Nero Cafè Forum

Lista racconti ammessi e vostre classifiche - MC XI EDIZIONE

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L'Inquisitore
view post Posted on 25/11/2014, 11:01




Dodici racconti in concorso, non male per un tema di non facile interpretazione come quello di questo mese. Certo, la citazione (per chi l'ha beccata, era da LO SQUALO) poteva portarvi a trattare di argomenti attinenti, ma spero vivamente che abbiate affrontato i temi dello straniero, dei punti di vista e quant'altro la vostra testolina vi abbia suggerito. Sono curioso.
Passando agli autori in gara: abbiamo una new entry, Serena Aronica... Benvenuta e buon divertimento. Grande sfida fra Frascella e Roncari per la corsa al trono della Terza Era. Frascella ha un discreto vantaggio, ma Roncari arriva da una vittoria e venderà cara la pelle. Tra l'altro, dopo un'edizione tutta al maschile, ecco il ritorno delle autrici e, oltre alla già nominata Aronica, ritroviamo la Corrà e la Tenga. E sempre parlando di Rank, la lotta per la terza piazza generale è apertissima e, oltre alla già citata Tenga, questo mese se la contenderanno Santaniello, Nucera, Marra, Migliori e Ducoli... Bella sfida! La forte presenza maschile dell'edizione è infine completata dal rientrante Puddu e da Marchese, dateci dentro ragazzi.

Per quanto riguarda i miei commenti, questo mese ho deciso che li posterò a partire da domani, due al giorno e seguendo il vostro ordine di consegna.

E vi ricordo che questa è la penultima edizione qui sul forum di Nero Cafè, onoratela. Inoltre, ultimo comunicato, a breve partirà un'iniziativa che sono sicuro vi piacerà, nel corso dell'edizione ne darò notizia.


I racconti ammessi:

- Ogni mondo è un'isola, di Beppe Roncari, ore 23.02, 4200 caratteri
- Rapsodia, di Giulio Marchese, ore 23.39, 2857 caratteri
- Il riparatore, di Angelo Frascella, ore 00.01, 4177 caratteri
- Prospettive, di Serena Aronica, ore 00.16, 4184 caratteri
- Il condannato, di Diego Ducoli, ore 00.30, 2869 caratteri
- La vita da lontano, di Filippo Santaniello, ore 00.30, 4130 caratteri
- Oltre il grande vuoto, di Viviana Tenga, ore 00.34, 4148 caratteri
- La ballerina e il mago, di Alessandra Corrà, ore 00.35, 3541 caratteri
- L'uomo immobile, di Raffaele Marra, ore 00.46, 4176 caratteri
- Anche l'Inghilterra, di Marco Migliori, ore 00.58, 4080 caratteri
- La luna, l'erba e la Sardegna, di Filippo Puddu, ore 00.58, 4030 caratteri
- L'ultima frontiera, di Francesco Nucera, ore 00.59, 4169 caratteri


Avete tempo fino alle 23.59 di martedì 2 dicembre, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 11 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1

- 10 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1

Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 25/11/2014, 11:24




CITAZIONE
E vi ricordo che questa è la penultima edizione qui sul forum di Nero Cafè

Vuoi dire che dall'anno prossimo MC cambia casa?

Ciao
Angelo
 
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Serena Aronica
view post Posted on 25/11/2014, 11:29




Grazie mille per il benvenuta! E' stato assurdo e divertente dar vita ad una storia sul filo del rasoio!
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 25/11/2014, 11:50




Angelo, a dicembre aprirò un tread dedicato sull'evoluzione di Minuti Contati, stiamo lavorando per migliorarlo sempre più.

Serena, preparati perché questa è un'arena: subirai botte, ne darai, riceverai consigli preziosi e altri che non ti sembreranno tali... ma dacci dentro e non lasciarti esaltare dai successi o stoppare dalle batoste. Minuti Contati è una fantastica palestra fatta da autori il cui motto è METTERSI IN GIOCO SEMPRE e ben vengano proprio quei commenti più duri, quelli che sul momento ci fanno male, perché se riusciamo ad accettarli, se capiamo che dobbiamo e POSSIAMO migliorare proprio grazie a questo continuo e franco confronto allora avremo fatto un bel passo lungo la via della nostra crescita personale e i miglioramenti non tarderanno a manifestarsi. Buon Minuti Contati!
 
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Serena Aronica
view post Posted on 25/11/2014, 12:08




Parole sante... allora sono approdata in un lido a me congeniale. Vado a lucidare l'accetta!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/11/2014, 12:35




Benvenuta, Serena Aronica!
 
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Serena Aronica
view post Posted on 25/11/2014, 12:37




Grazie Beppe Roncari!!!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/11/2014, 15:15




Qui trovate tutti i racconti di questa edizione in un unico file, gentilmente offerto da @Ceranu!

http://goo.gl/29ELlX
 
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L.Filippo
view post Posted on 27/11/2014, 23:32




Ho cercato di stilare la classifica e commentare tutti nel più breve tempo possibile perché avrò dei giorni di fuoco, dunque ecco qua!

1. Prospettive

Ciao Serena,
come dire: il tuo racconto ha grandi potenzialità che secondo me non sono state espresse appieno. Il tono onirico, fiabesco e brumoso è ben reso, ma la ricca aggettivazione e i periodi troppo lunghi e a volte non ottimamenti gestiti creano un muro che non mi ha fatto immergere nella storia come avrei voluto e anche il finale mi ha lasciato perlpesso.
Poi c'è un repentino cambio di soggetto molto destabilizzante e in generale si ha l'impressione che sai gestire l'atmosfera, ma sotto sotto qualcosa scricchiola e ci sarebbe bisogno di avere la mano un po' più salda soprattutto in certi passaggi da un soggetto all'altro.

Ti faccio i miei complimenti per l'ambientazione e il fascino che hai creato, ma un po' ti bacchetto per la struttura traballante della vicenda. Nulla di che, siamo qui per migliorare, ciaooo!

2. L'ultima frontiera

Ciao Francesco,
il tuo racconto è ben affilato, scorre senza intoppi e alla fine una semplice frase ci svela un mondo: dove siamo, perché, chi sono Ivo e Clara, qual è il loro destino. Ottima costruzione!

Eppure secondo me il racconto avrebbe avuto una marcia in più se Ivo e Clara avessero preso il motoscafo e nella notte si fossero voltati a guardare le luci dell'isola che si faceva sempre più piccola. Quindi sarebbe stato meglio se avessi svelato solo alla fine che la storia si svolge su un'isola, mentre tu lo riveli a metà racconto.

Poi, sinceramente, mi fa un po' strano che Ivo abbia il foglietto con le scelte degli autori del reality e soprattutto le chiavi del motoscafo (non basta dire che qualcuno glieli abbia dati): cioé mi sembra tutto fin troppo facile, tutto già servito su un piatto d'argento, mentre almeno le chiavi del motoscafo gliele avrei fatte trovare altrove. Avrei creato una scena per cui Ivo le ruba, oppure è la stessa Clara che escogita come rimediarle.

Altra questione per me importante da un punto di vista tecnico: dal momento in cui mi presenti un personaggio col nome proprio ("Ivo afferrò Clara") dopo non serve che tu ti riferisca a lui come "l'uomo" o "la donna" perché crei un po' di confusione.

Ho trovato alcuni refusi tra cui segnalo: "L'uomo grondava di suore" (ho riso assai) e "Ci andava fin da bambino". Non è meglio dire "ci andava da bambino?" E anche: "La strada iniziò a scendere leggermente, Finalmente..."

Stop! Ho detto tutto, alla prossima!

3. Il riparatore

Ciao Angelo,
il tuo racconto... l'ho dovuto leggere tre volte per afferrare appieno il senso dalla vicenda!
La prima volta sono uscito con un po' di mal di testa per i tanti dialoghi che sembravano andare uno in una direzione, uno in un'altra. La seconda volta la nebbia s'è diradata e la terza volta ho finalmente apprezzato il concept che hai voluto narrare. La storia è interessante, anche i personaggi mi sono piaciuti, però ripeto, ci ho messo troppo tempo per schiarirmi le idee e questa non è una cosa positiva ai fini di una valutazione, fermo restando che la tua scrittura è sempre pulita e il ritmo scandito con precisione.
Forse la mole di ciò che hai voluto raccontare era eccessiva da contenere in un numero limitato di battute e l'impressione che ne deriva è quella del viso di una bella ragazza che sfreccia dietro il finestrino di un treno e tu capisci che è carina ma non fino a che punto.

Ciao e alla prossima!

4. Ogni mondo è un'isola

Bentrovato Beppe,
ho letto il tuo racconto un paio di volte e non è stato semplice immergermi nella storia in entrambe le letture.
La scrittura scorre, il ritmo è buono e anche i dialoghi sono ben gestiti, ma è come se ci fosse un arrovellamento di troppo, lo spunto di partenza è valido, ma poi ti contorci troppo su te stesso, finendo per sparire in un buco nero che annienta quanto di buono hai costruito. Ci sono tantissime informazioni, un mondo con regole diverse dal nostro che ha bisogno di tempo per essere assimilato: secondo me Minuti Contati ha bisogno di storie più semplici, a volte anche banali, che però colpiscano il lettore per la loro immediatezza. Non voglio dire che non si possano scrivere racconti di fantascienza, però anche questo genere (io non sono un grande appassionato quindi prendi tutto quello che dico con le pinze) necessita rigore, paletti, regole chiare e definite.
Io leggendo il tuo "Ogni mondo è un'isola" mi sono sentito alla deriva: una sensazione molto vicina al fluttuare dei tuoi astronauti. Devo dire che non è stato spiacevole, ma mi sarebbe piaciuto avere appigli più concreti.
Be', ho detto fin troppo, ti saluto e qualche volta prendiamoci un caffè insieme!

5. L'uomo immobile

Ciao Raffaele,
come al solito, quando mi accingo a leggere un tuo racconto, so cosa aspettarmi: stile fluido, lessico preciso, storia che sa dove andare, mistero e scioglimento sul finale.

Tutto molto preciso e ben calibrato, ma anche stavolta mi pare che tu non abbia centrato il tema dell'edizione di MC. Ciò penalizza il racconto che, ripeto, ho trovato molto affascinante.

Alla prossima!

6. La ballerina e il mago

Ciao Alessandro,
il tuo racconto mi ha lasciato perlpesso, non è scritto male, a parte un utilizzo smodato del punto e virgola, ma non ho capito che storia hai voluto raccontare.

Riassumendo c'è uno psichiatra che sta raggiungendo in macchina la villa di un suo paziente che ha invitato la migliore amica dello stesso psichiatra che li intratterrà coi suoi balletti. Poi lo psichiatra entra in casa e scopre che i due sono passati attraverso una porta che li ha condotti in un'altra dimensione (anche se davanti alla porta ci sono solo le scarpe della ragazza). Embé?! :lol: Scusa, non te la prendere, il fatto è che non ho capito dove volevi andare a parare.

