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STORIA MUTA, Raffaele Marra

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Raffaele Marra
view post Posted on 18/9/2014, 23:32




STORIA MUTA
(di Raffaele Marra)


A volte, aprendo una porta, mi chiedo se dietro di essa si celi il mio destino.
Mi chiamo Lucio, e se alzo gli occhi vedo, a pochi passi da me, la porta dei miei incubi. Tremo, respiro a fatica, sento le orecchie tuonare.
E prego, con parole silenziose che sfuggono tenui tra i denti stretti.
La porta è ancora chiusa, ma presto la vedrò scorrere, aprirsi a vita come un fiore a primavera, quanto basta per vomitare ai miei piedi tutta la morte dell’inverno.
Mi faccio coraggio, chiudo i pugni fino al dolore, ingoio un rivolo amaro di saliva, stringo gli occhi nella polvere.
Un rumore cupo, legno su legno, schiocco che gela le viscere. E d’improvviso la gente si ammutolisce, sedotta dall’orrore a venire, bramosa di plateali empietà.
Sento crescere il frastuono dei cuori dei miei fratelli, li vedo vibrare, muti e inermi, eppure fieri e decisi.
La porta si muove, lentamente, scorrendo verso l’alto. Stridio di funi, ruggine e polvere.
Ora ritorna il vociare. Sono mille e mille, tutti intorno a noi. Siedono sugli spalti, mangiano, bevono, cantano, bestemmiano, e invocano sangue su sangue.
La porta è bloccata, non sale. Sotto di essa non resta che un sottile spiraglio da cui il ruggito dei leoni penetra nefasto nell’arena come il vento del nord.
Il pubblico protesta, il boato cresce al pari dell’ira dei soldati e, Dio ci perdoni, della nostra speranza.
Il mio destino è una belva inferocita che si dimena al di là di una porta inceppata che una mezza dozzina di soldati tenta invano di sbloccare. Qualcuno, in alto, ride sbeffeggiando la proverbiale efficienza di Roma. Poi la folla si ammutolisce, i soldati si voltano abbandonando i loro goffi tentativi. Persino i leoni paiono chetarsi.
Mi volto, insieme ai fratelli convertiti.
Egli è lì, in piedi, le braccia tese in avanti a sorreggere il mondo o ad affossarlo nella grettezza potente di un Impero. Fissa gli occhi nei miei, per un attimo, poi si muove.
La gente esulta, gode di quel che sarà, accompagna i suoi passi sbavando eccitata. L’arena trema come al passaggio di un dio o di un’orda di barbari.
Egli è giù, pesta la stessa sabbia che punge i miei piedi nudi, sente l’odore del sudore, l’alito caldo delle belve ancora digiune. Venti soldati lo seguono in formazione, scrutano i nostri corpi deboli, leggono le intenzioni, guardano i petti dove affonderanno le spade. I suoi occhi azzurri, privi di emozione, si posano nuovamente nei miei. Dicono che ami discernere sul destino, che componga poemi, che dialoghi con le stelle, che avverta i pensieri degli uomini. È forse questo il motivo per cui, tra dieci Cristiani, ha scelto proprio me.
La folla applaude mentre tende una mano a destra che qualcuno, prontamente, riempie con il manico di una spada.
È il momento. La porta dei leoni, per oggi, non sarà aperta. Ma sarà Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, imperatore di Roma, a tagliare con lama il filo della mia esistenza. Abbozza un sorriso finto sotto la barba rossiccia, un ghigno animale che seduce la folla e stritola il mio cuore. Ora tende la punta del gladio verso il mio collo. Lo stesso fanno gli altri soldati verso i miei fratelli.
Sarà il primo.
Sarò il primo.
Accade tutto in un istante fuori dal tempo, un solo, fulmineo movimento. Afferro il suo polso, lo giro frantumandolo, lo premo in avanti affondando la lama nella preziosa carne dell’imperatore.
La folla torna muta, gelata in un destino che non è il mio né quello del mondo.
Ora sono steso sulla sabbia, colpito non so da chi, senza forze, con un sapore dolciastro nella gola. Intorno a me la cortina di soldati è pronta a fare strazio di quel che resta del mio transito terrestre.
Il corpo senza vita dell’imperatore è trascinato via frettolosamente.
I miei fratelli pregano a voce alta: sono donne, anziani, bambini. Sono loro il destino del mondo.
Roma avrà a breve un nuovo Nerone; dicono che ci siano almeno dieci sosia pronti a sostituirlo. Nessuno saprà della sua morte, nessuno oserà narrarne la sconfitta. Quello che è accaduto oggi sarà taciuto per sempre. Le spade dei Romani si tingeranno oggi del nostro sangue, e si dirà che i leoni hanno avuto il loro pasto.
Nessuno racconterà mai di una porta scorrevole che non si aprì.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 19/9/2014, 23:47




