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Vita, di Attilio Facchini

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Fini Tocchi Alati
view post Posted on 28/10/2013, 23:58




Ciao a tutti! Sono mesi che non scrivo! Ma finalmente sono riuscito a sbolognare la bimba per un'oretta alla mamma furente. Vediamo che c'esce...


VITA


di Attilio Facchini



Le pareti del reparto di ostetricia erano tappezzate di disegni di case dai tetti rossi e uccelli gialli.
La maggior parte dei lettini era vuota. Uno dei bambini iniziò a piangere, un mugolio sommesso.
«Arrivo».
La voce assonnata anticipò i passi dell'infermiera. Entrò nella stanza, si avvicinò al neonato che piangeva e lo guardò. Un brivido la scosse. Si strinse nel cappotto. Gli sistemò il ciuccio in bocca e lo cullò finché riprese a dormire.
Mentre tornava alla sua sedia accanto al termosifone, diede un'occhiata alla sala parto. Erano quasi le due e molte persone aspettavano impazienti. Negli occhi non c'era la gioia tipica di chi attende la bella notizia. I visi erano tirati, le espressioni serie.

Il professore Sandro Marini guardò l'orologio. Erano le due.
«Manca molto?»
«Siamo quasi arrivati», disse l'uomo alla guida.
Il fuoristrada procedeva lentamente perché la via era resa viscida dalla gelata notturna.
«Un evento così importante, in un centro così piccolo», disse l'autista, forzando un sorriso.
«Già».
«I genitori non sono stati molto contenti, vero?»
Il professore non rispose.
«Non capisco come abbiano fatto a tenerlo nascosto per tutto questo tempo. Per fortuna, il primario ci ha avvertiti in tempo».
«Già».
«Ci devono essere state delle complicazioni. Altrimenti non sarebbero mai andati in ospedale».
Il professore annuì.
«Per loro non sarà facile».
«Non sarà facile per nessuno», rispose il professore.

I carabinieri piantonavano l'ingresso dell'ospedale, tenendo a bada giornalisti e curiosi.
L'infermiera richiuse le tende della finestra e tornò a scaldarsi al termosifone, accanto alla collega del turno di notte.
«Ma ci pensi?», domandò questa. «Proprio qui».
«Era meglio se nasceva da qualche altra parte».
«Finisia, ma che dici? Domattina sarà pieno di televisioni e di gente importante! Magari ci intervistano».
«A me interessa solo starmene tranquilla per i fatti miei».
«Io proprio non ti capisco», disse eccitata la collega. «Sono trent'anni! E non solo qui a Sora, ma in tutto il mondo! Trent'anni. Ma lo sai cosa vuol dire?»
Certo che lo sapeva. Forse avrebbero scoperto il motivo per cui la Terra, da un momento all'altro, aveva smesso di concepire il genere femminile, decretando così l'inizio della propria fine. Ma quella povera bambina non avrebbe avuto una vita facile. Di certo sarebbe stata sottoposta a esperimenti e ricerche. Sulle sue piccole spalle, ricadeva la responsabilità dell'intero genere umano.
Un clacson suonò più volte. Finisia si affacciò di nuovo e scorse un fuoristrada che veniva fatto passare tra due ali di folla. Doveva trattarsi di quel professore di Roma.
«Andiamo a vedere». La collega si alzò e corse verso la sala parto.
Anche Finisia si alzò, con calma, e lentamente la seguì.

Vide il professore che parlava con il primario. I loro volti erano bianchi, gli occhi sgranati, increduli.
Si avvicinò alla collega che era crollata su una panca. Stava piangendo.
«Cosa è successo?», le domandò con le labbra tremanti.
«La bambina non ce l'ha fatta».

FINE

 
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Callagan
view post Posted on 31/10/2013, 15:52




Ciao Attilio, è stato un piacere "fare la tua conoscenza" (almeno come scrittore-lettore) tanto più che il tuo racconto mi è piaciuto. Senza ombra di dubbio è uno dei migliori: la storia è completa, credibile, originale, ben sviluppata, ecc. ecc. Tieni in scacco il lettore dall'inizio alla fine, decidi tu cosa svelargli e quando, il colpo di scena finale è tremendamente azzeccato. Che dire poi sulla forma? Il testo è bello scorrevole e l'unico appuntino che ti posso fare riguarda la battuta finale:
CITAZIONE
«La bambina non ce l'ha fatta».

Essendo l'infermiera in preda al pianto, nella mia testa ho immaginato un ritmo diverso per la frase:
"La bambina... non ce l'ha fatta"
Ovviamente è un'inezia!
Davvero complimenti, il tuo racconto mi ha colpito!
 
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=swetty=
view post Posted on 31/10/2013, 16:16




CITAZIONE (Fini Tocchi Alati @ 28/10/2013, 23:58)
«Io proprio non ti capisco», disse eccitata la collega. «Sono trent'anni! E non solo qui a Sora, ma in tutto il mondo! Trent'anni. Ma lo sai cosa vuol dire?»
Certo che lo sapeva. Forse avrebbero scoperto il motivo per cui la Terra, da un momento all'altro, aveva smesso di concepire il genere femminile, decretando così l'inizio della propria fine.

Taglierei le parti sottolineate, fanno troppo spiegazione infodumpesca.

Racconto difficile da commentare. In realtà, ha ben pochi difetti: immagini che si vedono, personaggi che appaiono (giusto per trovare il pelo nell'uovo, forse bisognerebbe caratterizzare un po' di più la seconda infermiera), vicenda chiara e interessante.

