Nero Cafè Forum

Una giornata infernale, di Filippo Santaniello

« Older   Newer »
  Share  
L.Filippo
view post Posted on 4/11/2014, 00:15




Se c’è una cosa che odio, è essere disturbato nel mezzo di una possessione.
Lei era la figlia dodicenne di un allevatore di polli di Albany e il sacerdote della comunità, arrivato nel bel mezzo della notte, mi stava facendo patire le pene dell’inferno. Era un vecchio coriaceo con ampolle d’acqua santa anche nelle mutande, conosceva il Vangelo a menadito e non s’è scoraggiato nemmeno quando gli ho pisciato addosso sangue dalla fichetta della figlia del pollarolo.
S’è passato la manica sulla faccia e ha continuato a invocare il Signore sventolando il crocefisso.
Io tenevo duro e quella ragazzina sarebbe diventata la mia nuova dimora se Astaroth, durante i cinque minuti di tregua concessimi dal prete, non fosse venuto a dirmi che era successo di nuovo.
Sapevo di cosa stesse parlando. Quella storia andava avanti da troppo tempo.
Gli ho detto che non potevo lasciare il lavoro a metà e che avrebbe dovuto occuparsene di persona, ma lui ha detto chiaro e tondo che a Roma non ci avrebbe rimesso piede. Troppe chiese. Troppi preti. Vaticano dietro l’angolo.
“Senti Belphegor” ho detto, “lui non s’è mai fatto problemi a servire nell’Urbe.” Mi ha riferito che Belphegor era impegnato in Giordania e neppure Baal era reperibile perché avrebbe fatto precipitare un pullman di suore tedesche da un cavalcavia.
“Moloch che fa?” ho chiesto.
“È ammalato.”
“Belzebù?”
“In ferie.”
“Lilith?”
“Marcia su New York. Sta per scatenare un uragano che in confronto il Katrina sembrerà una secchiata d’acqua.”
Non mi andava di abbandonare la calda guaina che era il corpo della ragazzina, ma non avevo scelta: il diavolo è un tipo impegnato e il suo attaccamento al male lo si vede dalle piccole cose.
Ho ordinato ad Astaroth di tenermi in caldo la pollastrella e un minuto dopo ero a Roma, fuori dai cancelli di Cinecittà.

Noi demoni siamo una razza che non si riposa mai perché oltre alle ordinarie mansioni (possessioni, malefici, tentazioni), dobbiamo sbrigare pratiche davvero noiose, come castigare certi arroganti individui che si credono più furbi di noi. In quel caso si trattava di dare una lezione a uno stuntman di Tor Bella Monaca che aveva l’abitudine di terminare ogni affermazione con la frase: “Mi ci gioco la testa col diavolo.” Lo diceva al bar con gli amici, a tavola con la famiglia, mentre lavorava.
Cosa volesse dimostrare non l’ho mai capito: so solo che certa gente dovrebbe pensarci due volte prima di tirarmi in ballo.
Io ero in sella a una Ducati Monster, indossavo un casco rosso fiammante e quando il tamarro è uscito da Cinecittà sulla sua Yamaha e s’è immesso sulla Tuscolana, l’ho seguito fino al primo semaforo e gli ho proposto una garetta fino a quello successivo.
“Scommetto che non hai le palle” l’ho provocato senza alzare la visiera e sapete cos’ha risposto?
“Mi ci gioco la testa col diavolo.”
Al verde siamo partiti a razzo.
110, 120, 130.
In mezzo al traffico come in “Ghost Rider”.
Poi l’ho spinto a destra, lui s’è rifatto sotto e io l’ho stretto verso le auto parcheggiate fino a un passo carrabile dove sapevo che un furgone avrebbe fatto marcia indietro con un carico di lastre di vetro sporgenti dal cassone.
Zack!
Taglio netto e la testa, saltando, è atterrata sui cartoni delle pizze sorretti da un passante con le sopracciglia rifatte appena uscito dai “Fratelli La Bufala”.
Sono corso via impennando e manco a dirlo quella giornata infernale non era finita, perché c'ho messo un'ora a convincere Astaroth a ridarmi il corpo della dodicenne.
 
Top
Angelo Frascella
view post Posted on 5/11/2014, 00:08




Ciao Filippo.
Ci riprovi con la possessione anche questo mese? :)
A parte la tematica, simile a quella del mese scorso, il tono del racconto qui è molto diverso e vira sull’umoristico. La prima parte funziona molto bene, con uno stile “duro” all’inizio e poi con l’interruzione e il simpatico appello dei demoni. La seconda parte, invece, mi sembra meno efficace: il motivo dell’interruzione è un po’ troppo semplice e prosegue in maniera prevedibile e didascalica. La citazione dei fratelli La Bufala, mi pare un po’ messa lì senza scopo (fa pensare quasi a quei primi piani di orologi, marche di auto e computer, che infilano nei film per sponsorizzazione).

A rileggerci
Angelo
 
Top
L.Filippo
view post Posted on 6/11/2014, 01:13




Ciao Angelo,
non è colpa mia se l'Inquisitore ha dato come tema qualcosa che avesse a che fare col Maligno!
Per forza di cose mi sono ritrovato a descrivere una possessione.

Grazie per aver apprezzato la prima parte di racconto. Sì, ammetto che la seconda è un po' più fiacca, ma non mi pare che sia un pretesto semplice la vendetta del diavolo nel confronti di un tamarro che continua a sfidarlo a ogni occasione.

La citazione dei "Fratelli la Bufala" non è messa lì senza scopo. Volevo caratterizzare la location di via Tuscolana e il passante che usciva con le pizze in mano.

