Nero Cafè Forum

Singolar tenzone, di Marco Fronzoni

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Olorin
view post Posted on 6/10/2014, 23:53




Balok soppesò la spada nella mano, lo sguardo fisso in quello dell’avversario. La Luna cominciava a velarsi di grigio, gettando placidi laghi d’ombra sul campo di battaglia. Non restava più molto tempo prima che sopra di loro giungesse la tempesta e con essa un’oscurità impenetrabile, che avrebbe mutato definitivamente le sorti del duello.

«Mamma, non si sveglia più papà?» chiese con voce lieve la piccola Anna.
Giulia guardava suo marito, esausto dopo due anni di lotta contro il cancro e ormai immobile nel letto d'ospedale.
«Zitta Anna!» intervenne sua sorella maggiore, Lucia «Non vedi che papà sta riposando?». Anna strizzò gli occhi. Lucia si risistemò imbarazzata sulla sedia. Il silenzio fluì nuovamente nella stanza, come un’onda di marea che torni a bagnare la spiaggia.
Lucia allora avvicinò la testa alla spalla della madre «Sta riposando papà, vero?»

Balok ruppe gli indugi e si lanciò sul nemico; fintò un attacco frontale e scivolò intorno al tentativo di parata. Intravide il fianco indifeso e nella testa gli nacque l’immagine della sua spada che squarciava la cotta di maglia e penetrava nella carne, spaccando le costole e facendosi strada nelle viscere.
Il clangore del metallo sul metallo diede voce all’insostenibile frustrazione, illuminata per un istante da una doccia di scintille azzurre. La Luna languiva in un cielo plumbeo.


La porta si aprì ed entrò un uomo in camice bianco. L’espressione disillusa del suo volto strideva con l’evidente giovane età. «Come va, signora? La morfina è sufficiente?»
«Mamma…?»
Giulia parve destarsi da un sonno profondo «Co… come ha detto, scusi?»
«Le domandavo se suo marito mostrava segni di sofferenza».
Giulia si voltò verso il capezzale, quasi lo vedesse per la prima volta. «No».
«Il nostro papà sta bene, ora!» cinguettò Anna «Vedi? Non piange più».
Il medico le accarezzò dolcemente la testa.

Nuvole livide si erano divorate tutto il cielo e pioveva.
«Bastardo!» gridò Balok all’indirizzo del suo avversario, consapevole dell’inutilità di quel gesto. Scattò con l’arma protesa in avanti. Quante volte l’aveva già fatto, quanti assalti aveva portato nel corso di quei duecento anni. In qualche frangente gli era pure sembrato di poter sopraffare il nemico, ma questi si rialzava e si rialzava e di rialzava ancora. Si rialzava sempre. Balok guardò affievolirsi gli ultimi aloni di luce.
«Non ce la faccio più. Mi dispiace.»
L’ultimo lampo illuminò la radura.


Anna stringeva nella piccola mano un lembo del camice del dottore che ora auscultava il petto del suo papà.
«Purtroppo…».
Giulia ebbe un sussulto. Un fiotto di disperazione le invase il volto, ma lo ricacciò nel petto da dove era venuto «Forza bimbe, salutate il papà».
S’udì un tuono.
«Il temporale» disse Lucia, guardando la vetrata che si imperlava di gocce «A papà piacevano un sacco»

Buio. Lo scroscio della pioggia e l’ululato del vento. Bolak giace riverso al suolo e forse vede. Vede una regina e due principesse luccicanti di magia. Camminano tenendosi tutt’e tre per mano, incuranti del buio e della tempesta che le sferza. Può sentire l’amore della madre per le figlie e la piccola Anna che stretta in un abbraccio domanda «Lucia, mi racconti una delle fiabe della buonanotte del papà?»
E Lucia che con voce tremante, comincia «Era una notte buia e tempestosa…»
“Maledetta notte buia e tempestosa”, pensa lui.
 
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Ceranu
view post Posted on 7/10/2014, 19:51




Ciao Marco, felice di incontrarti ancora.
Dall'ultima volta hai cambiato completamente genere, e ammetto che così mi piaci di più.
Nel tuo racconto tocchi argomenti molto commoventi. Le bambine che assistono il padre morente, la madre che deve fingere forza e il padre che lotta contro un nemico troppo forte (in questo mi hai ricordato Dragon, la vera storia di Bruce Lee, e a me è piaciuto molto). Tutto questo mi piace. Ma avrei cercato di invertire gli ultimi due paragrafi. L'uomo muore nel penultimo, mentre nell'ultimo vede la sua famiglia andarsene. Non ho nemmeno capito il passaggio dal passato remoto al presente. A questo punto potevi fare tutta la parte nella mente del padre al presente.
Nel complesso un ottima prova. Complimenti!
 
