ciao Marco e, una volta ancora, ben ritrovato
vediamo che ci proponi e sotto coi commenti!
Ok, letto, due volte e, ora, posso provare a commentare: pezzo come sempre originale, che non ho del tutto compreso nella sua battuta finale, ma che ho apprezzato molto nella sua duplice provocazione. da un lato hai aperto un varco in sordina che dietro la presa in giro dei paranoici dimostra come la violazione della privacy sia essa stessa un'enorme paranoia schermata dalla ancora paranoica paura di avere sicurezza sempre e comunque, a tutti i costi. dall'altro lato hai invece mostrato con maestria come ognuno abbia le proprie di paranoie e per tutti ugualmente imprescindibili e importanti, non solo, ci mostri come l'ego delle persone a volte sia così inspiegabilmente smisurato nel ritenere, e credere, che la stessa presenza abbia un occhio di bue puntato su di loro in ogni istante della propria vita. insomma, come tuo solito hai messo non una bistecca ai ferri, ma un'intera vacca!
sulla forma non ho granché da segnalarti se non che ti serve una letta tranquilla che sistemi a tratti la punteggiatura (roba da niente davvero).
mi ha stupita vedere un tuo pezzo più a flusso di pensiero che di dialogo, sei stato ugualmente bravo e capace.
l'unico neo, ottusità mia, è non aver capito l'ultimissima frase: perché vittima? per me non lo è assolutamente. o volevi forse dare l'ultimo tocco di ironia?? lui sa di aver fatto della sua paranoia il proprio mestiere, ma non perché realmente sia così, ma perché è vittima della società in cui lavora e dei maniaci paranoici che lo circondano? help me please^_^"
ciao ciao Marco, e alla prossima!
ps. il titolo l’avrei visto più come: “ci sono pericoli e pericolo” nel senso che il plurale è generale, e il singolare è specifico e, di suo, più importante… sì, ok, è una stronzata, ma mi è venuto in mente e te lo dico