Ciaoooo!
 
Top
alaine
view post Posted on 7/11/2014, 12:13




La trama e' convincente, lo stile della narrazione e' in tema col personaggio e quel sottofondo di ironia rende il tutto piacevole da leggere. Se proprio una annotazione e' fa farsi, alla seconda rilettura un diavolo ammalato e uno in ferie sono un po' una stortura, sebbene quando l'ho letto la prima volta, l'ho trovato divertente. In conclusione, per me e' un racconto azzeccato, well done!
 
Top
L'Inquisitore
view post Posted on 7/11/2014, 12:26




Un riuscito esercizio di stile che pecca di un'idea centrale intorno a cui svilupparsi. Certo, passi dalla possessione alla gara in moto con tanto di testa mozzata e il tutto si legge con gusto, ma arrivati alla fine si rimane soddisfatti a metà e ci si chiede "Già finito? Tutto qua?". Credo che il problema risieda nella pari importanza che hai dato alla possessione e alla vendetta sullo stuntman: avresti dovuto ridurre la prima per concentrarti sulla seconda e in questo modo il racconto avrebbe avuto una direzione più precisa. Nulla ti avrebbe vietato di inserire il discorso della possessione in corso d'opera (durante la gara) dando così l'impressione del tictactictac, della fretta del Diavolo, della sua rigida scaletta d'impegni. E avresti potuto giocare di più inserendo qualche divertente episodio tipo lo stuntman che fa qualcosa d'inaspettato che fa tardare ancora di più il tuo povero Diavolo. Allo stato attuale il racconto è spezzato in due e da te scritto con poco controllo, troppo passivamente. Lo spunto è molto buono, avresti dovuto dedicare più energie a dargli una struttura più forte.
 
Top
L.Filippo
view post Posted on 7/11/2014, 18:42




Grazie ad Alaine e all'Inquisitore per aver commentato.

Concordo con quanto dice L'Inquisitore. Il racconto è costruito su due vicende di eguale peso. Avrei dovuto capire meglio quale delle due sviluppare. Mi piacevano entrambe e rileggendo anche io ho notato che alla fine resta un po' d'amaro in bocca.

Saluti!
 
Top
Beppe Roncari
view post Posted on 9/11/2014, 15:51




Ciao Filippo, ben ritrovato! :)
Il tuo racconto sono in realtà due racconti separati. Secondo me quello migliore dei due è quello con l’incipit migliore e cioè il secondo:
CITAZIONE
Noi demoni siamo una razza che non si riposa mai perché oltre alle ordinarie mansioni (possessioni, malefici, tentazioni), dobbiamo sbrigare pratiche davvero noiose, come castigare certi arroganti individui che si credono più furbi di noi.

Questo è un incipit (sarebbe un incipit) perfetto, se solo fosse stato messo all’inizio: centra perfettamente il tema e il racconto ne è un naturale sviluppo. La gara in motocicletta è molto divertente, anche se troppo sbrigativa.
Purtroppo, infatti, così come hai fato, in due cartelle appena, non hai avuto lo spazio per sviluppare né la prima né la seconda trama, e il risultato complessivo ne risulta sminuito.
Per completezza segnalo un typo che mi è balzato all’occhio, manca la chiusa alle virgolette in questa frase: “cos’ha risposto?”
 
Top
Raffaele Marra
view post Posted on 9/11/2014, 22:28




Un racconto molto interessante, soprattutto sul piano formale. La narrazione è ben tessuta, in un passato prossimo che, a mio parere, ben si addice alla soggettiva di un individuo molto indaffarato: il passato remoto, più usuale, sembra più consono ad un narratore che ormai si riposa e si permette di ricordare il passato, mentre il passato prossimo sembra conservare il fiatone e l’affanno di chi le azioni le ha appena compiute. Apprezzo molto la terminologia adottata e il tono che equilibra bene orrore e ironia. Forse, sul finale, si sarebbe potuto immaginare qualcosa di più “brillante”, un colpo di scena per chiudere alla grande. Ma va bene anche così.
 
Top
view post Posted on 10/11/2014, 21:26

il gattaro

Group:
Soci Red
Posts:
635

Status:


Ottima prosa. Anche tu hai preferito un'attinenza letterale al tema e alla fine, più che una storia, è una semplice descrizione di quanto sia impegnata la vita di un diavolo. Beh, poco importa, perché comunque il tuo brano si lascia leggere agevolmente e con piacere. Mi è piacuta anche la chiusura, piuttosto licenziosa. Unico appunto: avrei forse scombinato l'ordine di alcune parti, procedendo magari per flashback: prova a ripensare la struttura, può venirne fuori qualcosa di davvero gustoso.
 
Top
Giulio Marchese
view post Posted on 10/11/2014, 21:48




Il racconto di per sé è piacevole in quanto è scritto molto bene ed è molto chiaro. (Nota del saputello: Lilith se non sbaglio non è un demone ma la madre dei demoni la prima donna creata da Dio e cacciata dal paradiso terreste perché indegna. Ma non con il racconto non c'entra XD). Diciamo che mi è piaciuta molto la scena della possessione e l'elenco dei demoni mentre la seconda parte no. La corsa in moto con conseguente decapitazione non mi è piaciuta affatto, l'ho trovata frettolosa e poco coinvolgente. Poi il diavolo non è così indaffarato se ha il tempo se ha il tempo di punire chi nomina il suo nome invano XD.
 
Top
9 replies since 4/11/2014, 00:15   66 views
  Share