Nero Cafè Forum

Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia

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Ozbo
view post Posted on 23/12/2014, 00:02




Il primo Zombie è stato Babbo Natale. La morte gli ha congelato in faccia il rictus forzato del “Cheese” pronunciato prima dello scatto.
Nella foto si vede, l’ho fatta pochi secondi dopo il decesso.
Lui è seduto nella slitta in una posa innaturale e rigida, la faccia così bianca che non si distingue dalla barba finta. Le renne sono venute mosse: sono di quelle meccaniche, con la testa e le corna che ciondolano mentre cantano “Jingle bells”.
Quel vecchio ciccione si è sparato un blister di Xanax, buttandolo giù con una mezza bottiglia di Gordon’s.
Il suo cardiologo sarebbe inorridito, mi ha confessato.
«Ma che cazzo fai!» ho protestato.
«Tocca tirare avanti!» ha berciato strafottente.
Poi ha preso a cantare “Jingle bells”, muovendo la testa come le renne, per pigliarmi per il culo.
Lui risolveva tutto così, una manciata di pasticche annegate nell’alcool e a me toccava il resto. Fare il coglione con i ragazzini, intrattenere i genitori, tenere in piedi quel deficiente vestito di rosso strafatto e scattare le foto prima che crollasse in terra o vomitasse l'anima.
Gli avrei detto, cazzo ma a me non ci pensi? Devo tirare avanti pure io! Già è complicato stare la sera della vigilia in giro con il freddo e la puzza che c’è in tutta la città da quando si è rotto il sistema di filtraggio dell’inceneritore.
Ma non c’era tempo perché in quel momento sono arrivati una mamma con il suo marmocchio.
«Una foto con Babbo Natale?» Ho chiesto.
«Ma si, almeno avrai un ricordo di Natale diverso da questa aria tossica » ha detto la mamma al figlio che tossiva.
Ho sistemato il bambino sulla slitta, vicino a quello stronzo in costume.
Devo fare sempre tutto io, ho pensato.
Il bambino non c’è stato modo di farlo sorridere.
Quando non tossiva teneva il broncio con le guance grassottelle gonfie d’aria e lo sguardo basso.
Poi le solite cazzate: guarda l’uccellino e uno e due e il lampo del flash.
Un bel bambino. Biondo, paffuto e con le guance piene di lentiggini. Uno di quei bambini da pubblicità del panettone. Sempre che si riesca a farlo sorridere.
In effetti Babbo Natale ci è riuscito, dopo la foto.
Ha emesso un assurdo gorgoglio, come se fosse uscito da una apnea, si è scosso e ha stretto a se il bambino come se volesse sussurrargli qualcosa.
Il ragazzino ha urlato mentre un fiotto di sangue scaturiva dove prima c’era il suo orecchio. Le fauci di quel vecchio bastardo si sono accanite sulle guance, le lentiggini e il broncio. Quando si è sollevato aveva la barba posticcia grondante di rosso. Sul volto del bimbo la dentatura da latte esposta ora disegna un ghigno non più occultabile.
Ho provato a trascinare via la mamma. Ma non ho potuto nulla contro l’istinto materno. Si è chinata sul figlio disperata. Questi l’ha avvinghiata a se carpendo a morsi dal suo seno, come in una sorta di regressione, il nutrimento.
Ora mi hanno circondato.
Babbo Natale, la mamma e il bambino.
Le renne cantano Jingle Bells.
E’ la Vigilia di Natale e io sto per fare la fine dell’anguilla.
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 27/12/2014, 23:32




Ciao Marco e benvenuto :)

Davvero divertente questo Babbo Natale in versione The Walking Santa Claus!
L’incipit è da antologia, di quelli che andrebbero inseriti nei corsi di scrittura creativa nella lezione sugli incipit e, nell’insieme, il racconto è un gran bel pezzo di humor nero che gioca con tutti i luoghi comuni del Natale, partendo da un Babbo Bastardo e dal suo aiutante e facendogli divorare un bimbo di quelli da pubblicità. Buono anche il finale che cita uno dei simboli dei cenoni natalizi nostrani e chiosa bene il racconto.

