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La Grande Moria

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yaranilde
view post Posted on 11/2/2014, 23:29




La Grande Moria
Alexia Bianchini

Selen si trascinava lungo il corridoio. Le pareti pesavano su di lei. Il respiro affannato. Ogni passo saturo di dolore.
«Crepa, bastarda!» le disse Josephine, la vecchia del reparto. Selen si voltò di scatto, gli occhi fuori dalle orbite, la mascella spalancata a volerla ingoiare. Lanciò un grido, le corde vocali tremarono e la megera si mise a urlare spaventata.
«Crepa, crepa, lo dico io che devo morire, ma voi stolti non capite un cazzo» farfugliò Selen, la bocca impastata.
«Calmati piccola». Marco il caporeparto le andò vicino. Tentò di aiutarla, afferrandole il braccio, ma scatenò solo le sue ire. Come percossa da una scarica elettrica si contorse su se stessa. Del muco schiumoso le uscì dalle narici, poi rigurgitò sulle scarpe del paramedico. Sul volto un ghigno malefico carico di odio.
«Non mi toccare più». Gli sputò contro, la voce cavernosa.
«Ha la peste nera» gli fece eco Josephine, avvicinandosi all’infermiere e accarezzandolo lasciva. «Se le tocchi la pelle poi muori» gli disse spalancando gli occhi, vittima della follia.
«Finiscila Joe» ribatté Marco accarezzando la chioma canuta. «Selen è solo stressata, vedrai che si riprenderà».
«Tre morti da quando è qui» continuò la vecchia facendo segno con le dita, «e uno era quel puttaniere di Fabrizio… avrà tentato di scoparsela, te lo dico io, e lei l’ha infettato».
Selen aveva proseguito il suo lento e doloroso cammino ignorando ciò che accadeva intorno a lei. Il tremore e la sete erano aumentati a dismisura, sapeva che il momento si stava avvicinando. L’ultima speranza era parlare con il dottor Moreno, forse il solo che le avrebbe creduto.
Passò di fianco a folli e mendicanti. In tre mesi di segregazione aveva visto gli spiriti prendersi gioco degli umani, in quelle facce deformate, nelle parole vomitate.
Ma il demone più infame era quello che di notte la leccava, che lento insinuava la lingua nelle sue viscere e la scorticava, succhiandole l’anima. Era colui che l’aveva inquinata, masticata e rigurgitata. Aveva la bocca piena di vermi, le orbite vuote e l’odore di morte.
La porta nera era a un passo da lei. Trascinò le dita lungo la parete e si aggrappò alla maniglia. Le ossa della mano scricchiolarono poi si bloccarono. La paresi durò qualche minuto, poi sciolta dall’abbraccio del male aprì l’uscio.
Il dottore era seduto alla scrivania, davanti al computer.
«Quale sorpresa mia cara, accomodati». Era sempre gentile e odorava di buono.
Selen barcollò. Non c’era più il muro a sorreggerla. A scatti raggiunse la sedia e ci si accasciò sopra, esausta.
La testa girava, sentì un sapore metallico in bocca, poi il sangue cominciò a uscirle dal naso, imbrattando la camicia da notte, già lurida di fluidi corporei. Il senso di vuoto si impossessò della sua mente. Il respiro si fece affrettato, lascivo. Il suo amante infernale stava approdando su di lei.
«Non ora». Le gambe si aprirono per accoglierlo. «Non ora» supplicò a vuoto.
Il corpo venne scosso da brividi, la schiena si inarcò. Lui era dentro di lei.
«Finalmente» le sussurrò lascivo. «Sei pronta per partorire».
Un grido di dolore le uscì dalla gola in fiamme. Sentì il fuoco fra le gambe.
«Non stai mangiando e continui a fare i capricci per le medicine» le disse in tono paterno il medico come se non si fosse accorto di nulla.
«Devo morire» gli sussurrò. «Devo morire subito, sta uscendo, non abbiamo più tempo». Il volto sfigurato dal terrore, le mani fra i capelli sudici e spettinati.
«Selen ne abbiamo già parlato, e ieri mi sembrava che fossimo arrivati a un traguardo, no?». Il tono calmo, controllato.
«Appesterò il mondo, perché nessuno di voi mi crede?»
«Mangia, metti la crema sulle ferite e prendi le medicine» continuò lui, il sorriso di plastica sul volto.
«La crema non funziona» gli fece notare allungando le braccia in avanti. Decine di croste le ricoprivano la pelle.
Il medicò la guardò di traverso. Un’espressione vera, satura di astio, schifo e disprezzo. Alzò la cornetta e chiamò un infermiere.
«Lei non capisce, mi ha messa incinta e ora partorirò vermi».
«Guardati, non hai nessun pancione» fece lui.
Selen si alzò nel momento in cui Marco fece il suo ingresso nello studio.
«Non mi toccare» disse all’infermiere. Una contrazione arrivò improvvisa. Si contorse dal dolore. Liquido caldo le scese lungo l’interno coscia.
«Non mi toccare ho detto!» gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Sollevò il lembo della vestaglia e vide il sangue vivo scorrere lungo il pavimento.
«Sta succedendo ora». Iniziò a piangere. «Uccidetemi, vi prego».
Mani salde la bloccarono. Sentì montarle dentro la furia, l’addome gonfiarsi.
«Ma che diavolo…». Il dottore non finì la frase.
Marco mollò la presa. Occhi colmi di paura la fissavano.
«Adesso, o non ci sarà più tempo» sbraitò Selen in un ultimo disperato tentativo di scuoterli.
Il ventre gravido si tese a dismisura, poi esplose imbrattando di viscere e vermi la stanza.
La madre un misero sacco vuoto.
La Grande Moria era cominciata.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 13/2/2014, 12:45




