Nero Cafè Forum

Mare di Nebbia, di Viviana Tenga

« Older   Newer »
  Share  
ilma197
view post Posted on 14/1/2014, 23:43




Il Viandante era stanco. La nebbia che lo circondava gli aveva succhiato l'anima. Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare quando si fosse messo in cammino né quale fosse stata la sua meta. Sapeva solo che doveva andare avanti, continuare a vagare per quelle colline erbose tutte uguali, continuare a credere che dovesse pur esserci qualcosa da qualche parte...
Un suono lontano, forse una voce. Il Viandante incespicò e si voltò, ma non riuscì a scorgere nulla. Gli era capitato di incontrare qualcuno, ma non sapeva più dire se si fosse trattato di persone reali o spiriti fatti di nebbia. Continuò a scendere verso valle. Forse dopo quella collina non ce n'era solo un'altra, forse finalmente avrebbe trovato qualcosa...
E, in verità, dopo quella collina qualcosa c'era. Una piccola strada, o forse solo un largo sentiero, che si estendeva diritto in mezzo alla nebbia. A quel che ricordava, era la prima volta che ne vedeva uno. Una tenue speranza si riaccese nel suo cuore.
Camminò per un tempo indefinito, poi arrivò a un incrocio presso cui si trovava un vecchio con indosso un impermeabile verdastro.
“Buongiorno!” lo salutò l'uomo.
Il Viandante esitò.
“È davvero giorno? Non ricordo di aver mai visto la notte qui, ma neanche il sole...”
Il vecchio alzò le spalle.
“Era per essere educato. Ti vedo bello concreto. Azzarderei a dire che sei uno di quelli che non sbiadiscono.”
“Come, scusi?”
“Non dirmi che non hai ancora capito dove ti trovi!”
Il tono era severo. Il Viandante si sentì un po' in imbarazzo ad ammettere che in effetti era così.
“Sei un ricordo, ragazzo! Un ricordo! Vedi, qui arrivano persone nuove ogni giorno. La maggior parte viene subito inghiottita dalla nebbia, altri ci mettono di più, rimangono mesi o anni, poi si fanno sempre più inconsistenti, lasciano qualche vaga traccia e niente di più. E poi ci sono quelli come me e te, che con gli anni perdono un po' di sostanza ma non sbiadiscono mai.”
Il Viandante deglutì. Ora che il vecchio gliel'aveva detto, era come se lo avesse sempre saputo.
“Ma io non ricordo” disse. “Non ho più idea di chi sono. Di chi ero.”
Il vecchio sospirò.
“Anch'io ho perso molto di quello che ero. Ma se tu proprio non sai più chi sei, chissà, forse è perché non lo sa più la persona che ci ricorda.”
“E io cosa posso fare al riguardo?”
“Cosa vuoi poter fare? Sei solo un ricordo.”
Il Viandante sentì le forze venirgli a meno. La nebbia era sempre più opprimente.
“Dove portano questi sentieri?” chiese ancora.
“Non lo so. Quando li ho percorsi io, non mi hanno portato da nessuna parte.”
Il Viandante fece un respiro profondo.
“Secondo lei c'è speranza di uscirne in qualche modo?”
“Intendi sbiadire?”
“No. Uscirne. Smettere di essere solo un ricordo.”
“E come vorresti fare a uscirne? Non puoi tornare a essere la persona reale che eri. Ammesso che esista ancora, quella persona è ormai del tutto cambiata da quando te ne sei distaccato.”
“Lo so. Però se questi sentieri sono qui deve pur esserci un motivo. Lei quale mi consiglia di provare?”
Il vecchio alzò le spalle.
“Immagino che uno valga l'altro.”
Il Viandante scrutò la nebbia intorno a sé, alla ricerca di un segno qualsiasi, ma tutto appariva uguale e indistinto.
“Credo che andrò di là” disse poi, indicando il sentiero alla sua destra. Non sapeva più nemmeno lui perché andasse avanti, ma sapeva che non poteva fermarsi.
 