Oltretutto a un certo punto Lia dice, parlando di Carlo: "So come legarlo a me questa volta." Quindi è lei che apre la porta per la seconda dimensione?

A volte, leggendo i racconti di Minuti Contati, mi domando:
è il mio cervello che fa le bizze o sono gli autori che hanno chiare le storie che vogliono raccontare e quando si tratta di metterle per iscritto, escono un po' stortignaccole?

Ciaoooo!

7. La luna, l'erba e la Sardegna

Ciao Callagan,
il tuo è il primo racconto che commento e dico subito che l'ho trovato molto scorrevole e ben gestito. Bravo!
Solo che mi manca la connessione col tema di Minuti Contati.
Ok che tutto si svolge in Sardegna e che il protagonista non lascerà la sua amata isola per Clara, ma dov'è il concetto che una cosa appare per come è solo se la guardi da lontano?

I dialoghi sono molto buoni e tengono sempre desta l'attenzione del lettore. Ho trovato un po' strana questa frase: "Clara ti si avvicina, si solleva sul gomito e ti guarda come se non volesse far altro." Faccio fatica a visualizzarmi in che modo si avvicina Clara se poi deve sollevarsi sul gomito. Immagino sia sdraiata... quindi come si avvicina? Strisciando? Non so... mi pare costruita male.

E poi un'altra cosa: quando il protagonista dice che ha trovato lavoro a Baunei, la località non sembra in Sardegna, ma all'estero e questo crea un piccolo cortocircuito di senso che comunque alla fine si risolve bene.

A presto e buona giornata!

8. Oltre il grande vuoto

Ciao Viviana,
felice di leggerti anche se, sarò sincero, il tuo racconto non mi è piaciuto.

Non entro nel merito della vicenda perché molti passaggi non li ho capiti nemmeno dopo una seconda lettura, ma mi preme puntare l'attenzione sulla precisione e chiarezza che uno scrittore dovrebbe avere quando si appresta a costruire una storia.
Il tuo incipit e di conseguenza tutto il racconto, è tutto fuorché intelligibile.

"L'uomo dai capelli rossi aprì gli occhi. Goro tirò un sospiro di sollievo. Lo osservò portarsi a sedere con espressione vacua." E io già mi domando: chi guarda chi? Poi dici che fece un cenno a Kybux e subito dopo inserisci un altro personaggi: Kira e parli di stranieri. Io già mi sono perso e non capisco perché debba sforzarmi per districarmi nel lessico confuso dell'autore. Poi sono sicuro che la storia prenderà una piega avvincente e ricca di pathos, ma ormai sono partito scoraggiato, non ho fiducia in ciò che stai scrivendo e il patto che dovrebbe instaurarsi ogni volta che un lettore inizia a leggere un autore, è ormai compromesso.

Scusami, non voglio sembrare pedante, però è quello che penso e non saprei in che altro modo esprimermi.

Ciao e alla prossima!

9. Anche l'Inghilterra

Ciao Marco,
mi sa che non è la prima volta che faccio fatica a seguire la trama di un tuo racconto. Non capisco se è un mio problema o degli indizi che dissemini nella storia per rendere l'inizio confuso e arrivare a un finale che sia plausibile. Fatto sta che io non ho afferrato il senso della vicenda e quindi evito di commentare il contenuto del racconto.

Espongo invece alcune considerazioni di carattere tecnico:

Quando dici: "Yakahari gli aveva artigliato il braccio con le sue dita ossute da quando erano scesi dal taxi" commetti un errore perché avresti dovuto dire: "Yakahari gli stringeva il braccio da quando erano scesi dal taxi" Tralascerei le dita ossute, scusa ma certi aggettivi li sento così ridondanti...

Poi dici: "Il soffitto era basso da toccarsi con la mano".
E' una frase infelice perché sembra che nella stanza ci siano persone che si toccano con la mano.

Non mi è piaciuto come hai posto questa domanda (ho dovuto rileggerla almeno tre volte): "Quella ragazzina dalle gambe magre e storte che spuntavano da sotto la gonna a fiori sollevata... quella era la prima scelta del loro capoufficio, il signor Natomo?" E' davvero contorta e mal calibrata, andrebbe rivista.

Ancora: "Erano tutti girati verso di lei, ora."
Tutti chi? Ed è questo il problema di tutto il racconto: è come se restasse tutto sullo sfondo, tutto misterioso e inaferrabile. Per me la scrittura deve creare immagini, tu piuttosto hai creato un gran fumo.

Non voglio che le mie critiche risultino eccessive e mi scuso se le percepisci in questo modo. Buona serata e a presto!

10.

Ciao Giulio,
mi spiace dirlo con franchezza ma il tuo racconto non mi è piaciuto. Ho trovato lo stile sincopato difficile da leggere e irritante e anche la storia non mi ha lasciato nulla se non una sensazione d'affanno e di smarrimento perché il più delle volte dovevo tornare indietro per capire se ciò che stavo leggendo erano pensieri del protagonista o interventi dell'autore, che secondo il mio punto di vista più racconta una storia comprensibile e chiara nei concetti, più è bravo, ma qui ho notato un sacco di capriole, di salti mortali, come se dovesse essere una sfida tecnica più che un racconto e alla fine non è rimasto quasi nulla di quello che hai scritto nella mia testa.

Sarà per la prossima volta...


11. Il condannato

Ciao Diego,
ho fatto un po' di fatica a leggere il tuo racconto e a capire dove ci troviamo, chi è il protagonista, che peccato deve espiare e via dicendo, quindi questa vaghezza, questa indefinibilità, penalizza parecchio il testo, che comunque presenta buone immagini, anche se la punteggiatura avrebbe bisogno di essere controllata meglio e la grammatica rivista in certi passaggi (ho notato un nè senza accento e un' senza apostrofo).
Nel complesso il racconto mi ha lasciato indifferente, mi sarei aspettato qualcosa di più sul finale e soprattutto un grado di comprensione maggiore.

Alla prossima!

CIAO A TUTTI!
 
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Callagan
view post Posted on 29/11/2014, 11:18




COMMENTI

L'ultima frontiera



Ciao Francesco! ^_^
CITAZIONE
e attesero una trentina di secondi

Mi suona bruttina e fredda questa espressione. Eliminerei semplicemente "una trentina di secondi"

CITAZIONE
ma ad ogni caduta l'uomo si voltò e le fece cenno di riprendere la fuga

Qui sbagli tempo verbale. "A ogni caduta l'uomo si voltava e le faceva cenno di riprendere la fuga"

Il racconto si legge abbastanza velocemente, fin troppo. Tutto accade in un modo eccessivamente rapido e non son riuscito a percepire le emozioni dei protagonisti, disperazione del protagonista a parte. Secondo me, sarebbe stato più interessante se il punto di vista fosse stato quello della ragazza. Dai, è lei la vera protagonista, è lei che vive un forte conflitto interiore che sfocia nelll'omicidio del ragazzo. Questo conflitto, a parer mio, avrebbe potuto assumere il ruolo di protagonista e nascondere il fatto che la trama si riallaccia ai vari "ultima frontiera del reality" che va molto di moda in questi anni. Per carità, non è che questo tipo di trama se ben gestita non mi piaccia: mi hai ricordato The Truman Show e son contento di questo. :)

Il riparatore



Ciao, Angelo. Ancora una volta il tuo racconto è tra i migliori dell'edizione.

CITAZIONE
Roberto sorseggiò la camomilla, alzò lo sguardo verso il soffitto trasparente del bar, da dove si vedeva il parco monumentale dall’altra parte del mondo

Non so se è un problema mio, ma fatico a visualizzare questa immagine. Guarda in alto e vede un parco... dall'altra parte del mondo? E' come se avessi in mano una foto e non sapessi da che verso osservarla. :wacko:


CITAZIONE
“Lo sai. Sei uno scienziato no? Aveva ragione tua nonna. Viviamo su una stazione spaziale. Siamo gli unici sopravvissuti della razza che un tempo abitava un pianeta chiamato Terra.”
“Lo so, a livello teorico. Ma devo vederlo. Mi puoi aiutare?”
“Lo farò. Ma io verrò con te.”

Qui sono iniziati ad affiorare i dubbi. Mi pare si scambino le informazioni con troppa disinvoltura per vivere in un "mondo" dove vige la massima riservatezza tanto che la verità viene travestita da favola. E mi pare altrettanto ed eccessivamente semplice il fatto che Cinzia porti con sé a lavoro, senza problemi, Roberto. E i controlli? Mi pare scontato ci siano controlli in una realtà tanto oppressiva. Ecco, in tutto il racconto manca l'occhio del Grande Fratello e i protagonisti si muovono con troppa disinvoltura, in netto contrasto con quello che dicono.
Ho apprezzato di più la prima parte del racconto, ben gestita. La seconda invece è troppo veloce, frettolosa, e lascia dei quesiti aperti. Credo questo sia dovuto alle dinamiche di MC, che non permettono di ragionare troppo sul racconto...

Rapsodia



Ciao, Giulio. Buona l'idea del flusso di pensieri del personaggio che è evidentemente in trip. Son contento anche di essere stato "sorpreso". Ovvero in quasi tutti i racconti che ho letto che riportavano frasi tipo "il mare è vicino, ne sento l'odore. Corri, corri. Inciampo" alla fine si veniva a capire che il protagonista era un animale. Ecco, son stato contento che questo non sia stato il tuo caso. A ogni modo, il racconto è squilibrato. Lo si vede anche da un punto di vista estetico al primo colpo d'occhio che si getta sul tuo scritto: muro di parole Vs poche battute. Avresti dovuto sfoltire un pochino la prima parte e lavorare di più sulla seconda, magari costruendo una scena un pochino più corposa. Non mi convince nemmeno al cento per cento la vocina che parla nella testa del protagonista con cui chiudi il racconto, sopratutto perché avevi appena cambiato il modus narrandi.


CITAZIONE
All'unisono emettono un suono che definirei malato.

Qui presta attenzione. Messa così sei tu scrittore che parli, prendendo il posto del protagonista e del suo flusso di pensieri e immagini. Il problema è quel "definirei" che è alieno alla logica del pensiero immediato. "All'unisono emettono un suono malato" è invece naturale. Il lettore, poi, l'ha capito che sono tutte percezioni del protagonista.

CITAZIONE
-Un autografo-
-ti amo!!-
-Sei il più fico!-

Nota tecnica: se usi i trattini per i dialoghi innanzitutto devi usare quelli giusti che non son questi - ma questi –
In genere il trattino per i dialoghi lo scrivi dando un doppio "- -" e battendo lo "spazio".
Dopo il trattino, prima di scrivere la battuta del dialogo, devi dare uno spazio. Se dopo la battuta vai a capo, non devi riportare il trattino. Quindi il pezzo quotato risulta:

– Un autografo!
– Ti amo!
– Sei il più fico!

