Beppe Roncari |
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| Ciao Giulio, ben ritrovato. Di per sé trovo carina l’idea del racconto, da due anni è tormentato, tenta il suicidio ma fallisce, giusto? Quest’anno ce la fa. Ci sono però degli elementi che servono solo allo scopo di ingannare il lettore facendogli pensare che gli eventi capitino nel presente e non nel passato, come il fastidio per questa scena: “Girandosi a pena poté notare le mani di Francesca sfiorare quelle del sempre più antipatico Michele.” Sembra che Andrea sia infastidito dalla gelosia, invece è solo per il ripetersi della scena? Non si capisce, credo – appunto – che sia un trucco del narratore a inganno del lettore, ma senza reale coerenza diegetica dentro la storia. Il tema “Horror Christmas Carol” non è stato affrontato. Credo che ci voglia sempre lo spazio dopo il trattino breve di apertura dialogo e prima di quello di chiusura, cioè: “– Bello!!” e non “–Bello!!” e “bene? –“ e non “bene?–“. Anche dopo la punteggiatura lo spazio: “Andrea fece finta di non sentire. –” e non “Andrea fece finta di non sentire.–”. Accenti: “se lo passò” e non “se lo passo”; “Andrea ignorò” e non “Andrea ignoro”; “Andrea li guardò” e non “Andrea li guardo”; “Guardò Michele” e non “Guardo Michele”. Mancano varie virgole prima e dopo i vocativi dei nomi. D eufoniche qui: “ad illuminare”, “ad un area attrezzata.”, “ad un pezzo di legno”, Qui attento, si dice “nodo scorsoio” e non “scorsore” e c’è uno spazio di troppo dopo poi, prima della virgola, e un doppione di un: “Poi , tornato in sé, eseguì un un nodo scorsore”. Quindi: “Poi, tornato in sé, eseguì un nodo scorsoio”. Ciao!
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