Nero Cafè Forum

Tunnel, di Raffaele Serafini

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gelostellato
view post Posted on 28/10/2013, 23:56




Tirano, gridano, barcollano. Se cadono avanzano carponi.

Penombra, pareti di roccia, l'eco dei passi. Non c'è altro.
«Un volta ho letto un racconto».
«Tipo?»
«Tipo che c'era un tizio, su un treno che entrava in una galleria e correva sempre più veloce e il tizio comincia a pensare che dovrebbero essere usciti, e invece stanno ancora dentro».
«Ah, che libro è?»
«Roba di scuola, poi ce lo ha spiegato la prof».
«E com'è che finisce?»
«Finisce che non finisce, il tunnel va sempre avanti. Il treno non si ferma mai, però corre sempre di più. Dopo un po' il tizio capisce che c'è qualcosa che non va e comincia a dirlo agli altri, ma non lo caga nessuno. È sicuro che non ci sono gallerie così lunghe. La prof ha detto che è una metafora».

Uno calcia, affidandosi al bagliore bianco che separa i pentagoni neri. Poi comincia a contare: più singhiozzi numerati, che voce.

«Aspetta, sta' un po' zitto».
Fausto e Felice si fermano. Un rumore, una sorta di vibrazione. Un fruscio sembra scorrere dietro la parete, alla loro sinistra. Il sollievo s'impadronisce di un sospiro. Forse un automobile? Che sia vicina una strada?
Fausto azzarda un palleggio, nervoso. Il pallone fa rimbombare tutto, gli sfugge di mano e rimbalza via, inghiottito dal buio.
«Coglione!»
«E vabbè, vado a riprenderlo», replica l'altro, ma non si muove.
Si prendono per mano. Non si vergognano più.

L'altro rincorre i rimbalzi, si inginocchia, prosegue a tastoni, si guarda in giro fino a sentire la sfera liscia sotto il palmo, o a volte sfuggirgli via, sfrontata.

Quanto tempo è che camminano in quella galleria? Mezzora? Un'ora?
Sono entrati per curiosità, hanno continuato per sfida e cocciutaggine. Non si sono persi - non ci si perde in una galleria scovata dietro casa - ma non riescono a tornare indietro.
Secondo Felice, a forza di camminare, hanno fatto più di cinque chilometri, Fausto non gli crede, per lui sono anche di più. Proseguono, gli sguardi bassi per intercettare il pallone, poi uno dei due alza la testa.
«Guarda! È la fine!»
Un oblò di luce li osserva, in lontananza.
Cominciano a correre.

Trovata! Grida, e ci aggiunge un Aaahhh, un Cazzo, una bestemmia. Chiede quanto, fa la somma con ciò che aveva tenuto a mente.

«Il mio è andato».
«Il mio quasi e nessuna tacca. Se lo spengo non si riaccende più».
Hanno tolto il cellulare di tasca con un unico gesto, istintivo. Da un po' non lo usano, per farsi luce. Il tunnel è sempre uguale: pavimento liscio, in cemento, ma potrebbe essere terra pressata, così come le pareti. Nessuna biforcazione, solo curve. A volte, dopo alcune, scorgono un cerchio di luce, l'uscita.
Corrono e il chiarore via via sbiadisce, si dissolve. La fine non arriva mai.

Quando è sicuro di avere fatto bene i conti, urla il risultato. Poi appoggia il pallone, prende la rincorsa. I ruoli si invertono.

Sono seduti. Hanno fame. La gola è fuoco vivo.
«Senti…»
«Sì?»
«Ti va di giocare?»

Cade, dopo quel tiro, non ha più forze per contare. Disteso nel buio attende l'altra voce, ma nessuno parla più.
 
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=swetty=
view post Posted on 30/10/2013, 15:31




CITAZIONE (gelostellato @ 28/10/2013, 23:56)
Trovata! Grida, e ci aggiunge un Aaahhh, un Cazzo, una bestemmia. Chiede quanto, fa la somma con ciò che aveva tenuto a mente.

Quanto che?

CITAZIONE (gelostellato @ 28/10/2013, 23:56)
Hanno tolto il cellulare di tasca con un unico gesto, istintivo. Da un po' non lo usano, per farsi luce.

Non ci va nessuna delle due virgole.