Ogni mondo è un'isola



CITAZIONE
Data: 20-14-Nuova Futura 42.

Ciao Beppe, iniziamo subito. Ho letto la tua spiegazione della data. Ora, tra saperlo e non saperlo a me non è cambiato niente, ovvero non ha inciso sul mio giudizio del racconto. Però, se vuoi che chi ti legge capisca che stai introducendo una nuova datazione, devi dare qualche indizio in più, devi aiutare il lettore. ;)


CITAZIONE
Dopo di lei è stato il turno di Bosco, il navigatore della Confederazione Africana: sosteneva di aver ritrovato il fratello, da cui si era estraniato. Ed Ellen, delle Due Americhe Unite. Grishan, l’astrologo Eurasiatico. Thi-Tha-Kum, la tecnica dei Grandi Arcipelaghi.

Questo elenco non era necessario. Ti sei lasciato prendere dalla frenesia di darci l'immagine di un futuro "possibile" (tra virgolette perché Totalitarismo Neocomunista di Putin III mi suona più come strampalata "minaccia" che futuro davvero possibile :P ) ma qui sei inciampato nell'infodump. Ok che in questa prima parte hai optato per un "tell", come se la protagonista stesse registrando il resoconto degli ultimi eventi, e non puoi essere scorrevole come in un "show". Ma a maggior ragione: la voce narrante è quella della protagonista, allora certe informazioni sono implicite. In sostanza: l'elenco dei nomi dei caduti sarebbe stato più che sufficiente. ;)


CITAZIONE
E infine Konstant…
Konstant, il mio amore. Il mio desiderio, piuttosto. In questo mondo, non ho mai avuto il coraggio di confidargli i miei sentimenti. Se lo avessi fatto, a Terra, non ci avrebbero mai assegnato alla stessa missione. Gli screening psicologici a cui ci sottopongono sono spietati, e per una ragione precisa.

Ma scusami, se gli screening psicologici sono tanto spietati, come è che non si sono accorti del forte desiderio provato dalla protagonista nei confronti del collega?


CITAZIONE
Si è messo la tuta delle riparazioni, dicendo che aveva capito tutto… che era stato uno sciocco a non credere agli altri… mi voleva trascinare con lui! Se non avessi chiuso il portello, sarei finita anch’io là fuori.

Qui leggera confusione con i tempi verbali. O passi al presente o continui con il passato.


CITAZIONE
Un tempo la nostra sindrome sarebbe stata un ostacolo, ma grazie alla W-Dopa, noi siamo stati la prima generazione di esseri eccezionali che ha potuto mantenere il contatto col mondo esterno senza perdere le nostre capacità.

Questo è un altro esempio di infodump collegato alla necessità di spiegare. Necessità che è tua, dello scrittore, non certo del protagonista. Ecco perché questa affermazione risulta irrealistica.

CITAZIONE
– Ogni mondo è un’isola, mio caro Konstant. – Kanvas gli stringe una mano sulla spalla. – Ma un’isola è isolata solo se la guardi dal mare.

A esser sincero, mi è piaciuto come ti sei riallacciato al tema. ;)

CITAZIONE
Dal Diario del dottor Kanvas:
“Konstant Weiss smise di prendere la W-Dopa l’ultimo giorno di Nuova Futura 42. Da allora vive isolato dal mondo, come sua moglie Cristina. Ma dalla faccia di lei è scomparsa ogni traccia del terrore che l’accompagnava quando la sua malattia era solitaria. Da quando condivide la sua sorte con il marito, sul volto di entrambi, come in uno specchio, risplende lo stesso, indecifrabile sorriso. Sono loro, o non siamo forse noi, a essere intrappolati in un sogno?”

Ulteriore cambio di POV. Capisco la necessità di cambiare punti di vista in una storia del genere, ma alla lettura di un racconto così breve il fatto è risultato disturbante. Possiamo dire che da lettore non avevo certezze a cui attaccarmi, manco quella, talvolta fondamentale, della voce narrante.

In definitiva nonostante sia buona l'idea alla base del racconto, non sei riuscito a rendere onore all'intuizione iniziale.

Prospettive



Ciao, Serena. Ben approdata su questi lidi. :)

CITAZIONE
Quando rincasavo la sera verso l'imbrunire, sovente mi capitava di vederlo. Non lo dicevo a nessuno ma, ne avevo paura.

Allora qui c'è un cambio repentino di soggetto che destabilizza. La voce narrante passa, all'improvviso, dal parlare di Jackie a parlare di sé, per poi tornare a parlare di Jackie poco dopo. O queste intrusioni della voce narrante le dissemini per tutto il racconto, fin dall'inizio, oppure le elimini completamente. Perché è come se la voce narrante si fosse tramutata in un personaggio della storia all'improvviso e inaspettatamente nel bel mezzo della narrazione... e non dovrebbe. Spero di essermi spiegato. >.<

Inoltre, a un certo punto Jackie smette di essere il protagonista, lasciando questo ruolo al narratore. Ecco, io dividerei nettamente queste due fasi del racconto.


CITAZIONE
E voi? Da quale sponda state osservando?

Quest'ultima riga è da eliminare perché il messaggio è implicito nella tua conclusione. Queste due domande è come se, con la loro freddezza, infrangessero l'atmosfera nebbiosa e onirica che hai creato.

Allora il tipico suggerimento che si dà a uno scrittore, specialmente se alle prime armi, è: "show don't tell". Tu, in questo caso, hai optato per il raccontato ma lo hai fatto nella giusta maniera che, dal mio punto di vista, non stona in un racconto tanto breve (diverso sarebbe stato per un racconto a più ampio respiro, che sarebbe invece stato troppo pesante). Farlo nella giusta maniera significa che la voce narrante non è fredda, distaccata, ma coinvolta e coinvolgente: in definitiva, è come se il narratore fosse di fronte a te, davanti a un falò, intento a parlare.
Ma se da un lato riesci a creare una bella atmosfera, dall'altro il racconto non è sempre di facile lettura e si va avanti con la storia lentamente. Comunque i buoni spunti ci sono. Anche se per la prossima volta ti suggerirei di "mostrarci" qualcosina di più, con più azione e movimento e con i dialoghi! :P

Il condannato



Ben ritrovato, Geppetto.

CITAZIONE
Il suo nome era stato cancellato, maledetto, i suoi figli dichiarati orfani, non esisteva, era un involucro, un reietto.

Qui vi è un non corretto uso delle virgole (cosa che si ripete anche dopo), in teoria dovresti separare le frasi di senso compiuto tra loro. Ad esempio:
Il suo nome era stato cancellato, maledetto; i suoi figli dichiarati orfani. Non esisteva. Era un involucro, un reietto.

CITAZIONE
ne da quanto l'otre pendeva molle al suo fianco.

Il né va accentato.


CITAZIONE
le mani che stringevano quel collo esile mozzandogli il respiro

Nell'intero periodo che sfocia in questa frase fai un abuso di virgole che interrompono continuamente il narrato e che sono anche dove non dovrebbero essere. Comunque, nella parte citata dici che le mani, stringendo il collo, gli mozzano il respiro... Mozzano il respiro a lui. Chi è lui... il collo? In questo caso non è corretto... non è che un collo respira. Se ti riferivi alla vittima (femminile?) magari avresti dovuto usare un "le".

Capisco la tua volontà di rendere la frenesia e la disperazione di un uomo vicino alla morte, tuttavia talvolta esageri con la paratassi. Frase principale dopo frase principale la narrazione talvolta va troppo a scatti. Inoltre, fai attenzione alla punteggiatura... l'hai violentata in questo racconto :P :P

L'idea alla base credo non sia invece male. Dimmi se sbaglio, nell'interpretare il tema hai cambiato un po' i soggetti coinvolti, giusto? Il mare che diventa il deserto, ovvero il mare di sabbia, mentre l'isola diventa l'oasi che da speranza di salvezza si trasforma, una volta dentro, in luogo di morte. Se le cose stanno così, per me le specifiche sono rispettate. ;)

La vita da lontano



Ciao, Filippo. Quello che hai scritto ha un grosso problema: non è un racconto. Per quanto non vi siano errori grammaticali e le frasi siano ben costruite pare che non sia stato scritto per essere letto. Come qualcuno ha detto, è come se fosse la bozza di una sceneggiatura, o di qualcosa che deve essere ancora scritto perché le vicende accennate siano approfondite. La storia che ci hai proposto, sebbene non sia così originale, ha le sue potenzialità, in particolare nel finale con l'omicidio-suicidio. Scena che, come l'hai scritta, è priva di tensione e totalmente indifferente.
Ho letto che questa scelta stilistica è volontaria... ma non ci siamo. Da lettore devo essere immerso in quanto sto leggendo, mentre questo tipo di scrittura mi lascia impassibile. Già il tuo aver optato per un "tell", rinunciando a mostrarci le cose, è stato ardimentoso. Quando leggo qualcosa di puramente raccontato vorrei quanto meno percepire la presenza della voce narrante, come se il narratore fosse vicino a me a narrare quanto ha visto, quanto sa. Invece, leggendo il tuo pezzo, si ha l'impressione di avere di fronte una noiosa biografia di un personaggio di cui, in fondo, non me ne importa niente. Non hai creato alcun tipo di atmosfera dalla quale essere avvolti.
Vedi poi qui:

CITAZIONE
Giampaolo Bracci ha 29 anni e se qualcuno chiedesse ai suoi familiari di indicarne un difetto, nessuno saprebbe cosa dire. Giampaolo è brillante, ama lo sport, ha amici sparsi in giro per il mondo, si è laureato col massimo dei voti e i suoi colleghi – Giampaolo è senior consultant presso Deloitte – lo stimano e gli invidiano la ragazza che sposerà a settembre di ritorno dalla Grecia.

è come se avessi scritto un'introduzione di stampo giornalistico alla biografia di Giampaolo Bracci.

A questo punto ti suggerirei di abbandonare questo esperimento e di tornare nelle righe del "show don't tell". Ma se volessi continuare, imperterrito, tieni a mente che il più grosso problema che ho trovato è l'assoluta piattezza che, tra le altre cose, ha reso la lettura molto pesante. Non son potuto entrare dentro la storia, non ho avuto l'occasione di provare empatia nei confronti dei protagonisti, quindi le vicende mi son scivolate via senza lasciare il minimo segno.

Spero di esserti stato utile, alla prossima. ;)

L'uomo immobile



Ciao, Raffaele! :)

CITAZIONE
«E che vuol dire ciò? Ha assunto stupefacenti? È ubriaco?»
Nessuna risposta, neanche un cenno.
«Vuole rispondermi, signore? O devo portarla via con la forza?»