Apprezzo l’idea di fondo della storia: il Cristiano salvato dal Leone da una porta inceppata e Nerone che scende nell’Arena per ucciderlo, ma ne rimane ucciso, ma tutto questo non passerà alla storia perché Nerone sarà sostituito da un sosia. Ma, a parte un paio di problemini di coerenza (il cristiano, da quello che raccontano le cronache, avrebbe preferito farsi uccidere che ammazzare lui stesso. E poi come si fa a tener nascosta la morte di Nerone con tutti quegli spettatori?), il problema principale è che la storia è affogata in uno stile barocco ed eccessivo. Non dico che si debba sempre scrivere in maniera lineare, ma quando ripetizioni, aggettivi e figure retoriche inghiottono personaggi, ambientazione ed emozioni, anziché esaltarle, io credo che il testo vada un po’ asciugato, cercando il giusto mezzo fra effetto stilistico e narrazione.

A rileggerci
Angelo
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 20/9/2014, 12:19




Angelo, grazie per aver letto e commentato il mio racconto.
I problemi di coerenza che individui ci sono, effettivamente. Io li giustifico con il titolo "Storia Muta" che sta a sottolineare che ciò che conosciamo della storia è solo ciò che, al netto delle cose taciute, ci è stato tramandato volutamente. Quindi, ad esempio, il racconto può lasciar intendere che magari i Cristiani non erano davvero totalmente disposti a perire senza reagire, almeno non tutti: può darsi che il protagonista del mio racconto sia stato un tantino diverso da ciò che la storia, in maniera generalistica, racconta. Lo stesso dicasi per la morte di Nerone: magari qualcuno dei presenti può aver raccontato tutto, ma la vera storia narrata e trasferita nei secoli è stata sempre filtrata dai grandi e mai dalle voci di popolo. Comunque mi rendo conto che il racconto possa risultare un tantino "azzardato"; del resto era mia volontà tentare di stupire con qualcosa di assolutamente inatteso che andasse al di là delle solite porte in vetro o del fatto che il destino cambi in base ad una minima variazione degli eventi.
Per quanto riguarda lo stile, si tratta di una mia scelta: volevo rendere il tutto un po' più "aulico", nel tentativo di ricreare la prosa delle versioni greche e latine che traducevo al Liceo.
A risentirci.
 
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ilma197
view post Posted on 20/9/2014, 21:34




Mi è piaciuta l'idea e il modo in cui hai inserito il tema; l'idea della porta dei leoni che si inceppa dà un tocco di realismo e di originalità al racconto. Ben resa, anche se in poco spazio, la figura di Nerone. Avevo letto/sentito da qualche parte che in realtà i leoni che sbranavano la gente non erano spettacoli che attirassero molto pubblico, gli spettatori preferivano lotte tra gladiatori e cose simili, ma questo è un dettaglio marginale. Meno marginale il fatto che è parecchio inverosimile che l'uccisione di un imperatore davanti a così tanti testimoni possa essere stato del tutto cancellato dalla storia (ufficiale e non). Forse sarebbe stato meglio presentare tutto come una storia alternativa, invece che taciuta.
 
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sgerwk
view post Posted on 21/9/2014, 17:06




La storia c'è, la porta (quasi) scorrevole anche, però credo che il modo in cui la narrazione è portata avanti penalizzi la lettura. Secondo me, le prime righe di un racconto già dovrebbero chiarire la scena o al limite qualche aspetto del personaggio narrante che possa risultare molto interessante. in questo racconto non ho avuto questa impressione: i primi paragrafi danno poche indicazioni su dove il protagonista si trovi o stia succedendo. Dopo si capisce, un po' per volta, ma mi è rimasta sempre una impressione di vaghezza, anche nel momento cruciale in cui il cristiano uccide Nerone. Fra l'altro, non è chiaro come lui riesca a frantumare il polso dell'imperatore con così apparente facilità.
 
