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Il riparatore, di Angelo Frascella

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Angelo Frascella
view post Posted on 25/11/2014, 00:01




“Speriamo non mi boccino” disse Ferrazzi.
“Non sarebbe la cosa peggiore. Pensa se ti fanno ripulitore delle fogne.” Cinzia si tappò il naso con espressione schifata.
Roberto la trovò deliziosa anche in quella posa e, per un attimo, si distrasse. Il dolore alla bocca dello stomaco lo richiamò alla realtà. Si stava decidendo anche il suo destino.
Cinzia lo guardò e ne intercettò l’umore. “Roby, di che ti preoccupi? Se c’è uno che deve stare tranquillo, sei tu. Qualunque lavoro tu abbia richiesto, te lo assegneranno.”
Poi gli sorrise con dolcezza e Roberto sentì stringersi il cuore. Era riuscito a far verificare la possibilità di sposare Cinzia, da un amico il cui padre lavorava all’ufficio coppie future. Aveva scoperto che lui e Cinzia non presentavano la compatibilità genetica necessaria.
Poteva stare con lei per un altro paio d’anni, poi sarebbero stati assegnati ai partner scelti dalla legge.
“Andiamo a bere una camomilla. Ci vuole ancora un po’” disse lei, prendendolo per mano e portandolo via, sotto lo sguardo invidioso dei compagni.

“Cos’hai chiesto di fare da grande? Lo scienziato? L’ingegnere? L’insegnante?”
Roberto sorseggiò la camomilla, alzò lo sguardo verso il soffitto trasparente del bar, da dove si vedeva il parco monumentale dall’altra parte del mondo e, alla fine, trovò il coraggio di rispondere: “Il riparatore esterno.”
Lei spalancò gli occhi e tirò indietro la testa: “Il riparatore? Con la tua intelligenza, vuoi fare un lavoro manuale?”
“Non è per ciò che farei, ma per ciò che vedrei. Voglio guardare la Verità, con i miei occhi.”
“Se facessi lo scienziato, ti sarebbe concesso di studiarla.”
“No. Non mi basta. Andiamo. È ora.”
Pagarono e uscirono.
“Vuoi prendere la metropolitana?”
“Preferisco stare qui, all’aperto. Ammesso che questo sia l’aperto.” Di nuovo, guardò verso l’alto, oltre l’asse di rotazione.
“Non crederai alle favole che parlano del cielo, del Sole e delle stelle.”
“Mia nonna diceva fosse tutto vero.”
“E mia nonna credeva nei folletti.”
Cinzia rise, ma smise subito. In fondo alla curva ascendente della strada, s’intravedevano i compagni accalcati davanti alla porta della scuola: i risultati dovevano essere usciti.
Roberto si mise a correre, come mai aveva fatto in vita sua.
Quando arrivò, gli amici si aprirono davanti a lui, battendogli le mani sulle spalle. “Bravo. Sei il migliore.” Quelle parole gli diedero la certezza di non esserci riuscito.
Si avvicinò e lesse.
ROBERTO ELLENI – SCIENZIATO
Cinzia lo raggiunse: “Allora? Ce l’hai fatta? Oh no!”
Roberto si voltò verso di lei e la vide sbiancare. Avrebbe voluto odiarla, ma non ci riuscì.
Le sue labbra carnose stavano sillabando: “Cinzia Tedeschi. Riparatore esterno.”

Erano entrambi sposati, quando s’incontrarono per caso nei pressi della scuola.
“Che ci fai qui, Roberto?”
“Sono venuto a ridiscutere, per l’ennesima volta, il mio ruolo.”
“Te l’hanno concesso?”
“No. Dicono che non ho l’equilibrio psicologico per fare il riparatore esterno.”
Lei annuì. Il suo sguardo era cambiato e Roberto ebbe la certezza che aveva smesso, da tempo, di canzonare il prossimo.
“Com’è fuori, Cinzia?”
“Lo sai. Sei uno scienziato no? Aveva ragione tua nonna. Viviamo su una stazione spaziale. Siamo gli unici sopravvissuti della razza che un tempo abitava un pianeta chiamato Terra.”
“Lo so, a livello teorico. Ma devo vederlo. Mi puoi aiutare?”
“Lo farò. Ma io verrò con te.”

Il portellone della camera stagna si aprì. Cinzia gli diede la mano, e insieme spinsero con i piedi.
Lo spettacolo gli riempì gli occhi e il cuore. La Terra verde e azzurra in mezzo al cielo, la Luna e tutte quelle stelle.
Tutte quelle stelle.
“Dobbiamo rientrare” disse lei.
Azionarono i micropropulsori. Quando la loro casa entrò nel campo visivo di Roberto, lo choc fu ancora più grande. “Sarebbe quello il nostro mondo?”
Per un attimo temette di vomitare nel casco.
Appena tolte le tute, afferrò il viso di Cinzia e disse: “Ora capisco. Non era l’instabilità psicologica, il problema. Sapevano che se avessi visto la Terra, avrei desiderato andarci. Mi aiuterai?”
“Ti aiuterò. Ma tu, in cambio, dovrai aiutarmi a far avverare i miei desideri”
Senza dargli il tempo di rispondere, lo baciò e iniziò a togliergli i vestiti di dosso.
 