A rileggerci (e Buon Anno)
Angelo
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 30/12/2014, 01:40




Ciao Marco, splendido l'incipit! Racconto per niente banale ben costruito e scorrevole nonché divertente. Giochi bene con i lunghi comuni in una sorta di macabra satira natalizia. Certo è opinabile che la rottura del sistema di filtraggio dell'inceneritore posso portare ad un'epidemia zombi. Se vogliamo essere pignoli se l'infezione si propaga per via area il morso non è necessario e il nostro protagonista se guadagna abbastanza tempo potrà diventare zombi senza un graffio! Ma a parte queste deliranti considerazioni l'unica critica che devo farti è la poca attinenza al tema che, come ho già scritto in un altro commento, non è "natale horror." Però il racconto mi davvero divertito! Buon anno a rileggerci!
 
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Ceranu
view post Posted on 30/12/2014, 10:39




Ciao Marco, benvenuto.
Racconto simpatico, mi piace l'ambientazione e l'immagine di Babbo Natale con la barba sporca di sangue. So che vado contro corrente, eppure a me l'incipit non è piaciuto, mi ha tolto il gusto dello scoprire. So che è uno Zombie, so che arrivano mamma e bambino. Racconto finito. Io avrei iniziato la storia da “Quel vecchio ciccione...” Ma è solo il mio gusto, nulla di che.
Ciao e alla prossima.
 
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Ozbo
view post Posted on 30/12/2014, 12:17




Ciao @Angelo, ti ringrazio del tuo commento. A rileggerci!

Ciao Giulio , grazie per le tue osservazioni e per l'apprezzamento. In breve un paio di spiegazioni:
1) Sicuramente non c'era spazio nelle 3000 battute per spiegoni sull'epidemia zombie per questo mi sono affidato al cliché, in voga con TWD, per cui tutti sono contagiati ma gli effetti si vedono solo dopo morti. Il morso di uno zombie uccide velocemente rendendo possibile la ressurrezione del morto.
2) il tema l'ho interpretato in senso letterale inserendo jingle bells come colonna sonora della vicenda (Canto di Natale Horror) e non con un riferimento a Scrooge e Dickens.

Ciao Ceranu, in effetti ho avuto anche io lo stesso dubbio, poi non ho resistito. Dare dello zombie a babbo natale nell'Incipit .... è stato più forte di me :) In ogni caso, Grazie.
 
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zephiross
view post Posted on 1/1/2015, 22:30




Ciao Marco! Ecco un Babbo Natale in chiave zombie (non c’è scritto negli effetti collaterali dello Xanax però…): nonostante il tema “scontato” (viste le ultime mode di romanzi e movie) non lo banalizzi affatto. Lo stile fa scivolare benissimo la lettura, mi piace anche come descrivi le classiche mosse dell’”aiutante” di Babbo Natale, facendo intendere quanto l’atmosfera natalizia non lo pervada manco un po’... anche se, sono convinta, di quella noia ne sentirà la mancanza. Buono anche il finale in sospeso, anche se (ed è l’unica macchietta) un po’ mi chiedo perché non sia scappato a gambe levate visto che si era reso conto quasi subito di cosa stesse accadendo.

Edited by zephiross - 1/1/2015, 23:49
 
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Ozbo1
view post Posted on 5/1/2015, 14:40




Ciao Zephiross.
Ti ringrazio molto x il commento:) in effetti il protagonista non se ne va ... Ma in genere i protagonisti dell'horror non se ne vanno, se lo facessero, non ci sarebbe horror :)
 
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Serena Aronica
view post Posted on 5/1/2015, 16:48




Ciao Marco!
Gustosissimo e spassoso il tuo racconto! Mi piacciono da matti le storie grottesche e condite da fiumi di humor nero... un babbo bastardo ciucco e pure zombie! Adorabile!!!
Onestamente non ho trovato nulla che non mi sia piaciuto... boh sarà l'effetto xanax, che un po' zombie ti ci rende!

Bravo!
 
