Speranze bruciate, di Maurizio Bertino

Speranze bruciate

– Che Dio la benedica!
– Lei è? – domandò l’uomo indicando ai due inservienti di caricare la cassa nel retro del furgoncino.
– La moglie del prescelto! – rispose la donna afferrandogli la mano e stringendola forte fra le sue. – Posso dare un ultimo saluto a mio marito?
– Ne parla come se fosse morto e invece sa bene che starà meglio di lei, mia cara signora.
– Certo, lo so, ma s’è svolto tutto così in fretta… L’estrazione, lui che è salito sul palco, lei che l’ha benedetto con l’ibernazione, non ha avuto neppure il tempo di salutare il nostro figliolo. Certo, speravamo entrambi che il prescelto potesse essere il bambino, tutti i sacrifici, tutti i risparmi spesi per il biglietto… Ce lo lasci salutare attraverso il vetro della cassa, la prego…
L’uomo corrugò le sopracciglia. – Impossibile, ma lo dico per il vostro bene. Un viso ibernato presenta lineamenti deturpati. Il pensiero degli agi futuri che il destino gli ha riservato non potrà lenire dai vostri ricordi l’immagine della sofferenza che in questo momento egli ha disegnata sul volto. Mi ascolti e si fidi, si tenga stretto il ricordo del sorriso di suo marito nel momento in cui l’ho invitato a entrare nella cassa dell’ibernazione. Quando fra cent’anni sarà risvegliato insieme a tutti i prescelti, quelli che già l’aspettano e quelli che si aggiungeranno a ogni tappa del mio tour, anche lui si ricorderà dei sorrisi con cui lo osservavate dalla platea nel momento in cui ho schiacciato il tasto che l’ha consegnato al lungo sonno. – E così dicendo chiuse la porta del furgoncino, non prima di avere elargito un soldo di mancia ai due inservienti che vi avevano caricato la cassa.
– Fra cent’anni, quando risveglierete papà, il mondo sarà migliore? – chiese il figlio della donna, fermo al suo fianco, le labbra tirate per l’emozione.
– Certo, la crisi sarà superata, la corrente elettrica sarà ripristinata per tutti e anche i bambini come te potranno guidare un furgoncino come il mio perché ce ne saranno in abbondanza.
– Allora da domani lavorerò sodo, ancora di più, e il prossimo anno, quando tornerete, avrò i soldi per pagare a me e a mia madre un biglietto per una nuova estrazione.
– Bravo ragazzo – l’uomo gli dette un buffetto sulla testa – così uno di voi, destino volendo, potrà ricongiungersi con tuo padre. E ora statemi bene, devo proprio partire.

– Perché non gliel’hai mostrato attraverso il vetro della cassa? – gli chiese la donna al volante non appena ebbero svoltato l’angolo della fatiscente strada.
– Perché ho pensato che se la cassa con il corpo richiedeva tre inservienti e tre soldi per essere trasportata, allora la cassa senza il corpo ne avrebbe richiesti due e due soldi, così, appena chiuso il sipario, ho schiacciato il tasto della cremazione. – rispose l'uomo estraendo dalla tasca un sacchetto pieno di cenere.
La donna sorrise e lo baciò mentre lui, abbassato il finestrino, concimava la via disseminando speranze bruciate.


Fine

Edited by Peter7413 - 28/5/2013, 23:25

Racconto che lascia con l'amaro in bocca. Non perché sia scritto male, ma per la denuncia che c'è dietro la storia. Questa società sempre più approfittattrice che calpesta la povera gente e i suoi sogni per pochi spiccioli. Il bimbo che spera un giorno di finire come il papà, la moglie che si dispera per vederlo, ma che è piena di speranza e poi quest'uomo cattivo che per risparmiare distrugge tutto. E la compagna che lo bacia, come per dirgli che è orgogliosa di lui perché ha speso meno. Insomma, un ottimo lavoro. Un po' triste la storia, ma che fa riflettere.

Antonella e Roberto, grazie per i commenti.

Rob, ultimamente mi sono innamorato dello stile di Sapkovski, autore polacco molto noto per la saga dello Strigo Geralt. Ho notato che ha una predilezione per la narrazione fluida, continua, imperniata sui dialoghi e che molto spesso, volontariamente, omette dettagli sui contesti per farli trapelare dal dialogo stesso. Se ti capitasse di recuperare qualcosa di suo, questa caratteristica viene affinata nei romanzi e non nelle due Antologie di racconti (entrambe edite Nord) che li hanno preceduti. Fidati, vale la pena farsi un giro e, incredibilmente, funziona. Lo scorso mese (Max) il mio tentativo è stato più mirato e devo dire che (al di là dei bonus/malus) in generale ho avuto un feedback positivo da chi l'ha letto. Questo mese è più velato, ma intendo riprovarci per cercare un equilibro. Grazie comunque per le tue note proprio a riguardo di questo aspetto.

Grazie Maurizio! Ho preso nota dell'autore! Se lo leggo ti faccio sapere poi che ne penso...

Scritto bene e amarissimo. Però senza esagerazione, il che è triste. Cioè è triste il fatto che fin da poche battute dopo l'incipit io avessi intuito dove si andava a parare. Da dove mi viene tutto questo cinismo? Non so, forse le parole della moglie, e poi del bambino, se la chiamavano in un certo senso la rivelazione del finale. C'è quel tono speranzoso, da umili, che la letteratura mi ha insegnato che in ogni caso, verrà disatteso.
Ehehe sono ottimista.
Un bel racconto comunque.

A una prima lettura l'elemento che salta all'occhio è subito il contrasto fra ghiaccio e fuoco, umido e arido, permanenza e cenere. Davvero una buona prova averlo inserito in un racconto tanto breve. Rileggendolo con calma emergono anche degli aspetti che inizialmente mi erano sfuggiti: la disperazione di madre e figlio, e della società in generale, inizialmente sembrava non abbastanza rimarcata. In realtà il modo di parlare pacato dei due fa pensare che abbiano fatto l'abitudine alla loro condizione, che non abbiano mai conosciuto altro, che è più realistico che non espressioni di rabbia e dolore. Mi piace anche il modo di parlare dell'imbonitore, altisonante e fasullo: però la frase in cui spiega perché non vuole mostrare il padre è troppo lunga, troppo statica. Andrebbe spezzata con qualche azione o al limite la descrizione di qualche capo di abbigliamento, insomma un appiglio per vedere e non solo ascoltare la scena. Quando le azioni arrivano poi sono raccontate (“non prima di aver elargito... che avevano caricato...”) e non permettono di visualizzare l'azione: credo che il racconto guadagnerebbe molto con un po' di movimento.

Grazie!