Nero Cafè Forum

Super!, di Marco Fronzoni

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Olorin
view post Posted on 17/3/2014, 23:56




Una porta blindata Dam X79.
Non è un ostacolo in grado di fermarmi.
Poi dovrò scalare i 135 piani che mi dividono dagli ostaggi, prima che il suono del mitra della guardia raggiunga i terroristi.
Ho tutto il potere che mi serve, ho tutta la velocità e la forza necessarie. Le sento… le sento agitarsi nel mio petto, le visualizzo mentre scorrono impetuose nel mio corpo.
Sono pronto.
Scatto in avanti e il mondo diventa un cono a strisce luminose, al cui centro l’unico oggetto a fuoco resta la porta che si avvicina a velocità inaudita. L’acciaio comincia a gemere già sotto la spinta dello spostamento d’aria.
Per una frazione di centesimo di secondo percepisco la materia impattare contro i palmi delle mani, poi il metallo cede, si deforma e infine si spacca in mille schegge.
La guardia spara nella mia direzione.
Osservo indifferente i proiettili scivolare lenti nell’aria; ci gioco, li accarezzo, li rigiro, poi lascio che proseguano la loro corsa.
Disarmo l’uomo, ma è il suono emesso dai colpi il mio vero avversario.
Gli ho già lasciato una trentina di piani di vantaggio e non ne aveva bisogno.
Scarico a terra tutta l’accelerazione di cui sono capace, il cemento cede sotto la spinta delle mie gambe.
Mescolo dunque la corsa e il volo, ma le rampe di scale si sgretolano ugualmente al mio passaggio.
Non importa.
Abbatto il muro del suono una, due, tre volte.
Arrivo all’ultimo piano insieme al rumore della prima raffica e senza esitare irrompo nel locale.
Decine di lampi accendono l’atmosfera e altrettante armi da fuoco mi accolgono rombanti, ma io resto concentrato: devo individuare gli ostaggi e proteggerli.
Uno schema strategico si compone nella mia mente. Noncurante dei proiettili saetto da un punto all’altro dell’ambiente, spezzando ora un braccio, ora una gamba dei terroristi. Un raggio laser scaturisce infine dai miei occhi e disinnesca il congegno nucleare, fondendone la testata.
È tutto finito.
«G… grazie!» balbetta uno degli ostaggi, ancora legato.
Mi avvicino alla finestra; sorrido, guardo verso il cielo in cui splende la fonte del mio potere.
Le forze dell’ordine arriveranno presto a finire il lavoro
Volo via.


***

«Brigadiere, cosa abbiamo qua?»
«Un altro di quelli, maresciallo. Si è lanciato da là in cima».
«Ma porca di quella troia! Ma non avevo detto di pattugliare il quartiere?»
«Eh, lo so. Ma qui ci sono centinaia di palazzi diroccati e noi in sei siamo…»
«Mo’ ci parli tu con la stampa… a proposito: echilallà! Sono già arrivati, manco c’avessero il senso di ragno».
«Data la situazione, sconsiglierei l’utilizzo di certe espressioni di fronte ai giornalisti…»
«Lo so , lo so. E che, so’ scemo? Certo però che mi chiedo…»
«Cosa, signore?»
«Ma vale la pena morire così, in preda a all’illusione di possedere dei superpoteri?»
«Sono tutti ragazzini emarginati e disadattati, signore, spesso vessati e sbeffeggiati dai coetanei».
«Già… adesso poi ci mancava pure un blogger che le desse un nome a questa porcheria in pasticche. Come l’ha chiamata quell’idiota?»
«Heroina, signore»
 
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Ceranu
view post Posted on 19/3/2014, 09:41




Ciao Marco, piacere di fare la tua conoscenza.
Premetto che il racconto mi è piaciuto, scritto bene e con un ottimo finale, già il solo nome della droga meriterebbe un premio. Ma trovo molto semplice l'allucinogeno, e altrettanto scontata la fine di che lo usa stando in piani alti. Tutto sommato una prova senza lode, peccato. Un solo appunto per i dialoghi. Nel tuo racconto i carabinieri parlano a stento l'italiano, tranne uno che salta fuori con un “spesso vessati e sbeffeggiati dai coetanei” un po' troppo per il profilo che gli hai dato. Alla prossima.
 
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Olorin
view post Posted on 19/3/2014, 11:10




Ciao Francesco. Perché dici che i carabinieri 'parlano a stento l'italiano'?
In un frangente particolare e concitato utilizzano certamente qualche espressione colloquiale, semplicemente perché più sbrigativa - accade anche a noi nella vita di tutti i giorni, credo, oppure tu parli sempre come se tenessi una conferenza a un simposio di latinisti... -, ma a me questa pare una declinazione realistica dei dialoghi all'interno del momento rappresentato dalla trama, mentre quando le considerazioni volgono più verso l'etica, il ritmo cambia, così come di conseguenza fa anche il registro, di pari passo coi contenuti.