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ioreth
view post Posted on 22/9/2014, 09:34




Ciao,

A dire la vera verità io non ho capito, ma senza dubbio sarà perché sono alle prime armi: la porta si socchiude fin qui tutto bene, da un lato ci sono i condannati dal''altro i leoni e la folla i soldati forse sono un po' di qui e un po' di la dalla porta, va bene, ma se la porta si socchiude Nerone da dove arriva? Leggendo sembra che compaia quasi dal nulla, non riesco a collocarlo nello spazio.

La scrittura poi la trovo un po' troppo elaborata per tenere il lettore attaccato al racconto.

Una buona idea da rendere magari in modo più scorrrevole e tenendo conto che io lettore devo capire dove e come si svolge l'azione.
 
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Ceranu
view post Posted on 22/9/2014, 16:52




STORIA MUTA, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, e ben trovato.
L'idea è interessante, e anche lo stile con cui lo presenti. Nel complesso è un bel pezzo, un bell'azzardo. Ma ci sono un paio di punti che non mi convincono.
Da come ce li raccontano, i primi cristiani credevano in maniera invasata in Cristo. Il protagonista invece non sembra uno di questi, ma forse è per questo che Nerone lo sceglie. Non so.
Poi c'è l'inizio. A volte, aprendo una porta, mi chiedo se dietro di essa si celi il mio destino.
La trovo troppo fatalista per un cristiano.
La fine è un po' forzata, secondo me per renderla più realistica avresti dovuto sottolineare la mole del protagonista, che immagino fosse un energumeno.
Resta un buon lavoro.
Ciao e alla prossima.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 22/9/2014, 21:49




Riguardo allo stile del mio racconto che è definito "barocco". Credo che la definizione calzi bene, ma non lo prendo necessariamente come un difetto. Il barocco, inteso come periodo artistico, mirava a trasmettere un messaggio (cristiano) attraverso effetti di "stupore" che venivano costantemente ricercati nelle opere dell'epoca. Il mio racconto, a ben vedere, mira proprio ad ottenere un effetto di stupore nel lettore. Sia chiaro: è una mia scelta precisa quella di lasciare per un po' il lettore nel dubbio sul "chi", "quando" e "dove" della mia storia. Appartiene al mio gusto personale che coltivo nelle storie che scrivo (potrete ritrovare lo stesso "difetto" in quasi tutti gli altri racconti dei mesi scorsi) e che leggo (i racconti di Jeffery Deaver sono tutti "a sorpresa", con ambientazioni, personaggi ed eventi assolutamente inimmaginabili nelle prime righe, e lo stesso vale per molte novelle di Pirandello). Il lessico un po' diverso dal solito era un tentativo di differenziare lo stile per dare il senso di una storia dal sapore "epico". In questo, lo ammetto, mi sono fatto suggestionare un po' dalla voce narrante del film "300" o dalle musiche di Hans Zimmer e dalla fotografia che impreziosiscono il film "Il gladiatore". Insomma, si tratta di scelte, come dicevo, forse azzardate, forse sbagliate, ma comunque legittime.
 
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Ceranu
view post Posted on 24/9/2014, 22:12




Scusate ma non capisco. Ci siamo sempre lamentati della banalità dei racconti, poi quando ne arriva uno diverso lo demoliamo.
Non me ne voglia nessuno, ma in questa edizione ho letto originalità solo in due o tre racconti. e questo è sicuramente uno di essi. Vuoi per la tecnica di scrittura usata, vuoi per l'argomento, vuoi anche per la semplice scelta di essere una "Storia muta".
Eppure preferiamo premiare altro piuttosto che un lavoro "diverso" dai nostri canoni.
Scusami tanto Raffaele se ti "uso" per una mia polemica, ma stasera va così :P
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/9/2014, 10:56




