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Ritorno a casa, di Ducoli Diego

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Geppetto
view post Posted on 23/12/2014, 00:22




Le braci del caminetto si riflettevano fioche sulle sfere dorate dell'albero.
La mamma l'aveva avvisato:”Babbo Natale non si fa vedere, resta nel letto e dormi, vedrai quanti regali domattina”
Ma Tullio, dall'alto dei suoi sette anni non gli aveva dato retta, in fondo nella lettera aveva espresso un unico desidero.
Il leggero ticchettare del pendolo sembrava rimbombare nel silenzio della notte, lo scoccare di un singolo rintocco lo fece sobbalzare e per poco non cadde delle scale.
“Teddy” disse al vecchio orsetto che stringeva tra le braccia “per poco non mi facevi cadere.”
Fissò l'unico occhio di plastica che resisteva incurante del tempo, la sua immagine venne riflessa distorta, un brivido gli percorse la schiena.
Tullio si sfregò gli occhi, per scacciare la stanchezza, ma la raffica gelida che lo investì fece svanire subito ogni torpore.
Sulla porta di casa si intravedeva una sagoma, non poteva sbagliarsi.
La giacca, un tempo candida, era sporca, sbrindellata, mancava una spallina e solo qualche filo impedivano ad una manica di cadere.
“Papà” gridò, precipitandosi giù dalle scale.
La figura attese immobile, le piccole braccia gli cinsero le cosce.
Il sorriso si Tulio vacillò.
“Pa-Papà, stai bene? sei tu vero?” sussurò incerto.
“Certo amore mio” La voce del padre era fioca, gorgogliante, come se uscisse da un abisso lontano.
“Non mi lasci più? Non guidi più la nave?” il flusso di domande che scaturivano dalla bocca del bimbo furono interrotte dalle lacrime.
Una mano molliccia e umida gli scompiglio i capelli, lasciandovi incastrato qualche alga marcescente.
“Non posso rimanere molto, volevo rivederti”ribatté l'uomo.
“Non lasciarmi più, voglio stare con te, voglio stare con te” urlò tra i singhiozzi.
“Non puoi, non ancora, è troppo presto.”
“No no no no no, non voglio, portami con te” ribatte scuotendo la piccola testa.
“Ne sei sicuro?” rispose con voce roca.
Tullio annuì.

Il sole fece capolino tra le montagne incendiando la neve e illuminando la facciata della casa.
La tempesta era finita e il mondo sembrava immerso in una coltre candida di silenzio.
Dall'uscio, due file di impronte si perdevano nella neve per poi interrompersi bruscamente, in terra, quasi sepolto, un vecchio peluche.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 25/12/2014, 07:54




Avrei concluso: "per poi interrompersi bruscamente nell'acqua salata del porto". Ciao Diego, buon Natale! Bella prova ma piu' che un horror e' un tenero quadretto di amore filiale e familiare... Ciao!

Edited by Beppe Roncari - 30/12/2014, 22:39
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 30/12/2014, 01:21




Ciao Diego, di questo racconto ho apprezzato l'ambientazione. Tutti i dettagli sono gestiti con maestria e lo stile è scorrevole e privo di pecche. L'unica pecca vera è, a mio avviso, la non attinenza al tema. Secondo me più che un racconto horror e un racconto sull'effetto tra un padre e suo figlio che travalica ogni confine, persino la morte. È toccante ma non inquietante, e poi il tema non era solo "natale horror". Non credo resterà a lungo nella mia memoria ma è comunque una lettura piacevole.
Auguri di buon anno a rileggerci!
 
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Ceranu
view post Posted on 30/12/2014, 19:53




Ciao Diego ben trovato.
storia commovente, ben scritta, anche se mancano alcuni accenti e gli spazi dopo i dialoghi. Per l'attinenza al tema devo dare ragione agli altri, nel racconto passa più amore che terrore, io l'indicherei come “fiaba di natale”. Una nota: visto che ti sono avanzate parecchie battute, io ci avrei messo qualcosa in mezzo tra il “è troppo presto” e il va bene.
Ciao e alla prossima
 
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zephiross
view post Posted on 1/1/2015, 22:55




Ciao Diego, ben trovato,
condivido anche io l’osservazione che ti ha fatto Roncari nel primissimo commento al tuo racconto. L’elemento soprannaturale non fa così paura o raccapriccio, perché l’amore del figlio per il proprio padre occulta il lato horror della cosa, ovvero che ne sia tornato il fantasma (o meglio, il cadavere in carne e ossa). Se invece la reazione del bambino fosse stata diversa (qualcosa del tipo che il padre lo costringeva a venire dicendo, magari, che avevano promesso che, se fosse tornato, sarebbero stati sempre insieme…) avrebbe fatto più presa.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 5/1/2015, 17:06




Ciao Diego!
La tua storia è delicata e scritta con garbo. Devo però unirmi agli altri dicendoti che non c'è orrore nel tuo racconto ma amore. Perciò, pur restando una storia molto dolce e scritta bene esula troppo dal tema di MC.

Caio!
 
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Ozbo
view post Posted on 6/1/2015, 00:16




Il maggior pregio di questo racconto è, a mio avviso, la scena finale. Dal punto di vista formale, poi, niente da eccepire: la lettura scorre piacevolmente ed è tutto comprensibile. Mi sembra però poco aderente al tema proposto. Sicuramente natalizio (forse anche troppo), poco Horror e nessuna traccia del fatidico “Canto”
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 6/1/2015, 11:03




Un bel racconto, caratterizzato da un sapore amaro e fantastico, che si legge con piacere, un po’ come si fa con alcune favole. E poco conta che il finale sia un tantino prevedibile e, soprattutto, decisamente irreale: se si accetta che il racconto è una favola, e come tale porta buoni sentimenti ed emozione, si accetta anche che non sia certo la logica a muoverne gli elementi della trama. Devo dire però che il tema non risulta centrato del tutto, essendo quasi del tutto assente la componente “horror” se non nella semplicistica accezione del “fantastico”.
 
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Peter7413
view post Posted on 6/1/2015, 14:55




Devo anch'io sottolineare come dal racconto esca la sensazione di amore, anche se malato: un bambino segue l'irresponsabile fantasma del padre fin negli inferi abbandonando la madre... Avrei giocato di più su questo lato malvagio, sbagliato, dissonante mentre dalla lettura ne esce un'impressione di giustizia, quasi un che bello che il bambino sia andato... e non è quello cui volevi arrivare, soprattutto per ciò che hai cominciato a seminare con il riflesso nell'unico occhio di Teddy... Quindi la mia conclusione è che il racconto non sia quello che avresti voluto fosse e che con più tempo l'avresti aggiustato parecchio per determinare meglio la giusta atmosfera di fondo.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 7/1/2015, 17:24




Ciao Diego, ben ritrovato! :)
L’unico problema del tuo racconto è che non è un horror, se non proprio volendolo tirare per i capelli come scelta di fare un racconto anti-genere, stile Edward Mani di Forbice che vorrebbe essere horror ma è dolce… Ma poi è davvero horror la parte colorata della cittadina americana del Midwest. Mentre nel tuo c’è solo l’horror che non è horror ma dolcezza.
Avrei concluso: "per poi interrompersi bruscamente nell'acqua salata del porto”. Più forte.
Alla prossima!
 
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9 replies since 23/12/2014, 00:22   82 views
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