Nero Cafè Forum

Qualcosa per farli tacere, di Erika Adale

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view post Posted on 30/7/2013, 21:14
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Procuratore spietato

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“Prego, si accomodi.”
Il dottore aveva lo sguardo gioviale, gli occhiali ne rimpicciolivano gli occhi. Indicò una poltrona davanti alla scrivania, senza prestare attenzione al lettino alle proprie spalle.
Meglio, pensò Paolo. Era pronto a farsi dare del pazzo. Con gentilezza, come sanno fare gli psichiatri. Ma non era necessaria la pantomima del “mi parli di sua madre”.
Voleva solo una manciata di pillole che gli regalassero il silenzio chimico. Non gli interessava scoprire quale ingranaggio arrugginito stesse producendo quella tortura.
“Qual è il problema?”
“Il maledetto ronzio. Di continuo. Come una radio mal sintonizzata”
Il medico aggrottò le sopracciglia.
“Gli acufeni possono essere un sintomo di patologie delle vie acustiche.”
“Mi hanno già rivoltato le orecchie. I suoi colleghi hanno frugato qui con una TAC” si tamburellò la fronte “ e non c’è nessun ospite”.
Fissò lo psichiatra negli occhi.
“Dentro” aggiunse in un soffio.
“Dunque lei ipotizza che ci sia qualcuno…fuori?”
Paolo balzò in piedi e annuì. Che bravo era, aveva capito subito.
Ora gli avrebbe dato i farmaci e tutto si sarebbe risolto per il meglio.
“ Chi ci sarebbe, fuori?”
“Nessuno. Ma io li immagino, credo. Parlano così velocemente che quasi non riesco a capirli. Quasi mai. Chiacchierano fra loro ma ora che si sono accorti che li percepisco, a volte si rivolgono a me.”
“ Cosa dicono?”
Paolo sospirò. Come la faceva lunga.
“Non è importante. Non esistono.”
Il dottore lo guardò gravemente.
“Sono manifestazione della sua psiche, dobbiamo sapere cosa vuol comunicare l'inconscio”.
Paolo sbuffò.
“Dicono…camicia macchiata. Vaso, bacca, topi. Almeno, è quello che mi pare di sentire. Non ha senso. Mi darà qualcosa per farli tacere, vero?” implorò Paolo.
Il dottore tolse gli occhiali e si sfregò gli occhi. Afferrò il ricettario e vi scrisse alcune parole.
“Queste sono benzodiazepine. Riducono l’ansia. E questo è un antipsicotico. Torneranno a darle un giudizio di realtà. Quel ronzio che sente è frutto della sua testa, lo sa?”
Paolo afferrò il foglietto, gli strinse la mano con foga e si precipitò fuori dallo studio.
Sulla porta comparve la segretaria.
“Dottore, è il secondo paziente che se ne va senza pagare. La Lumia è sgattaiolata via senza che la vedessi, questo qui è corso fuori come una furia.”
“Non fa niente, Barbara, questo lavoro mi dà ben altre soddisfazioni.
Per cortesia, porta questo alla raccolta differenziata. E chiudi la porta, non ci sono per nessuno”.
Barbara gettò un’occhiata nel cestino.
“Il suo vaso di Baccarat. Che peccato, è caduto?”

Non appena la porta si fu chiusa, il dottore tolse la giacca di tweed. Le maniche della camicia erano lorde di sangue.
Sotto la scrivania giaceva, con la testa fracassata, la signora Lumia.