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Ceranu
view post Posted on 26/11/2014, 13:37




Ciao Angelo, ben trovato.
La storia mi è piaciuta ma. Buoni i dialoghi, anche se alcuni sembrano un po' inverosimili. Come spesso accade il tuo nemico è stato il numero di battute. La parte centrale è troppo frettolosa, tanto da risultare inverosimile. Poi c'è il salto da fuori a dentro, anch'esso troppo frettoloso.
Nel complesso il racconto è piacevole, anche se io avrei preferito e Roberto avesse ucciso Cinzia per rubale la tuta spaziale, così da evitare il bacio scaldacuori.
Unico vero rammarico di questa edizione è non aver potuto ridere leggendo il tuo “solito” racconto divertente.
Ciao e alla prossima.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 26/11/2014, 13:53




Grazie Francesco.

In effetti la parte del salto avrei vouluta svilupparla di più, ma non c'era spazio.
Quando ho iniziato a scrivere, l'idea era che lui impazzisse alla vista dell'esterno, ma poi i personaggi mi hanno preso la mano e mi venuto questo finale (sarà l'influenza di Interstellar? :)

Piccola curiosità: raramente i miei lavori lunghi non sono "umoristici". Quelle è una piega che, stranamente, viene fuori solo su MC :)
 
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ilma197
view post Posted on 26/11/2014, 22:38




Ambientazione distopica ben tratteggiata nonostante lo spazio limitato. Ben resi i due personaggi, soprattutto Roberto. Suona un po' artificioso il fatto che lei sia stata assegnata proprio al lavoro che avrebbe voluto lui, forse sarebbe stato meglio inserire qualche elemento prima che alludesse alla possibilità. Affrettato dialogo in cui lei spiega che sono su una stazione spaziale. Il finale non mi ha convinta del tutto, mi aspettavo qualcosa di più drammatico/esistenziale, ma a suo modo funziona. La resa generale del racconto rimane comunque molto buona.
 
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Callagan
view post Posted on 27/11/2014, 12:49




Ciao, Angelo. Ancora una volta il tuo racconto è tra i migliori dell'edizione.

CITAZIONE
Roberto sorseggiò la camomilla, alzò lo sguardo verso il soffitto trasparente del bar, da dove si vedeva il parco monumentale dall’altra parte del mondo

Non so se è un problema mio, ma fatico a visualizzare questa immagine. Guarda in alto e vede un parco... dall'altra parte del mondo? E' come se avessi in mano una foto e non sapessi da che verso osservarla. :wacko:


CITAZIONE
“Lo sai. Sei uno scienziato no? Aveva ragione tua nonna. Viviamo su una stazione spaziale. Siamo gli unici sopravvissuti della razza che un tempo abitava un pianeta chiamato Terra.”
“Lo so, a livello teorico. Ma devo vederlo. Mi puoi aiutare?”
“Lo farò. Ma io verrò con te.”

Qui sono iniziati ad affiorare i dubbi. Mi pare si scambino le informazioni con troppa disinvoltura per vivere in un "mondo" dove vige la massima riservatezza tanto che la verità viene travestita da favola. E mi pare altrettanto ed eccessivamente semplice il fatto che Cinzia porti con sé a lavoro, senza problemi, Roberto. E i controlli? Mi pare scontato ci siano controlli in una realtà tanto oppressiva. Ecco, in tutto il racconto manca l'occhio del Grande Fratello e i protagonisti si muovono con troppa disinvoltura, in netto contrasto con quello che dicono.
Ho apprezzato di più la prima parte del racconto, ben gestita. La seconda invece è troppo veloce, frettolosa, e lascia dei quesiti aperti. Credo questo sia dovuto alle dinamiche di MC, che non permettono di ragionare troppo sul racconto...
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/11/2014, 14:04




Grazie a Viviana e Filippo.

Come avete notato lo spazio era troppo poco (penso che questo racconto diventerà lo spunto di qualcosa di più lungo) e troppe cose sono state sacrificate: per esempio, come dice bene Filippo, il salto nello spazio di Roberto è "abusivo" e i due hanno dovuto aggirarei controlli... ma l'unico modo per gestire questi dettagli in poco spazio è l'ellissi temporale (oppure puntare su un racconto meno complesso :P)

Per quello che riguarda il fatto che, guardando verso l'alto, loro vedano un parco, si trattava di un indizio del fatto che si trovassero su una stazione spaziale (insieme all'accenno alla curvatura verso l'alto della strada...) l'idea era quella di una stazione spaziale rotante a forma di cilindro in cui la superficie interna è abitabile e la curvatura dà luogo a simili paradossi (in alto non vedi il cielo, ma gli "antipodi").
La rotazione, ovviamente è necessaria a simulare la gravità (ed è questo il motivo per cui non ci sono finestre sull'esterno, sennò sai che giramenti di testa).
Per evitare di spiegare tutto ciò con l'infodump, ho inserito quei due indizi (forse troppo pochi).

