Nero Cafè Forum

Campo a primavera, di "Marco Migliori"

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sgerwk
view post Posted on 11/2/2014, 23:59




— Finiscila! — sibilò Luis. — Smettila di guardare.
Juanito non cessava di muovere gli occhi sulla gente che camminava intorno a loro, sulle vetrine luccicanti, sui lucidi vetri e sull'altissimo soffitto a travi d'acciaio.
Luis gli afferrò il braccio. — Guarda davanti e basta! Vuoi farci scoprire?
— Eh? — Juanito girò la testa verso le vetrate, da cui si potevano vedere gli aerei sulla pista.
Luis aumentò la stretta. — Noi qui ci veniamo tutti i giorni. Ricordi? — Indicò il pavimento con il mento. — È nel nostro quartiere. Non guardi più niente, perché ormai conosci tutto a memoria. La macchina bruciata, la baracca crollata, quel mucchio di vecchi ferri arrugginiti che erano... Ma mi senti?
Juanito lo fissò. Alzò le sopracciglia. — Ehi, Luis. Bello vederti qui.
— Voi due! — La voce alle loro spalle era ferma e dura. — Voi due, fermi!

*   *   *


Moretti puntò il dito contro il petto dell'ispettrice doganale. — Tu. Questa è una tua responsabilità. Tutto questo aeroporto è una tua responsabilità. Se passano, se anche solo uno di quelli passa, te la farò pagare.
La donna mise le mani sui fianchi. Gli arrivava a malapena alle spalle, ma era così piazzata che in quella posizione sembrava poter fermare un autotreno. — È una mia responsabilità, appunto.
Moretti indicò le file di passeggeri che passavano davanti ai tavoli dei controlli doganali. — Si vede. Nessuna maschera. Quello laggiù neanche ha i guanti di gomma.
L'ispettrice girò appena la testa. — Vannelli, vieni qui! Subito!
L'uomo abbandonò la valigia che stava aprendo e corse verso di loro.
Moretti scrollò le spalle. — Sì, vediamo l'esibizione di potere.
Vannelli si fermò davanti all'ispettrice. — Eccomi!
— Lascia perdere i controlli. Abbiamo qui Morelli, dei servizi...
— Moretti.
— Sì? Be', e io mi chiamo Vastanauro. — La donna alzò il mento. — Vastanauro. E come ha detto lei, questo aeroporto è una mia responsabilità.
Moretti sospirò. Le spalle si piegarono come se si fosse sgonfiato. — Va bene. Lasciamo perdere i conflitti di potere. Quei due vanno presi prima che passino il confine.
Gli occhi di Vannelli andavano dall'uno all'altra. — Ma perché? Cosa hanno di tanto speciale?
— Infatti — disse Vastanauro. — Che hanno di così speciale?

*   *   *


Luis allungò le mani per prendere i passaporti, ma l'agente di frontiera fu più veloce di lui a raccoglierli dal tavolo. Si alzò e li fece ballare su e giù.
— Questi li tengo io. Non vi muovete.
Luis lo seguì uscire dalla stanzetta, chiudendosi la porta alle spalle.
Juanito lo guardava. — E adesso?
Luis annuì. — Siamo nei casini. Ci hanno fermati.
— Non riusciremo...
— Zitto. — Luis si guardò intorno. Una telecamera nell'angolo in alto sopra la porta. Uno specchio sulla parete lunga. Un'altra telecamera alle loro spalle, proprio sopra la seconda porta.
Tornò a guardare il tavolo.
— Juan.
— Che facciamo?
Sul viso gli si leggevano disperazione, ma anche tensione. Paura.
La paura fa muovere le montagne.
— La porta dietro di noi è aperta. — Indicò con il mento il proprio petto, poi Juan. — Devono essere le stanze della polizia, tanto lì due passeggeri li noterebbero subito. Ma noi no.

*   *   *


Moretti camminava veloce, quasi correva nello stretto corridoio. — Vastanauro, se sono loro mi rimangio tutto. Le farò avere un encomio, una medaglia, una promozione.
— Sì, d'accordo. Ma mi dice perché ci tiene così tanto? Cosa gliene importa ai servizi segreti di due corrieri sudamericani?
Moretti si fermò all'incrocio con un altro corridoio. Guardò da entrambi i lati come se potesse capire da solo dove andare.
— E poi, perché gli agenti devono lasciare la stanza? Li hanno già perquisiti. Non sono pericolosi.
Gli occhi di Moretti si fissarono su di lei, duri. — Non è solo una droga. È un virus. Un virus che induce l'organismo a sintetizzare sostanze psicotrope, pronte da raccogliere e rivendere. Quei due sono vasetti pieni di semi. Non è solo droga. Immagini una serra zeppa di fiori. Solo che le piante sono persone. Gente bruciata dalla droga.

*   *   *


Luis e Juanito sbucarono di corsa da dietro la colonna di cemento della metropolitana e attraversarono il viale deserto affiancato da rachitici alberi secchi. Si infilarono in una strada stretta fra due palazzoni grigi dall'intonaco cadente e subito l'odore di polvere di ferro e asfalto fu sostituito da quello dell'immondizia e dell'urina.
— Non ti fermare, Juan! Corri!
Superarono un reticolato che proteggeva un cortile ingombro di roba vecchia e una saracinesca sfondata che copriva un rettangolo nero da cui soffiava odore di muffa e putrefazione.
Girarono in un vicolo, saltarono un reticolato. Si buttarono a sedere dietro un cassone di immondizia.