Edited by LeggEri - 30/7/2013, 22:39
 
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view post Posted on 1/8/2013, 14:02
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Martin Sileno

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Il racconto è scritto bene e si legge volentieri fino alla fine. §I dialoghi sono realistici e la situazione che crei è, nel complesso, divertente e ben strutturata. il problema risiede, a mio avviso, nel finale. Mi spiego, dovrebbe dare un tocco di sorpresa invece, arriva e sembra essere slegato da tutto il resto. A parte la segretaria che dice che la signora Lumia è sparita e il particolare del vaso rotto - particolari che arrivano solo prima della chiusa - non ci sono indizi che spingono da altre parti. Insomma, potevi anche scrivermi che la signora Lumia era sotto la scrivania a fare altro e il risultato non sarebbe cambiato. Magari prima avresti potuto far trasparire l'angoscia del dottore, la voglia di sbrigare la pratica e liberarsi del paziente il prima possibile. Paziente che invece tituba, vuole sapere, silamenta, rompe gli zebedei insomma. Allora io mi sarei aspettato che il dottore aveva qualche cosa da nascondere. Per il resto, tecnicamente bella prova, un po' meno convincente dal lato della storia. Alla prossima.


CITAZIONE
“Mi hanno già rivoltato le orecchie. I suoi colleghi hanno frugato qui con una TAC” si tamburellò la fronte “ e non c’è nessun ospite”.
Fissò lo psichiatra negli occhi.

penso che andrebbe la virgola dopo TAC, per segnalare che il dialogo riprende dopo. Secondo me lo stesso vale dopo ospite e andrebbe tolto il punto fermo dopo le virgolette uncinate e bisognerebbe scrivere Dentro con la d minuscola. Questa osservazione nasce da quello che cerco di imparare sulla scrittura dei dialoghi, ovviamente prendila con le pinsze, potrei dir castronerie. Meglio consultare un esperto.

CITAZIONE
“Dentro” aggiunse in un soffio.Fissò lo psichiatra negli occhi.
“Dentro” aggiunse in un soffio.

qui eviterei di andare a capo, perche è sempre lui che parla e conclude la frase iniziata prima.

CITAZIONE
“ Chi ci sarebbe, fuori?”

spazio di troppo a inizio battuta.

CITAZIONE
“ Cosa dicono?”

vedi sopra.

CITAZIONE
si fu chiusa

si chiuse.
 
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Peter7413
view post Posted on 2/8/2013, 10:23




Ciao Erika!
Racconto molto interessante con un problema di base che, a mio avviso, non gli permette di esprimere tutte le sue potenzialità. Il finale, a una prima lettura, giunge come scollegato dal resto, poi ci si ricorda delle voci che sente Paolo, di come queste costituiscano un rischio per il dottore e del perché, a quel punto, lo stesso decida di liquidare in fretta il paziente. C'è tutto, ma al primo giro rimane nascosto, celato dalla tua decisione di iniziare dal punto di vista di Paolo per poi abbraccare quello del dottore: secondo me questo è uno sbaglio. Prova a immaginare un punto di vista unico, del dottore, dall'inizio alla fine, penso che avresti modo di giocare di più con i meccanismi interni del racconto fornendo un numero maggiore di indizi o "fumogeni" per sviare il lettore, in tal modo permettendo al finale di esprimersi nel migliore dei modi avendo così l'impatto giusto sul lettore. Detto questo, il racconto mi è piaciuto molto.
Ps: occhio all'espressioni Il dottore tolse gli occhiali e si sfregò gli occhi. e gli occhiali ne rimpicciolivano gli occhi, bruttina la vicinanza occhiali-occhi.
Pps: ma dovevi proprio chiamarla Lumia quella paziente? Ho pensato subito al cellulare della Nokia... :D
 
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view post Posted on 2/8/2013, 11:12
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Procuratore spietato

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Un po' di risposte sparse...

@Roberto Bommarito
Grazie! Il fatto che un autore come te lo ritenga un buon racconto, senza nulla togliere agli altri concorrenti, mi rende molto fiera. ^_^

@ Eli-sir
Hai ragione, il colpo di scena è un staccato dal resto. La soluzione è non cambiare punto di vista, credo.

@ Callagan
Grazie mille, addirittura al primo posto! Quel "ma " si può togliere, è vero.