Mi sembra surreale questo dialogo. Perché dovrebbe portarlo via con la forza? E' un uomo che evidentemente ha qualche problema, ma non sta dando fastidio a nessuno. E' semplicemente fermo... in catalessi. Se mai le persone strane son quelle che non chiamano il dottore... altro che galera e minacce <_<


CITAZIONE
raggiunse i protagonisti di quella strana scena.

Non devi dirmi che la scena è "strana" ma me lo devi mostrare. Lo hai fatto e lo hai fatto abbastanza bene. Quindi elimina quell'aggettivo! :P

CITAZIONE
«Va bene, andate via. E non fate perdere altro tempo alla gente che lavora.»

La figura del poliziotto e quello che dice mi rendono perplesso... non mi convincono.

CITAZIONE
Disordinata, brulicante, caotica e impersonale.

Troppi aggettivi, credo.

CITAZIONE
Ora i pensieri della gente lo raggiungevano con minore intensità, ma erano ugualmente terribili.

I pensieri della gente? C'è qualcosa che non va... Perché fino a questa frase le parti in corsivo le avevo intese come pensieri del protagonista. Prova ad andare a leggerle singolarmente... sono omogenee tra loro, possono riferirsi benissimo a un'unica persona! Secondo me dovresti sbizzarrirti di più rendendole sconnesse l'una dall'altra.

CITAZIONE
…non andrà affatto bene, dannazione; sei fottuto, amico…

Questa, invece, mi piace come idea... come conclusione. ;)

Il racconto non mi ha convinto fino in fondo. A parte lo strano comportamento delle persone che non son riuscito a trovare credibile, la trama non è originale. Il tema è trito e ritrito e in questi pochi caratteri non mi dici nulla di nuovo... non mi sorprendi. (NB. Opinione da lettore. Come scrittore lotto anche io con la difficoltà di sorprendere e di scrivere qualcosa di veramente "nuovo").
Spero di esserti stato utile. Alla prossima!

La ballerina e il mago



Ciao Alessandra, ben ritrovata. :)

CITAZIONE
Inoltre; era una brava ballerina, guardarla danzare era una delizia per gli occhi.

Perché il punto e virgola dopo inoltre? Presuppone una pausa troppo lunga, quasi ci fosse un punto...

CITAZIONE
So come legarlo a me, questa volta; e per sempre.

Anche qui il punto e virgola che mi suona male. Credo di aver capito che ritmo intendevi dare alla frase. Al posto tuo userei i puntini di sospensione però.

CITAZIONE
Un naufrago approdato da un anno nel mio studio.

Naufrago è in senso figurato qui? Quando l'ho letto per la prima volta mi è venuto in mente Shutter Island (il film, l'hai visto?) Quindi mi è venuto automatico pensare che la protagonista fosse una psicologa alle prese con dei "pazzi" confinati in un'isola sperduta. Ma credo fosse sbagliata quell'impressione. :wacko:


CITAZIONE
Le donne entravano nella sua vita come meteore impazzite, ma non duravano che un'eclissi lunare.

Mi piace il tuo modo di dire le cose, di creare immagini e significati nella mente di chi legge. Questo ne è un esempio.

In definitiva, hai dato vita a una delle trame migliori di questa edizione di MC. Mi è davvero piaciuta la storia che hai raccontato e in poche battute sei riuscita a dar forma distinta a ben tre personaggi diversi. Il problema è che il tutto risulta troppo compresso su se stesso. Come se avessi chiuso la valigia piena di roba con la forza... sta per scoppiare, la vedi?
Per questo motivo tutto non mi è stato chiaro fin dalla prima lettura, con i personaggi che si sovrapponevano tra di loro. Penso che con qualche K in più tu possa migliorare questa storia. Comunque, brava!

Oltre il grande vuoto



Ciao, Ilma!
CITAZIONE
Goro, aspetta un attimo... davvero era a questo che ti riferivi quando parlavi di Grande Vuoto? All'oceano? Io pensavo che tu avessi capito, che aveste memoria del vostro naufragio su questo pianeta...

Credo che questo periodo dovesse essere il colpo di scena finale, capace di lasciare senza fiato non solo i protagonisti, ma anche il lettore. Il problema è che, da lettore, non l'ho capito. O meglio, durante la lettura, non ho avuto modo di concentrarmi su di Goro e le sue speranze o paure sul grande vuoto. Il problema è stato che per tutto il racconto ho cercato (disperatamente) appigli a cui aggrapparmi per capire, codificare, il mondo che mi stavi mostrando. E nel cercare di immaginare l'ambientazione, ho perso il contatto con la trama.
Hai optato per una scelta difficile e sei stata coraggiosa. Secondo me, hai sbagliato nel dirci troppe cose, usare troppi nomi, il cui vero significato lo conosci solo tu. E' il tuo mondo, non il mio, e se non me lo introduci piano piano, facendo perno su quello che io conosco già, allora faccio una fatica immane ad ambientarmi.
Ribadisco la difficoltà di scrivere un racconto del genere per MC, dal momento che non hai a disposizione gli spazi necessari per fornirci un quadro completo della situazione.
Spero di essermi spiegato! Alla prossima... e preparati bene per lo speciale dello skannatoio! :P

Anche l'Inghilterra



Ciao, Marco. E' stato un piacere poterti rileggere.

CITAZIONE
e il signor capoufficio signor Natomo

Ti direi di eliminare il primo "signor" e mettere tra virgole "il signor Natomo".

CITAZIONE
come se grattacieli illuminati potessero ancora interessarlo.

Refuso. Penso che manchi la "i" prima di "grattacieli".

CITAZIONE
arredata solo dal lungo attaccapanni arrugginito da parete.

Penso sia più corretto dire "da un lungo attaccapanni". L'attaccapanni alla parete non è qualcosa che già conosciamo... non era scontato che ci fosse.

CITAZIONE
Quella ragazzina dalle gambe magre e storte che spuntavano da sotto la gonna a fiori sollevata, con quel petto piatto e quello sguardo perso e la bocca semiaperta, quella era la prima scelta del loro capoufficio, il signor Natomo?

Qui fai abuso di dimostrativi...

CITAZIONE
Erano già fuori, nello stretto corridoio male illuminato del seminterrato. — La ragazza universo. La chiamano così perché dentro ha un intero universo. È così grande che quelli dentro nemmeno se ne accorgono, molti neanche sono mai arrivati al bordo. E se non arrivi al mare non ti accorgi che sei su un'isola.

Col senno di poi, ovvero alla seconda lettura, questa frase mi mette i brividi. Bravo!

In poche battute hai delineato una scena bellissima. Mi hai messo nei panni di Kao e mi hai fatto vedere perfettamente il signor Yakahari, personaggio molto caratterizzato di cui ho amato le battute. Io non so chi siano queste persone, cosa facciano, perché siano lì (forse questo l'ho mezzo intuito), ma tutto questo, che potrebbe sembrare fondamentale, passa in secondo piano di fronte a un racconto surreale che riesci a rendere credibile. Mi hai fatto percepire il senso di fragilità del confine tra mondo reale e l'infinito racchiuso nella bambina, è stato qualcosa di molto inquietante.
Grazie e alla prossima. :)

CLASSIFICA

  1. Anche l'Inghilterra, Marco Migliori

  2. La ballerina e il mago, Alessandra Corrà

  3. Il riparatore, Angelo Frascella

  4. Ogni mondo è un'isola, Beppe Roncari

  5. Oltre il grande vuoto, Viviana Tenga

  6. Prospettive, Serena Aronica

  7. L'ultima frontiera, Francesco Nucera

  8. L'uomo immobile, Raffaele Marra

  9. Il condannato, Diego Ducoli

  10. Rapsodia, Giulio Marchese

  11. La vita da lontano, Filippo Santaniello

 
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Ceranu
view post Posted on 29/11/2014, 14:07




Commenti in ordine sparso di Ceranu

Ogni mondo è un'isola di Beppe Roncari

Ciao Beppe, racconto interessante, ricco di spunti. Forse troppi. Accenni tante cose, ma in fondo non ne affronti nessuna. I due personaggi sono affetti dalla sindrome di Savant che non capisco perché fai diventare autistici. Hai spostato tutti in un mondo futuristico con una precisa connotazione politica che risulta immediata ma ricca di risvolti che non possiamo conoscere.
Cos'è Nuova Futura 42?
Perché nella data iniziale c'è quel 20 – 14?
Non lo so, il racconto è interessante, ma ci sono troppe informazioni che non riesco a fare mie.
Escludendo il contesto la storia è bella, anche se dal mio punto di vista manca di sentimento. Mi spiego, il sentimento c'è, ma non passa al lettore.
Ciao e alla prossima

Rapsodia Di Giulio Marchese

Ciao Giulio, felice di incontrarti ancora.
Del racconto mi è piaciuto il ritmo. Si corre con Peter ed è un bene. Però in alcuni momenti non è facilissimo seguirlo. Scrivi senza differenziare pensieri e immagini, avrei preferito se avessi usato il corsivo per alcune parti, giusto per darmi modo di staccare. Ciò nonostante mi è piaciuta la tua scelta.
La trama è un po' troppo lineare, manca di stimoli. C'è lui e basta. Si capisce subito che sta facendo un viaggio nella sua mente e che intorno sta succedendo altro. Posso dirti che mi sei piaciuto più delle altre volte, ho apprezzato la follia del racconto, ma devi sforzarti di dare anche una trama intrigante.
Ciao e alla prossima.

Il riparatore di Angelo Frascella

Ciao Angelo, ben trovato.
La storia mi è piaciuta ma. Buoni i dialoghi, anche se alcuni sembrano un po' inverosimili. Come spesso accade il tuo nemico è stato il numero di battute. La parte centrale è troppo frettolosa, tanto da risultare inverosimile. Poi c'è il salto da fuori a dentro, anch'esso troppo frettoloso.
Nel complesso il racconto è piacevole, anche se io avrei preferito e Roberto avesse ucciso Cinzia per rubale la tuta spaziale, così da evitare il bacio scaldacuori.
Unico vero rammarico di questa edizione è non aver potuto ridere leggendo il tuo “solito” racconto divertente.
Ciao e alla prossima.

Prospettive di Serena Aronica

Ciao Serena, piacere di conoscerti e benvenuta.
Partiamo dal presupposto che ho apprezzato i toni del racconto. Malinconico e antico, al punto di ricordarmi “l'antologia di Spoon River”. Ma, perché c'è sempre un ma, ho avuto alcune difficoltà nella lettura. Ho trovato molti periodi lunghi e pesanti. Tornando al pilastro letterario che mi hai ricordato, mi rendo conto che quel tipo di lettura è limitato a quel periodo storico, per i giorni d'oggi trovo troppo lenta la narrazione, ma questo è un mio gusto. La trama è interessante, eppure io alla fine non ho inteso a pieno cosa volessi dire con l'ultima frase. Bella, d'atmosfera, ma per me troppo criptica.
Ciao, spero di rileggerti presto.

