Nero Cafè Forum

L'App soluzione a tutti i mali, di Marco Fronzoni

« Older   Newer »
  Share  
Olorin
view post Posted on 25/6/2014, 22:43




Il trillo della sveglia.
Lunedì.
Di Nuovo.
Dalle fessure della tapparella, spruzzi di luce si diluiscono nel buio come gocce di latte in una tazza di caffè.
A proposito.
Lionel si tira a sedere sul bordo del letto e resta lì coi gomiti appoggiati sulle cosce e la testa reclinata in avanti, quasi all’altezza delle ginocchia.
Un altro trillo. Questa volta è il telefono.
«Pronto… sì… sì, sono sveglio… adesso… no, adesso… adesso mi preparo… lo so che non possiamo fare tardi… ok… ok, a dopo».
Sbuffa, si alza e sparisce nel bagno. Cinque minuti e ne esce vestito con la tuta bianca d’ordinanza, afferra il badge ed infila a gran velocità la porta.
Quando le ante dell’ascensore scivolano lateralmente, la luce del giorno invade l’angusto spazio. Abbagliato, Lionel esita sulla soglia.
«Allora, porca eva! Sono tre minuti che sto qui sotto ad aspettare!»
Sbattendo ripetutamente le palpebre, Lionel cerca di abituarsi al riverbero delle tute bianche che transitano sul marciapiede «Tre cazzo di minuti, Roy, non trenta…».
«Fossero anche dieci secondi, sono centinaia di opportunità perse. Sei già online?»
«Uh… be’… aspetta che non so se…».
«Un coglione. Non te l’avessi ripetuto un fottio di volte, capirei, ma...».
«Sono online, okay? Ci-so-no».
«Uhm, meglio per te».
Un cinguettio. Un altro e un altro ancora.
«Beeene!» esulta Roy «Di cosa si tratta?»
Lionel socchiude gli occhi e aggrotta le sopracciglia nello sforzo di leggere il messaggio sullo smartphone «Sembra… aspetta…».
«Dai qua, miseria ladra, stamattina mi sembri particolarmente rintronato. Mediapork per te tra venti minuti e io prendo CheAnca invece, che di protesi ne so un po’ di più».
«Forte! ‘Mediapork, della tecnologia non si butta via niente’. Mi piace!»
«Sì, okay. Devi stare alle casse per un’ora e dieci minuti, poi stacchi e hai dodici minuti per andare in Via Lenzi al Frikkea, hai capito bene?»
«Sì, ho capito, ho capito…»
«Questo lo tengo io, così siamo sicuri che non ci perdiamo nessuno dei lavori temporanei e la mattinata la sfanghiamo senza intoppi».
Lionel fissa per un attimo il cielo limpido. Intorno a lui la gente in tuta bianca si muove frenetica, salta sulle bici a noleggio, s’infila nelle metropolitane, monta al volo sulle macchine prenotate via web.
«Roy, ma…»
«Che c’è, mo’?»
«Non hai la sensazione che ci stiamo perdendo qualcosa in tutto questo saltare di qua e di là?»
«Aaaah, ancora ‘sta fantasia?»
«No, è solo che…».
«Lo vedi anche tu che è stata azzerata la disoccupazione, no? Grazie alle App la mattina generi reddito con mobilità orizzontale e verticale, mentre il pomeriggio produci fatturato acquistando prodotti grazie al reddito generato la mattina, metà decisi da te, l’altra metà suggerita dalle App, così che non ci siano diseconomie e potenziali aziende in crisi. Facile no?»
«No, ma quello che intendevo…».
«Basta, ci resta poco tempo. Sei azienda al mattino e cliente il pomeriggio. Altri viceversa, okay? Pronto a partire ‘azienda’?»
«Ma…»
«Via!»
 
Top
Angelo Frascella
view post Posted on 26/6/2014, 22:53




Ciao Marco e bentrovato.

Ho trovato molto gustosa questa visione distopico-satirica del futuro. Ci sono delle frasi da incorniciare, come “Mediapork, della tecnologia non si butta via niente” e quella sulla mobilità orizzontale e verticale. Il tutto riesce a mettere in evidenza l’idiozia della direzione in cui stiamo andando estremizzandola. Il difetto principale è che non c’è una trama vera e propria, ma si tratta di una specie di lungo infodump. D’altra parte, è l’unico modo per raccontare un mondo complesso in poche battute (come era successo a me il mese scorso). Quindi, va bene così.
 
Top
Olorin
view post Posted on 27/6/2014, 10:22




Ciao Angelo.