Ciao e grazie
 
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L.Filippo
view post Posted on 27/11/2014, 21:47




Ciao Angelo,
il tuo racconto... l'ho dovuto leggere tre volte per afferrare appieno il senso dalla vicenda!
La prima volta sono uscito con un po' di mal di testa per i tanti dialoghi che sembravano andare uno in una direzione, uno in un'altra. La seconda volta la nebbia s'è diradata e la terza volta ho finalmente apprezzato il concept che hai voluto narrare. La storia è interessante, anche i personaggi mi sono piaciuti, però ripeto, ci ho messo troppo tempo per schiarirmi le idee e questa non è una cosa positiva ai fini di una valutazione, fermo restando che la tua scrittura è sempre pulita e il ritmo scandito con precisione.
Forse la mole di ciò che hai voluto raccontare era eccessiva da contenere in un numero limitato di battute e l'impressione che ne deriva è quella del viso di una bella ragazza che sfreccia dietro il finestrino di un treno e tu capisci che è carina ma non fino a che punto.

Ciao e alla prossima!
 
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Serena Aronica
view post Posted on 30/11/2014, 12:09




Ciao Angelo!
Ho letto, ho lasciato decantare, ho riletto. Credo ci sia qualcosa di molto profondo nella tua storia. Il bisogno di trovare le proprie radici, il punto di origine, anche a costo di scoprire che la realtà può far male. Traspare il disagio di speranze che vengono deluse, di scelte che non ci appartengono. Il finale è sicuramente troppo frettoloso, come una pezza rammendata velocemente. Mi è rimasta la sensazione di rimanere in attesa, di desiderare di sapere cosa sarebbe accaduto alla pagina successiva...

Ciao Angelo!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 2/12/2014, 20:15




Ciao Angelo, è sempre un piacere leggerti.
Questa volta ci regali una storia leggera e abbastanza lirica, una novella d’amore spaziale. Ben scritta, i sentimenti sono correttamente espressi, il ritmo c’è eccetera.
Solo non ho trovato nessuna trovata geniale e nessun capovolgimento finale, e ne sono rimasto abbastanza deluso (mi avevi abituato troppo bene!).
In un racconto breve, ha poco senso scrivere una storia lirica e leggera, poco spazio per l’espressione dei sentimenti che richiedono invece ben altri tomi. Meglio la scelta o della battuta o della storia a colpo di scena o di suspence.
Per cui, una prova media, direi. Alla prossima! :)
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 2/12/2014, 23:09




Davvero un bel racconto. Il modo in cui sono rivelate ambientazione e situazione dei protagonisti è molto funzionale ad una suspence ben sopportata e dosata con maestria. Il presupposto di base che dà forma alla tua storia è avvincente e originale. Lo stile, come al solito, è asciutto, funzionale e adeguato al contenuto narrato. Peccato per gli ultimi righi che, a mio parere, evidenziano il rimpianto per non aver avuto a disposizione qualche battuta in più per onorare al meglio il finale di un gran bel racconto.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 3/12/2014, 21:22




Un racconto ordinato, lineare, piacevole, ma privo di momenti wow, che non dev'essere per forza un male. Tutta la prima parte mi ha terribilmente ricordato THE GIVEN e se non lo conosci t'invito a informarti sulla trama per renderti conto di persona. Il tema è ben centrato, le autorità vogliono mantenere nell'ignoranza i sognatori per impedire loro di comprendere l'isolamento della loro esistenza e la presenza di altre isole da raggiungere: difesa dello status quo. E qui sta un punto debole: la non efficace caratterizzazione della protagonista femminile, cui hai omesso di dare quelle connotazioni che ne avrebbero potuto fare un'ottima riparatrice. Infine, l'amore ha spezzato il cerchio permettendo ai due protagonisti di interagire e sfuggire al controllo totalitario. Un buon racconto con ottimi spunti.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 3/12/2014, 21:57




In effetti non conosco "the Given" nè la trilogia del Silo che ha citato qualcun altro. Su quest'ultima ora mi sono informato e mi ha incuriosito molto. Ora vado a cercarmi the Given.

PS il momento WOW doveva essere il salto all'esterno ma poi, il limite dei caratteri mi ha costretto ha farne semplicemente un momento :)
 
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11 replies since 25/11/2014, 00:01   117 views
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