| Le braci del caminetto si riflettevano fioche sulle sfere dorate dell'albero. La mamma l'aveva avvisato:”Babbo Natale non si fa vedere, resta nel letto e dormi, vedrai quanti regali domattina” Ma Tullio, dall'alto dei suoi sette anni non gli aveva dato retta, in fondo nella lettera aveva espresso un unico desidero. Il leggero ticchettare del pendolo sembrava rimbombare nel silenzio della notte, lo scoccare di un singolo rintocco lo fece sobbalzare e per poco non cadde delle scale. “Teddy” disse al vecchio orsetto che stringeva tra le braccia “per poco non mi facevi cadere.” Fissò l'unico occhio di plastica che resisteva incurante del tempo, la sua immagine venne riflessa distorta, un brivido gli percorse la schiena. Tullio si sfregò gli occhi, per scacciare la stanchezza, ma la raffica gelida che lo investì fece svanire subito ogni torpore. Sulla porta di casa si intravedeva una sagoma, non poteva sbagliarsi. La giacca, un tempo candida, era sporca, sbrindellata, mancava una spallina e solo qualche filo impedivano ad una manica di cadere. “Papà” gridò, precipitandosi giù dalle scale. La figura attese immobile, le piccole braccia gli cinsero le cosce. Il sorriso si Tulio vacillò. “Pa-Papà, stai bene? sei tu vero?” sussurò incerto. “Certo amore mio” La voce del padre era fioca, gorgogliante, come se uscisse da un abisso lontano. “Non mi lasci più? Non guidi più la nave?” il flusso di domande che scaturivano dalla bocca del bimbo furono interrotte dalle lacrime. Una mano molliccia e umida gli scompiglio i capelli, lasciandovi incastrato qualche alga marcescente. “Non posso rimanere molto, volevo rivederti”ribatté l'uomo. “Non lasciarmi più, voglio stare con te, voglio stare con te” urlò tra i singhiozzi. “Non puoi, non ancora, è troppo presto.” “No no no no no, non voglio, portami con te” ribatte scuotendo la piccola testa. “Ne sei sicuro?” rispose con voce roca. Tullio annuì.
Il sole fece capolino tra le montagne incendiando la neve e illuminando la facciata della casa. La tempesta era finita e il mondo sembrava immerso in una coltre candida di silenzio. Dall'uscio, due file di impronte si perdevano nella neve per poi interrompersi bruscamente, in terra, quasi sepolto, un vecchio peluche.
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