Top
Beppe Roncari
view post Posted on 16/1/2014, 17:22




Interessante, ci ho trovato degli echi profondi, di quelli che risuonano per esempio in Ubik di Philip Dick. Non si capisce bene però come faccia il vecchio a sapere di essere un ricordo, né si articolano bene le leggi del mondo. Anche se siamo nella nebbia con i personaggi, non siamo nella nebbia come scrittore e lettori e dovremmo avere un’idea un po’ più precisa dell’universo narrativo. Per esempio, trovo confusionario che il Viandante sia uno dei mille ricordi possibili di una delle infinite persone possibili in un determinato punto del tempo. Vorrei porre l’accento sul fatto che il punto sia “determinato”. Infatti il vecchio dice: “E come vorresti fare a uscirne? Non puoi tornare a essere la persona reale che eri. Ammesso che esista ancora, quella persona è ormai del tutto cambiata da quando te ne sei distaccato.” Si suppone che la persona possa essere cambiata ma esistere ancora, e che il ricordo non sia nelle menti dei cari, per esempio dopo la morte, ma anche in vita del protagonista, per esempio il ricordo di com’era lui da più giovane. Aver esplorato queste implicazioni narrative avrebbe potuto, a mio parere, aggiungere profondità alla storia e soprattutto un finale inaspettato. Per esempio: sia il vecchio che il Viandante sono ricordi… della stessa persona, a due stadi di età, che non si ricordano l’uno nell’altro, persi e incrociati nella nebbia. Anche Ray Bradbury di Cronache Marziane può essere una buona lettura d’ispirazione al riguardo, l’incontro impossibile fra due epoche storiche di un Marziano e di un Umano, in particolare.
Così com’è il racconto manca di un “pugno nello stomaco”, di una sorpresa, di un rivolgimento finale.
 
Top
simolimo
view post Posted on 16/1/2014, 23:28




ciao viviana ^_^ è con molto piacere che ti rincrocio in questo strano MC che tanto mi fa penare e tanto mi trattiene a lui! ahahah!
bom, sotto con il commento :P ah, buon anno! ^_^

subito ti segnalo delle cose grammaticali:
- Il Viandante si sentì un po' in imbarazzo ad ammettere che in effetti era così. che in effetti fosse così
- Il Viandante sentì le forze venirgli a meno >venirgli meno (non serve la preposizione)

ora, invece, la parte più consistente: il contenuto.
accidenti a te Vivì :angry: ! ( :P ) sono terribilmente, inequivocabilmente, imbarazzantemente in difficoltà a esprimere un giudizio di gradimento :cry: da un lato, il pezzo mi è piaciuto moltissimo, interesantissimo questo tuo mondo fatto di nebbia=ricordi, ma... dall'altro, lo trovo un po' sempliciotto e poco coerente con se stesso; tipo:
tu mi dici: "E poi ci sono quelli come me e te, che con gli anni perdono un po' di sostanza ma non sbiadiscono mai." allora io mi domando: visto che il tuo viandante è da mo' che vaga nella nebbia, così come il signor Impermeabile verde, perché uno sa tutto e l'altro non sa nulla?
e perché non hai dato alcuna utilità ai ricordi? la cosa bella dei ricordi è appunto la possibilità di non scordarsi mai di chi ci è stato vicino e ora non c'è più, per qualsiasi motivo (più o meno futile)...
oltretutto, questo fantastico mondo che ci descrivi dovrebbe essere gremito di viandanti e viaggiatori :woot: , chi non ha ricordi? chi non li custodisce per una vita intera? non so... e poi, perché li hai legati alla morte? tu fai dire al tizio dall'impermeabile verde che il viandante non potrà mai più tornare quello che era, ma... un ricordo non per forza è su chi muore. a volte è su chi tutti i giorni ci sta accanto, altre volte è su chi ancora c'è, ma lontano...
non so. mi hai messa nelle canne! accidentaccio! la parte più suggestiva e meritevole del tuo racconto è anche quella che però mi dà più da pensare... aaaaaaaaaaaaah! :cry: :cry: :cry:
beh, potrei consigliarti di mantenere viva l'ambientazione scelta, questo mondo sospeso tra realtà e illusione, ma di incanalarlo in qualcosa di ben più strutturato, non so... potresti impersonificare il tizio dall'impermeabile verde con un personaggio famoso che verrà ricordato da tutti e per sempre per tutti i giorni a venire e, per questo, lui sa tutto di quel luogo dove, alcuni sono solo di passaggio, altri no, ma che hanno la possibilità di riscattare quella loro posizione, magari viaggiando nelle nebbie di quei ricordi che lo tengono vivo fino a far scattare nella persona che li ha, nel mondo reale, la voglia di non tenerli più come ricordi, ma di concretizzarli che ne so, prendendo un aereo o dichiarandosi! :woot: boh... sono solo idee buttate giù così :D , ma spero tu abbia capito in che senso mi sarebbe piaciuto che avessi mosso i passi ;) ^_^

spero non mancherai anche alla prossima! ^_^
ciao ciao bella! :)
 
Top
Callagan
view post Posted on 19/1/2014, 10:56




Ciao Viviana. Mi sento di condividere buona parte dei giudizi che ti sono già stati esposti. In sostanza anche io penso che l'idea di fondo sia molto bella ed evocativa, ma che il racconto non riesca a prendere quota. Probabilmente questa è la sfida più difficile di Minuti Contati, ovvero quello di esprimere nelle sue massime potenzialità l'idea che ci ha ispirato in poco tempo (credo di aver avuto più di qualche difficoltà anche io per quanto riguarda il mio racconto).
Come detto, mi piace l'atmosfera che hai creato, mi piacciono le immagini sospese tra sogno e illusione. Non mi convincono in toto i dialoghi che mi sembrano cozzare con l'ambientazione. In particolare, il "monologo" del vecchio mi è sembrato fuori luogo: sa troppe cose, ingiustificatamente per essere un pari del protagonista. Ho anche visto che ti han dato dei buoni consigli su come rivedere la trama, non posso far altro che quotarli.
Buon lavoro e al prossimo MC! :)
 