Era un tentativo di modulazione realistica del registro e non di stereotipizzazione dei personaggi...

Edited by Olorin - 19/3/2014, 11:48
 
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Ceranu
view post Posted on 19/3/2014, 12:42




il mio commento si riferiva solo al tuo racconto, non alla vita reale. nel dialogo finale sei passato da: «Mo’ ci parli tu con la stampa… a proposito: echilallà! Sono già arrivati, manco c’avessero il senso di ragno». a «Sono tutti ragazzini emarginati e disadattati, signore, spesso vessati e sbeffeggiati dai coetanei». trovo semplicemente troppo distante il modo di parlare dei due. ma è solo un dettaglio
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 23/3/2014, 15:01




Bravo Marco, bel racconto! Non mi sento di farti appunti se non quello del fatto che un superpotere lo ha acquistato il ragazzino deficiente che si è buttato giù dalla finestra in preda alla Heroina… la superintelligenza!
Il problema, l’unico problema, del racconto è la voce narrante che non sembra istruita dai fumetti, pieni di incoerenze rispetto alle conseguenze dei superpoteri, ma dal libro scientifico La fisica dei supereroi.
E quindi trovo poco realistica la sua allucinazione. Non dovrebbe essere consapevole della pressione dell’aria, dell’accelerazione che distrugge le cose, del muro del suono etc. etc.
E poi, reso superintelligente dalla droga, non si sarebbe mai gettato nel vuoto.
Se tu avessi scelto un narratore in terza persona per la prima parte, sarebbe andato tutto bene, invece la voce attuale non penserebbe mai quello che gli fai pensare tu.
Detto questo. Il racconto mi è piaciuto parecchio, bravo!
 
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Olorin
view post Posted on 23/3/2014, 17:13




Ciao Beppe. L'immagine supereroistica è tratta da qualcosa di più simile al film Hancock - con Will Smith e Charlize Theron -, piuttosto che dalla bibliografia Marvel e DC.

Per quanto concerne l'incoerenza che trovi tra la voce narrante e la questione della superintelligenza, secondo me il fatto da tenere sempre in considerazione è che il personaggio si muove all'interno degli argini tracciati dall'allucinazione che vive, e che dunque percepisce sé stesso secondo le alterazioni che la droga assunta gli provoca.
La superintelligenza è un'illusione tanto quanto lo sono gli altri superpoteri: non esiste e quindi non è uno strumento intellettivo davvero potenziato con cui il ragazzo potrebbe accorgersi della sua reale situazione.
Tale superelemento prende le decisioni in base a ciò di cui è allucinatamente 'consapevole': il corpo che controlla vola, è dotato di iperforza, si muove a ultravelocità e spara raggi laser dagli occhi... ;)

Non vedo possibilità di fraintendimenti logici, ma da autore sono anch'io probabilmente in preda a allucinazioni da heroina quando ho a che fare col mio brano! :D
 
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Mike009
view post Posted on 23/3/2014, 20:01




Ottimo il cambio di scena con conseguente cambio di stile narrativo, da epico e ispirato della prima parte a colloquiale e fin troppo quotidiano della seconda. I miei complimenti, oltre per l'originalità delle allucinazioni dei tossici, anche per il tocco di classe del nome della droga, azzeccatissimo. Tra i miei preferiti.
 
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Peter7413
view post Posted on 24/3/2014, 14:27




Davvero ben scritta la prima parte, avrei rivisto un minimo il dialogo finale, alcuni passaggi mi sembrano più lenti, meno fluidi. Ottima l'idea dell'HEROINA, davvero azzeccata. Non un racconto che voglia trasmettere chissà quale messaggio, ma quello che vuole fare (intrattenere) lo fa più che bene. Buon lavoro, godibile.
 
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=swetty=
view post Posted on 24/3/2014, 20:27




Una nota: si scrive "ecchilalà" (con due c e due l, non tre).
Ho trovato veramente bella la prima parte, sembra di essere all'interno del personaggio e provare le sue sensazione e vedere davvero coi suoi occhi.
Trovo sempre disarmanti però i racconti che finiscono con la scenetta da fuori che spiega quello che succede. Ci vuole un espediente narrativo diverso. Ma ammetto che è comunque scritto bene, e si fa perdonare.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 24/3/2014, 22:03




Mi piace molto la prima parte, come descrivi l'azione, come "rappresenti" quello che accade e come tieni viva l'emozione del lettore. Mi sono divertito a leggerti e ad immaginare la scena: non mi è capitato altre volte di leggere una scena da fumetto o da cartone animato raccontata sottoforma di racconto. Tu ci sei riuscito piuttosto bene, devo dire. La seconda parte mi ha un tantino deluso, perchè mi aspettavo qualcosa di più geniale, all'altezza di quanto accaduto nella prima parte. Comunque è un bel racconto, magari non completamente "super", ma positivo. Bravo.
 
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9 replies since 17/3/2014, 23:56   113 views
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