Il condannato di Diego Ducoli

Ciao Diego.
Non capisco molto bene dove ci troviamo. Il protagonista chi è? Dalle indicazioni che mi dai io arrivo alla conclusione che sia un uomo facoltoso di qualche tribù nomade. Ma allora perché l'esilio?
Il racconto non mi dispiace, ma resta la fine di un uomo che non conosco e di cui non posso affezionarmi. Anzi, forse è la giusta fine che deve fare.
Lo stile è il solito, crudo e deciso. Ho avuto un po' di difficoltà con le virgole iniziali, in più una manda a capo una frase, ma quello può essere il frutto dei tagli finali.
È un racconto con un buon potenziale, ma che manca di qualche informazione in più.
Ciao

La vita da lontano di Filippo Santaniello

Ciao Filippo, ben trovato.
Complimenti, ottima scrittura. Non ho avuto nessuna difficoltà a leggere il racconto, è tutto chiaro e ben descritto. Si capisce ogni dettaglio, e dal mio punto di vista non è poco. Però c'è una cosa che non mi convince, Gianpaolo è un codardo e ok, ma da lì a non aver mai pensato prima al casino che stava combinando ne corre. Tu ci dici che lui ha avuto l'illuminazione vedendo il quadro, mi sembra strano. Detto ciò ne esci bene comunque, anche se, come in altri racconti, leggere la traccia nel testo mi ha un po' infastidito. Non mi piace quando succede.
Comunque rinnovo i complimenti. Bravo

OLTRE IL GRANDE VUOTO di Viviana Tenga

Ciao Viviana, mi fa sempre piacere leggere i tuoi brani.
Purtroppo ho riscontrato anch'io una difficoltà iniziale. Hai inserito troppi personaggi e termini strani tutti insieme. Capisco che il tuo intento era quello di celare fino alla fine un lieve mistero, ma forse hai esagerato. Dalla seconda parte va tutto molto meglio, tanto da farmi pensare che sia un peccato. La storia è carina, i personaggi anche. Ho trovato superfluo il particolare dell'isola, poteva essere tranquillamente un continente enorme, il loro isolamento era molto più in grande scala. Nel complesso è un buon racconto che necessita di una snellita iniziale, ma poca cosa.
Ciao e a prestissimo

La ballerina e il mago di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra, ben trovata.
Il racconto si legge bene, anche se qualche immagine in più l'avrei gradita. Così ci prendi per mano alla prima riga e ci trasporti fino alla fine senza lasciare nessuna libertà al lettore. La trama non è eccezionale, ma rende bene l'idea e mi piace. Ribadisco quello che ho detto anche a Filippo. Non mi piace quando il tema viene inserito nel testo, lo trovo un tentativo di spiegare la traccia. Nel tuo caso non serviva e la frase risulta superflua.
Ciao e alla prossima

L'uomo immobile di Raffaele Marra

Ciao Raffaele.
Ormai l'ho capito, i tuoi racconti sono sempre estremi.
Sebbene non abbia grosse critiche da muoverti, non posso dire di aver apprezzato il racconto. Risulta fluido e ben scritto, ma la storia mi ha lasciato abbastanza indifferente. Credo che la “colpa” sia dei sentimenti del protagonista. Ho capito il contrasto tra la staticità fisica e la disperazione mentale, ma non mi è arrivata. A mio parere manca la vera disperazione di un uomo che soffre quella situazione, come manca un sentimento nei confronti di colui che l'ha condannato ad essere così.
Dal punto di vista logico non comprendo nemmeno il comportamento dei poliziotti, ma questo è solo un puntiglio. Se c'è l'intervento c'è bisogno anche delle generalità, soprattutto dopo che l'uomo dice che il protagonista è scappato da chissà dove. Ribadisco che però questo è solo un dettaglio.
Ciao e alla prossima

Anche l'Inghilterra di Marco Migliori

Ciao Marco, ben trovato.
Ho letto e riletto il racconto, eppure non ho colto appieno il messaggio che ci hai mandato. Certo, questo è il rischio che corre chi prova ad andar oltre alla semplice storia fine a se stessa. Tu hai coraggio da vendere, perché ci provi spesso. Ma stavolta, non riesco ad andar oltre, sicuramente per colpa mia.
Dal punto di vista stilistico non ho molto da dirti se non che alcune frasi le ho trovate troppo articolate. Ho dei dubbi su un passaggio che ho trovato contraddittorio e che mi ha confuso:

È così grande che quelli dentro nemmeno se ne accorgono, molti neanche sono mai arrivati al bordo
C'è chi ha parlato con certi che sono arrivati al confine.
È vero che i due concetti non si escludono, ma per quanto mi riguarda li trovo un po' in conflitto, forse il primo sarebbe da eliminare.
Ciao e alla prossima.

La luna, l'erba e la Sardegna di Filippo Puddu

Ciao Filippo, piacere di incontrarti ancora.
Partiamo dal punto di forza del racconto, lo stile. Sei bravo, le immagini arrivano nitide, i concetti di conseguenza.
Ora passo alle cose che mi convincono meno. La trama è un po' troppo lineare, con alcuni punti poco approfonditi e altri forse superflui. Partiamo dall'abbandono sul ciglio della strada. Ho dovuto aspettare che me lo dicesse il protagonista per capire che era un posto isolato. Magari meritava qualche battuta in più, una protesta da parte della ragazza. Invece il dialogo tra i due amici ha una parte che per la storia non serve a molto, quindi forse avresti potuto spostare le battute da una parte all'altra.
Purtroppo riesco a cogliere poco anche il messaggio finale, ma questo è solo per colpa mia.
Ciao


Classifica

Ciao a tutti, non è stato facile fare la classifica. Questa volta non ho trovato un racconto decisamente più bello degli altri, quindi ho tenuto conto dello stato d'appagamento che mi hanno lasciato dopo la lettura.

1. La vita da lontano di Filippo Santaniello
2. La luna, l'erba e la Sardegna di Filippo Puddu
3. Ogni mondo è un'isola di Beppe Roncari
4. Il riparatore di Angelo Frascella
5. Prospettive di Serena Aronica
6. Il condannato di Diego Ducoli
7. OLTRE IL GRANDE VUOTO di Viviana Tenga
8. L'uomo immobile di Raffaele Marra
9. Rapsodia Di Giulio Marchese
10. La ballerina e il mago di Alessandra Corrà
11. Anche l'Inghilterra di Marco Migliori
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 29/11/2014, 23:59




Ciao a tutti.

Ecco la mia classifica.


1. La luna, l'erba e la Sardegna, di Filippo Puddu
Ciao Filippo.

Racconto il tuo che ha da una parte una trama semplice ma dall’altra una ricchezza di dettagli che ne arricchiscono personaggi e narrazione facendoci conoscere il protagonista e dandogli tridimensionalità. Soprattutto ho apprezzato l’umorismo del racconto davvero ben gestito e regala sorrisi in maniera uniforme e intelligente. L’unica perplessità è la scelta della seconda persona, che secondo me risulta inutile, in questo caso.

2. L'uomo immobile di Raffaele Marra

Davvero ottimo questo racconto. L’angoscia dell’uomo e i suoi pensieri vengono alternati in modo magistrale con quello che gli accade intorno, creando un ritmo ipnotico e quasi musicale nella narrazione. La situazione, già drammatica di per sé, trova, nella rivelazione finale, inaspettata e allo stesso tempo perfettamente coerente con quello che era accaduto fino a quel momento, un climax sublime e anche la chiusura, con i pensieri dello scienziato, è perfetta.
L’unico difetto, per voler cercare il pelo nell’uomo, è nel comportamento dei poliziotti forse non del tutto realistico, ma si tratta di un problema marginale.

3. Prospettive di Serena Aronica
Ciao Serena e benvenuta.

Devo dire che ho apprezzato molto il tuo stile arioso, con periodi lunghi in cui però non si perde mai la bussola, perché le frasi non si avvolgono su sé stesse. In questo modo, il narratore prende per mano il lettore e lo porta ad appassionarsi e incuriosirsi per la vicenda di Jackie, che nonostante le tragedie che ne hanno segnato la vita, non risulta mai melensa. L’unica cosa che mi è dispiaciuta è che arrivato al finale, il racconto finisce col somigliare più a un apologo morale (quasi una parabola) mentre era partito come una storia realistica e questo cambio mi ha lasciato un po’ insoddisfatto. La domanda finale, in ogni caso, sarebbe da tagliare: è ridondante e inutile. In ogni caso, nel complesso, una buona prova.
Giusto una nota: ci sono un paio di “d” eufoniche fra vocali diverse (“ed in” “ed avevo”)e visto che gli editori (a quanto si dice) le “aborrono” e bruciano nel mezzo delle piazze gli scrittori che ne fanno uso, ti consiglio di abituarti a farne a meno (all’inizio è dura, ma poi, vedrai che quando ci avrai preso la mano diventerai anche tu una talebana delle d eufoniche, come tutti noi ;)

4. L'ultima frontiera di Francesco Nucera
Buon racconto che ha il suo principale difetto quello di ricordare troppo da vicino storie come The Island o The Truman Show… in ogni caso, riesce ad aggiungere a queste qualcosa nel fatto che i protagonisti si direbbero coscienti del loro essere protagonisti di un reality e nella scelta finale della ragazza di non fuggire. Il racconto è piacevole e interessante (anche se necessita di una seconda lettura per apprezzarne i dettagli). Avrei forse usato il punto di vista della ragazza, per evitare, sul finale di dover far leggere il foglietto a lui mentre cade dalla scogliera e sta per morire, il che sembra inverosimile (invertendo il punto di vista, in questa scena sarebbe stata lei a ritrovarsi il foglietto in mano e avrebbe avuto tutto il tempo e la “comodità” per leggerlo.



5. Ogni mondo è un'isola di Beppe Roncari

Spunto molto interessante da cui viene fuori un racconto bello, ma imperfetto. La prima parte mi aveva fatto pensare a Solaris (e a tutti i racconto, film e fumetti che da lì hanno preso spunto). A metà racconto, però la prospettiva viene completamente ribaltata in senso “dickiano” e non sappiamo più quale sia la realtà. Il racconto acquista, in questo ribaltamento, originalità e interesse. Purtroppo, però, lo spazio e il tempo ridotti ti hanno costretto ad abusare dell’infodump (per esempio, sulla scena degli occhiali e, in modo ancora più evidente, quando Konstant spiega a Kanvas cose che lui conosce benissimo). Inoltre, non è chiaro quale fosse la missione dei savant quali siano le loro capacità (a parte quelle di Cristina).
Sicuramente un racconto su cui lavorare per farne qualcosa di un po’ più lungo.
PS ho apprezzato l’omaggio alla Cristoforetti e alla sua missione. Ammetto di essermi lasciato suggestionare anche io dalla partenza del suo razzo, la sera prima di MC, nella scrittura del racconto.


