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Hariel ama il vento, di Raffaele Marra

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Raffaele Marra
view post Posted on 6/10/2014, 22:53




Hariel ama il vento
di Raffaele Marra

Hariel ama il vento, e nelle notti d’inverno vorrebbe sentirne la carezza sulla pelle.
E vorrebbe perdere il respiro nel fiato impetuoso della tempesta, sentire il petto gonfiarsi fino al punto di esplodere, solo per poi aprire la bocca all’ultimo istante e tornare a vivere in un sospiro meraviglioso.
In una notte come questa, Hariel ama guardare la città che vibra al freddo come una foresta muta, addormentata in un’attesa che sa di timore. E vorrebbe provarlo, quel timore. Vorrebbe tremare, accendere un fuoco per non morire di freddo, sfregare mano su mano per produrre calore.
E vorrebbe avere una donna con cui condividerlo, quel calore, un corpo da desiderare, in cui abbandonare il proprio affinché ella lo consoli, lo curi, lo sazi. Vorrebbe avere una voce per intonare uno struggente blues che canti la libertà, piedi veloci per gareggiare con i treni che attraversano il mondo, braccia possenti per potersi tuffare nel mare, diventare acqua nell’acqua e osservare il cielo attraverso le onde.
Hariel vorrebbe riuscire a ridere per la camminata buffa di Charlie Chaplin e vorrebbe saper piangere leggendo Neruda, seguire con un dito le linee inquiete di Jackson Pollock e spingere al massimo dei giri una Porche Carrera Cabriolet.
Guarda i tetti, Hariel, e le antenne che ondeggiano fino a piegarsi. E sente i tenui, inutili sussurri dei taxi, dei tram notturni, delle poche auto ancora in moto.
E, curioso, guarda quell’uomo sul cornicione.

Giona è un uomo e, in questa notte di tempesta, vorrebbe morire.
È come se quei deboli frammenti di vita a cui, a fatica, si è sempre aggrappato, fossero volati via come foglie in autunno. Il lavoro, la famiglia, la casa, tutto va dissolvendosi in questi mesi di caduta, in questo tempo che non attende tempo.
Giona è fermo sul cornicione del condominio in cui vive, aggrappato ad una persiana che scricchiola al vento, il respiro muto nella costruzione di una decisione che tarda a venire. Il mondo, laggiù, lo attende indifferente, solitario, freddo. Il volo è seducente ma dannatamente difficile da intraprendere.
Guarda per un attimo il cielo, forse senza motivo.
Forse.
Sente la carezza del vento sulla pelle. Trattiene il respiro, sente il petto gonfiarsi fino al punto di esplodere, quindi apre la bocca all’ultimo istante e torna a vivere in un sospiro meraviglioso. Trema, Giona, ma pensa a una donna che proverà a riscaldare.
Improvvisamente sorride, e intona nel vento uno struggente blues che canta la libertà.
Infine, sentendo il cuore battere di una vita che non volerà via nel vento, torna lento all’interno del palazzo.

Hariel ama il vento e, nelle notti d’inverno, sa che i suoi desideri volano via tra le antenne.
A volte capita che qualcuno, inspiegabilmente, li capti.
Egli è pura intelligenza, leggera, incorporea. Niente che il vento, o il freddo, o il caldo, o l’acqua, o il fuoco possa violare.
È un angelo e, quando c’è la tempesta, quando la differenza tra il mondo degli Umani e il suo mondo pare ispessirsi come onde burrascose alla riva, vorrebbe provare, almeno una volta, a vivere.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 7/10/2014, 22:12




Bello, Raffaele!
Mi hai fatto rabbrividire come se quel vento ora soffiasse su di me.
Il nome di Hariel avrebbe dovuto suggerirmi la natura, ma, anche se, all'inizio, non hoc capito che si trattava di un angelo, quell'anelito di vita e quel desiderio struggente contrapposto con la cupezza dello stato d'animo di Giona, il cui nome è segno delle prove a cui di certo l'ha sottoposto la vita, trasmette un emozione fortissima. Il sottile legame che si crea fra i due e il finale completano il quadro. Il tuo stile inconfondibile, in un racconto così giocato sull'evocazione di stati d'animo più che su trama e ambientazione è semplicemente perfetto (e anche invidiabile direi).
Ottimo racconto.
 
