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Lista racconti ammessi e vostre classifiche - MC XII EDIZIONE

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L'Inquisitore
view post Posted on 23/12/2014, 11:16




Edizione natalizia, siamo tutti più buoni, bravi, belli e blablabla, l'Aguzzino è ridisceso fra noi portatore della novella e ci ha aiutati a liberarci da un po' di questa "magica" polvere di stelle che sorridere farci dovrebbe... xmas Dodici gli autori che hanno accettato la sfida e condotto in porto il proprio racconto. Fra questi non potevano mancare l'ormai già decretato campione della Terza Era Angelo Frascella e il suo principale rivale Beppe Roncari. Ma ritroviamo anche i vincitori di Edizione Raffaele Marra, Diego Ducoli, Marco Migliori e, graditissimo ritorno dopo anni di assenza, Eleonora Rossetti. Non mancano neppure Francesco Nucera, Giulio Marchese e Serena Aronica, new entry di questa Era che ormai sono divenuti partecipanti stabili e apprezzati. E abbiamo anche concorrenti alla prima esperienza qui a Minuti Contati e allora un saluto e un benvenuto a Massimo Landoni e Marco Roncaccia. E poi ci sono io nelle mie vesti "mortali", Maurizio Bertino. Erano mesi che volevo tornare a partecipare, ma il ruolo di "portatore del tema" me lo aveva sempre impedito... Grazie quindi al regalo di Natale dell'Aguzzino che mi ha permesso, liberandomi da quell'impedimento, di tornare a scendere nell'arena. E ora via ai commenti, due le settimane di tempo, approfittiamone per analisi un po' più dettagliate e discussioni un pelo più articolate, sempre nei limiti del possibile dei propri impegni natalizi, ovviamente.

Nel corso di queste settimane, tra l'altro, verranno dati diversi annunci circa il futuro di Minuti Contati, ci sarà da divertirsi.



I racconti ammessi:

- Vigilia di Natale, di Massimo Landoni, ore 22.13, 1456 caratteri
- Delia, di Serena Aronica, ore 23.03, 2932 caratteri
- Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese, ore 23.48, 2803 caratteri
- Prendi lei, di Beppe Roncari, ore 23.49, 3000 caratteri
- Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia, ore 00.02, 2969 caratteri
- Natale con i tuoi, di Angelo Frascella, ore 00.14, 2990 caratteri
- Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti, ore 00.22, 2754 caratteri
- Ritorno a casa, di Diego Ducoli, ore 00.22, 2201 caratteri
- Giorno felice, di Maurizio Bertino, ore 00.28, 2994 caratteri
- Scegli!, di Francesco Nucera, ore 00.39, 2993 caratteri
- Dal medioevo, di Marco Migliori, ore 00.44, 3003 caratteri
- Il ponte, di Raffaele Marra, ore 00.59, 2990 caratteri

Marco Migliori ha sforato di 3 caratteri e quindi dovrebbe essere soggetto a una penalità di 6 punti. Siamo a Natale e siamo tutti più buoni e 3 caratteri, diciamocelo, non sono determinanti e saranno stati il frutto di una svista. In altri periodi dell'anno avrei probabilmente approfittato di questo suo errore per crocifiggerlo a testa in giù in un letto di chiodi appeso al campanile (consacrato o sconsacrato che sia) più vicino al suo luogo di residenza, ma penso di interpretare il pensiero di tutti nel decidere di non assegnargli penalità per farlo concorrere alla pari con gli altri racconti ammessi.

Causa feste concomitanti, avete tempo fino alle 23.59 di mercoledì 7 gennaio per commentare i racconti e postare le vostre classifiche, vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 (del resto avete solo 11 racconti a testa da commentare e un bel po' di giorni per organizzarvi).

I commenti ai racconti (con un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno premiati in questo modo (solo se postati in risposta a questo thread, indipendentemente dai commenti sui thread relativi ai singoli racconti):

- 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti.

- 5 punti malus per chi commenta la metà dei racconti + 1

- 10 punti malus per chi non commenta i racconti o arriva a commentarne meno della metà + 1

Come al solito, ha valore questo CONTATORE per il conteggio dei caratteri.

Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati, se noterò qualche sgarro procederò all'eliminazione. Per farvi un'idea di come compilare la classifica visitate quelle delle ultime edizioni nella sezione FUCINA DELL'AGUZZINO.
Potete commentare i vari racconti nei singoli tread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata qui.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Detto questo: BUONA EDIZIONE A TUTTI!
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 29/12/2014, 00:33




Ciao a tutti.

Questa Terza Era di MC chiude davvero alla grande, visto che ho trovato il livello medio dei raccolti davvero alto. Sono stato abbastanza indeciso sulla classifica e alla fine mi sembra che non renda giustizia appieno ai racconti presentati.
Quello di Raffaele merita, dal mio punto di vista di stare in cima perché, oltre all'ottima realizzazione, mi ha davvero stupito dove vada a parare. I successivi quattro non sono così distanti dal primo: ben scritti, ognuno col suo stile personale e abbastanza originali, nel modo in cui mettono insieme gli ingredienti. Potevano essere tranquillamente al secondo posto pari merito, ma non credo che il regolamento lo consenta.
Quello di Maurizio mi è anche piaciuto e, messo solo al 6 posto risulta eccessivamente penalizzato. Diciamo che ho scelto di privilegiare gli altri con idee più forti e orririfiche rispetto al suo più satirico.
Mi dispiace lasciare in basso anche quello di Diego, che pecca un po' di originalità ma è scritto bene.
Quello di Marco rimane più in basso per il finale troppo in sospeso, ma sarebbe bastata una frase in più per portarlo a competere con quelli in cima.
Quello di Francesco l'ho trovato freddino dal punto di vista stilistico.
In fondo sono rimasti quelli che ho trovato imperfetti sotto diversi aspetti.

Comunque ecco la classifica:

1. Il ponte di Raffaele Marra
Sei riuscito a sorprendermi, Raffaele. Quando ho letto la prima parte, l’ho trovata ottimamente scritta, ma ho pensato: Tom ha avuto un incidente d’auto mentre andava a cena dagli amici ed è rimasto prigioniero in una specie di Limbo. Insomma idea semplice e ampiamente sfruttata, ma realizzata ottimamente. Poi ho letto la seconda parte, ne ho realizzato l’originalità dell’idea e sono rimasto davvero deliziato. Bravo per il racconto in sé e per la crescita esponenziale che hai dimostrato in questa era di MC, lavorando per sottrazione sullo stile (senza perderne le qualità positive) e per addizione su idee e trame.

2. Delia di Serena Aronica
Alla sua seconda partecipazione a MC, si conferma la tendenza di Serena a utilizzare uno stile un po’ retrò, ma ad utilizzarlo in modo sapiente, raffinato e ben gestito. Così, se la protagonista ricorda lo Scrooge di Dickens, il racconto ci porta più dalle parti di Poe.
Ci sono un paio di refusi (una concordanza di tempi “respira il tanfo” e un accento mancante in un passato remoto), ma data la natura di MC, è qualche piccolo errore è inevitabile.
Ottima prova.

3. Le renne cantano Jingle Bells di Marco Roncaccia
Davvero divertente questo Babbo Natale in versione The Walking Santa Claus!
L’incipit è da antologia, di quelli che andrebbero inseriti nei corsi di scrittura creativa nella lezione sugli incipit e, nell’insieme, il racconto è un gran bel pezzo di humor nero che gioca con tutti i luoghi comuni del Natale, partendo da un Babbo Bastardo e dal suo aiutante e facendogli divorare un bimbo di quelli da pubblicità. Buono anche il finale che cita uno dei simboli dei cenoni natalizi nostrani e chiosa bene il racconto.