6. La vita da lontano di Filippo Santaniello
Questo racconto ha il pregio di essere un racconto semplice, immediato e privo di grosse sbavature (si potrebbe un attimo stare a discutere dell’epifania così fulminea del personaggio, ma credo ci possa stare in uno abituato a lasciarsi trasportare dalla vita e che, all’improvviso, si renda conto di dove lo stia portando la corrente) e questo è davvero lodevole in una competizione “estrema” come MC.
La cosa che non mi ha convinto del tutto è l’approccio stilistico: il racconto viene raccontato da un narratore onnisciente e impersonale e tutto ciò lo fa somigliare più a una sceneggiatura che poi dovrà essere messa in scena che a un vero pezzo di narrativa. Il risultato è che il lettore si sente poco partecipe del dramma in corso. Se ci avessi fatto vivere la vicenda dagli occhi di Giampaolo, il racconto ne avrebbe davvero beneficiato.


7. Il condannato di Diego Ducoli
A differenza degli altri l’assenza di un contesto specifico non mi ha infastidito. Siamo probabilmente nel passato, in un mondo più crudele del nostro e, probabilmente, il protagonista è colpevole, ma la punizione è disumana. Quello che importa è l’immane sofferenza cui è sottoposto, sofferenza che rendi bene, forse anche troppo (dopo un po’ il lettore desidererebbe forse un cambio di registro, che alla lunga risulta un po’ monotono). Il finale mi ha lasciato dubbioso: è morto è finito all’inferno o così esausto da non essersi accorto di un rapace che lo sta attaccando? Il difetto maggiore è che mi sembra poco attinente col tema della serata.

8. Anche l'Inghilterra di Marco Migliori
Di solito apprezzo la tua capacità di proporre storie originali e che richiedono un po’ di impegno anche da parte del lettore, ma questa volta non credo di aver afferrato quello che volevi narrare. La scena sembra al protagonista quella di una giovane malata di mente abusata dal capo e, francamente, non sono riuscito a capire invece a capire cosa il capo volesse farci. La storia del muro che c’è e non c’era prima e la scena finale ingarbugliano ancora di più le cose. Soprattutto, non capisco perché avrebbero portato Kao in quel posto senza metterlo al corrente di cosa stava per accadere.
A parte questo, ambientazione e caratterizzazione sono molto buoni grazie all’uso di dettagli (come quello dell’attaccapanni) che rendono molto bene i caratteri. Probabilmente basterebbe qualche piccola modifica per facilitare la comprensione al lettore e far esprimere tutte le potenzialità a questo racconto.

9. Rapsodia di Giulio Marchese
Nella prima parte del racconto ero convinto di trovarmi in una specie di omaggio di Lost (parlavi di un’isola con esseri misteriosi e di un chitarrista rock e l’ho ricondotto a Charlie del telefilm). Così la seconda parte mi ha spiazzato e ho fatto un po’ fatica a capire come si collegasse alla seconda. Nei commenti si parlava di un trip allucinogeno, ma la voce finale mi fa venire più il dubbio che Peter sia più affetto da schizofrenia e incapace di distinguere la realtà dalle proprie immagini mentali. In ogni caso, nel complesso il racconto mi è piaciuto abbastanza. L’uso del flusso di pensieri, se fosse stato lievemente più lungo sarebbe diventato fastidioso, ma ti sei fermato appena in tempo. Ti è scappato un “qual è” con l’apostrofo.

10. La ballerina e il mago di Alessandra Corrà
Il racconto è scorrevole e si legge con piacere, ma trovo abbia qualche difetto a livello di trama: prima di tutto non mi convince molto che uno psicoterapeuta, senza aver ricevuto messaggi strani o inquietanti (che ne so, una lettera in cui si minaccia il suicidio) dovrebbe preoccuparsi di andare a casa di un paziente (già è difficile convincere i medici a venirci, chiamandoli). Se il punto precedente è di importanza relativa, il fatto che lui accetti come un fatto normale che questo siano passati in un’altra dimensione usando una misteriosa erba, mi fanno dubitare della sanità mentale del medico stesso… il finale insomma sarebbe da rivedere. Magari il medico potrebbe convincersi che si sono suicidati o scappati insieme… insomma qualcosa di realistico, lasciando al lettore concludere che sono passati nell’altra dimensione.
Anche la coincidenza dell’incontro sulla nave, mi pare eccessiva: non sarebbe molto più naturale che si fossero incontrati nella sala d’attesa del medico?
Insomma, un racconto piacevole ma con diversi difetti da limare.

11. OLTRE IL GRANDE VUOTO di Viviana Tenga
L’idea di base del racconto è carina: un’astronave è naufragata su un pianeta e i discendenti nei secoli hanno perso memoria del fatto che loro sono “Figli delle stelle.”
Ci sono però diverse cose che non tornano: per esempio, se Goro è capace di percepire i pensieri e le immagini dalla mente di Kira a distanza tale che la sua nave è un puntino all’orizzonte, come mai non ha visto prima la verità? (dalla prima parte e dal loro dialogo mentale, infatti, si capisce che Goro conosca già Kira) Inoltre se sul pianeta vi è una sola isola così piccola da non essere individuabile dallo spazio, mi vengono molti dubbi che possa essere abitabile (tra l’altro per venti generazioni). E perché Goro e compagni volevano far addormentare gli stranieri? E come li hanno convinti a bere il ghohugh (che immagino stia per “gotto pangalattico esplosivo” :)?
Inoltre il racconto si legge con un po’ di difficoltà (complice l’eccesso di personaggi dai nomi strani, che, concentrati in un tempo così breve fanno venire in mente il celebre sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo “Pdor, figlio di Kmer, della tribù di Ishtar, della terra desolata dei Kfnir…”)
In ogni caso, come ti dicevo, l’idea è carina e leggo che hai scritto il racconto in un tempo molto breve e assonnata. Conoscendo la tua bravura non ho dubbi che tu possa rivederlo e farne uscire qualcosa di molto buono

Ciao
Angelo
 
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ilma197
view post Posted on 30/11/2014, 14:19




1)L'UOMO IMMOBILE, di Raffaele Marra
L'ho trovato davvero molto emozionante. All'inizio sembra che i problemi siano tutti dell'uomo immobile (che quindi, ha tutte le ragioni per essere in quello stato), anche se a un certo punto diventano un po' troppi, poi si capisce come stanno davvero le cose in un capovolgimento che interpreta benissimo il tema. Dal punto di vista logico, ho qualche piccola perplessità (oltre a quella sul comportamento dei poliziotti che ti è già stata segnalata). Per prima cosa, mi sembra che quel mare di pensieri negativi qualcuno di positivo avrebbe dovuto esserci... Forse avresti potuto dire che l'esperimento fa sì che capti solo alcuni tipi di pensieri, perché sono associati a una particolare fascia di frequenze o qualcosa del genere (non sono affatto sicura che quello che ho appena detto possa avere senso dal punto di vista scientifico XD). Altra cosa: trovo un po' inverosimile la folla che si raduna così in fretta davanti a un uomo che sta solo fissando il vuoto, per quanto possa essere evidente che sta male. Forse dopo che il primo ha chiesto se stava bene (a quel punto è difficile non accorgersi/far finta di non accorgersi che c'è qualcosa che non va), ma che tante persone lo notino così in fretta lo trovo poco realistico. Comunque questi sono aspetti che passano decisamente in secondo piano rispetto alla potenza del racconto.

2)IL RIPARATORE, di Angelo Frascella
Ambientazione distopica ben tratteggiata nonostante lo spazio limitato. Ben resi i due personaggi, soprattutto Roberto. Suona un po' artificioso il fatto che lei sia stata assegnata proprio al lavoro che avrebbe voluto lui, forse sarebbe stato meglio inserire qualche elemento prima che alludesse alla possibilità. Affrettato dialogo in cui lei spiega che sono su una stazione spaziale. Il finale non mi ha convinta del tutto, mi aspettavo qualcosa di più drammatico/esistenziale, ma a suo modo funziona. La resa generale del racconto rimane comunque molto buona.

3)OGNI MONDO E' UN'ISOLA, di Beppe Roncari
Idea molto bella, ma forse un po' troppo ambiziosa per un racconto così breve, in particolare per la ricchezza di dettagli sull'ambientazione che fa perdere scorrevolezza al testo. Per esempio, secondo me si poteva evitare il passaggio sugli occhiali o quelli sulla provenienza dei vari membri dell'equipaggio, e magari usare lo spazio per diluire in qualche modo la spiegazione di Konstant, che così com'è risulta un po' forzata e artificiosa (sono consapevole che evitare del tutto l'infodump in un testo così breve è pressoché impossibile, ma secondo me nel tuo racconto ci sono comunque margini di miglioramento sotto questo aspetto).
Un passaggio che non mi è chiaro:
CITAZIONE
Konstant, il mio amore. Il mio desiderio, piuttosto. In questo mondo, non ho mai avuto il coraggio di confidargli i miei sentimenti. Se lo avessi fatto, a Terra, non ci avrebbero mai assegnato alla stessa missione. Gli screening psicologici a cui ci sottopongono sono spietati, e per una ragione precisa.

Immagino che l'idea sia quella di non mandare in missione insieme due persone troppo emotivamente legate tra di loro. Però se gli screening psicologici sono spietati, mi viene da pensare che si accorgono comunque dei sentimenti di Cristina, a prescindere dal fatto che si sia dichiarata o meno...
Il finale mi è piaciuto molto, così come l'interpretazione del tema.

4)LA LUNA, L'ERBA E LA SARDEGNA, di Filippo Puddu
Parto sempre con una certa dose di scetticismo quando vedo un racconto in seconda persona, ma il tuo è scritto davvero molto bene e ho smesso di farci caso quasi subito. L'unico appunto che ho da farti è che l'ho trovato però un po' sbilanciato, nel senso che i dettagli di contorno prendono più spazio di quello che secondo me dovrebbero rispetto alla trama principale. Mi riaggancio un attimo a un commento precedente: anch'io ho avuto un attimo di incertezza su Baunei, poi ho dato per buono che fosse in Sardegna perché se no la storia non avrebbe avuto senso... però diciamo che forse per venire incontro al lettore sarebbe stato meglio se il lavoro lo avesse avuto in una località più immediatamente riconoscibile come sarda.

