Nero Cafè Forum

La condanna, di Francesco Nucera

« Older   Newer »
  Share  
Ceranu
view post Posted on 17/3/2014, 23:55




"Posso liberarlo?" Al buio riconobbi Ivan
"Sì, ma fai attenzione" questo invece doveva essere il medico.
Le piastre che mi bloccavano si aprirono, la luce tornò, e con essa il volto del mio amico
"Come stai?"
"Benino, cosa dovrei sentire?" Avevo la nausea ma stavo bene
"Non lo sappiamo, sei il primo" la voce proveniva dal computer sulla scrivania.
"Come il primo?"
"Sei il primo uomo. Le scimmie rispondono bene, hanno un incremento del pensiero del duecento per cento" Ivan mostrò il suo sorriso migliore, ma era preoccupato.
Trattenni la rabbia a stento, avevo bisogno dei seimila euro.
"Cosa devo fare?"
"Ivan, fallo sedere e inizia con il test"
Rimasi su quella sedia per ore. Guardai il retro di cartoncini tutti uguali, provai a risolvere problemi incomprensibili, ma era tutto inutile. Capii dall'espressione del mio amico che qualcosa non andava, e quando il medico chiuse la comunicazione ne ebbi la conferma.
"Ho fallito vero?"
"Riposiamo cinque minuti, vedrai che poi andrà meglio, a volte ci vuole un po' perché faccia effetto" mentiva, potevo sentirlo.
Ci provammo tutta la notte, ma non cambiò nulla, ero quello di sempre. Vinti dalla stanchezza ci alzammo.
"Vedrai che domani andrà meglio. Ora vai a casa a riposare." stava mentendo ancora.
Affranto mi alzai, non mi interessava nulla dell'esperimento, ma dei soldi parecchio.
"Per il compenso non ci sono problemi?"
"Stai tranquillo, lo avrai" mentiva
"Potresti darmelo ora? Domani dovrei andare in banca"
"Dammi i tuoi estremi ci penso io appena rientro"
"Fallo ora" non avrei tollerato nessun'altra bugia, prima che potesse aprire bocca gli fui addosso e lo presi per il collo, sentii le ossa scricchiolare sotto le mie mani, e un istinto irrefrenabile di non fermarmi. Ma i soldi mi servivano "vai a quel cazzo di computer e fallo ora"
Spaventato e memore degli anni passati insieme al liceo obbedì, non voleva tornare a fare il juke box. Quando fece partire il bonifico mi rilassai.
"Ci vediamo domani?"
"Puoi anche evitare di tornare"
Mentre chiudevo la porta e me ne andavo percepii la sua felicità.
Finalmente era finita quella giornata. Potevo tornare da Sara, e l'indomani avrei saldato la banca. La casa sarebbe rimasta nostra.
Entusiasta non aspettai nemmeno l'ascensore. Feci i gradini due alla volta e volai da lei, bramavo di vederla in faccia mentre le dicevo che potevamo pagare. Entrai e andai piano a svegliarla. Le diedi un bacio sul collo, mugugnò qualcosa e si voltò.
"Abbiamo i soldi"
"Ho sistemato io con la banca"
"Come?"
"Me li hanno dati a lavoro" anche lei mentiva.
Appoggiai le mani sul letto e venni aggredito da mille immagini. Quella notte non era stata sola. Un dolore immenso mi mozzò il fiato, era stato tutto inutile. Iniziai a piangere come un bambino.
"Perché?"
"Non ho fatto nulla"
"Non mentirmi"
"Non l'ho mai fatto"
"Non mentirmi!" urlai fuori controllo, presi il cuscino e premetti sul volto della bugiarda. Quando smise di muoversi mi sedetti e fissai la parete bianca.
Ero condannato alla verità.
 
Top
Angelo Frascella
view post Posted on 20/3/2014, 23:39




Ciao Francesco

Il racconto ha una bella idea e una buona costruzione: senza peccare d’infodump riesci a suggerire ciò che sta accadendo e ciò che lo scienziato si aspetterebbe dalla cavia. Procedi in crescendo e in questo modo crei tensione. L’unica cosa che non mi ha convinto è il fatto che si suggerisca, fra ricercatore e cavia, un passato rapporto scolastico fra nerd e bullo che pare provenire più dai modelli di film e telefilm americani che dalla realtà italiana (e l’utilizzo di nomi come Ivan e Sara fa pensare che l’ambientazione sia italiana)
 
Top
Ceranu
view post Posted on 22/3/2014, 10:01




Ciao Angelo, grazie per il commento. Per le tue perplessitá sul bullismo posso assicurarti che l'Italia non ha nulla da invidiare a nessuno. Ma capisco che sia più associabile a storie americane.
 
Top
Beppe Roncari
view post Posted on 23/3/2014, 15:18




Ciao Francesco, ben ritrovato!
Questa volta la tua prova non mi convince in pieno. Ci ho ragionato a lungo e ho trovato due punti critici.
Uno: all’inizio sembra che copi L’alba del pianeta delle scimmie. Poi fai sviluppare la storia in un modo leggermente diverso, perché non ti concentri sui primati e fai sì che la droga dia istinti omicidi e non sia semplicemente “mortale” per gli uomini, però però… l’idea è proprio la stessa stessa… una droga che dà l’intelligenza ai primati mentre è negativa per l’uomo.
Due: il finale e proprio l’effetto della droga stessa: istinti violenti e omicidi. Non molto inaspettati… Per cui non mi pare una declinazione particolarmente originale del tema. Perché andare sempre a finire sull’omicidio finale per cercare un finale a sorpresa? Non sorprende più, sorry.
Per il resto racconto ben scritto, ciao!