Però non mi soddisfa: facile che sia una storia più adatta a uno svolgimento più lungo, dove ci siano molte più possibilità di descrivere e soprattutto di dare abbastanza aspettative al lettore da fargli vivere il dolore finale (che invece ora lascia un po' indifferenti). In ogni caso, si tratta di impressioni personali, magari è solo perché oggi mi va un po' così.
 
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ilma197
view post Posted on 31/10/2013, 23:20




Il racconto è sicuramente ben costruito, in modo da lasciare capire solo gradualmente cosa sta succedendo, lo stile è molto buono, l'idea non originalissima ma resa bene. L'aspetto dei genitori che avrebbero voluto tenere nascosta la cosa sarebbe interessante da approfondire, ma capisco che qui non c'era lo spazio.
CITAZIONE
I carabinieri piantonavano l'ingresso dell'ospedale, tenendo a bada giornalisti e curiosi.

Come descrizione della reazione del mondo a un simile evento, mi sembra un po' restrittivo.
 
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view post Posted on 3/11/2013, 12:13
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Martin Sileno

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Ciao Attilio. Come sempre è un piacere leggerti; sulla lunga distanza così come su quella breve, sei in grado di creare storie solide. L'idea di base del tuo racconto mi piace, la curiosità è tenuta viva fino alla fine lasciando il dubbio su che cosa sia nato di tanto sensazionale. Forse un po' poco credibile che il genere umano si possa estinguere per questo motivo dato che esiste l'inseminazine artificiale, però è anche vero che, non spiegando le cause scatenanti del fenomeno, può andare bene.
Unica osservazione che ti faccio è sull'immagine del fuoristrada. Suppongo che, se la strada è solo gelata e non c'è stata una forte nevicata, sia poco probabile che proceda lentamente. Per il restro gran bella brova, complimenti.
 
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Fini Tocchi Alati
view post Posted on 3/11/2013, 12:49




Ciao GDN!
Grazie per il commento.
Volevo solo precisare una cosa che forse ti è sfuggita (ma può anche darsi che sia io a non avere invece compreso le "possibilità" della inseminazione artificiale): il genere umano si estinguerà non a causa dell'infertilità delle donne (mi pare che anche Piscu abbia fatto questo riferimento), ma perché non nasceranno più femmine. Cioè, stanno nascendo, e continueranno a nascere, solo maschi.
Ora, io ti chiedo: può invece l'inseminazione artificale in quale modo decidere il sesso?
Poi, è vero quello che dici: lo scarso spazio a disposizione mi ha un po' salvato, nel senso che ho potuto in qualche modo evitare di spiegare il perché :)

Grazie a tutti per i commenti!
 
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view post Posted on 5/11/2013, 19:22
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Martin Sileno

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Olorin
view post Posted on 7/11/2013, 10:35




C’è un film che ha la stessa trama, se non sbaglio… In ogni caso questa è una storia in cui fatico a entrare. Molta della resistenza è generata dalla domanda circa ‘il perché’ nonostante ci sia in ballo la sopravvivenza dell’Umanità, esista una sostanziale diffidenza se non addirittura un vero e proprio rigetto dell’evento da parte di molti personaggi. Eppure tutti sembrano consapevoli, in un modo o nell’altro, della portata di ciò che sta succedendo.
Inoltre a livello logico non dovrebbe essere la bambina l’oggetto degli esperimenti e delle ricerche, quanto i genitori che sono stati in grado di generarla. La bambina piuttosto dovrebbe essere preservata con tutte le attenzioni del caso, visto che da lì a quarant’anni dalla sua nascita, se altro non accade, probabilmente sarà l’unico essere umano sulla terra in grado di concepire.
 
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simolimo
view post Posted on 7/11/2013, 15:58




caro Attilio ^_^ ,
un inno alle donne questo eh? quanto siamo indispensabili, accidenti! :D ahahahah! ma bando l'ironia spiccia, veniamo al pezzo. anzi, prima: FINALMENTE RIECCOTI :woot: :woot: :woot: !!!! bom, ora posso commentare -_- ...ihih!
bravo, gran bel pezzo, non originalissimo, ma ben costruito e con uno stile piacevolissimo, il tuo: impeccabile e avvincente. non solo sveli le cose che ti va di svelare senza infastidire la lettura, ma sei anche un bischero che sa dare la giusta enfasi e il giusto grado emotivo a ogni singola azione che si avvicenda! complimenti!
in effetti, a parte la "nasata" dichiarata del finale, non ho nulla di che da suggerirti... mi perdoni? dai, accontentati dei complimenti 'sto giro. avrò modo di darti altri parerei un'altra volta ;) :P :D
ciao ciao e cerca di star tra noi più spesso ^_^
 
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Peter7413
view post Posted on 8/11/2013, 14:03




C’è qualcosa che stona in questo racconto. Non ho capito perché i genitori non debbano essere contenti, onorati, frastornati dal clamore del concepimento di una figlia a trent’anni dalla nascita dell’ultima femmina del genere umano. Non ho capito il perché di tanta pacatezza da parte delle infermiere. Non ho capito perché muore la bambina. O meglio, posso capire il perché di tutte le scelte, ma l’autore non mostra, non fa vivere al lettore l’atmosfera degradata di questa umanità che non vuole più vivere, che ha accettato la sua fine e che neppure con l’avvento della speranza riesce a invertire la rotta e, anzi, non si adopera con tutte le sue forze affinché la bambina ce la faccia, perché è questo che avrei voluto vedere: una corsa disperata contro il tempo, una tensione distruttiva fra quello che è giusto e quello che è stato accettato, un costante interrogarsi sul perché di questo abbandonarsi alla deriva di un futuro senza futuro… Sono convinto che questo sia un lavoro dalle enormi potenzialità inespresse.
 
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9 replies since 28/10/2013, 23:58   114 views
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