4. Prendi lei di Beppe Roncari
Quando ho letto il tema, la prima idea è stata ovviamente, quella di sfruttare il racconto di Dickens, ma non riuscivo a distaccarmi dal modello e a immaginare un modo per sfruttarlo in modo originale. Beppe trova invece una prospettiva davvero interessante per omaggiare il racconto originale e la sua prova risulta molto buona. Ciò non toglie che vi sono alcuni piccoli difetti (nulla di irrimediabile). Non mi è chiaro al cento per cento il finale (la protagonista è stata tranciata dalla ghigliottina e per questo vede la madre da una prospettiva sghemba?). Inoltre nella presentazione del Natale passato c’è qualche passaggio troppo affrettato che rende difficile la comprensione di quello che sta accadendo. Ma basterebbe far seguire alla frase “Una voce: mia madre!” una spiegazione in cui la protagonista capisca che anche la propria madre è prigioniera lì da qualche parte, per facilitare enormemente la lettura. Comunque un ottimo racconto

5. Caro Babbo Natale di Eleonora Rossetti
Ottimo racconto anche questo: ritmo molto ben gestito, con l’alternanza di avvenimenti e della lettera che guida il lettore nella comprensione di ciò che sta accadendo. Il vero mostro qui non è l’Uomo Nero, ma il padre che riceve ciò che si merita. Se vogliamo trovare un difetto al racconto, che all’inizio non è subito chiaro che chi ha scritto la lettera non è lo stesso personaggio che è in attesa (d’accordo, da una parte c’è un uomo adulto che beve la birra e chi scrive è una bambina, ma questo all’inizio non lo sappiamo e porta a immaginarsi una cosa e poi cambiare la propria immagine mentale da un certo punto in poi)… ma si tratta di un’inezia.

6. Giorno felice di Maurizio Bertino
Se non mi ricordo male, anche l’ultima volta che avevi partecipato in veste di autore avevi giocato sul linguaggio delle Forze dell’Ordine… cos’è, un periodo intenso di multe di cui ti vendichi qui? :)
Scherzi a parte il racconto è simpatico e prende un po’ in giro il dovere di essere felici a tutti i costi imposto a livello quasi istituzionale… certo che se passasse un Esattore a punire quei supermercati che decidono di stare aperti pure a Natale (come fece l’anno scorso quello sotto casa mia) non è che l’iniziativa mi dispiacerebbe molto.
Nel complesso comunque il tuo racconto mi ha fatto sorridere e un sorriso merita sempre un grazie.

7. Ritorno a casa Di Diego Ducoli
Racconto piacevole e ben scritto, che ha come unica pecca il fatto che sa un po’ di già letto: il ritorno della persona amata lontana che nel momento della morte torna a trovare l’amato (in questo caso il figlio). In ogni caso ottima la gestione del dettaglio dell’orsetto che ritorna alla fine come ultimo segno della passaggio del bambino oltre la soglia.

8. Dal medioevo, di "Marco Migliori"
È da un po’ di tempo che Marco sperimenta l’uso di una “sotto-informazione” nei suoi racconti di MC abbinata a storie originali e complicate. In questo caso, invece, opta per una storia semplice e lineare con un’idea originale. Il racconto è ben delineato nella prima parte, nel dialogo del pronto soccorso. Quando, però, nel finale, le parole del vagabondo dovrebbero prendere corpo si ferma un attimo prima, riprovando a sottrare e lasciare al lettore il compito di intuire il non detto. In questo racconto, questo meccanismo non funziona del tutto, almeno nel mio caso, e dopo una lettura che mi stava appassionando mi ha lasciato insoddisfatto e dubbioso. Cos’è che ha fatto paura al medico prima di accendere la radio? Peccato, perché l’idea e lo sviluppo erano molto buone.


9. Scegli! Di Francesco Nucera
Altro racconto che si ricollega al modello originale. L’idea non è male (per quanto mi rimane un dubbio: come poteva scegliere separatamente di uccidere la moglie o il figlio nella sua pancia? Non poteva eliminare Gaia senza far fuori il fantasma futuro, né, disponendo solo di un coltello, eliminare il figlio in arrivo senza uccidere la moglie…). A parte il precedente errore logico, non mi convince molto lo stile che non riesce a dare sostanza alla drammaticità della vicenda e alle sensazioni di terrore del protagonista. Certo qualche tentativo c’è, ma non basta. Forse uno stile un po’ meno lineare o la scelta di un punto di vista in prima persona avrebbero giovato.