*   *   *


— Non capisco — disse Vastanauro indicando i due sudamericani seduti nella stanzetta oltre il vetro. — Cosa hanno da sorridere?
Moretti scosse la testa. — Le tossine agiscono anche su loro stessi. Chissà cosa vedono.
Vastanauro fissò quei visi dai tratti ispanici dalla durezza stemperata dal sorriso. — Sembrano rilassati. Come fossero arrivati a casa.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 12/2/2014, 00:02




postato prima delle 00.00, niente malus
 
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simolimo
view post Posted on 13/2/2014, 17:49




ciao Marco e ben ritrovato :)
il tuo pezzo ho fatto fatica a seguirlo e, solo dopo averlo letto alla terza volta, penso (spero), di averlo capito. i due sono davvero drogati e immaginano la loro fuga? l'alternativa che mi aveva tartassato la mente per le prime due volte era invece che loro fossero Moretti e Vastanauro... non so. la scrittura come tuo solito è pulita e immediata, ma l'intrecciarsi dei paragrafi non mi ha reso facile tenere il filo dello svolgimento.
 
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yaranilde
view post Posted on 13/2/2014, 21:43




Carinissima la chiusa, bravo, non me l’aspettavo, mi hai sorpreso! Adoro le storie noir, ma con quella verve ironica che spiazza. I due tizi sono caratterizzati bene. Ci sono un po’ di ripetizioni, ed è un po’ statico nella prosa. Troppi personaggi in poco spazio e non si mantiene la concentrazione sulla storia, ma nel complesso buono!
 
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Manuela Costantini
view post Posted on 15/2/2014, 09:15




È una storia scritta in sequenze. Il lettore ha davanti due scene che si alternano tra loro. E anche se non si capisce cosa stia succedendo, c’è la curiosità di scoprirlo e di andare avanti con la lettura. Inoltre i personaggi sono stati caratterizzati bene, nonostante il poco spazio a disposizione. E negli ultimi due paragrafi c’è la spiegazione di quello che è successo. Non raccontata, ma “mostrata”, anche questa. E c’è un finale piacevolmente sorprendente.
 
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Simonetta Brambilla
view post Posted on 15/2/2014, 18:46




Peccato per l’incipit: tutti quei “sui, sulla” mi disturbano un po’.
Le domande invece di farmi pensare mi distraggono. Come se i protagonisti stessero perdendo tempo.
Dal quarto paragrafo in poi invece la vicenda diventa interessante. Finalmente il racconto riesce a coinvolgermi.
Il finale: se è vero che la spiegazione di Moretti sa molto di “spiegazione”, l’ultima riga lo riscatta completamente.
Nel complesso: lavorandoci sopra ne potrebbe uscire una buona storia. :)
 
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Olorin
view post Posted on 17/2/2014, 16:26




Idea di base notevole, quella della droga quale prodotto della simbiosi di un virus col suo ospite umano. Apprezzo tra l’altro lo stile cinematografico con cui vengono resi i rapporti tra i personaggi appartenenti alle forze dell’ordine. A mio parere quello che funziona poco è la via di mezzo tra realtà e visione in cui si trovano i due malcapitati corrieri. Forse più d’effetto sarebbe stato rappresentare quanto visto dai loro occhi allucinati e poi svelarne la vera consistenza attraverso quelli degli agenti, innescando così nel lettore l’interesse nel ricercare i parallelismi.
 
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Mike009
view post Posted on 17/2/2014, 21:01




Qui abbiamo un sacco di cose positive: uno stile veloce e diretto, una narrazione esustiva, una storia originale e un bel colpo di scena finale. Malizia ed esperienza dell'autore pilotano furbescamente un racconto zeppo di dialoghi per la gioia di chi ribadisce a oltranza la fede del "mostrare e non raccontare". Per la mia mania di sapere come e perchè avrei gradito conoscere qualcosa di più di questa droga, ma col poco spazio a disposizione è già un'impresa (ben riuscita qui) gestire due scene alternate. Mi piace.
 
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L'Aguzzino
view post Posted on 17/2/2014, 22:08




Devo ammettere che stavo per sollevare la questione: vengono messi in una stanza e lasciano la porta aperta per farli fuggire? E invece no, stavano sognano… o avendo allucinazioni, quel che sono. Il finale riscatta una parte iniziale un pochino piatta – mi riferisco al dialogo tra Moretti e Vastanauro, un po’ troppo cliché a parer mio, conflitto di potere che abbiamo visto e rivisto in decine di film – americani, soprattutto – e quindi abbastanza banale. Più interessanti i due fuggiaschi, su cui avrei puntato maggiormente. Via quel dialogo tra i due esponenti dell’autorità, avrei approfondito la storia degli ispanici, magari uno sguardo sul passato recente, qualcosa che caratterizzasse meglio le loro figure, che così rimangono troppo sbiadite.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 19/2/2014, 17:19




Un solo grande dubbio: se i due corrieri sono soggetti a tali visioni a causa della natura assolutamente particolare del loro carico, allora che tipo di garanzia possono dare ai loro mittenti? Mi sembra che la storia abbia una falla alla base. Per il resto il racconto è narrato ottimamente e i dialoghi fra i personaggi sono ben bilanciati, sempre interessanti. Peccato per delle fondamenta un po' gracili.
 
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9 replies since 11/2/2014, 23:59   128 views
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