Sì, il rischio che il lettore si senta soffocato dallo spiegone in questa tipologia di racconti c'è, ma il disappunto (o peggio, la noia) a mio parere si configura quando:

a) quello che viene descritto dall'autore si capiva già nella parte introduttiva, risultando quindi inutile e ridondante;
b) quello che viene descritto dall'autore non è per nulla interessante, né intrigante e quindi del tutto insoddisfacente rispetto al percorso introduttivo che il lettore si è dovuto sorbire;
c) la descrizione dell'autore è sproporzionatamente lunga e complessa rispetto al resto del racconto e dunque avulsa dal contesto narrativo, come una lezione sugli integrali tripli tenuta a Gardaland.

Se a te è rimasta più la sensazione di infodump che altro, si vede che sono finito in un dei punti sopra rappresentati... oppure in un quarto o anche in un quinto di cui non ho tenuto conto! ;)
 
Top
Angelo Frascella
view post Posted on 27/6/2014, 11:01




Ciao Marco.

Più che altro la sensazione (lieve) di Infodump la associo alla necessità di spiegare dei concetti e un mondo al lettore in uno spazio così breve e alla conseguente assenza di trama.
Il racconto si può sintetizzare in "due tipi si incontrano e vanno in cerca di lavori temporanei" e non accade nulla se non un dialogo fra i due per chiarire il mondo al lettore.

Questo però non significa che non mi sia piaciuto, anzi l'ho trovato divertente e penetrante. Il "problema" è intrinseco alla lunghezza limitata che, in presenza di un mondo complicato, costringe a privilegiare l'ambientazione azzerando la trama. Con un po' di respiro in più, il tutto potrebbe diventare più naturale (se, per esempio, i vedessimo i due personaggi arrivare nel posto di lavoro, cambiarlo dopo mezz'ora e poi il pomeriggio andare a spendere i gusdagni e magari incontrare come commesso quello che la mattina era stato cliente, non ci sarebbe più bisogno di far passare queste informazione in un dialogo... ma ovviamente in 3000 caratteri tutto ciò è impossibile ;))
 
Top
Ceranu
view post Posted on 27/6/2014, 19:27




Ciao Marco, piacere di incontrarti ancora.
L'idea delle App è veramente carina, una di quelle che più mi ha colpito. Anche lo sviluppo della storia non ha grossi problemi. Però nella lettura non trovo la frenesia che descrivi, manca un po' di ritmo. È sicuramente un buono spunto per qualcosa di più lungo, ma lascia tante cose sospese. Il nome delle due App è stupendo.
Alla prossima
 
Top
Beppe Roncari
view post Posted on 29/6/2014, 08:53




Ciao @Marco, bentrovato
Bella idea e bel brano, scritto in modo assolutamente non noioso e scontato.
Però anche per me manca almeno una svolta / o un avvenimento / o una conseguenza / o un finale.
Questo mondo deve "fare" qualcosa ai protagonisti, una metafora riconoscibile, se vuoi, una scelta d'autore. Qualcosa alla Philip Dick che di simili mondi distopico ne ha descritti tanti (ricordi le maniglie delle case a gettoni in Ubik?!? Ecco, fino a là narrazione è solo setup del mondo, il racconto, la storia, anche in una frase soltanto, viene dopo).
Qualcosa del tipo (ma devi fare la "tua" scelta, il "tuo" taglio d'autore! non il mio...), per esempio:
- E stamattina che lavoro dobbiamo fare?
- Becchini. - uno sparo. - O, almeno, IO devo fare "l'azienda". TU il cliente.

Capisci cosa intendo dire dicendo che la narrazione dopo il setup può stare anche tutta in una frase?
Ciao! :)
 
Top
Callagan
view post Posted on 29/6/2014, 11:55




:blink: Wow.
Hai riprodotto in chiave contemporanea la schiavitù degli operai delle fabbriche durante la seconda rivoluzione industriale. E il tuo merito sta nel fatto che il tipo di schiavitù che racconti è quello più maledettamente prossimo a noi; mi fai pensare che sia il futuro più logico, naturale, quello che inesorabile ci aspetta dietro l'angolo. Marco, mi hai messo una paura matta in corpo. E' tutto così reale. Cioè la vita frenetica pare propria già delle grandi città, ma le "app" capillarizzano il fenomeno, lo rendono un fenomeno globale.
La schiavitù che hai descritto sembra già aver messo le radici nel nostro mondo... in Italia! Non mi stupirei più di tanto se i futuri interventi sul "tema lavoro" portassero in questa direzione... Cavolo, mi sa che sono già schiavo.
 
