Nero Cafè Forum

Ci sono pericolo e pericoli, di "Marco Migliori"

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sgerwk
view post Posted on 22/4/2014, 22:14




È un modo per sentirsi al centro dell'attenzione.
Prendete la signora Vanilli, per esempio. Mentre scendevo ho visto lo spioncino illuminarsi, come una testa che si toglie all'improvviso lasciando passare la luce dell'ingresso attraverso la lente. Cosa pensa, che qualcuno non abbia niente di meglio da fare che appostarsi sul pianerottolo per aggredirla mentre esce, o per forzare la serratura ed entrare se lei non controllasse in continuazione?
O quel pensionato del terzo piano, Guidini. L'occhiata gelida che mi ha lanciato, una mano che sulla cassetta della posta e l'altra che stringeva le lettere, diceva una cosa sola: mi state controllando, eh? Credete che non lo sappia?
Sì, certo.
Immensi dispiegamenti di forze sono attivi in ogni momento per sapere quando una donna di mezza età va a dormire o per scoprire chi scrive a un impiegato in pensione. Tutti intorno a loro, il centro di una fitta rete spionistica che li controlla, ventiquattro ore su ventiquattro.
Ci pensavo, andando al lavoro.
Quella ragazza che guardava il cellulare infilato fra la borsa e la fiancata dell'autobus credeva che qualcuno la spiasse mentre girava agli amici i messaggi sulla millesima teoria del complotto. Il tizio in piedi con la giacca militare teneva il braccio premuto contro la tasca come per impedire che una telecamera sul tettuccio dell'autobus potesse riprendere quelle quattro munizioni arrugginite comprate sottobanco. La signora un po' più avanti lanciava occhiate cattive, la mano stretta sulla bottiglia di acido presa al supermercato che andrà a incrementare la collezione che ha in casa.
Hai visto mai che qualcuno la attacchi sull'autobus, di giorno.
Mi veniva da ridere, entrando al lavoro. Tutta gente convinta di minacce che li potrebbero schiacciare in mezzo secondo.
Gente che si barrica in casa, che si guarda intorno prima di aprire una lettera, che si procura armi di fortuna e controlla venti volte a destra o a sinistra quando esce di casa. Alcuni sono così nervosi che sparerebbero attraverso la porta all'addetto alla lettura dell'acqua.
Paranoici.
Il sorriso sparì che salivo le scale. Persone così insignificanti che essere spiati sarebbe il loro momento di gloria hanno finito per trasformare una illusoria vanità in un pericolo per gli altri.
Sospirai, sedendomi alla scrivania. Accesi gli schermi.
Eccola là, la cara signora Vanilli. L'occhio si toglie di scatto dallo spioncino e guarda in alto. Sembra fissarmi, il coltellone puntato e un'espressione di minaccia sul viso, ma deve aver solo sentito un rumore al piano di sopra. Dove Guidini sta spostando il tavolo per controllare se la sua vecchia pistola è ancora lì, sotto la mattonella. Raro che le cose succedano insieme, ma la primavera sembra averli svegliati tutti: dove guardo, comunque scelgo una telecamera da cui osservare trovo gente spaventata dal nulla che si prepara a difendersi con la violenza.
Paranoici.
Dobbiamo controllarli, per la nostra e loro sicurezza. Sono pericolosi, ognuno con la sua paranoia pronta a esplodere. Vanno spiati, ogni loro mossa deve essere registrata, la distanza dal punto di rottura controllato di momento in momento. È per la sicurezza. La sicurezza di tutti. Ma soprattutto la mia.
Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.
 
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simolimo
view post Posted on 24/4/2014, 11:24




ciao Marco e, una volta ancora, ben ritrovato :)
vediamo che ci proponi e sotto coi commenti!
Ok, letto, due volte e, ora, posso provare a commentare: pezzo come sempre originale, che non ho del tutto compreso nella sua battuta finale, ma che ho apprezzato molto nella sua duplice provocazione. da un lato hai aperto un varco in sordina che dietro la presa in giro dei paranoici dimostra come la violazione della privacy sia essa stessa un'enorme paranoia schermata dalla ancora paranoica paura di avere sicurezza sempre e comunque, a tutti i costi. dall'altro lato hai invece mostrato con maestria come ognuno abbia le proprie di paranoie e per tutti ugualmente imprescindibili e importanti, non solo, ci mostri come l'ego delle persone a volte sia così inspiegabilmente smisurato nel ritenere, e credere, che la stessa presenza abbia un occhio di bue puntato su di loro in ogni istante della propria vita. insomma, come tuo solito hai messo non una bistecca ai ferri, ma un'intera vacca!
sulla forma non ho granché da segnalarti se non che ti serve una letta tranquilla che sistemi a tratti la punteggiatura (roba da niente davvero).
mi ha stupita vedere un tuo pezzo più a flusso di pensiero che di dialogo, sei stato ugualmente bravo e capace.
l'unico neo, ottusità mia, è non aver capito l'ultimissima frase: perché vittima? per me non lo è assolutamente. o volevi forse dare l'ultimo tocco di ironia?? lui sa di aver fatto della sua paranoia il proprio mestiere, ma non perché realmente sia così, ma perché è vittima della società in cui lavora e dei maniaci paranoici che lo circondano? help me please^_^"
ciao ciao Marco, e alla prossima! :)