A leggerlo tutto, si ha l'impressione di venire contagiati. Se è il tipo di coinvolgimento che volevi nutrire nel lettore, ci sei riuscita in pieno. Lo stile "splatter", a mio parere, a lungo andare sembra un po' eccessivo, addirittura forzato. Comunque c'è una tensione viva che, nonostante il finale a tratti risulti più o meno prevedibile, non cede mai, anzi aumenta gradatamente fino all'esplosione (sic) definitiva.
 
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simolimo
view post Posted on 13/2/2014, 17:43




ciao Alexia, che pezzo hai scritto? un classico horror, mi viene da dire :) quella povera vecchia occupata dal male è una raffigurazione fatta e finita della Morte. è il male stesso che la ingravida, ma che non la spinge a far del male o a essere malvagia. non più di quello che è "obbligata" a fare dalla presenza. e questa cosa un pelo mi ha spiazzata. perché il male dovrebbe aver preso proprio lei? perché lei e non qualsiasi altra donna? e, un ultima curiosità: la figura del dottore a cosa serve? l'hai messo lì, ma senza un apparente ruolo, se non quello di non stare a sentire i sintomi della paziente, ma... credo che in questo caso sia anche comprensibile, data la natura della richiesta della donna. siamo in un paese che non riconosce l'eutanasia, figuriamoci l'assassinio consenziente XD ahah, dai, scherzi a parte, il pezzo è ben scritto, e spero di leggerti ancora su questi lidi. ciao ciao
 
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yaranilde
view post Posted on 13/2/2014, 20:42




Grazie mille ^_^

Farò tesoro dei vostri consigli.
 
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Manuela Costantini
view post Posted on 15/2/2014, 09:09




Scrittura incisiva e adatta al genere trattato. È un po’ troppo ripetuta la parola “lascivo/lasciva”. Quello che non mi ha convinto è che ho avuto l’impressione che fosse l’incipit di una storia più lunga e non un racconto autoconclusivo. Ci sono un paio di interrogativi che restano senza risposta. Come mai muoiono tre persone? Selen non è “contagiosa”, almeno non sembra. E la risposta è insinuata solo dalla vecchia Josephine. E poi nella scena finale, splatter e drammatica, resta in sospeso tutto quello che succederà. O che potrebbe succedere. E questo è proprio di un incipit ben scritto che apre mille possibili scenari.
 