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Olorin
view post Posted on 8/10/2014, 09:51




CITAZIONE (Ceranu @ 7/10/2014, 20:51) 
... Ma avrei cercato di invertire gli ultimi due paragrafi. L'uomo muore nel penultimo, mentre nell'ultimo vede la sua famiglia andarsene. Non ho nemmeno capito il passaggio dal passato remoto al presente. A questo punto potevi fare tutta la parte nella mente del padre al presente.
Nel complesso un ottima prova. Complimenti!

Ciao Francesco. Ogni tanto - o meglio sarebbe dire 'tantissimo'! ;) - mi costringo a qualche deviazione stilistica, giusto per scrollarmi di dosso un po' di polvere, anche se poi già in corso d'opera puntualmente me ne pento.
Per quanto riguarda la proposta di un finale strutturalmente diverso e i dubbi che avanzi sul cambio di tempo verbale, in realtà la risposta è unica, anche se magari non soddisfacente: la condizione descritta nell'ultimo capoverso è quella finale e definitiva per il personaggio e anche per i cari che non l'avranno più con loro, quindi per quanto mi riguarda è una sorta di punto di osservazione attuale di tutto il pregresso.
 
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L.Filippo
view post Posted on 8/10/2014, 11:36




Ciao Olorin,
felice di rileggerti.
Devo dire che il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. Probabilmente è un problema mio che non sono riuscito ad afferrare il senso, comunque ti faccio notare che non ho trovato alcun nesso logico tra la vicenda di Bolak (che a un certo punto diventa Balok per un refuso) e la morte del padre, per altro descritta in modo un po' troppo stereotipato e inverosimile quando entra il medico e chiede alla moglie se il marito ha bisogno di morfina. Non credo che un medico si comporterebbe così. Ciò che non mi fa apprezzare appieno il racconto, di cui ho apprezzato lo stile pulito e scorrevole, risiede proprio in ciò che hai voluto raccontare. A me il messaggio non è arrivato. Alla prossima e ciao!
 
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Olorin
view post Posted on 8/10/2014, 13:30




In realtà è Balok che poi a un certo punto diventa Bolak e non viceversa. Poi, sempre in precisetti-mode, c'è anche un 'di rialzava ancora', che voleva essere 'si rialzava ancora'.
Il nesso a me pare lampante, ma... ma ;) .
Nel comportamento del dottore non c'è nulla di inverosimile, anche perché assai di rado affido la consistenza delle immagini portanti dei miei brani alla pura immaginazione.
Sul fatto che il messaggio non sia arrivato, non c'è nulla da dire: è stralegittimo. I sacri testi tra l'altro ti scagionano completamente, dato che, a loro dire, la responsabilità del mancato instaurarsi di questo legame intellettuale tra lettore e autore, ricade per la maggior parte... ehm... tutto su quest'ultimo.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 8/10/2014, 22:06




Ciao Marco

Un racconto doloroso il tuo, che mi ha fatto star male e che, di conseguenza, ha raggiunto il suo obiettiva, ma allo stesso tempo mi viene difficile lodare.
In ogni caso, cercando di rimanere oggettivo, devo dire che è un buon racconto emotivamente coinvolgente, in cui hai trasmesso bene la sofferenza della famiglia mentre, in modo pietoso, hai trasfigurato la lotta con il male del padre in uno scenario fantasy.

A rileggerci
Angelo
 
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rehel
view post Posted on 11/10/2014, 16:11




Credo ci sia un refuso, prima balok e alla fine Bolak. Traccia comunque rispettata.
Il mio problema è che cominciano a essere tanti i racconti nei quali uno dei personaggi ha un tumore e la cosa alla lunga diviene non dico noiosa, ma poco interessante.
A contribuire al calo di interesse giunge la frase: Come va, signora? La morfina è sufficiente? – Ecco, mi suona inadeguata. Forse perché proprio in questi giorni c’è una polemica sulla necessità di ridurre la terribile trafila burocratica che devono compiere i medici per potere somministrare ai malati terminali i palliativi antidolorifici necessari a non morire come cani rognosi. Oppure perché mi ci sono trovato in mezzo e ho dovuto utilizzare (non io, non sarei qui) alcune scatole ottenute di straforo.
In questo caso c’è il tentativo di rianimare il tutto utilizzando una buona trovata, anche se mi pare già utilizzata in qualche film o videogioco, di mostrare in parallelo la lotta dello spirito del padre che cerca di non morire in una singolar tenzone, duello che poi avrebbe il suo risvolto nella vita reale. Insomma una sorta di trasfigurazione che tuttavia non mi ha appagato. Me ne chiedo i motivi, anche perché una critica deve essere costruttiva e cercare di offrire consigli per migliorare una storia, ma non riesco a definirli…
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 12/10/2014, 17:05




Ciao Marco, ben ritrovato.

