’è nessun futuro, nessun maledetto futuro. Non per me, non per voi, tutti voi.
Osservò con apprensione il telefono, era ancora intatto. Una lieve pressione sullo schermo e aprì la rubrica, non dovette nemmeno cercare, era salvato come AAA. Il dito scorse verso destra lasciando una scia di sangue sul vetro e partì la chiamata.
«Perdonami, fratello.»

Nel buio del primo piano sotterraneo della torre Mirantea, a ridosso delle fondamenta della parete di sud-ovest, il display del vecchio 3310 si illuminò di verde, l’impulso elettrico che avrebbe dovuto dare vita alla suoneria venne dirottato dai due sottili fili saldati a mano e raggiunse in un attimo la serie di quattro detonatori infilati nella mistura di nitrato di ammonio, carbone e alluminio.
L’esplosione fu violenta, macigni delle dimensioni di uno scooter schizzarono ad altezza d’uomo investendo la folla attorno alla torre. In pochi istanti il marciapiede mutò in un’epifania di brandelli sanguinolenti.
Pochi secondi e il resto della torre, orfana di due dei muri portanti, crollò in un rombo assordante che annichilì ogni residua briciola di speranza nei sopravvissuti.
Sommerso dalle macerie, il banditore esalava l’ultimo respiro, dipinto sul volto un sorriso che aveva il gusto amaro della liberazione.

Da in cima alla collina, a poche centinaia di metri dal castello, un uomo stava aggrappato alle sbarre a ridosso della finestra della sua cella, lo sguardo fisso nel vuoto, le labbra tese in una smorfia rassegnata, attorno agli occhi le rughe di chi ha visto troppa sofferenza, poi ne ha vista ancora.
Si sfilò lento i lacci delle scarpe, poi quelli dei pantaloni e li annodò assieme a formare una fune lunga qualche metro da cui ricavò un rozzo cappio. Lo assicurò al limite alto delle sbarre della finestra, ne saggiò la resistenza con la mano. La luce che penetrava dall’esterno proiettava sul muro un’ombra grottesca, nera come la sua coscienza, solitaria come la sua esistenza.
Si mise in piedi su uno sgabello, infilò il collo nel cappio e, con gli occhi rivolti al cielo, sussurrò: «Perdonami, fratello.»

48 ore prima
«Carlo, non ce la faccio più.» Sandro si coprì il volto con le mani, si vergognava di piangere davanti al fratello. «Non ho più nemmeno i soldi per mangiare.»
Da dietro il vetro corazzato, il fratello lo osservava triste, si premette la cornetta all’orecchio per cercare di stargli più vicino. «Dai, Sandro, coraggio. Tra meno di sei mesi esco di prigione e poi ci penserò io a te, non ti preoccupare. Penserò a tutto io.» tentò di rassicurarlo come poteva.
«Sei mesi, e che cosa farò io in questi sei mesi? Come sopravvivrò?» le gote di Sandro si rigarono di lacrime disperate, la voce gli tremava. Cercava conforto nell’unica persona che gli era rimasta a questo mondo.
«Dai, hai un diploma in elettronica, una laurea in chimica, troverai presto un nuovo lavoro, fidati.»
«Un lavoro?» rispose furioso Sandro, «non c’è nessun lavoro per me, ho fatto mille richieste, mi guardano tutti dall’alto in basso prima di sfoderare i loro “ci dispiace, non abbiamo bisogno”, o “lei è troppo qualificato”. Capisci? Troppo qualificato per fare dei merdosi panini in un fast food. Dovrei ammazzarli tutti, una bella bomba e boom. Così imparerebbero a trattare la gente con dignità. Li devo uccidere tutti.»
Lo sguardo di Sandro era folle, gli occhi sgranati e le labbra tremolanti: Carlo non fece nemmeno in tempo a decidere cosa rispondere che la guardia strappò dalle mani di Sandro la cornetta e la riattaccò mentre, sulle sue labbra, si disegnava un feroce “tempo scaduto”.
Carlo gridò: «Sandro, no!»
Ma le sue speranze si infransero sul vetro corazzato a isolamento acustico.
Sandro, no.
 