5)L'ULTIMA FRONTIERA, di Francesco Nucera
Racconto ben costruito. Si percepisce fin da subito l'ansia del protagonista e si sta tutto il tempo con il fiato sospeso. L'idea in sé non è particolarmente originale, ma il fatto che l'attenzione sia incentrata più sui personaggi che sulla trama in sé fa sì che il racconto non risulti scontato. L'unico difetto è che tutto scorre troppo velocemente. Anche per via della tensione che hai creato, uno legge tutto d'un fiato e arriva alla fine e con le idee un po' confuse sui passaggi chiave della trama e i dettagli dell'ambientazione (ho dovuto rileggere una seconda volta per apprezzare tutto al meglio).

6)PROSPETTIVE, di Serena Aronica
Molto bella l'atmosfera e la tensione narrativa che si crea durante il racconto, purtroppo ho trovato il finale non all'altezza (di aspettative comunque alte). Inoltre, mi è rimasto il dubbio di quanto ci sia da prendere alla lettera e quanto sia del tutto simbolico. Rivede davvero Jackie? Se sì, come il ragazzino di dodici anni che conosceva, o come l'uomo di trenta che intanto è diventato? E nel secondo caso, davvero riesce a riconoscerlo con tanta prontezza? Qua e là ho trovato qualche frase poco scorrevole, in generale mi è sembrato che fosse da risistemare un po' la punteggiatura, ma niente di grave.

7)LA BALLERINA E IL MAGO, di Alessandra Corrà
L'idea è carina, ma secondo me poteva essere sviluppata meglio. Il racconto si legge in modo scorrevole, ma non riesce a coinvolgere fino in fondo; lo stile crea una bella atmosfera, alcune immagini sono davvero belle, ma è come se tutto rimasse vago e sospeso. Forse avresti potuto dedicare un po' più di spazio (avevi un certo margine rispetto al numero massimo di battute) al ritrovamento e la natura della sostanza magica che apre il varco su un'altra dimensione, perché così mi ha dato molto l'idea di un "voglio farli andare in una dimensione parallela ma non ho voglia di pensare al come, facciamo che trova una sostanza magica". A una prima lettura ero un po' perplessa anche sulla dinamica degli eventi, ma ora credo di aver capito: Lia "l'ha legato a sé" convincendolo a varcare la porta per l'altra dimensione, anche se non si può più tornare indietro (ok, non è così evidente che in questa dimensione di cui non si sa nulla lui non la possa abbandonare, ma dal punto di vista di una psicopatica potrebbe avere senso).

8)LA VITA DA LONTANO, di Filippo Santaniello
Dopo aver letto il primo paragrafo avevo fortissimi sospetti che sarebbe finita con un suicidio. Le dinamiche con cui questo avviene sono però leggermente diverse da quelle che mi aspettavo, per cui il racconto non è risultato del tutto scontato anche se non particolarmente originale. Nel complesso un racconto ben scritto e gradevole.
Piccolo appunto:
CITAZIONE
Sono stati invitati a cena in una taverna dal padre di Daria il quale sta navigando con un equipaggio di amici da un’isola all’altra del Dodecaneso, di cui Rodi è l’isola maggiore.

Perché informare il lettore che Rodi è l'isola maggiore del Dodecaneso? L'ho percepito come una rottura del ritmo narrativo per passare un'informazione del tutto inutile ai fini della trama.

9)ANCHE L'INGHILTERRA, di Marco Migliori
Mi dispiace, ma questa volta non l'ho capito e non mi è neanche del tutto chiaro come hai interpretato il tema. O meglio, non ho nemmeno capito quanto ci fosse da capire. Di sicuro sei stato bravo a creare un'atmosfera surreale, ma non mi è chiaro quanto all'interno di tutto ciò dovrebbe anche avere un significato preciso. Ho comunque apprezzato, oltre all'atmosfera, il modo in cui hai saputo caratterizzare molto bene personaggi e luoghi.

10)IL CONDANNATO, di Diego Ducoli
Un po' di sviste per quanto riguarda la forma, ma le immagini sono belle e evocative e il racconto si legge molto bene. La trama credo di averla capita (è stato condannato all'esilio per aver violentato e ucciso una ragazza, o forse una delle sue moglie, alla fine trova l'acqua ma ci sono in agguato gli avvoltoi). Ho trovato però troppo confusa l'ambientazione e il contesto culturale dentro cui inserire la vicenda. Non mi è chiaro nemmeno quale sia stata l'interpretazione del tema, e questo mi costringe a penalizzare parecchio il racconto nella classifica.

11)RAPSODIA, di Giulio Marchese
Quando ho iniziato a leggere mi è piaciuto molto lo stile e il modo in cui rende lo stato mentale del protagonista, ma dopo un po' mi ha stancato. Forse intervallando la parte iniziale con qualcos'altro (scena da un altro punto di vista, per dire la prima cosa che mi passa per la mente) avrebbe reso molto meglio. Per il resto, un racconto con una trama molto semplice ma chiara, su cui non ho particolari osservazioni da fare.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 30/11/2014, 18:28




Questa è la mia classifica... dettata in gran parte dalle emozioni derivate dalla lettura delle vostre storie.


1. Il riparatore

Ciao Angelo!
Ho letto, ho lasciato decantare, ho riletto. Credo ci sia qualcosa di molto profondo nella tua storia. Il bisogno di trovare le proprie radici, il punto di origine, anche a costo di scoprire che la realtà può far male. Traspare il disagio di speranze che vengono deluse, di scelte che non ci appartengono. Il finale è sicuramente troppo frettoloso, come una pezza rammendata velocemente. Mi è rimasta la sensazione di rimanere in attesa, di desiderare di sapere cosa sarebbe accaduto alla pagina successiva...

Ciao Angelo!

2. L'uomo immobile

Ciao Raffaele!
Ho trovato il tuo racconto davvero molto bello. Intenso, toccante e disarmante. In poche battute ho provato pena e angoscia per quel povero diavolo. Il tema è sicuramente trito eppure sei riuscito, con molta semplicità, a renderlo qualcosa di intimamente distruttivo.
Solo le figure dei polizziotti mi hanno convinto poco. Troppo macchiette rispetto al tono malsano dell'intera vicenda.

3. La vita da lontano

Ciao Filippo!
Il tuo racconto è scritto in maniera impeccabile, come una cravatta dal nodo perfetto, ma risulta un pò freddo. Certo, il tema della doppia vita non è proprio una novità, credo però che in queste storie sia alla fine fondamentale il grado di angoscia e malessere che si riesce a trasmettere al lettore e onestamente nel tuo racconto ne ho avvertito troppo poco.
Bella storia ma con poche viscere! Certo che rileggendolo però, si nota una vena quasi cinica e cruda nel voler spiattellare la nuda realtà, come se certe verità non avessero più sangue da spargere. E forse l'assenza di emozioni è ancora più sconvolgente.

4. L'ultima frontiera

Concordo con Filippo quando dice che tutto è un pò troppo facile: la chiave e il foglietto. Ma questo è solo un piccolo neo nella tua storia, dettato sicuramente dalle poche battute a disposizione. Ciò che mi piace è il senso di ineluttabilità che ammanta la storia. Qualcuno scrive, decide e sceglie, manovrando le persone come burattini. Mi fa venire in mente una grossa ragnatela piena di insetti, in attesa che il grosso ragno esca dall'angolo buio e li divori.
Anche l'ultima scena, sebbene surreale, mi piace. L'ho immaginata a rallentatore... bella!

5. Anche L'inghilterra

Ciao Marco!
Ho trovato la tua storia difficile da comprendere. Come se stessi assistendo al gioco di prestigio di un mago molto bravo, so perfettamente che esiste un trucco, ma non lo vedo. In questo caso avrei desiderato almeno intravederlo! Certo è, che la tua storia mi ha lasciato addosso un senso di inquietudine, come se avesse voluto mostrarmi qualcosa che io non ho percepito. E' anche vero che l'universo potrebbe essere costellato di infiniti universi paralleli e magari la ragazza era una sorta di porta... che Kao stesse sbirciando attraverso altri mondi? D'altronde sfido chiunque a guardare Eraserhead di Lynch e a trovarci una spiegazione! A volte si può solo cercare di entrare nel meccanismo...

6. La luna, l'erba e la Sardegna

Ciao Filippo!
Parto col dire che per me era scontato che Baunei fosse in Sardegna. Sin da subito si capisce che lui non scardinerebbe i piedi dalla sua isola per nessun motivo. Che avesse abbandonato la ragazza in aperta campagna invece l'ho afferrato solo dopo e mi è dispiaciuto. Avrei voluto avvertire il senso di disagio e paura dell'essere mollati soli e di notte nel bel mezzo del nulla. Sei comunque riuscito a farmi detestare il tuo personaggio; vigliacco e gretto al punto giusto.
Per gusto preferisco le storie meno "chiacchierate" e più morbide ma la tua scorre su un binario tutto suo e arriva a destinazione.

Ciao!

7. Ogni mondo è un' isola

Ciao Beppe!
La tua storia, nella parte iniziale, mi ha molto ricordato il modo in cui gli alieni entrano in contatto con gli umani nel telefilm Extant.
Regna comunque una forte componente di solitudine nella tua vicenda, questo essere intrappolati in un mondo mentale alieno anche alla nostra mente stessa. Mi piacciono le storie che terminano con un quesito, perché ci portano ad interrogare noi stessi, seppur in modo superficiale. Il sentimento talvolta è qualcosa di inesprimibile, che scorre attraverso fili invisibili ed unisce oltre il tempo e lo spazio.

8. Il condannato

Ciao Geppetto! La tua storia ha per me un grande pregio... è evocativa. Le parole che usi asciugano la bocca e fanno avvertire il calore cocente che avvolge e inaridisce il personaggio. E' un racconto abbacinante e mi è piaciuto sino alla fine. Anche io, come Ceranu però, non riesco a mettere bene a fuoco il motivo dell'esilio. Sentenza estrema, una condanna a morte lenta e certa; forse due paroline in più ci avrebbero permesso di entrare più in contatto con il personaggio...

A presto!

9. La ballerina e il mago

Ciao Alessandra!
Parto dicendoti che mi piace molto il tuo modo di descivere luoghi e personaggi, mi piace l'atmosfera che si crea nella tua storia. Ho trovato la tua storia molto congeniale al mio gusto di lettrice, molto belli i personaggi della ballerina psicotica e morbosa e del mago che crede di esserlo, ma in realtà non ha nulla di magico, fin quando non trova la strana sostanza. Però il finale non mi è piaciuto molto... l'idea non era male ma messa in scena troppo frettolosamente. Poteva essere un bel trucco finale, con tanto di botto ma, è stato un pò troppo fiacco.

Ciao!

10. Oltre il grande vuoto

Ciao Viviana!
Anche io, come gli altri, ho trovato difficoltà nella lettura del tuo racconto. Non perché scritto male, semplicemente perché sembra la porzione ridotta di qualcosa di molto più grande. La classica punta dell'iceberg! Moltissimi elementi e personaggi però schiacciati in un contenitore troppo piccolo. Sono certa che questa storia abbia necessita di esplodere per poter far saltare fuori tutta la sua ricchezza aliena!