A essere precisi, parecchie virgole sono di troppo, altre, come qui:

CITAZIONE (gelostellato @ 28/10/2013, 23:56)
Nessuna biforcazione, solo curve.

sarebbe meglio che fossero dei due punti.

Come racconto ha un buon potenziale, tuttavia mi ha lasciato un po' così: le frasi in corsivo non si capisce bene a cosa servano e se servissero a dare pathos lo fanno in un modo ingenuo. Avendo tagliato la parte iniziale, ti sei poi ritrovato costretto a farci il riassuntino a metà storia (e quasi quasi ci avrebbe dato più ansia non saperlo). Il finale si perde e il calcio dato al pallone spezza ogni tensione.

In conclusione: era una storia già complessa, con elementi di terrore evidente senza bisogno di fronzoli. Qui è stata inutilmente complicata da mille dettagli e pause, ed ha perso di efficacia.
 
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Callagan
view post Posted on 31/10/2013, 16:59




Ciao Raffaele, mi dispiace ma ho fatto tanta fatica a leggere il tuo racconto. Sebbene sia convinto che se un racconto è buono deve essere bello e comprensibile già alla prima lettura, dopo un primo fallimento in questo senso ho pensato che fosse colpa mia, che avessi letto con superficialità. Invece, anche a letture più attente, sempre mi è risultato impenetrabile. La divisione in paragrafi mi confonde, e anche lo stesso narratore mi confonde: non ho mai ben presente chi compie l'azione, e cosa il soggetto stia facendo. E dal momento che non ho capito cosa realmente sta avvenendo, tutto il resto - tensione ed emozioni - perde di significato.
Non so, magari è un'opinione soggettiva. Vedi un po' tu le impressioni anche degli altri. A rileggerti presto!
 
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ilma197
view post Posted on 31/10/2013, 23:15




L'atmosfera creata è senz'altro ottima, il racconto è ben scritto e si legge bene. Bella anche l'idea della fine illusoria che ogni volta svanisce Il problema è che, almeno per quanto mi riguarda, c'è parecchio che non si capisce. Ho provato a darmi diverse interpretazioni delle frasi in corsivo, ma nessuna mi torna. Chi conta che cosa? Mi dispiace, percepisco che c'è qualcosa che mi sfugge, probabilmente una metafora o comunque qualcosa di buono, ma non riesco a cogliere a pieno l'essenza del racconto.
 
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view post Posted on 3/11/2013, 11:41
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Martin Sileno

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Ciao Raffaele. Secondo me il racconto è scritto bene e riesce a mantenere bene la tensione fino alla fine. Parti subito nel vivo dell'azione, introducendo questi due ragazzini che giocano a palla all'interno di questo tunnel fantastico e infinito. Alla fine i protagonisti muoiono. La sensazione che mi lasci è quella di un treno che mi passa davanti a tutta velocità e poi scompare nel buio. Non so da dove arriva e dove sta andando. Ma quello che so è che passa troppo veloce per imprimersi nella mia mente. Una cosa che rivedrei è la gestione delle parti mostrate e delle parti raccontate. Posso capire che per motivi di spazio hai dovuto decidere cosa mostrare e cosa raccontare però, sempre secondo me, la parte del quanto lungo è il tunnel e dei cellulari che si scaricano le avrei gestite in modo diverse. Quindi ora ti chiedo: a quando la prossima edizione di racconti in una frase?
 
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misaki02
view post Posted on 3/11/2013, 17:40




L'idea claustrofobica del tunnel infinito (analoga alla metafora del treno che non si ferma mai), mi è piaciuta. E' un racconto scritto bene e che riesce a creare una buona tensione e angoscia nel lettore. Anche le frasi intercalari fuori campo non mi sono dispiaciute; anzi, le ho trovate interessanti. L'unico problema che mi permetto di rilevarti, è che a una prima lettura non sono riuscita subito a comprendere il testo, ma forse è perché una storia di questo tipo avrebbe avuto bisogno di un maggior spazio di esposizione per essere resa al meglio della sua potenzialità.
 
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gelostellato1
view post Posted on 4/11/2013, 18:06




scusate la fretta, ringrazio in anticipo per i commenti e leggerò con calma. rispondo solo ai dubbi sul corsivo e sulla interpretazione.
Sono due piani temporali diversi,
la storia è sempre quella dei due ragazzi nel tunnel senza fine assieme a un pallone.
il corsivo viene dopo la parte scritta normalmente, infatti comincia dalla fine di quella "ti va di giocare". Per leggerlo in sequenza basta leggere tutto il corsivo per secondo.
Saluti!
 
