Nero Cafè Forum

Aida, di Angelo Frascella

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Angelo Frascella
view post Posted on 24/9/2013, 22:56




Aida teneva lo sguardo basso, come ogni volta che era stata in quella sala d’attesa.
— È la sua prima volta?
La domanda, per quanto se l’aspettasse, la fece sussultare.
— Si troverà bene. Ero disperato, come lei adesso. Lavoravo in banca, mi sentivo in gabbia. Il dottore mi ha fatto ricominciare gli studi. Medicina, mica una cosa semplice. Ora sono medico e felice.
— Come mai è qui, allora? — chiese una vecchietta con l’aria della frequentatrice assidua.
— Mia moglie mi ha lasciato.
— Non c’ha l’aria di uno che c’ha il cuore spezzato. Anzi, la vedo piuttosto allegretto.
— Certo! Sono qui da Buradi! Il mio problema è già risolto. Domani io e Carla passeggeremo, di nuovo, mano nella mano.
Aida avrebbe voluto tapparsi le orecchie. Stare ad ascoltare i fatti altrui era un brutto modo per passare gli ultimi minuti di vita. Ma non aveva scelta. Perché non esisteva alcuna scelta.
— Sarà pure bravo, ma a me, sto dottore, non mi ha ancora fatto riconciliare con mio figlio.
— Non vi ha fatti riconciliare o, dopo, lei l’ha di nuovo allontanato?
— Insolente. — La donna si girò dall’altra parte e smise di parlare.
L’uomo si accostò all’orecchio di Aida: — Pare che persino J.J. abbia preso appuntamento con lui. Per la ripartenza di Star Wars, sa?
— Signorina Stornelli, si accomodi — disse la segretaria, mentre il precedente cliente usciva dallo studio.

Il dottor Buradi si alzò e le diede la mano.
— Buongiorno, signorina Stornelli. È la sua prima visita qui, vedo.
— Per lei, ma non per me — disse lei lasciandosi cadere sulla sedia. Faceva fatica a trattenere le lacrime.
Buradi, piegò la testa di lato, si mise una mano sul mento e parve riflettere sulla risposta.
— Mi dica, è vera quella storia di Star Wars?
Lui sorrise e alzò la mano per schermirsi: — Non dovrei dirglielo, ma sì.
— Sa cos’è che mi fa rabbia? Che se ci mette mani lei, sarà un capolavoro. E io me lo perderò. Mentre sono destinata a sorbirmi Jar Jar Banks infinite volte. Mi sorbisco ogni attimo della mia vita, infinite volte, senza potere cambiare una virgola — urlò lei.
Aida vide che Buradi annuiva, con l’aria di chi cominciava a capire.
— Le prime volte erano piccoli déjà-vu. Nelle reincarnazioni successive divenivano sempre più dettagliati. A volte, sapevo con certezza quello che sarebbe accaduto nei minuti successivi. Finché la vita è divenuta un nastro registrato in riproduzione continua. Le gioie, note in anticipo, non erano più gioie. I dolori cominciavano a torturarmi anni prima di arrivare. Alla fine di tutto, esco dal suo studio, la macchina m’investe e di nuovo mi ritrovo a emettere vagiti senza senso.
— Ora ricordo anch’ io. Sappia, però, che quando entra in questo studio, lei ha la possibilità di scegliere. La prima volta mi ha detto che aveva paura della morte e che voleva vivere per sempre. Quando ha cominciato a ricordare, le ho detto che doveva decidere. Poteva uscirne seguendo la natura, distaccandosi da gioia e dolore e raggiungendo il Nirvana. Oppure, potevo spiegarle io come interrompere il ciclo. Lei ha scelto sempre la prima opzione. Per paura. È pronta, ora?
— Sono pronta. Mi dica cosa devo fare.
— Il destino è nel nome. Aida viene dall’arabo e significa “colei che ritorna”. Si ricorda perché i suoi genitori scelsero quel nome?
— Io mi ricordo tutto. Quando mio padre mi prese in braccio, gli sembrò che i miei vagiti intonassero l’Aida.
— La prossima volta spezzi questa ruota. Il prossimo sarà il suo ultimo giro. E sarà diverso sa tutti gli altri.
Quando uscì dallo studio, Aida si sentiva ottimista. Forse questa volta non sarebbe morta. Senza smettere di camminare si voltò a leggere il nome sulla targhetta.

DOTT. BURADI
RITORNATORE



Non si accorse che il marciapiede era finito. L’ultima cosa che vide fu l’ombra dell’auto.