Ciao!

11. Rapsodia

Ciao Giulio!
Il tuo è un racconto dai ritmi serrati. Quasi un delirio di pensieri in una mente spinta al limite. Sebbene mi piacciano le storie che si incuneano nelle menti sconvolte e accellerate, nel tuo racconto sono inciampata più volte perdendo il ritmo. L'idea non era affatto male ma credo che tu abbia più curato il ritmo che la sostanza. Il finale non mi ha entusiasmata sono sincera. L'ho trovato un pò banale, avresti potuto osare di più. Avevi una mente fuori controllo tra le mani... e tutto si risolve con un suggerimento mentale a chiudersi in un mondo quasi autistico?

Ciao a tutti!

Classifica:

1 - Il riparatore di Angelo Frascella
2 - L'uomo Immobile di Raffaele Marra
3 - La vita da lontano di Filippo Santaniello
4 - L'ultima frontiera di Francesco Nucera
5 - Anche l'Inghilterra di Marco Migliori
6 - La luna, l'erba e la Sardegna di Filippo Puddu
7 - Ogni mondo è un'isola di Beppe Roncari
8 - Il condannato di Diego Dugoli
9 - La ballerina e il mago di Alessandra Corrà
10 - Oltre il grande vuoto di Viviana Tenga
11 - Rapsodia di Giulio Marchese
 
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sgerwk
view post Posted on 2/12/2014, 01:59




1. Il riparatore
Leggendo i racconti in ordine di post, questo è il secondo ambientato in un mezzo spaziale di qualche tipo. Come premessa non è quindi nemmeno tantissimo originale, né questa né l'idea del test che decide della vita delle persone. Questo racconto ha però un enorme punto di forza nella struttura e nella qualità della scrittura. Praticamente tutto è mostrato, con scene che fanno vedere molto bene sia i personaggi che l'ambiente (ottima l'idea di far capire che ci si trova in una stazione spaziale con descrivendo la curva che fa la strada).

2. Prospettive
Mi è piaciuto, questo racconto. Ha diversi problemi di scrittura, ma non sono gravissimi e sono in parte compensati da una certa originalità nella scelta dell'ambientazione e dei personaggi. I genitori di Jackie e la storia della loro morte è già di per sé interessante e lascia capire che il personaggio focale della storia sia molto particolare. A livello di scrittura, a parte qualche problema minore (virgole, d eufoniche), credo che la cosa che più ostacola la lettura siano i troppi aggettivi e la scelta di un linguaggio che in diversi punti non agevola la visualizzazione della scena. Elenco ora alcuni punti specifici che non mi hanno convinto.
"che cosa gli aveva detto" cosa le aveva detto;
"Jackie era un ragazzo di dodici anni allora ed in un certo senso il tempo per lui smise di scorrere da quel giorno"; perché "in un certo senso"? è il tipo di aggiunta inutile che ha il solo effetto di appesantire la frase, e renderla meno efficace; penso poi che il "da" sia di troppo
"sovente mi capitava di vederlo" qui penso manchi un piccolo elemento: Jackie guarda l'isola stando sempre nello stesso posto
"La guardava come se sapesse che laggiù c'era qualcosa che fingeva di non esserci"; qui il narratore non è Jackie e nemmeno ci ha parlato, da quello che si capisce; perciò non è chiaro da cosa ha dedotto una cosa del genere; detto in altro modo: solo guardandolo, come si fa a capire che qualcuno guarda qualcosa che finge di non esserci?
d eufoniche, qualche problema di punteggiatura (es. "Non lo dicevo a nessuno ma, ne avevo paura")
"e la notte il mio sonno si faceva inquieto quando rincasavo dopo averlo incontrato." una frase un po' involuta, che si potrebbe semplificare: "Quelle notti il mio sonno era inquieto" (con un punto e senza specificare che lo ha incontrato)
"ma che avesse solo cambiato prospettiva" ossia? qui è il protagonista che parla, se già sà che Jackie ha cambiato prospettiva dovrebbe anche sapere in che senso
"fino alla spiaggia scura e solitaria" a parte gli aggettivi, che sono in effetti un problema anche per il resto del racconto, dato che gran parte del racconto ruota intorno a questa spiaggia forse andava introdotto da prima qualche elemento che facesse capire che si sta parlando sempre della stessa
"luogo da dove vedevo il corpo" detto così sembra che veda il corpo anche nel momento attuale della narrazione; si può chiarire con "luogo da cui un tempo vedevo"

3. Ogni mondo è un'isola
L'idea è buona, penso che avrebbe avuto bisogno di più spazio per evitare gli infodump di cui è cosparso il testo, e che penso siano risultati necessari nella così poca lunghezza disponibile. L'ambientazione generale (un'astronave in cui qualcosa sta andando storto) è abbastanza classica, penso invece che la premessa di questo "autismo collettivo" sia bella. Forse uno sviluppo diverso avrebbe reso la narrazione più interessante, non so. A livello di scrittura mi è sembrato scritto abbastanza bene, a parte appunto i troppi riassunti della storia precedent. Ci sono anche troppi puntini di sospensione, molti si possono togliere.

4. Oltre il grande vuoto
Un buon racconto fantascientifico, con uno sviluppo del classico tema del pianeta colonizzato, perduto e poi ritrovato. A livello di scrittura va abbastanza bene, anche se si fa un po' fatica a immaginare la scena e i personaggi: a parte un accenno iniziale, il resto rimane tutto un po' troppo sul vago. Non si capisce bene come sia possibile fra persone in grado di leggere la mente una incomprensione del genere, visto che proprio alla fine c'è proprio uno scambio di immagini, ma penso si potrebbe risolvere in qualche modo (per esempio, finché la sensitiva era lontana riusciva solo a trasmettere parole). Resta anche sul vago il perché abbiano dato il ghohugh agli ultimi arrivati, visto che Kira avrebbe dovuto annunciare il loro arrivo.

5. L'uomo immobile
L'idea non è male, la scrittura è molto buona: a parte un paio di punti che non mi hanno convinto perché troppo vaghi ("singolare imprevisto", "Una specie di isola irraggiungibile, sperduta tra i flutti assordanti di un oceano tremendamente ostile", "Disordinata, brulicante, caotica e impersonale") per il resto le immagini si costruiscono in modo piuttosto chiaro. Penso però che l'idea si potesse approfondire meglio, al momento dell'impianto gli unici effetti visibili sono mozziconi di frasi. Un dettaglio: "mormorìo" credo sia meglio senza accento.

6. L'ultima frontiera
Un incrocio tra hunger games e the Truman show. La storia si segue bene, la narrazione è fluida e senza intoppi (manca solo una virgola in "Ci uccideranno lo sai?"), la scena risulta chiara e la premessa si capisce senza che debba venire spiegata: i dialoghi sono naturali e non forzati. Il difetto è casomai che nessuno degli elementi che formano il racconto mi è sembrato molto originale: né la premessa (un reality a vita), né l'idea che dà l'avvio alla storia (il tentativo di fuga) o la conclusione (lei che lo uccide).

7. La vita da lontano
Nonostante sia in gran parte un riassunto più che un racconto ("Giampaolo Bracci ha 29 anni ecc,"; "sta navigando [...] da un'isola all'altra del Dodecaneso, di cui Rodi è l'isola maggiore") e sia anche condito ogni tanto da informazioni da guida turistica ("l'antico capoluogo"), alla fine risulta una lettura piacevole. I difetti che vedo sono però due: il primo è che a parte quel singolo frammento di scena al centro del racconto una connessione con il tema non la vedo; la seconda è che il finale appare un po' troppo immotivato: e d'accordo che è anche in parte preparato (Giampaolo che non sembra sentirsi bene, che poi non avverte più i sapori), solo che le motivazioni sembrano un po' troppo deboli per il gesto; la collega come è possibile che non abbia nemmeno sentito dire nell'ambiente di lavoro che lui si stava per sposare? Giampaolo andando fuori strada uccide anche la ragazza, direi che più che vigliacco è svitato ed egoista (cosa che direi essere anche un difetto piuttosto rilevante).

8. La luna, l'erba e la Sardegna
A prima vista sembra più un frammento che una storia completa, ma a ben vedere un elemento centrale c'è (il protagonista lascia la ragazza in campagna, e da questo originano i suoi problemi). Forse però non è abbastanza forte da reggere un intero racconto, o forse i personaggi che dovevano farlo non mi sono risultati abbastanza interessanti. La seconda persona è un rischio, ma devo dire che sei riuscito a gestirla bene. Il tema c'è, in qualche modo, sia pure non centratissimo: c'è un'isola (che poi è la Sardegna), c'è il fatto che lui non voglia andarsene.

9. La ballerina e il mago
Di interessante ci sono i personaggi, e tutto sommato anche il modo in cui sono introdotti: è vero che nessuno dei due viene mostrato in azione, se non al massimo per poche frasi che lo psicanalista ricorda, ma alla fine il riassunto che questi ne fa riesce comunque abbastanza vivido. Ho trovato qualche problema di scrittura, es, "E'" al posto di "È", poi "minacciava Era" senza il punto. Non mi è troppo chiaro come Carlo potesse sapere che quella sostanza portava in un altro universo se nessuno era mai stato in grado di tornare, ma tutto sommato si potrebbe anche accettare l'idea e basta. Il tema non è del tutto centrato, almeno non in un modo che sia chiaramente collegato al racconto. L'idea in sé non è molto originale, ma va anche detto che il racconto sembra più ruotare intorno alla particolarità dei personaggi che alla premessa dell'esistenza di questa sostanza.

10. Il condannato
Un elemento è ben riuscito in questo racconto, ed è il modo in cui è descritta la sofferenza di questo personaggio nel percorrere il deserto: fa caldo, ha la gola e la pelle secca, ecc. Non sono sicuro di aver capito bene il perché della condanna, comunque penso sia un dettaglio. Più che altro, quello che è ben riuscito al livello di narrazione attuale non mi sembra invece funzionare per quello che riguarda la storia precedente: questa parte mi appare vaga, mentre sarebbe dovuta essere più "visiva". Non ho trovato connessioni chiare con il tema, e anche questo è un problema.

11. Rapsodia
La storia parte subito con una situazione concitata, e questo è un bene. La mancanza di divisioni in paragrafi dopo un po' stanca. Il problema centrale è che alla fine della lettura mi è sembrato difficile credere che il protagonista possa pensare durante un suo concerto di trovarsi su un'isola. Non ci sono elementi che facciano altrimenti capire come una allucinazione del genere sia possibile. Mi pare di intuire che il collegamento siano le parole della canzone, che però nel racconto non sono scritte. Senza questa connessione resta una storia scollegata dalla realtà del racconto.
 
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28 replies since 25/11/2014, 11:01   468 views
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