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Fini Tocchi Alati
view post Posted on 5/11/2013, 15:24




Ciao Raffaele, da troppo tempo non ci si legge, eh?
Il tuo racconto ha un problema, secondo me: troppo complesso per la sua brevità. Intendo, cioè, dire che manca di immediatezza.
Come hanno già evidenziato gli altri, ciò dipende essenzialmente dalle frasi in corsivo: senza la tua spiegazione, non avrei capito che si trattava di un piano temporale successivo. Pensavo, invece, si trattasse di due rappresentazioni di un analogo momento, e non riuscivo a dare una spiegazione a questa "voce misteriosa". Dirò di più: senza il corsivo, il racconto sarebbe stato molto più efficace e lo avrei comunque percepito completo.
In ogni caso, il racconto è molto evocativo e crea un'atmosfera densa.
 
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Olorin
view post Posted on 7/11/2013, 10:33




La prima domanda che mi è sorta spontanea è: ma perché non si girano di 180° e non tornano sui propri passi? 5 km... fossero anche 10, non sono poi tanti da percorrere camminando.
A questa domanda, che nel racconto viene presa in considerazione

CITAZIONE
Non si sono persi - non ci si perde in una galleria scovata dietro casa - ma non riescono a tornare indietro

Non viene data alcuna risposta. Il brano semplicemente glissa…
Ci sarà una forza soprannaturale che li attira? Se questa fosse la motivazione, trovo che la trama perderebbe un po’ di mordente, perché un conto è quando il motore sia la speranza ‘vana’ dei protagonisti, un altro è se questi fossero semplicemente vittime di un oscuro carnefice.
Per quanta strada abbiano fatto, voltarsi e camminare annullerebbe perlomeno l’estenuante, nonché pericolosa incertezza circa l’esistenza di un’uscita e quindi di una possibilità di salvezza.
Inoltre fatico a focalizzare la relazione temporale tra le parti in corsivo e quelle no, anche perché non c’è una netta separazione tra la situazione descritta nell’una e nell’altra parte.
 
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simolimo
view post Posted on 7/11/2013, 15:57




ciao Raffaele, molto piacere di conoscerti :)
che pezzo hai scritto tu, eh? anzi, che pezzI... il parallelismo tra vivo e non, tra attuale e passato, tra coscienza e substrato mi ha rapita. alla prima lettura mi sono detta: "ma che ca... mi vuole dire questo con quel corsivo?", ma poi... mi sono soffermata a ripercorrere quanto appena letto nel pensiero, come sempre faccio per cercare di capire quanto appena letto, eeee? e ho capito che tu mi stavi raccontando due storie... così incredibilmente intrecciate, ma anche altrettanto spontaneamente indipendenti... boh, io... ecco, e che ti devo dire? forse non è un pezzo per tanti, ma per chi può capire è una vera chicca stilistica e di contenuto.
il tunnel sembra risucchiarti, ma l'emotività non è coinvolgente come invece lo è la scoperta di quanto ci stai raccontando... questa l'unica pecca.
complimenti.
ciao ciao, spero di rileggerti presto :)
 
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Peter7413
view post Posted on 8/11/2013, 12:07




Un lavoro che poteva stare molto più in alto in classifica, ma che è pesantemente penalizzato da un utilizzo deficitario dei diversi piani temporali. L’atmosfera claustrofobica è palpabile, soffocante. La paura crescente dei due bambini attanaglia l’attenzione del lettore, è percepibile, forte. L’immagine finale tanto rumorosa quanto grande il silenzio che descrive. Nel giudicare il testo in rapporto agli altri devo però evidenziare anche l’errato montaggio delle parti (perché di montaggio si tratta), i due diversi piani temporali cozzano, rendono ardua la comprensione del momento, appaiono sbagliati. Senz’altro un ottimo lavoro cui avrebbe giovato una fase di rilettura che avrebbe evidenziato la necessità di aggiustare il mosaico in modo da far meglio collimare i vari pezzi.
 
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10 replies since 28/10/2013, 23:56   145 views
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