Ciao @Raffaele, ben ritrovato! :)
Che caso! Avevo pensato a un incipit con una porta scorrevole nell’antica Roma anch’io come primo approccio al tema “sliding doors”, ma poi l’avevo scartata. La mia porta era a Pompei e tutti prendevano in giro il patrizio che si era fatto installare quella bizzarra struttura (peraltro ritrovata negli scavi): a che gli serviva una porta scorrevole, con il caldo che fa in Campania? Mica doveva aspettarsi metri di neve a bloccargli la porta… Ecco, l’idea era che ridevano meno quando lui riusciva ad aprire la porta e a fuggire quando erano tonnellate di lapilli condensati provenienti dal Vesuvio a impedire di aprire le porte, non la neve… Comunque, quest’idea l’ho abbandonata. E perché? Tutto questo per dire che mi pareva debole fondare il racconto su un dettaglio legato a una porta scorrevole.
Il tuo racconto è piacevole e ben scritto, fa emozionare e immedesimare, ma la porta scorrevole incastrata è solo un dettaglio molto marginale. Un pretesto. La tua storia parla d’altro, di un episodio che non è passato alla storia, ma non è poi una storia alternativa alla “Sliding Doors”. È, per l’appunto, una storia “taciuta”.
Per il resto OK sul fatto che non tutti i cristiani fossero così disposti a morire passivamente, OK che ci fossero i sosia di Nerone, OK tutto. Un po’ troppo veloce, forse, il ribaltamento di ritmo del capovolgimento finale che è anche nel capovolgimento del polso rotto dell’imperatore.
Però per me sei andato un po’ fuori tema… ciao! ^___^
 
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Olorin
view post Posted on 25/9/2014, 14:30




Mi è piaciuta questa visione fantasy/storica degli eventi accaduti nella Roma antica. La vicenda è interessante e il punto di vista coinvolgente. La pecca che posso trovare è che lo stile molto ricercato, in alcune sfumature perda un po’ di quota, là dove la ‘lirica’ cede il passo alla prolissità, che non è la stessa cosa. A mio parere è esagerato il passaggio in cui il protagonista frantuma il polso di Nerone e desta un po’ il lettore dal processo di immedesimazione. Sono abbastanza certo che a valle di una decina di riletture avresti potuto migliorarlo ancora di più tecnicamente, ma considerando il tempo e il ‘clima’ di MC, credo che tu abbia raccolto - e almeno pareggiato con merito - una sfida molto difficile.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 25/9/2014, 21:00




Beppe Roncari, non ci crederai, ma anch'io, sulle prime, ho pensato a Pompei. Il nesso era questo: spettacolo di leoni che divoreranno i cristiani, la porta non si apre, si perde un sacco di tempo, nel frattempo erutta o' Vesuvio, tutti morti, compresi i Romani. Ovviamente ho declinato, sia perchè non volevo riproporre il tema del film Sliding Doors secondo cui da una porta scorrevole dipenda il destino di una vita (nel mio racconto vero ho spesso posto l'interrogativo e volutamente ho lasciato che i cristiani morissero lo stesso, nonostante l'inceppamento della porta), sia perchè mi sembrava un tantino tragicomico come racconto.

CITAZIONE (Olorin @ 25/9/2014, 15:30) 
Mi è piaciuta questa visione fantasy/storica degli eventi accaduti nella Roma antica. La vicenda è interessante e il punto di vista coinvolgente. La pecca che posso trovare è che lo stile molto ricercato, in alcune sfumature perda un po’ di quota, là dove la ‘lirica’ cede il passo alla prolissità, che non è la stessa cosa. A mio parere è esagerato il passaggio in cui il protagonista frantuma il polso di Nerone e desta un po’ il lettore dal processo di immedesimazione. Sono abbastanza certo che a valle di una decina di riletture avresti potuto migliorarlo ancora di più tecnicamente, ma considerando il tempo e il ‘clima’ di MC, credo che tu abbia raccolto - e almeno pareggiato con merito - una sfida molto difficile.

Hai ragione sul polso dell'imperatore. E' stato uno dei pochi passaggi (per colpa del tempo) su cui mi sono fermato qualche minuto in più chiedendomi se lasciarlo o toglierlo. Ho scelto di tenerlo perché mi risultava consono all'atmosfera volutamente eccessiva, al tono magniloquente (che però, come giustamente sottolinei, in alcuni punti sfocia nella prolissità). Diciamo che il grosso difetto stilistico del mio racconto è dovuto al fatto che mi sono lasciato ispirare più dal cinema (300, Sincity, Kill Bill, Il buono il brutto il cattivo) che dalla letteratura, rischiando grosso di sfociare, a volte, in una eccessiva teatralità.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 29/9/2014, 00:00




Una grande proprietà di linguaggio al servizio di un racconto ben gestito, in tema, anche originale nella sua declinazione. Il contesto, i personaggi, la folla, le belve stesse, tutto è ben evidente nella mente del lettore che non fatica a immergercisi grazie a pennellate sempre precise e concise da parte dell'autore. Poco altro da aggiungere.
 
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12 replies since 18/9/2014, 23:32   127 views
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