— Che bella bimba — stava dicendo l’infermiera, mentre la passava al padre.
— Già — disse. — Pare che canti.
— A me sembra stia solo piangendo.
— Ascolti bene. È quel pezzo di musica classica. Quell’Inno… — L’uomo si mise a canticchiare. — Ho deciso! La chiamerò Gioia.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 25/9/2013, 10:13




PS mi scuso con tutti per aver scritto Jar Jar Banks, invece che Binks...
Da quando mia figlia ha scoperto Mary Poppins l'avrò visto almeno otto volte... così il nome della famiglia Banks deve aver fatto corto-circuito con l'odiato alieno... :)
 
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simolimo
view post Posted on 27/9/2013, 14:02




ahah! eccomi da te, Angelo ^_^
come già anticipato nella mia risposta al tuo commento, il pezzo mi è garbato. mi è piaciuto molto lo stile, e anche la storia mi ha abbastanza convinta, ma non del tutto. secondo me ci sono delle cose che stridono. tipo:

- in apertura tu dici che "quella domanda se l'aspettava", giusto? maaa... ecco, la tua protagonista non è di fronte al medico in quel momento, ma in una sala d'attesa. quindi, non è detto che in qualsiasi studio i pazienti in attesa si chiedano a vicenda questa cosa. cioè, se io vado dalla ginecologa, dal pneumologo, dall'ortopedico, dall'otorino, dall'oculista, ecc. non è che entro e mi aspetto che qualcuno dei presenti mi dica "è la tua prima volta?" ...non so, mi ha fatto subito pensare che lei fosse già di fronte al medico, ecco... :wacko:

- non mi è chiaro come il meccanismo della ricorrenza possa far rivivere tutta la vita sempre allo stesso modo pur conoscendo quel che capiterà, addirittura con anticipo (tanto da non creare più alcuna emozione). cioè... in questo caso si entra in un loop... ma se una persona non è soddisfatta della sua vita, accidenti, farà qualcosa per cambiarla se le è data la possibilità, no? Cioè... così come decide dopo innumerevoli vite di non voler più rivivere all'infinito "quella" vita, non può decidere di compiere scelte che la portino a cambiarla "quella" vita? :unsure:

- nel finale mi ha destabilizzato abbastanza il fatto di sentire il dottore confuso: o lui si ricorda perfettamente cosa deve fare Aida, così come lei stessa ricorda sempre tutto, oppure non deve ricordarselo affatto. mai. perché sennò mi viene da pensare: "questo dove sta?" perché ora ricorda e prima no? E così gli altri pazienti... che sembrano già essere "veterani"... quindi, preparati. :huh:

dette queste perplessità, che non mi hanno convinta, il pezzo sottende un ottimo utilizzo dei dialoghi, un ritmo incalzante e una buona idea di fondo che, però, va curata meglio... ovvio Angelo, per me, s'intende ^_^
Mi è piaciuta molto nella scena iniziale la vecchina cinica e stizzosa... e la trovata di Star Wars...beh, tu ci infili sempre una chicca qua e là!

bom, ho pignolerizzato abbastanza :D , spero solo di averti dato modo di pensare a sviluppi ulteriori, e non "questa non ci ha capito nulla" :cry: :unsure: ;)
alla prossima, e complimenti ancora per il pezzo.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/9/2013, 14:31




CITAZIONE (simolimo @ 27/9/2013, 15:02) 
- in apertura tu dici che "quella domanda se l'aspettava", giusto? maaa... ecco, la tua protagonista non è di fronte al medico in quel momento, ma in una sala d'attesa. quindi, non è detto che in qualsiasi studio i pazienti in attesa si chiedano a vicenda questa cosa.

La risposta è un po' più avanti nel dialogo fra il dottore e AIDA:
— Si ricorda perché i suoi genitori scelsero quel nome?
— Io mi ricordo tutto.
:D

CITAZIONE
- non mi è chiaro come il meccanismo della ricorrenza possa far rivivere tutta la vita sempre allo stesso modo pur conoscendo quel che capiterà, addirittura con anticipo...

Nei romanzi/film che parlano in qualche modo di viaggi nel tempo ci sono di solito due approcci diversi:
- Ogni decisione crea una modificazione nel flusso del tempo (per esempio "Rotorno al futuro": da un puto di vista filosofico questo corrisponde all'idea che siamo realmente liberi e scriviamo il nostro destino

- Tutto è già scritto e non possiamo fare nulla per cambiare lo svolgersi degli eventi [vedi per esempio "Il mondo che Jones creò" di P.K. Dick o "L'esercito delle 12 scimmie". Il caso di lei che sussulta anche se sa già che l'uomo gli farà quella domanda. Ha sussultato la prima volta e continua a farlo per l'eternità. Come dice dopo la sua vita è come un nastro già registrato...


CITAZIONE
- nel finale mi ha destabilizzato abbastanza il fatto di sentire il dottore confuso: o lui si ricorda perfettamente cosa deve fare Aida, così come lei stessa ricorda sempre tutto, oppure non deve ricordarselo affatto. mai. perché sennò mi viene da pensare: "questo dove sta?" perché ora ricorda e prima no?

In realtà il dottore è una figura misteriosa. In qualche modo è padrone dei segreti del tempo e conosce le leggi dell'universo molto a fondo. Che sia un semplice "illuminato"? Una divinità? Un alieno? Un essere da un livello di esistenza superiore? Questo non è dato saperlo.