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Ozbo
view post Posted on 5/1/2015, 23:54




Grazie Serena!
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 6/1/2015, 11:05




Sebbene l’idea del Babbo Natale crudele, cinico, alcolizzato (qui addirittura zombie e, come tale, divoratore di bambini) non sia affatto originale, il tuo racconto è assolutamente efficace. Credo che la migliore qualità di esso sia lo stile perfettamente appropriato al testo e in grado di legare il lettore al testo nonostante la storia in sé non abbia sviluppi che non siano già prevedibili nella frase iniziale. Insomma, un gran bell’esercizio di stile, direi, un po’ formalista, ma sicuramente in tema e decisamente affascinante.
 
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Ozbo1
view post Posted on 6/1/2015, 14:45




Grazie Raffaele!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 6/1/2015, 15:14




Ciao Marco, ben trovato! :)
La tua prima frase introduce un racconto diverso da quello che hai scritto: «Il primo Zombie è stato Babbo Natale.» È una frase che presuppone che sia passato molto tempo e ci sia la narrazione di un sopravvissuto, come in un libro di storia. Invece il tuo protagonista, punto di vista e voce narrante, muore subito alla fine… E allora come avrebbe potuto narrare la storia? È un trucchetto usato spesso, ma che non mi piace. Il narratore non lo penserebbe mai, mentre viene sbranato dagli zombie, è una frase che implica, necessita, implora gridando una distanza temporale!
Per il resto la storia è abbastanza buona, la parte migliore è la caratterizzazione di Babbo Natale ubriacone e del suo aiutante. Non si capisce come Babbo Natale abbia preso il virus zombie, e da chi.
Qui: “da questa aria tossica »” manca il punto e c’è uno spazio di troppo.
Refuso e uso improprio di vocabolo e mancanza della virgola: “avvinghiata a se carpendo”, dovrebbe essere: “avvinghiata sé, strappando”. “Carpire” si usa per le mani, non per i morsi.
“E’ la Vigilia di Natale”, la È maiuscola accentata si fa con il codice ALT + 0200.

PS
@Angelo: È vero che l'incipit è da antologia, ma per una storia lunga in cui ci sia distacco temporale, come dicevo sopra. Non lasciarti ingannare dalla bellezza dell'incipit in sé: per questo racconto, esso, è sicuramente sbagliato. :)

Edited by Beppe Roncari - 6/1/2015, 15:34
 
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Peter7413
view post Posted on 6/1/2015, 15:28




Ciao Marco e benvenuto a Minuti Contati!
Lo stile è molto buono, hai una buona capacità di controllo. Il finale però è totalmente sbagliato e rinnega il bell'incipit in cui avevi introdotto una situazione ormai collassata implicando una spazio di tempo abbastanza ampio dopo il primo zombi... Invece nel finale fai capire che è tutto successo da pochi secondi inficiando quando precede. Non sto a ripeterti quanto già detto da Roncari, ma mi trova concorde al 100%. Poco male, ti basta correggere quel finale e hai un racconto più coerente e sicuramente più corretto.
Alla prossima!
 
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Ozbo
view post Posted on 7/1/2015, 09:27




Ciao Beppe e Peter e grazie per i vostri commenti.
Rispondo ad alcune delle questioni da voi sollevati
1) il protagonista non muore, almeno non durante il racconto. La frase finale lo testimonia. Quindi, nell’arco narrativo del racconto (tra incipit e finale) è di fatto un sopravvissuto. L’unico tra i personaggi presenti nel racconto. Non nego che alla fine sia in difficoltà, ma proprio per questo cerca mentalmente di fare il punto della situazione.
2) Nell’esalogia di Romero e in “the walking dead”, solo per citare i due esempi più noti non viene mai spiegato chi o cosa contagia lo zombie numero uno. Non posso essere io a risolvere la questione in un racconto di 3000 battute ☺. Scherzi a parte, secondo me c’è un motivo per questa “omissione” il focus sono gli zombie qui e ora e la lotta per la sopravvivenza degli umani. Dal punto di vista della narrazione dare spiegazioni è fuorviante e fa raccontare un’altra storia. L’incipit, peraltro, mi è servito a creare questa situazione di fatto. La causa è sullo sfondo, lasciata sul vago (come nella migliore tradizione Zombie)
A rileggerci,
Marco
 
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13 replies since 23/12/2014, 00:02   165 views
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