Top
ilma197
view post Posted on 19/1/2014, 12:30




Grazie a tutti quelli che hanno commentato :)
Prendo atto delle critiche, tutte concordi, sul fatto che non sono riuscita a sviluppare bene l'idea (in effetti, rileggendolo, molte delle cose che avevo in testa sono rimaste lì). Tra le varie cose che non sono riuscita a passare, l'idea di base era questa: i ricordi, sia di persone morte che di persone vive ma che per qualche motivo abbiamo perso di vista, diventano con il tempo sempre più vaghi e confusi (assorbiti dalla nebbia). Alcuni però, quelli di persone che sono state importanti, non sbiadiscono, rimangono con noi per sempre. A differenza delle persone reali, però, non evolvono ma rimangono sempre uguali. Il Viandante non può riallacciarsi alla persona reale da cui ha avuto origine perché da allora sono passati anni, e quella persona è inevitabilmente cambiata, mentre lui, che è solo un ricordo, resta sempre uguale, cristallizzato. Sul perché il vecchio sappia tutto e il Viandante no... Beh, una vaga spiegazione potrebbe essere che anche il Viandante ci sarebbe arrivato (quando il vecchio lo dice, gli sembra di averlo sempre saputo), ma per qualche motivo il vecchio ha raggiunto prima questa consapevolezza. Detto questo, riconosco di non aver sviluppato l'idea come avrei dovuto. Sicuramente cercherò di rimetterci mano in futuro. ;)
 
Top
Olorin
view post Posted on 20/1/2014, 15:29




L’idea è intrigante e pure la tecnica con cui l’hai condotta fino al dialogo col personaggio chiave – anche alla luce delle rivelazioni successive – mi è piaciuta, però a mio parere l’entità delle premesse non trova adeguata soddisfazione nel finale… che poi non finisce. All’inizio Il Viandante vaga, in seguito qualcuno gli spiega perché sta vagando e alla fine lui riprende a vagare. Capisco l’estrema coerenza di tale esito con la natura del personaggio e del luogo in cui si trova, però dal punto di vista narrativo – quindi non logico, né scientifico – non è certo la conclusione più avvincente per un lettore.
Un altro aspetto curioso è la coscienza che attribuisci a un ricordo, il vecchio in verde, relativamente alla propria natura e a quella del proprio generatore.
Sarebbe notevole se tutti gli esseri potessero raggiungere una tale consapevolezza…
La sensazione è quindi quella di un artifizio narrativo escogitato per poter connotare con le dovute spiegazioni e motivazioni la trama, e in quest’ottica stona un po’ lo sfuggire della perentorietà dei suoi pensieri all’indeterminatezza ovattata che in modo più consono permeava fino a quel momento il racconto.
Bella prova a tre quarti, secondo me…
 
Top
misaki02
view post Posted on 20/1/2014, 21:48




Che i ricordi si materializzino per poi vagare all'infinito in mezzo alla nebbia è un'immagine molto suggestiva e onirica. Condivido però anch'io che la storia nonostante avrebbe avuto delle ottime potenzialità (infatti parte davvero bene), non riesce alla fine a decollare. Soprattutto perde originalità dal momento in cui avviene il dialogo tra il viandante e l'anziano. L'idea però è davvero buona e lavorandoci sopra potrebbe migliorare molto.
 
Top
Raffaele Marra
view post Posted on 21/1/2014, 23:09




Bella l’idea di partenza, il parallelo tra nebbia e memoria sembra funzionare. Tuttavia, al di là di un dialogo, anche ben costruito, non si vede un vero e proprio sviluppo della storia, non c’è un’evoluzione né una vera conclusione. Se, magari con un po’ più di coraggio o anche con un po’ più di tempo, l’idea di partenza fosse stata svelata gradatamente o addirittura tutta in un finale chiarificatore, allora anche la trama avrebbe avuto un andamento più avvincente.
 
Top
view post Posted on 23/1/2014, 23:46
Avatar

Procuratore spietato

Group:
Member
Posts:
634

Status:


Mi trovo a condividere il pensiero di chi mi ha preceduta. Un racconto ambizioso, onirico e interessante ( mi ha ricordato alcuni brani di Buzzati, scusa se è poco) che non esprime tutto il proprio potenziale per mancanza di coerenza interna. Soprattutto la differente consapevolezza dei due ricordi vaganti non mi torna. Credo che valga la pena però riprendere in mano l'idea e sviscerarla, potrebbe avere molteplici sfaccettature da approfondire.
 
Top
8 replies since 14/1/2014, 23:43   92 views
  Share