@ Tinucci
Ciao Tina!
Rispondo alle due osservazioni:
CITAZIONE
a) Perché il dottore ha ucciso la sua paziente? Non ci dai nessun appiglio neppure per immaginare cosa può aver trasformato uno psichiatra in feroce assassino.

Il fatto di essere psichiatri non esclude di poter essere anche feroci assassini. La ragione si nasconde ( un po' troppo, forse) nella risposta che dà alla segretaria: il lavoro gli dà altre soddisfazioni. Insomma, è pazzo. Ma se anche avesse ammazzato la Lumia per gelosia, denaro, vendetta...non sarebbe cambiato nulla nel succo del racconto.
CITAZIONE
b) Il ronzio non è, alla fine, così importante nella storia. Più che un ronzio il paziente sente delle voci, e se avesse descritto subito così il suo disturbo la storia non sarebbe affatto cambiata.

Vero, è un po' tirato per i capelli.

@ Angelo Frascella
CITAZIONE
Non si capisce perché lo psichiatra abbia ucciso la cliente e soprattutto perché le voci nell'orecchio del paziente gli suggeriscano proprio quell’evento (magari sarebbe bastata una frase per specificare che "in questo momento dicono camicia macchiata..." per rendere un po’ più sensato il ronzio).

Le ragioni dell'omicidio non mi sembravano indispensabili al racconto.
L'idea delle voci, in effetti è che in quel momento dicano camicia macchiata ( in altri contesti magari fanno rivelazioni diverse, pertinenti agli eventi contingenti. ) Purtroppo mi rendo conto ora di non averlo reso chiaramente. :(


@GDN
Ciao GDN!
CITAZIONE
il problema risiede, a mio avviso, nel finale. Mi spiego, dovrebbe dare un tocco di sorpresa invece, arriva e sembra essere slegato da tutto il resto.

Sì, è vero. Credo che la soluzione sia quella che mi suggerisce Peter7413 sotto il tuo commento, cioè cambiare punto di vista. Non volevo che il finale fosse troppo "telefonato" e alla fine, ho ecceduto nell'altro senso...
Grazie delle precise osservazioni di editing!

@Peter7413
Ciao Maurizio, direi che la soluzione del punto di vista è quella giusta per rendere omogeneo il racconto. Anch'io avevo percepito una specie di "scalino" finale ma, non so perché, fin dall'inizio, ho avuto l'impressione che il racconto dovesse essere fatto dalla testa del paziente...non mi è neppure venuto in mente che potesse essere gestito dagli occhi dell'assassino!
A proposito: "Occhi" e "occhiali" vicino fanno piuttosto schifo, è vero.
E infine, Lumia: hai visto giusto, ho trucidato il cellulare della Nokia. D'altronde, la "signora Aifon" suonava peggio! :P

Edited by LeggEri - 2/8/2013, 12:37
 
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simolimo
view post Posted on 6/8/2013, 14:35




carissima ^_^ , vedo che a differenza della tua amica polentona, tu non perdi un colpo, eh?? bene :woot: ! e i risultati di vedono :D (e complimentissssssimi per USAM :woot: , mannaggetta, nemmeno 'sto mese io riesco a partecipare...ma il prossimo, nonostante lavoro, master e quello che sai, non mancherò, promesso: ho già il pezzo! )
ma arriviamo a noi e, questa volta... ti stupirai, perché ho da dire delle cose ;) :p091:

