Nero Cafè Forum

Faremo comunque (Matteo Gambaro)

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alaine
view post Posted on 3/11/2014, 23:10 by: alaine




Angelino bussò delicatamente alla porta, ma come sospettava non ottenne alcuna risposta.
Si voltò verso l’anziano vestito di bianco, che gli sorrise incoraggiando ad entrare.
Angelino esitava, la mano tremante sulla maniglia arroventata dell'antico portone; l’anziano si ricordava bene di lui e provò pena per quel paio di alucce abbrustolite che gli pendevano dalla schiena come moncherini.
La povera creatura non era mai stata troppo decisa.
La pesante anta si scostò quel tanto da permettergli di muovere passi incerti all’interno.
L’ambiente era angusto e privo di luci, una camera scavata nella roccia senza alcun arredamento, fatta eccezione per un tavolo di marmo.
Sul fondo, una canalina di scolo nella quale scorreva un ruscello di lava rendeva l’aria irrespirabile.
Angelino si avvicinò con prudenza al suo capo: “Oggi è un satiro”, pensò osservando le zampe pelose e le corna ritorte.
La figura imponente, alta fin quasi a toccare il soffitto della caverna, era curva sopra il tavolo di marmo nell’impegnativa manovra di tortura per azzannamento di un condannato, mentre al di sotto del tavolo un’altra anima dannata era costretta a piegarsi ai suoi piaceri sessuali.
L’anziano scosse la testa e sospirò sentendo le urla strazianti delle due anime.
- Che vuoi? – bofonchiò il satiro senza girarsi, le budella del condannato che gli colavano dalla bocca.
- Qui fuori c’è…
- Lo so. Sono impegnato.
- Dice che…
- SONO IMPEGNATO!!! – l’urlo fece tremare le pareti della grotta e riverberò nel corridoio come un terremoto.
Angelino uscì contrito.
- Non importa. - l’anziano gli regalò un altro sorriso pieno di luce e ripercorse il corridoio a ritroso lungo il camino secondario, fino all’imboccatura del cratere.
Risalire la ripida china polverosa col solo aiuto di un bastone da passeggio era una vera scocciatura.
Ciononostante, cercò quanto piu possibile di restare in mezzo al fumo, al riparo dagli occhi affamati e ingenui dei pochi turisti che si erano attardati per qualche fotografia notturna: l’ultima cosa che voleva ora era ritrovarsi su tutti i social network mondiali.
Arrivò in cima tutto sudato, la tunica bianca era diventata completamente grigia e puzzava di zolfo.
Seguì un gruppetto di turisti lungo sentiero per i parcheggi, ma deviò verso il bagno chimico.
Si chiuse dentro e si sedette sulla tazza, ricordando ancora una volta a se stesso quanto scocciante potesse essere tornare essere umano.
Decise di provarci ancora una volta.
Col manico del bastone tracciò segni invisibili contro la porta: una stella, un cerchio, un terno di sei e altri caratteri in lingue morte ormai da secoli.
Un cerchio di luce si aprì sulla porta, un volto pallido e barbuto vi comparve al centro, tanto somigliante che gli sembrò di guardarsi allo specchio.
- Che vuoi ancora?
- Lucifero, dobbiamo parlare.
- Non ora, sono occupato. Angelino non te l’ha detto?
- Angelino me l’ha detto. Ma ho bisogno di te.
- Chiama domani. Forse… - e chiuse la comunicazione con una risata delle sue, sguaiata e gutturale, mentre il volto riprendeva le sembianze caprine.
L’anziano uscì, ad attenderlo inginocchiato davanti al bagno chimico c’era un ragazzo biondo, vestito con un’armatura di luce azzurra e uno spadone alla cinta.
- Michele… lui non verrà, è troppo impegnato.
- Che sia maledetto! - esclamò il ragazzo rimettendosi in piedi – Come faremo ora? Niente drago a sette teste? E i quattro cavalieri? Sono quaggiù che attendono un tuo cenno.
- Faremo comunque. Appena si accorgerà che i sigilli sono aperti, lo sentiremo imprecare fin su nell’alto dei cieli per essersi fatto sfuggire l’occasione.
Michele gli restituì il sorriso, spiegò le grandi ali e spiccò il volo.

Edited by alaine - 16/11/2014, 12:35
 
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