| «Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio… ecco… ecco… adesso vado… e uno… e due… e duemmezzo… e due e tre quarti, e… ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio, lo so che posso farcela, lo so, lo so, devo andare a trovare Maria, devo solo schiacciare il bottone, che è tondo, tondo come il mondo, il mondo è una palla, una palla, già, la palla è tonda e io ho bisogno subito di una palla… no, no, no! Resta concentrato, resta concentrato, maledizione!» «Che fa signore, sale?» «S… sale?» «Eh, certo. Questo è un ascensore, mica ‘na macchina del tempo. Ma… che per caso non si sente bene?» «No, no, sì, sì, no, ma è il sale che è tondo, è proprio tondo, come il bottone, sì ecco, il b-bottone..» «… vabbe’, senta: sale o no?» «N.. n… no ancora il sale no, cazzo!» «Vabbe’, lei ci pensi, io intanto vado. Arrivederci neh?» «Arrivederci, arrivederci, sale, sale, sale, adesso ho bisogno del sale… ma no, ma no, devo resistere, resistere, resistere… non resisto. Vado a prendere il sale. Vado, vado, attraverso la strada, guardo a destra… no prima a sinistra, anzi no a destra… a sinistra, fanculo, l’ultima volta sono rimasto mezza giornata sul marciapiede. Sinistra cazzo, devo guardare a sinistra! Entro nel supermercato… le porte fanno sssssssss… le porte fanno ssssssss… le porte fanno…» «Ha bisogno d’aiuto?» «Le porte fanno ssssssss… e sssssssss… e ssssssssì cazzo, ma secondo lei non si vede che c’ho bisogno d’aiuto? Mi spinga dentro, perdio!» «Subito, subito! Eh, ma che modi!» «Modi, modi, modi, maddeché, macché, è il sale, il sale, sale, ecco, eccolo, eccolo, il sale, il sale, il sale. Quant’è?» «Ancora lei? E ancora col sale? Ma cosa ci farà con tutto ‘sto sale, poi?» «E che ce farò? Checcefarò mai cor sale? Li cazzi mia, per esempio ce farò. Quant’è?» «Maleducato. Sono ottanta centesimi» «Il sale, il sale, mo’ c’ho il sale, ma io devo prendere l’ascensore e andare a trovare Maria, ma senza il sale, altrimenti Maria poi mi vede col sale e si arrabbia. E allora butto via il sale, butto via il sale, attraverso la strada, guardo a destra, no… a sinistra… a destr… attraverso senza guardare…» «A’ stronzo, m’anvedi d’anna’…» «Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio, apro la porta e poi devo solo schiacciare il bottone, che è tondo, tondo come il mondo, il mondo è una palla… ebbasta, eddai, e schiaccialo ‘sto bottone!» «… e poi sulla pista ho incontrato Roberto, non è incredibile?In mezzo a migliaia di persone, ci siamo incontrati! Buongiorno. Ma… come mai aspetta qui davanti? L’ascensore è guasto?» «No, n…n… no, ma lei non me lo chieda, non me lo chieda e non me lo…» «Ah no, vede che funziona? Bastava schiacciare il bottone! Che fa, sale?» «Fanculo, fanculo, fanculo, fanculo sì, ma col sale, fanculo col sale, ho bisogno del sale, del sale, del sale, vado a prendere il sale…» «Ma pensa te che gente… ma sì, vada, vada pure! Dunque, ti stavo dicendo…» «E vado, e vado, e sì che vado, a prendere il sale vado, che c’ho bisogno del sale… no… no, dai che non è vero, dai che non hai bisogno del sale. Il bottone, vai a schiacciare il bottone… no, il sale, devo prendere il sale, ho bisogno del sale. Attraverso la strada e guardo a destra…» «Idiota!» «… poi entro nel supermercato e le porte fanno ssssssssss… le porte fanno sssssssssss…» «Luca, va a tirar dentro quel disgraziato, che l’ultima volta c’è stato un pomeriggio a guardar le porte che s’aprivano e si chiudevano!» «… le porte fanno sssssssssss… fanno ssssssssssss…» «Venga signore, l’aiuto io». «… sssssssssssss… grazie, grazie, che devo prendere…» «… il sale, lo sappiamo signore. Sta sempre di là, nella seconda corsia a destra». «Eh, lo so bene dove sta il sale, perché c’ho bisogno di sale io, il sale, il sale, il sale… quant’è? E non faccia commenti! Mi dica quant’è per il sale e basta». «Sta sempre a ottanta, fluttuazioni in borsa non ce ne sono state». «Borsa, borsa, forse devo prendere anche una borsa.. no… no… puoi resistere. Tenga il resto. Spiritosa, spiritosa, vorrei vedere lei a provare a non prendere il sale, il sale… buttalo via il sale che Maria si arrabbia. Attraverso e guardo… e guardo… ma chissenefrega… » «Coglione!» «Apro la porta e schiaccio il bottone, schiaccio il bottone. Ce la faccio, ce la faccio, ce la faccio, è tondo, è tondo come il mondo, il mondo è una palla, ma io mi sono rotto le palle del mondo! Ecco, non guardare… ecco, non guardare e schiaccia … ce la faccio… ce l’ho fatta… ce l’ho fatta!... no, oh no… era… era… occupato… occupato. Chi occupa l’ascensore? Chi occupa l’ascensore? Non ce la faccio più… non ce la faccio più… cado… aiuto… aiuto… aiutatemi… le porte… ora le porte fanno sssssssssss… ssssss… Maria!» «Mio dio, Fabio, ma da quanto sei qua? Ma come sei ridotto, tutto coperto di polvere bianca… l’Istituto non mi ha neanche avvisata che saresti arrivato!» «La canzone alla radio diceva ‘amore’ e io dovevo prendere ‘amore’, avevo bisogno di amore, di amore e sono venuto qui a prendere amore… ma poi quel maledetto sale…»
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