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yaranilde
view post Posted on 15/2/2014, 09:13




Grazie ^__^
 
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Simonetta Brambilla
view post Posted on 15/2/2014, 18:53




E l’epidemia dilagò nel mondo intero… :)
Noto che solo la vecchia si accorge di quel che sta succedendo. E naturalmente Selen. E il demone che la mastica e la rigurgita. Ma verso la fine dici: “Marco mollò la presa. Occhi colmi di paura la fissavano.” Era lui quindi a tenerla ferma, ma perché Marco non muore? Ok, forse succederà comunque dopo. Bel finale.

Edited by Simonetta Brambilla - 15/2/2014, 19:12
 
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Olorin
view post Posted on 17/2/2014, 16:09




Contesto in stile ‘L’esercito delle dodici scimmie’, solo che qui non si arriva a una soluzione finale che leghi tutte le situazioni narrate. L’esito è vagamente afflitto da prevedibilità congenita. Forse meglio sarebbe stato far naufragare tutto in una sorta di allucinazione apocalittica. Il carattere soprannaturale del finale cade un po’ dal cielo, visto che, come riportavo nell’esordio del commento, nulla viene offerto quale premessa alle vicende cui assistiamo. Trovo che la tecnica di scrittura sincopata, con l’omissione di parti della frase, sia un po' forzata.
CITAZIONE
Selen si voltò di scatto, gli occhi fuori dalle orbite, la mascella spalancata a volerla ingoiare

CITAZIONE
Sul volto un ghigno malefico carico di odio

CITAZIONE
Gli sputò contro, la voce cavernosa
 
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yaranilde
view post Posted on 17/2/2014, 17:13




Sì, la forma delle frasi è voluta.
Ci sono alcune forzature perché ho nascosto alcuni particolari legati alla peste, "La grande Moria" del trecento appunto, e Selene ne accusa i sintomi (schiuma alla bocca, paralisi, dolori, ecc) sebbene sia considerata solo una malata di mente.
La fine è plateale, proprio perché ai giorni nostri non ci rendiamo conto di cosa sia stata davvero la peste e quale atroce tormento portava con sé, condito ovviamente dalla follia che ne scaturiva.
Grazie dei commenti ^_^
 
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Mike009
view post Posted on 17/2/2014, 21:00




Una storia semplice eppure efficace. Fino a metà non ho ben capito dove volesse andare a parare il racconto che appare dispersivo nonostante la brevità; poi però prende il via e risulta nel globale piacevole alla lettura. Tuttavia non riesce a catturare appieno la mia attenzione e non mi trasmette alcuna emozione, ma questo immagino sia dovuto semplicemente ai miei gusti.
 
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yaranilde
view post Posted on 17/2/2014, 21:12




Grazie mille Mike009 del commento ^_^
Mi spiace non averti colpito, sarà per la prossima volta!
 
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L'Aguzzino
view post Posted on 17/2/2014, 22:42




Non male questo pezzo, molto angosciante, soprattutto non si capisce fino alla fine chi ha ragione tra lei e i medici, se è solo una pazza visionaria e quelle che vede sono semplici allucinazioni, o se è davvero perseguitata dal Male – demonio o altro che sia – e la chiusa finale dà la risposta che chiude il cerchio nel titolo. Strutturalmente ci siamo, lo stile è buono così come la forma. Claustrofobico al punto giusto, la sensazione di disgusto che suscita è chiaramente voluta e riesce in pieno. Un buon lavoro.
 
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yaranilde
view post Posted on 18/2/2014, 07:23




Grazie mille Aguzzino, lieta di aver colpito!
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 19/2/2014, 19:18




Molto interessante. La tensione narrativa non cala mai, cresce, anche se non raggiunge forse il massimo raggiungibile nel momento culminante, ma riprendendo il testo si possono operare tutti gli accorgimenti del caso. L'attenzione del lettore è sempre desta e fino all'ultimo ci si chiede se è una pazza con visioni o tutto sta davvero accadendo. Va rivista la prima parte, si fa fatica a capire il personaggio della vecchia del reparto e a distinguere se la protagonista sia anch'essa una vecchia oppure no. Un lavoro molto buono.
 
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yaranilde
view post Posted on 20/2/2014, 09:52




Grazie Inquisitore, farò tesoro dei consigli!
 
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14 replies since 11/2/2014, 23:29   169 views
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