Top
Sallow
view post Posted on 29/6/2014, 21:57




Ciao Olorin, piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto, abbastanza originale e, soprattutto, scritto molto bene. C’è una bella padronanza di linguaggio e di struttura narrativa. L’unico neo, visto il livello di quanto appena detto, può essere quel piccolo infodump sul finale. Di per se non stona troppo, ma, mi ripeto, visto il livello di tutto il resto del racconto, risalta troppo, quasi una piccola sbavatura, ma che nell’insieme non influisce negativamente. Forse potresti ovviarla facendo passare Lionel per un novizio al suo primo giorno di lavoro, che non conosce bene le meccaniche di funzionamento e gli vengono fornite le “istruzioni” dell’app. Non so, è la prima cosa che m’è venuta in mente, però per farti un esempio più concreto, il racconto di Maurizio Bertino, Vigilanti di ordine pubblico, ha una situazione uguale alla tua, ma lui evita l’infodump camuffandolo dietro le parole di una conferenza stampa.
Volendo essere pignoli, il tema del contest chiedeva una “nuova schiavitù”. Io qui non vedo schiavitù, ma non voglio aprire un dibattito sul fatto se il lavoro sia o meno una forma di schiavitù, ma, dando per scontato che lo sia, non mi pare qualcosa di nuovo, l’app si limita a formalizzare in un meccanismo ancora più routinizzato di quanto già avviene nella realtà, senza contare gli immensi limiti, e l’impraticabilità di una tale suddivisione del lavoro. Ma, questa non è la sede per parlarne, e il racconto, di suo, funziona ed è gradevole, e forze la schiavitù, più che lavorativa, è quella consumistica. Ma, anche qui, non mi pare nulla di nuovo. Ok, la smetto.
Alla prossima.
 
Top
Olorin
view post Posted on 30/6/2014, 10:03




CITAZIONE (Sallow @ 29/6/2014, 22:57) 
L’unico neo, visto il livello di quanto appena detto, può essere quel piccolo infodump sul finale. ... (omissis)... Forse potresti ovviarla facendo passare Lionel per un novizio al suo primo giorno di lavoro,... (omissis)...

la descrizione delle dinamiche che sottendono al mondo rappresentato nel brano è un dato inevitabile, così per come è strutturato il racconto.
L'escamotage se vuoi è l'ennesima ripetizione ormai a mo' di lezioncina da parte si un esasperato e pragmatico Roy all'amico Lionel, che invece ancora si dibatte nei dubbi e nella sensazione di oppressione della routine in cui si trova coinvolto.

CITAZIONE
Io qui non vedo schiavitù, ma non voglio aprire un dibattito sul fatto se il lavoro sia o meno una forma di schiavitù, ma, dando per scontato che lo sia, non mi pare qualcosa di nuovo, l’app si limita a formalizzare in un meccanismo ancora più routinizzato di quanto già avviene nella realtà, senza contare gli immensi limiti, e l’impraticabilità di una tale suddivisione del lavoro. Ma, questa non è la sede per parlarne, e il racconto, di suo, funziona ed è gradevole, e forze la schiavitù, più che lavorativa, è quella consumistica. Ma, anche qui, non mi pare nulla di nuovo. Ok, la smetto.
Alla prossima.

La schiavitù che rappresento è quella della persona nei confronti del 'meccanismo consumistico', vissuto a quel punto come un obbligo per la sopravvivenza, tanto da svuotare di ogni aspirazione e creatività i due termini dell'equazione lavoro=consumo.
Un concetto estremizzato simile a quello espresso dall'equazione cibo=carburante, tale per cui in un futuro impossibile ci nutriremmo solo di pillole e succhi vitaminici...

Salus.
 
Top
simolimo
view post Posted on 30/6/2014, 13:46




uella Marco :) sapevo ci saresti stato... non era martedì :P bene, vediamo se pur apprezzando il tuo pezzo riuscirai a finire in cima alla classifica!

bello. parto con bello. si legge in una frazione di secondo, fila velocissimo fino alla fine e... niente, dal punto di vista stilistico non ho assolutamente nulla da dirti! in effetti non ho neppure nulla da dirti per il tema, una distopia di quella che è la realtà di oggi ma vista in chiave quasi comica, in una gag che mentre dà da riflettere, riesce a strappare un sorriso. pensi però che non abbia dei consigli da darti? sbagli! ahah! :P
innanzitutto non ho mai apprezzato l'utilizzo del dialogo come escamotage per "spiegare" qualcosa... ora, ok, non sempre lo spiegare in un dialogo è sbagliato o fastidioso, ma nel tuo caso ho percepito (parlo ovviamente solo per me) che alcune frasi fossero messe lì per il lettore e non per il protagonista. mi spiego: se tu vivi in un contesto distopico come quello che hai descritto non devi spiegare ai tuoi concittadini che vivono la tua stessa contemporaneità e situazione cosa accade o cosa devono fare, no? massimo ci fai una battuta, ma non una spiegazione... da qui il fastidio... che, però, non inficia la gradevolezza del racconto.
un altro aspetto che mi ha un po' colpita è la poca attinenza al tema... di nuovo nella tua schiavitù non vedo nulla... sia essa rivolta al lavoro flessibile, sia essa la stretta corrispondenza tra reddito/consumo o la dipendenza dalle App e dai cellulari... ahahah! le trovo tutte schiavitù reali…
ciò nonostante, ripeto, non me ne può fregare di meno perché il pezzo è forte!
ciao ciao e alla prossima! ^_^
 