Difficile commentare il tuo brano. Ho la chiara percezione che nel complesso non funzioni, cerco di sforzarmi di definire il perché.
Un padre di famiglia lotta contro il cancro. La lotta viene vista in parallelo come una sfida fantasy al singolar tenzone.
Eccolo qui il problema. Da chi viene vista come tale?
Dall’uomo che sta morendo? No. Dal medico? No. Dalle figlie? No. Dalla madre? No, no, no e ancora no.
E quindi, da chi viene vista così? Dal lettore? No, dall’autore, e dal solo autore.
Il passaggio logico fra i due piani di vista e di realtà è forzato e viene imposto dal narratore, senza un vero motivo intradiegetico o extradiegetico.
Quindi il tuo racconto, mi dispiace, non mi convince per nulla.

Ciao! Alla prossima!

CITAZIONE
«Zitta Anna!» intervenne sua sorella maggiore, Lucia «Non vedi...

CITAZIONE
Lucia allora avvicinò la testa alla spalla della madre «Sta riposando

CITAZIONE
Giulia parve destarsi da un sonno profondo «Co…

CITAZIONE
... lo ricacciò nel petto da dove era venuto «Forza bimbe

CITAZIONE
... si imperlava di gocce «A papà...

Manca il punto dopo “Lucia.”, dopo “madre.”, dopo “profondo.”, dopo “venuto.” prima delle virgolette, sempre lo stesso errore ricorrente. Il punto può essere omesso solo se la frase continua. Se la frase si conclude prima dell’introduzione del discorso diretto, è richiesto l’inserimento dell’opportuna punteggiatura, come fai correttamente qui:

CITAZIONE
Giulia si voltò verso il capezzale, quasi lo vedesse per la prima volta. «No».
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 21/10/2014, 13:29




Sei riuscito a rendere molto bene l'immagine del padre morente e della moglie e le due figlie al suo capezzale, hai fatto un buon lavoro. Il parallelismo con la situazione fantasy ci sta, forse è un po' banale, ma ci sta e nel complesso non stona. Non mi è piaciuto il finale in cui introduci a forza il tema (e tra l'altro non ce n'era neppure bisogno perché già lo si era capito che tipo di notte era e al massimo potevi rinforzarlo negli inserti fantasy, anzi... DOVEVI farlo lì cercando di montare meglio le sequenze). Bruttina la frase finale, frutto della decisione errata che già ti ho contestato. In complesso, un buon lavoro che t'invito ad aggiustare lavorando di più proprio sulla battaglia di Balok.
 
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Olorin
view post Posted on 23/10/2014, 21:00




CITAZIONE (L'Inquisitore @ 21/10/2014, 14:29) 
Sei riuscito a rendere molto bene l'immagine del padre morente e della moglie e le due figlie al suo capezzale, hai fatto un buon lavoro. Il parallelismo con la situazione fantasy ci sta, forse è un po' banale, ma ci sta e nel complesso non stona. Non mi è piaciuto il finale in cui introduci a forza il tema (e tra l'altro non ce n'era neppure bisogno perché già lo si era capito che tipo di notte era e al massimo potevi rinforzarlo negli inserti fantasy, anzi... DOVEVI farlo lì cercando di montare meglio le sequenze). Bruttina la frase finale, frutto della decisione errata che già ti ho contestato. In complesso, un buon lavoro che t'invito ad aggiustare lavorando di più proprio sulla battaglia di Balok.

Ciao Inquy. Anche tu con la storia della 'banalità'... ma in che senso? nel senso che non è la prima volta che vedi questa soluzione? Prendo allora atto della trasversalità di questo criterio (anche se per altre situazioni non mi pare venga applicato), però dalla prossima edizione in poi, qualsiasi racconto su zombie, virus, assassini seriali, delitti efferati e simili non potrà che partire dal fondo nella mia classifica.

Alla prossima e... occhio a quello che scrivete!

Edited by Olorin - 27/10/2014, 10:38
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 24/10/2014, 08:51




La situazione fantasy che introduci è banale nel senso che sembra la prima che t'è venuta in mente e non la esprimi con chissà quale originalità, tutto procede in modo lineare e senza sorprese e neppure senza novità che facciano dire "epperò, ci sta, ha trovato una via nuova". Sono il primo a massacrare zombie e vampiri quando sono ricicli del passato. Del resto tutto è ormai stato già detto e scritto e la via passa attraverso l'innovazione, ma questa è storia vecchia e non penso di dovertela spiegare... ;)
 
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Olorin
view post Posted on 27/10/2014, 10:39




P.S. Dimenticavo: la citazione prescelta ed esplicita del tema non è finalizzata all'introduzione in extremis del 'tema' per l'appunto ', bensì vuole connotare la forza del legame affettivo con un padre presente, con un papà che la sera dedicava il proprio tempo alle figlie raccontandogli le favole e iniziandole sempre allo stesso modo - la ritualità, quindi -, tanto che per loro in quell'incipit c'è il ricordo paterno più vivido.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 28/10/2014, 11:38




Ci sta, ma non esce con forza dal racconto andandosi a collocare in quel finale che a mio avviso risulta debole soprattutto a causa di quella frase di lui che non mi è piaciuta, come ti ho sottolineato in fase di commento. ;)
 
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12 replies since 6/10/2014, 23:53   118 views
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