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Ceranu
view post Posted on 8/10/2014, 07:51




Ciao Raffaele.
Il racconto è molto delicato, aggraziato nella forma e nel contenuto. Alcune immagini sono molto belle, alcuni sentimenti escono nitidi. Hariel è ben caratterizzato, ma Giona no. Lui è solo il mezzo che usi per descrivere lo stato d'animo dell'angelo. Poco male, la resa è comunque buona. Sono molto indeciso, effettivamente non ho nulla da ridire su tutta la storia, eppure manca qualcosa. Nel leggerlo, ho avuto l'impressione che questo fosse l'incipit per una vera storia. Perché Hariel si è avvicinato così tanto al mondo da influenzare gli uomini con i propri sentimenti? Perché non è soddisfatto della propria esistenza? È un angelo con sentimenti terreni, perché?
A fine lettura, sono molte più le domande che le risposte.
È comunque un racconto molto bello, ma fossi in te lavorerei sulla storia, a mio parere può venir fuori qualcosa di particolare.
Ciao e alla prossima.
 
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L.Filippo
view post Posted on 8/10/2014, 18:01




Ciao Raffaele,
devo dire che il racconto è ben scritto e in certi passaggi c'è una cura che raramente si trova in un concorso a tempo. Quindi non ho da farti notare nulla sulla forma. Il genere però, non rientrando tra i miei preferiti, ha fatto sì che il racconto, seppur stilisticamente valido, non abbia fatto vibrare nessuna corda dentro di me. Forse tra le tue righe c'è fin troppa poesia, tatto e delicatezza perché la storia mi scuota o mi turbi. E' scivolata bene, l'ho letta d'un fiato, ma quando è finita non ho sentito nessun brivido perché forse il personaggio di Hariel, più adatto a un romanzo che a un racconto breve, dovrebbe essere approfondito. Fatto sta che rimane un'ottima prova e dimostra che padroneggi la scrittura nelle sue diverse forme. Buona serata e a presto!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 9/10/2014, 12:08




Ciao Raffaele, ben ritrovato :)
Il racconto è delicato e rifinito.
Segnalo un paio di cose, poi continuo dopo, perché mi hanno chiamato di fretta!
Ciao!
Refuso: "PorSche" e non "Porche". :)
Una "d" eufonica che non serve "aggrappato aD una persiana".
 
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rehel
view post Posted on 10/10/2014, 17:25




Non c’ero arrivato subito: Hari-el, col suffisso el che significa in ebraico – di Dio, così come termina il nome di parecchi angeli.
E così ero pronto a criticarti per quel tono alto e un po’ enfatico col quale avevi incominciato la narrazione. In particolare mi “puzzava” quella frase: affinché ella lo consoli. Temevo il classico racconto di chi crede di fare poesia e prosa utilizzando una dose esagerata di steroidi letterari.
Poi subentra un altro personaggio. La situazione e il tono cambiano.
E poi il finale, perfettamente coerente. Lì si capisce tutto e ci sta che un angelo possa esprimersi in un tono e un linguaggio superati.
Buona idea! La traccia è rispettata. Non male il salvataggio (involontario) da parte dell’influsso angelico.
A proposito, anche tu possiedi il nome di un angelo: Rafa-el.
P.S.
Anche il mio nick… Reh-el
<_<

Edited by rehel - 10/10/2014, 19:04
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 12/10/2014, 17:28




Ciao Raffaele, rieccomi.
Non ho appunti particolari al tuo brano che mi è piaciuto.
L’unico che posso descrivere come un difetto è lo spiegone finale, che non aggiunge niente: “È un angelo”. Non serve dircelo.
Forse poi la storia non è originalissima, perché l’idea degli angeli che invidiamo la fisicità e la vita dei mortali è un tema antichissimo, declinato in tantissimi modi.
 
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Olorin
view post Posted on 13/10/2014, 10:49




Interpretazione semplice, ma molto poetica. L’impressione che mi ha dato è quella di trovarmi di fronte a un brano buono un po’ per tutte le stagioni, in cui sono dovuto tornare a rileggere dove e come fosse stata declinata la notte buia e tempestosa per essere sicuro che il racconto fosse in tema. L’equilibrio nel complesso mi pare vagamente sproporzionato a favore delle considerazioni interiori di Hariel, mentre la vicenda dell’uomo sul cornicione è lasciata molto all’intuizione del lettore. Forse un’alternanza dei due soggetti, oppure qualche altra soluzione strutturale, avrebbe conferito maggiore armonia al brano, che comunque risulta gradevole da leggere. Omettere le ultime righe di rivelazione, non sarebbe stato 'peccato'.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 13/10/2014, 11:31




Ocio, il commento era per il racconto "Hariel ama il vento".
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 17/10/2014, 13:05




Un racconto in cui riesci a ottimizzare il tuo stile e metterlo al servizio, di una storia, più giusto dire di un singolo momento, per farlo deflagrare nella mente del lettore. Forse potresti asciugarlo ancora un po' di più per ottenere un effetto ancora più forte. Bravo, bel lavoro, continua su questa strada, stai migliorando di mese in mese, complimenti.
 
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9 replies since 6/10/2014, 22:53   104 views
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