10 .Quella vigilia di natale di Giulio Marchese
Se ho capito bene il racconto, il protagonista due anni prima ha provocato la morte della sua ragazza e del (forse) amante e ogni anno si ritrova a rivivere il fatidico Natale. Così decide di mettere fine alla propria vita per uscire da questo “ciclo”. L’idea non è male, ma è realizzata in maniera parziale: infatti, non si avverte l’orrore che dovrebbe esserci in una persona che si ritrova a passeggiare con due morti a cui era legato ma solo la scocciatura di uno che si trova in un mercatino di natale ed è infastidito da un terzo incomodo. Così il potenziale horror del racconto non viene sfruttato a dovere. Inoltre il racconto è viziato da molti errori (spaziature a casaccio, accenti e apostrofi mancanti, per esempio), troppi anche per una competizione come MC.

11. VIGILIA DI NATALE di Massimo Landoni
Più che di un racconto si tratterebbe di un normale dialogo fra un padre e un figlio se non fosse che nel finale si rivelano essere due vampiri. La rivelazione, però, non basta a rendere horror la storia, visto che mancano elementi realmente inquietanti e, anzi, i due vampiri sembrerebbero “pucciosi” stile Twilight. Inoltre manca una vera trama, che in qualche modo renda il dialogo un vero racconto. Un paio di refusi da correggere (“ameno” al posto di “almeno” e “Allor” al posto di “Allora”.

Ciao a tutti
Angelo
 
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Ceranu
view post Posted on 30/12/2014, 22:25




Vigilia di Natale
di Massimo Landoni

Ciao Massimo,
Nella prima frase toglierei la parola notte, il bambino la notte è sveglio. Per il resto, come già detto da Angelo, la storia è un po' leggera. Non c'è una trama, non ci sono emozioni, anche se apprezzo il colpo di scena finale e il conseguente amore tra Dracula e suo figlio.
Dal punto di vista stilistico ho notato dei trattini di troppo, nulla di che, ma non ne capisco l'utilità.
Ciao e alla prossima.


Quella vigilia di Natale
di Giulio Marchese

Ciao Giulio.
Cavolo, mica avevo capito che quei due erano morti. Ho dovuto leggere il commento di Angelo per dare un senso horror al racconto. Gli spunti sono buoni, ma ci sono troppi refusi/errori. Ricorda che prima e dopo il trattino del dialogo ci vuole sempre lo spazio. I dialoghi iniziano con la maiuscola e sarebbe meglio andare a capo quando ne inizi uno con un personaggio diverso. Mancano alcuni accenti. La scena finale del suicidio mi piace.
Ciao e alla prossima.


Prendi lei
Di Beppe Roncari

Ciao Beppe e ben ritrovato.
L'idea mi piace, anche se io l'avrei sviluppata in terza persona, anzi, io l'ho fatto.
Scherzi a parte sicuramente l'idea di base è molto simile a quella del mio racconto, nel tuo caso c'è un risvolto politico, ma nemmeno un accenno al motivo di questo gioco sadico. Probabilmente è un dettaglio insignificante, la follia non ha bisogno di motivazioni reali.
Buona prova. Ciao


Le renne cantano Jingle Bells
di Marco Roncaccia

Ciao Marco, benvenuto.
Racconto simpatico, mi piace l'ambientazione e l'immagine di Babbo Natale con la barba sporca di sangue. So che vado contro corrente, eppure a me l'incipit non è piaciuto, mi ha tolto il gusto dello scoprire. So che è uno Zombie, so che arrivano mamma e bambino. Racconto finito. Io avrei iniziato la storia da “Quel vecchio ciccione...” Ma è solo il mio gusto, nulla di che.
Ciao e alla prossima.