CITAZIONE
E così gli altri pazienti... che sembrano già essere "veterani"... quindi, preparati. :huh:

In realtà gli altri pazienti, per quanto veterani vanno lì per motivi più ordinari (he vanno dal rimettere a posto i cocci di una relazione o ricominciare una serie di successo... Non sono come Aida prigionieri di un loop temporale)

Per Star Wars e chicche di questo genere è la mia nerditudine che viene fuori :)

Grazie per il commento accurato e dettagliato ;)
 
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Olorin
view post Posted on 30/9/2013, 13:28




Racconto che ricorda un po’ “Ricomincio da capo” per quanto concerne le conclusioni esperienziali della protagonista. Però Bill Murray nel film pativa più che altro il ristrettissimo periodo – un giorno – della reiterazione temporale in cui si trovava intrappolato; in realtà all’inizio ne coglie anche i vantaggi…
Fatico a comprendere come un contesto legato alla dinamica del causa-effetto, azione-reazione, possa non mutare sulla base di comportamenti diversi di chi vi operi, per cui mi chiedo come sia possibile che Aida non manipoli di volta in volta, di reincarnazione in reincarnazione la propria vita, ottimizzandola. Potrebbe arricchirsi col gioco d’azzardo, impedire scelte svantaggiose ai familiari, non compierne lei stessa, vedere gli infiniti differenti ‘dove’ del mondo, pur ogni volta uguali a loro stessi nel medesimo ‘quando’… insomma, nel brano non vengono trattate le ‘opportunità’ della sua situazione, ma solo il lancinante consumarsi del personaggio nella precognizione, elemento quest’ultimo che mi risulta quindi un po’ sovrastimato.
 
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Peter7413
view post Posted on 30/9/2013, 23:35




Concordo con le osservazioni di Marco e aggiungo che la figura del Ritornatore necessitava di un'atmosfera diversa, più alla fratelli Coen di Mister Hula Hoop, se può rendere l'idea. Detto questo, il racconto è scritto molto bene e si legge che è un piacere, non ci sono errori formali, rallentamenti nel fluire della narrazione o punti deboli nella struttura. Qui il problema è il tono generale, non consono al raccontato. In ogni caso un ottimo lavoro che merita senz'altro di essere ripreso e aggiustato in una versione più lunga e sicuramente più surreale.
 
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view post Posted on 1/10/2013, 09:39
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Martin Sileno

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il racconto è scritto bene. L'idea di fondo, però, mi è poco chiara. C'è questo dottore che perrmette, in un modo che non è spiegato, di ricominciare la vita da capo.
il primo dubbio che ho è sulla collocazione di questo studio. Da quello che ho capito è nell'al di qua. Anche se sembrerebbe quasi una cosa mistica posizionabile tra la vita e la morte. In ogni caso, ho assunto che sia un dottore terreno. Quindi legato al presente. Ora, il dubbio principale riguarda questa cosa. I protagonisti si rivolgono a lui perchè sono scontenti della loro vita. Quando escono dallo studio, muoiono e ricominciano da capo, la stessa vita. Circolo vizioso dal quale possono uscire solo se si distaccano da gioia e dolore raggiungendo il Nirvana. A mio avviso, ci sono due cose che stridono in questo racconto. Se i protagonisti si reincarnano, nascono sempre lo stesso giorno di quando erano nati la prima volta? Quindi tornano, in un certo senso, indietro nel tempo? Ma allora, anche se la vita dovesse cambiare in questo ultimo tentativo, lei comunque è destinata a ripetere sempre tutto?
In ogni caso, Alla fine, dici che il problema è nel nome perchè Aida significa colei che ritorna. Però gli altri pazienti, perchè ritornano. Insomma, l'idea di fondo, secondo me è buona, ma, anche ragionandoci su con i giochi spazio temporali, mi risulta un po' confusa. In ogni caso il racconto è originale e scritto bene.

CITAZIONE
— Non vi ha fatti riconciliare o, dopo, lei l’ha di nuovo allontanato?

frase poco chiara: oppure vi ha fatto riconciliare e le, dopo, lo ha di nuovo allontanato?

CITAZIONE
E sarà diverso sa tutti gli altri.

refuso sa-da
 
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Callagan
view post Posted on 1/10/2013, 21:58




Ciao Angelo; bravo, bella l'idea e bello lo sviluppo del racconto. Ottimo l'incipit con il dialogo nella sala da tesa, ben rese le rivelazioni durante l'incontro con il dottore e magistralmente realizzato anche il finale. Probabilmente proprio nelle ultime battute sei stato abile, dal momento che quel finale era prevedibile, non banale ma piuttosto inevitabile. Ecco, l'hai scritto bene tanto che hai dato al lettore quello a cui l'avevi preparato per tutto il resto del racconto. Il tuo racconto è un mezzo gradino sopra altri per merito della riflessione che induci nel lettore: è davvero conveniente la “reincarnazione”? Beh... se è quella che hai descritto tu direi di no. :P
 
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