ps. il titolo l’avrei visto più come: “ci sono pericoli e pericolo” nel senso che il plurale è generale, e il singolare è specifico e, di suo, più importante… sì, ok, è una stronzata, ma mi è venuto in mente e te lo dico :P
 
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Ceranu
view post Posted on 25/4/2014, 08:33




Ciao Marco, sono felice di averti letto.
Trovo il racconto assolutamente adeguato e ben scritto, ma credo manchi un po' di ritmo. Forse è per via della mancanza di interazione tra i personaggi, ma probabilmente non poteva essere altrimenti. Comunque arrivo tranquillamente alla fine del racconto e fino all'ultima frase credo di aver capito tutto, poi però mi blocco.
“Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.”
Non riesco a farmene una ragione, ero straconvinto che la vera paranoia fosse quella dello stato che fa diventare tutti paranoici, ma così non è, devo cercare la paranoia del protagonista che non riesco a trovare. Lui mi sembra troppo calmo e razionale per poterlo essere. Quindi rimango con i miei dubbi, ciò nonostante ho apprezzato il racconto.
 
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ilma197
view post Posted on 26/4/2014, 14:41




Bella l'idea, il modo in cui descrivi le piccole paranoie della gente e poi crei un capovolgimento che mostra come la voce narrante sia il più paranoico di tutti. Forse avresti potuto gestire un po' meglio i tempi, nel senso che ho trovato il finale un po' affrettato, avrei preferito che ci fosse un accenno all'idea paranoici=potenziale pericolo già prima (magari molto sottile, in modo che non si capisse a pieno la follia del protagonista). Anche la frase finale non mi ha convinta del tutto, poco incisiva e in quanto tale forse anche superflua. A parte questo, nel complesso l'ho trovato un racconto molto buono.

P.S: Approfitto dell'occasione per dirti che mi è piaciuto tantissimo "Rovesciato", a mio parere uno dei racconti migliori e più originali dell'antologia :)
 
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Selene B.
view post Posted on 27/4/2014, 11:22




Il racconto è ben scritto, anche se non è riuscito a sorprendermi davvero. Mi sa che il tema questa volta era proprio difficile, spingeva verso un paio di strade obbligate. Tuttavia la lettura è piacevole, per l’ambientazione e la “struttura” che riesci a creare: un paranoico in ogni cella e, sopra a tutti, il re delle paranoie che spia e controlla.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 27/4/2014, 17:36




Ciao Marco. Peccato per lo spiegone finale! Che temo ti sia anche uscito un po’ male…
CITAZIONE
Ognuno ha la sua paranoia, io ho trovato il lavoro ideale per la mia: diventare vittima dei paranoici.

In che senso fare lo spione come ne Le vite degli altri è un lavoro che dà nutrimento alla paranoia del protagonista? Per lui, appunto, è un lavoro, e non una paranoia.
Invece molto molto carina l’idea che i paranoici non siano affatto paranoici: sono davvero spiati! È il cane che si morde la coda, il dire una cosa la fa essere. Davvero un’idea carina.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 30/4/2014, 10:13




Idea molto buona, forse il finale è un po’ troppo anticipato e perde d’impatto. Altro appunto: qualche linea di dialogo disseminata lungo il testo, magari associata ai paranoici, non avrebbe guastato rendendo il tutto meno mostrato. Detto questo, qui si ritrova una paranoia ben caratterizzata e il racconto tutto è incentrato, molto argutamente, sul tema riuscendo anche a trattare una problematica vera dei nostri tempi.
 
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=swetty=
view post Posted on 30/4/2014, 14:20




Marco, ti lascio un commento velocissimo: togli l'ultima frase, è del tutto inutile e risulta pedante.
 
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7 replies since 22/4/2014, 22:14   97 views
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