alura, il pezzo scorre molto bene, come tutti i tuoi pezzi, del resto :D , ma la trama 'sto giro non mi convince, o meglio, lascia aperte troppe "curiosità" :shifty:
tutto il pezzo è incentrato sul dialogo di Paolo con lo psichiatra, ok, allora io mi aspetto che con Paolo succeda qualcosa. è il protagonista del pezzo, il narratore ne descrive emozioni e pensieri... ma, nel dettaglio, lui diviene un escamotage per la copertura dell'omicidio, punto. il suo disturbo "ronzario" :P non viene minimamente trattato. non sappiamo se lui sente questo disturbo per un motivo medico o un disagio mentale. anzi, peggio ancora :p102: :wub: Paolo va coscientemente dallo psichiatra, consapevole di non aver nessun disturbo, ma convinto di recuperare, anche a costo di farsi dare del matto (quindi sa bene di non esserlo), qualche manciata di pillole che lo faccia star tranquillo in un silenzio chimico... ecco qui la falla :o: per me Eri, ovvio ^_^
insomma, Paolo non è malato o ha il disturbo del ronzio per davvero?? è questo che vorrei capire :) perché in caso di risposta positiva, tu non ci racconti nulla di lui e, da qui, il suo essere solo un mezzo, in caso di risposta negativa, ecco, lui avrebbe riconosciuto il trambusto nello studio, non essendo di fatto matto. poi...facile che io non ci abbia capito una mazza, o l'abbia mal interpretato. ma mi ha lasciata così :p098: :p101:
oltretutto, credo che il rumore di un vaso spaccato sul cranio di una persona faccia un bel casino, no? non sarebbe meglio, forse, una bella forbiciata nei polmoni, o una strangolata... NSN ;) :P :D ...anche se poi, non avresti avuto la splendida battuta finale <_< :P :D
e ancora: quando ha avuto tempo, il dottore, di raccogliere i cocci e togliere il cadavere? come faceva a sapere l'assistente che Lumia non era morta se tu scrivi: "Sulla porta comparve la segretaria."..questo vuol dire che lei sarebbe potuta comparire senza avvisare il dottore in qualsiasi momento e, quindi, anche prima della visita di Paolo? :unsure: ... l'unico modo possibile per far accadere tutto nell'anonimato e nell'indifferenza, è che lo studio sia bello grande, con muri spessi, la reception lontana dalla porta e che gli appuntamenti non si accavallino formando code, perché, sennò, di certo qualcuno se ne sarebbe accorto dell'omicidio, no?

piccoli refusi, le pulci delle pulci delle pulci ^_^ :D :
- Meglio, pensò Paolo. [...]Ma non era necessaria la pantomima del “mi parli di sua madre”. > in questo caso io non virgoletterei il mi parli di sua madre... non è un dialogo, ma sempre un pensiero di paolo espresso dal narratore.

- “Qual è il problema?” > non sono sicura, eri, ma penso serva l'apostrofo

- “Il maledetto ronzio. Di continuo. Come una radio mal sintonizzata” > serve il punto finale

- “Mi hanno già rivoltato le orecchie. I suoi colleghi hanno frugato qui con una TAC” si tamburellò la fronte “ e non c’è nessun ospite”.
“ Chi ci sarebbe, fuori?”
“Sono manifestazione della sua psiche, dobbiamo sapere cosa vuol comunicare l'inconscio”.
Paolo sbuffò.
Dicono…camicia macchiata.
... E chiudi la porta, non ci sono per nessuno”.
> occhio agli spazi e all'interpunzione, se usi il punto dentro le virgolette, devi tenerlo sempre così ^_^ , e so che lo sai e le sai 'ste cose, ma io voglio da te la perfezione :B): -_- :P :D

nel complesso però mi piace : ), parecchio, e lo sai bene che mi piace come scrivi e tamburelli sulla tastiera nel collegare idea e resa... solo, manca un po' di coerenza interna, dal mio mero punto di vista che… oggi più che mai, può anche essere mooolto opinabile O.o” …vista la mia stanchezza neurale……. Ahahah! Esiste O.O???

Eri, non so se hai notato, ma mi ci sono impegnata fino al midollo per farti un’analisi stronzissimaME ;P …sennò…chepppalle! qui non ti dico mai nulla di che -_-” ahahah!

ciao ciao bella ^_^
sempre più brava la mia amica :wub:
 
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