Natale con i tuoi
di Angelo Frascella

Ciao Angelo, è un piacere averti ancora tra noi non vincitori.
Racconto carino, bella la battuta finale, ma nel complesso un lavoro senza lode. Purtroppo la preparazione alla sorpresa la guasta un po'. Quando i pensieri di Marianna richiamano alla memoria i pensieri brutti si immagina il finale. Trovo poco Horror nel racconto. La testa mozzata di un pedofilo è motivo di giubilo, non di paura. Il vero terrore ci sarebbe stato se la madre l'avesse legata a una sedia e concessa al padre.
Ciao e alla prossima...ovunque sarà.


Delia
di Serena Aronica

Ciao Serena,
se la prima volta il tuo stile mi aveva colpito questa volta mi ha lasciato l'amaro in bocca. Vada per i sapori antichi che ben caratterizzano l'ambientazione, ma così ci rendi testimoni di un racconto che personalmente non mi coinvolge. La storia di per sé è carina, ma manca di patos e tensione, il vocabolario che utilizzi rende tutto troppo lontano, impalpabile. Chiaramente è solo un mio punto di vista.
Ciao


Caro Babbo Natale
di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora, è stato un piacere leggere il tuo racconto. Per ora penso che sia il più originale. Bella la semplicità con cui hai scritto la lettera della bambina, hai colto appieno lo spirito dei bambini. Il racconto è un mix commovente e inquietante. Complimenti.
L'unica nota stonata è la parte gridata dall'uomo nero. L'ho trovata un po' forzata, troppo infodump. Ci stava la spiegazione del perché l'uomo nero fosse lì, ma sarebbe stato più credibile una frase di compiacimento. “DOVREBBE DARMI TUTTI GLI ANNI QUESTI DONI DA PORTARE” una cosa così. Certo rimane un ottimo lavoro.
Ciao


Ritorno a casa
di Diego Ducoli

Ciao Diego ben trovato.
storia commovente, ben scritta, anche se mancano alcuni accenti e gli spazi dopo i dialoghi. Per l'attinenza al tema devo dare ragione agli altri, nel racconto passa più amore che terrore, io l'indicherei come “fiaba di natale”. Una nota: visto che ti sono avanzate parecchie battute, io ci avrei messo qualcosa in mezzo tra il “è troppo presto” e il va bene.
Ciao e alla prossima


Giorno felice
di Maurizio Bertino

Ciao Maurizio, ben trovato nelle tue vesti mortali.
Di horror nemmeno l'ombra.
Stile e ritmo sono il punto di forza del racconto che si legge molto bene e risulta gradevole.
Mi è piaciuta l'impronta umoristica e provocatoria, anche se ho apprezzato meno le storpiature e l'evidente ignoranza di Caputo, l'ho trovata gratuitamente territoriale. Nel complesso è un buon racconto con buoni spunti di riflessione.
Ciao


Nel medioevo
di Marco Migliori

Ciao Marco.
È frustrante arrivare alla fine di un bel racconto e rimanere a bocca aperta perché non finisce. La storia della melodia è molto interessante, la scena caotica nel Pronto Soccorso molto realistica. Andava tutto bene e alla fine ci hai abbandonato. Si, posso fare mille ipotesi su quello che succederà, ma nessuna potrà colmare la sensazione di tradimento, di incompletezza. Peccato.
Ciao e alla prossima.


Il ponte
di Raffaele Marra

Ciao Raffaele
Il tuo racconto mi ha lasciato perplesso. La frase finale, quella che deve far cambiare completamente la storia, arriva come un pugno nello stomaco. Mi sono sentito preso in giro, non hai mai accennato al fatto che Tom potesse non essere umano. Non ci sono indizi, non c'è modo di intuirlo. La storia di per se non era male, ma il finale mi ha lasciato perplesso, avrei preferito che quei due fossero stati due “stronzi” che drogavano il povero Tom per farsi i fatti loro.
Ciao e alla prossima.