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view post Posted on 30/4/2013, 10:52
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I'm gonna be sincere, so get ready for it.

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Una bella storia.
Ma c'è una cosa che non hai scritto e che tutti sappiamo, che doveva essere il vero finale di questa triste vicenda e riportare speranza e conforto ai lettori:

"Ma qualcosa era sopravvissuto alla terribile esplosione e al crollo della torre. Sotto le macerie, nel centro del cratere lasciato dall'esplosione, il 3310 funzionava ancora." :lol:
 
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view post Posted on 30/4/2013, 10:56

Alto Sacerdote di Grumbar

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Puahahahahahaha... ti dirò, all'inizio avevo messo 3330, poi ho pensato "no, così dovrebbe sopravvivere il telefono" e ho modificato... ero sicuro (SICURO) di aver scritto 3210 ma, evidentemente, il 3310 è più forte della penna, della spada e di tutto il resto... XD
 
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Margherita gialla
view post Posted on 4/5/2013, 15:55




Mmm, non mi ha molto convinto la storia e ora ti spiegherò perché.
All'inizio dici che colpiscono Sandro a una rotula, lui giustamente cade e si graffia i palmi. Ma se è caduto in avanti e ha messo le mani per parare il colpo, come fa ad avere il sangue che gli cola dalla testa? o la scena non è descritta bene per via dei pochi caratteri,o mi sfugge un passaggio.
Comunque, in generale trovo lo stile che hai usato un po' troppo ricercato all'inizio, mentre verso il finale è più semplice. Ti faccio un esempio:
"La fiumana di gente sbucava senza fine da dietro la torre Mirantea in quella soleggiata mattinata di maggio. Famiglie, coppiette, comitive, erano tutti diretti alla fiera, unico evento rilevante nell’altrimenti grigio destino ricorsivo del piccolo borgo, noto ai più solo per la presenza del carcere sulla collina"
qui lo stile è un po' ampolloso, usi frasi come "nell'altrimenti grigio destino ricorsivo del piccolo borgo". Frase che stride poi quando vai avanti nella storia, adottando uno stile molto più semplice.
Questo, unito al fatto che secondo me un omicidio massa / suicidio debba essere dettato da emozioni forti (che purtroppo non mi sono arrivate), non mi ha particolarmente emozionata e colpita. Per me, se rivisto, se accentuato in alcuni punti (magari mettendo in maggiore evidenza il dolore del protagonista e il suo odio), questo può diventare un buon racconto. Però ha bisogno di uno spazio maggiore per emergere, ecco. Così condensato rende poco.
 
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view post Posted on 5/5/2013, 11:47

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Ciao, Margherita, grazie per lettura e commento, rispondo velocemente alle questioni che hai sollevato.

Se uno cade da un trespolo, a causa dell'inerzia, non è affatto detto che se mette le mani non si possa spaccare pure la testa, succede inciampando, figurarsi cadendo da più in alto. Se mettere le mani ci mettesse al riparo dallo sfregiarci anche altrove, io mi sarei sicuramente fatto molto meno male un sacco di volte in tenera età... :P

Lo stile, poi, segue i diversi momenti della narrazione, all'inizio più ampolloso perchè era una parte con più forma e meno sostanza, alla fine più diretto perchè la forma perde di rilevanza nei confronti del contenuto e della riflessione che dovrebbe stimolare. Non discuto il fatto che non ti sia piaciuto, quello è sacrosanto e non lo commento mai, ma la scelta è voluta e motivata. Secondo il mio pdv, inoltre, l'inizio non era nemmeno poi così ricercato, ho solo usato parole che significavano esattamente quello che volevo dire. Quindi concordo con te quando noti una differenza di registro, concordo meno quando dici che non dovrebbe esserci, ma sono opinioni, credo che il confronto di posizioni diverse possa arricchire, quindi apprezzo il tuo pdv.

Sull'ultimo punto non discuto, l'empatia che certe parole suscitano è qualcosa di molto personale e variabile da persona a persona, prendo atto delle tue parole, sono un buon feedback, unito a quello che sprro di ricevere dagli altri mi darà il metro di come sviluppare/migliorare/modificare il pezzo.