Top
Olorin
view post Posted on 30/6/2014, 16:04




CITAZIONE (Beppe Roncari @ 29/6/2014, 09:53) 
- E stamattina che lavoro dobbiamo fare?
- Becchini. - uno sparo. - O, almeno, IO devo fare "l'azienda". TU il cliente.

Capisci cosa intendo dire dicendo che la narrazione dopo il setup può stare anche tutta in una frase?
Ciao! :)

Bella! :D
Non ci avevo pensato a un finale 'col botto'.
Evidentemente... sto perdendo colpi! :D :D :D
 
Top
strellima
view post Posted on 1/7/2014, 21:13




Ciao Marco, non ricordo se ci siamo mai incontrati da queste parti, in ogni caso è un piacere :)
Del tuo brano ho apprezzato sicuramente l'idea, che senza fatica posso ricondurre al tema di questo contest. La schiavitù c'è, perché il ruolo sociale è incasellato e contrario alla volontà dell'interessato (esattamente come lo era un tempo lo status sociale di schiavo), ed è nuova perché porta alle estreme conseguenze quella che attualmente è solo una tendenza sociale.
Venendo ai difetti del brano, credo che abbia usato i dialoghi – in maniera non troppo sottile – per lanciare le informazioni necessarie a delineare la tua idea. Si tratta di un difetto particolarmente evidente nelle battute finali:

«Lo vedi anche tu che è stata azzerata la disoccupazione, no? Grazie alle App la mattina generi reddito con mobilità orizzontale e verticale, mentre il pomeriggio produci fatturato acquistando prodotti grazie al reddito generato la mattina, metà decisi da te, l’altra metà suggerita dalle App, così che non ci siano diseconomie e potenziali aziende in crisi. Facile no?»
«No, ma quello che intendevo…».
«Basta, ci resta poco tempo. Sei azienda al mattino e cliente il pomeriggio. Altri viceversa, okay? Pronto a partire ‘azienda’?»

Avresti potuto distribuire meglio durante tutto il corso del brano il flusso di informazioni, che in questo modo arrivano al lettore in maniera un po' “violenta” e poco credibile. Certo, la mancanza di tempo e il fatto che le battute a disposizione fossero limitate non ha giocato a tuo favore, ma in fondo la sfida è proprio questa, no? :)
A rileggerti presto, un saluto!
Alessandra
 
Top
Il Carnefice
view post Posted on 2/7/2014, 15:06




Ciao Olorin,

Il racconto si legge velocemente. Ha però anche un grosso difetto, quello di non rappresentare un racconto vero e proprio ma più che altro una “vignette” illustrata con i dialoghi. I dialoghi a loro volta sono troppo nozionistici e confinano con l'infodump, cosa non buona specialmente in un racconto di così poche battute. Ottimo però il ritmo che fa guadagnare qualche posizione al racconto in classifica.
 
Top
Raffaele Marra
view post Posted on 2/7/2014, 23:06




La cosa che ho apprezzato di più è l’idea di fondo, questa intelligente critica ad una schiavitù che a ben vedere sta già configurandosi nella nostra società. Mi piace l’ironia che permea il racconto che, a ben vedere, ha il sapore di un sarcasmo dal retrogusto amaro. Insomma, hai dipinto un gran bel panorama, credibile, affascinante, originale, futurista e ciononostante attuale. Dal punto di vista narrativo manca forse qualcosa, una svolta inattesa o, semplicemente, una chiusura un po’ più “eclatante”, ma può anche darsi che siamo nel campo del gusto soggettivo. Infine lo stile: efficace, funzionale alla narrazione, asciutto e intelligente nella scelta dei nomi e nella definizione delle frasi più ironiche.
 
Top
Peter7413
view post Posted on 3/7/2014, 11:32




Il lavoro precario e choosy portato alla sua massima espressione grazie all'utilizzo della tecnologia. Non credo sia così facile risolvere il problema, ma la prospettiva mostrata è interessante e ben tratteggiata. I dialoghi sono buoni, mi ha fatto un minimo di attrito solo l'esaltazione di Lionel, fino a quel momento stanco e distaccato, su "Mediapork". Un lavoro senz'altro buono con una nuova schiavitù (vincolata al sistema) che mi è parsa originale e intrigante.
 
Top
14 replies since 25/6/2014, 22:43   154 views
  Share