Edited by Beppe Roncari - 23/3/2014, 15:57
 
Top
Ceranu
view post Posted on 23/3/2014, 15:48




Ciao Beppe, noto che non sono riuscito a trasmettere l'idea. La droga non dà istinti omicidi, piuttosto fa sviluppare una propensione alla verità, che alla fine sfocia in visioni. L'uomo si accorge che il suo amico mente, poi che la compagna, per cui si era sacrificato, fa lo stesso. L'omicidio è semplicemente la conseguenza alla verità, che è la vera condanna. L'uomo non può vivere senza bugie.
Per l'incipit probabilmente hai ragione, non ci avevo fatto caso, ma a questo punto lo stesso si può dire per tutti quelli che hanno assunto droghe. In quel caso la motivazione è sempre la stessa, la voglia di fuggire dalla realtà.
Comunque un obbiettivo l'ho raggiunto, questa volta ho cercato di far attenzione agli errori di costruzione dell'ultima volta, e credo di esserci riuscito. Ciao.
 
Top
Beppe Roncari
view post Posted on 23/3/2014, 16:01




Ciao Francesco!
Ah, ecco cosa significa la frase finale:
CITAZIONE
ero condannato alla verità

Io l'avevo interpretata in modo del tutto diverso, e anche le allusioni precedenti a "mentiva, mentiva, mentiva", etc.
Sai qual è il problema per me? Il narratore in prima persona.
Se narra il protagonista noi come lettori siamo nella sua testa e... non possiamo sapere se è una sua convinzione il fatto che tutti gli mentano oppure è un "superpotere acquisito" con la droga...
Capisci cosa intendo?
Dovevi usare il narratore onnisciente per togliere l'ambiguità e indirizzare nel senso che intendevi dare alla storia.
Ciao!
 
Top
Ceranu
view post Posted on 23/3/2014, 16:08




ok, recepito il consiglio, ne farò tesoro.
Grazie
 
Top
Mike009
view post Posted on 23/3/2014, 20:09




Premesso che sono un po' scetticco sulla punteggiatura, mi sembra manchino alcuni "punti", ma posso anche sbagliarmi. I dialoghi sono ben fatti e nonostante la brevità del testo si capiscono i tratti fondamentali dei protagonisti. Nonostante questo la storia non mi ha convinto del tutto, sembra le manchi qualcosa, forse un po' di chiarezza e di mordente.
 
Top
Olorin
view post Posted on 23/3/2014, 21:47




Brano scritto con stile che apprezzo: poco raccontato, col contesto e le situazioni che si delineano attraverso i dialoghi e le vicende interiori del personaggio.
Dal punto di vista della performance ad uso e consumo del contest, trovo però penalizzante la 'delicatezza' con cui è stato trattato il tema. La questione della percezione della menzogna da parte del protagonista non è di immediata collocazione nella categoria 'effetto artificiale', in quanto connotata di tutte le caratteristiche ascrivibili a una ancora più plausibile - pur acuita - semplice capacità intuitiva.
 
Top
Ceranu
view post Posted on 24/3/2014, 10:16




Ciao Marco.
Capisco e condivido quello che dici, convinceva poco anche me. A un certo punto volevo dare piú spessore alla visione, rendendola reale, ma credo che avrei snaturato tutto il percorso. Volevo che i poteri si manifestassero poco alla volta, diventando palesi solo alla fine, chiaramente non ci sono riuscito.
Grazie
 
Top
Peter7413
view post Posted on 24/3/2014, 20:05




Un buon racconto con il problema, però, di una poca chiarezza per quanto riguarda l'effetto della droga. Alla fine si capisce, ma lo celi troppo e troppo a lungo, non ponendolo, insomma, al centro del tutto. Per il resto, la lettura è piacevole e il conflitto sempre presente. Con una fase di revisione può migliorare parecchio.
 
Top
=swetty=
view post Posted on 24/3/2014, 21:35




Ho poco da dire su questo testo: il ritmo procede bene e si fa leggere. Forse leggermente criptico, ma spiegare in questo caso sarebbe stato un difetto. Avrei evitato il dettaglio sui compagni di scuola, non aggiunge nulla e rende antipatico il protagonista. E avrei utilizzato i caratteri avanzati per dare una spiegazione più articolata e "visiva" del "condannato alla verità" finale.
Ma sono dettagli.
 
Top
Raffaele Marra
view post Posted on 24/3/2014, 22:01




Un racconto che trovo efficace, ben scritto e originale. Il protagonista è credibile, ben definito e, a lettura terminata, lascia un senso di angosciosa tensione che credo sia un effetto (questo non credo proprio "inatteso") voluto dallo scrittore. Devo però sottolineare, a mio parere, una eccessiva frettolosità nel finale, in cui avrei apprezzato una forma un po' più ricercata, più attenta e pungente. Comunque un’ottima prova, anche se il racconto potrebbe essere ancora perfezionato un tantino.
 
Top
12 replies since 17/3/2014, 23:55   159 views
  Share