Intanto ti ringrazio ancora per il tempo e per la lettura. :)
 
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Margherita gialla
view post Posted on 5/5/2013, 12:28




Ripeto, secondo me il racconto è stato eccessivamente condensato per via del limite di caratteri. Se sviluppato in più spazio, può venirne fuori un testo molto bello :)
 
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Peter7413
view post Posted on 10/5/2013, 20:07




Ciao Marco e bentornato a MC!
Se non sbaglio ci siamo incrociati già la prima volta che hai partecipato, ricordo un racconto che aveva risvegliato trekkiani ricordo nella mia testolina... :)
Ma passiamo al tuo lavoro di questo mese e devo dire che è molto buono: articolato, ricco, ben narrato, approfondito nella trattazione dei protagonisti... Hai fatto davvero un gran lavoro in queste tre ore di mc e si vede tutto. Tra l'altro ho sorriso, mi procuro da vivere lavorando nel negozietto di famiglia e portando lavatrici e frigoriferi a persone che più volte mi hanno appellato come "omino della lavatrice"... In verità ho una laurea e un master, ma molteplici richieste di lavoro mi sono state rifiutate (comprese richieste per insegnare in scuole professionali) in quanto troppo qualificato... In pratica avrebbero dovuto darmi più di quanto volevano (ma chi se ne frega, datemi di meno, no?!?!?!), da lì il rifiuto... Ahahahahaha! Siamo davvero in una realtà di merda (e qui mi riallaccio al mio racconto).
Spero di rileggerti anche nei prossimi mesi!
 
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view post Posted on 11/5/2013, 09:08

Alto Sacerdote di Grumbar

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@peter: ehggià... lo diceva tonino carotone: "è un mondo difficile"... :P
E, soprattutto, auguri a te se cerchi di ottenere qualcosa usando la logica, io non ci sono mai riuscito...-.-"

Comunque mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto, è sempre gratificante... ;)
Riguardo la partecipazione, MC mi piace, quando gli impegni me lo permettono partecipo più che volentieri... ;)

@silver moon: concordo con quanto dici, ho un po'toppato la gestione degli spazi, c'erano ancora molte cose da dire ma poco spazio per dirle. Volevo accorciare la prima parte e dare più respiro alla seconda, ma non ne ho avuto il tempo... sarà per la prossima volta... ;)

@killerqueen: mi fa piacere averti colpita, e pensare che ritenevo l'empatia il punto più debole del racconto... :D
Sono contento che tu mi smentisca! ;)

@sgerwk: ti dirò, la fiera ce l'aveva un ruolo di una certa rilevanza, l'ho messa all'inizio perché mi serviva per un richiamo nel finale, tutto molto ragionato, poi ho finito i caratteri... :P
Hahaha... :D
Comunque grazie di lettura e commento...

@smilodon: ave, smilo... io abbastanza bene dai, non ci lamentiamo, tu come va la vitaccia?
Riguardo il racconto (tuo), sai bene che io non faccio complimenti immeritati e, anzi, sono uno che non ci va giù leggero se una cosa non gli piace, quindi ti rinnovo i complimenti, d'altronde ti ho sempre detto che mi piace molto come scrivi e, in questi mesi, non ho mai cambiato idea.
Riguardo il mio, invece, la cosa del linguaggio "variabile" era un po'voluta, per supportare con un po'di stile in più una parte con meno contenuti. Ma comprendo come la differenza stilistica possa risultare spiacevole, la prossima volta farò più attenzione a non strafare... :P
Poi le questioni stilistiche le affronto quasi sempre in fase di rilettura e bilanciamento, cosa che stavolta non ho avuto il tempo di fare.
Grazie anche a te per lettura e commento, dritto al punto, come sempre.

@inquisitore: grazie, prendo sempre il più seriamente possibile la fase di commento, a volte mi recriminano di farlo anche troppo... :P
D'altronde fare le pulci agli altri insegna molto anche a me, quindi mi è molto utile... ;)

@tutti: grazie per tempo e pazienza, è stato un piacere incrociare la penna con voi, spero di riuscire a farvi compagnia con più costanza d'ora in poi... ;)
 
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7 replies since 29/4/2013, 22:53   146 views
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