Classifica

1. Caro Babbo Natale di Eleonora Rossetti
2. Le renne cantano Jingle Bells di Marco Roncaccia
3. Giorno felice di Maurizio Bertino
4. Prendi lei di Beppe Roncari
5. Natale con i tuoi di Angelo Frascella
6. Ritorno a casa di Diego Ducoli
7. Delia di Serena Aronica
8. Il ponte di Raffaele Marra
9. Quella vigilia di Natale di Giulio Marchese
10. Nel medioevo di Marco Migliori
11. Vigilia di Natale di Massimo Landoni
 
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zephiross
view post Posted on 1/1/2015, 23:33




Ecco la mia classifica+commenti ^_^

1- Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia
Un Babbo Natale in chiave zombie (non c’è scritto negli effetti collaterali dello Xanax però…): nonostante il tema “scontato” (viste le ultime mode di romanzi e movie) non lo banalizzi affatto. Lo stile fa scivolare benissimo la lettura, mi piace anche come descrivi le classiche mosse dell’”aiutante” di Babbo Natale, facendo intendere quanto l’atmosfera natalizia non lo pervada manco un po’... anche se, sono convinta, di quella noia ne sentirà la mancanza. Buono anche il finale in sospeso, anche se (ed è l’unica macchietta) un po’ mi chiedo perché non sia scappato a gambe levate visto che si era reso conto quasi subito di cosa stesse accadendo.

2- Prendi lei, di Beppe Roncari
Ho rivisto in questo racconto i toni alla Saw l’Enigmista, con il torturatore che mette alla prova le sue vittime. L’unica cosa che un po’ mi ha lasciato “così” è stato il finale. Può essere inteso sì come ultima tortura ma mi ha sinceramente spiazzato, avrei preferito un finale anche identico ma comunque dovuto alla scelta diretta della madre. Ciò non toglie che il racconto sia godibile, soprattutto per lo stile molto incalzante. Ho notato solo un refuso evidente: “l’ha fatta dichiarare interdire”, ma comprendo che in Minuti Contati qualcuno può sempre scappare ;)

3- Il ponte, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
devo dire che un po’ mi hai spiazzato. La descrizione del paesaggio e del ponte rende bene un limbo con leggi che non obbediscono alla logica comune. Al principio pensavo che il protagonista fosse morto, mentre invece era l’automa in stand-by. Buona la contrapposizione con la disperazione dell’automa e l’indifferenza (e ignoranza) dei due padroni: è qui che sta l’orrore. L’unica cosa è che trovo troppi elementi puramente umani (il cuore che batte ecc.) che forse, appunto, rendono “troppo” umano l’equivalente di quella che, a quanto ho inteso, è un’intelligenza artificiale che non dovrebbe neanche conoscere il battito del cuore perché non l’ha mai provato (è in fondo un robot, non credo sia dotato di un apparato circolatorio ^_^). In sostanza, comunque, è una buona prova. A rileggerci!
C’è una discrepanza lessicale, a mio avviso: “La paura si tramutò in angoscia”: il secondo è uno stato emozionale meno forte del primo, quindi in teoria suppone un “miglioramento” dello stato d’animo e non il contrario.

4- Scegli!, di Francesco Nucera
Ciao Francesco,
anche qui ritroviamo un Natale caratterizzato da un aguzzino vendicativo che ripropone una roulette russa con gli elementi del passato, presente e futuro del protagonista. La tensione è resa in un tenue crescendo: dico tenue perché la “sorpresa” del terzo sacco era facilmente intuibile, e anche la decisione era forse quasi scontata, almeno per un figlio, marito e futuro padre con una coscienza. Forse mi avrebbe colpito molto di più se avesse scelto veramente anziché sacrificarsi.

5- Natale con i tuoi, di Angelo Frascella
Ciao Angelo, ben trovato!
L’elemento “splatter” della testa e la “bevuta” della protagonista allontanano il concetto di “quadretto di famiglia” dando un assaggio (in tutti i sensi XD) della non-umanità dei personaggi. Tuttavia, non mi ha instillato una vera e propria paura, non mi ha fatto salire la tensione mentre leggevo. Ho un poco storto il naso sull’infodump forzato del “saprai di quel Natale di qualche anno fa [...]” e in generale il resto della prima parte mi ha presagito dove il racconto potesse andare a parare. In sostanza, un racconto carino ma che non mi ha colpito come avrei voluto.

6- Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese
Ciao Giulio,
devo essere sincera, sulle prime mi ero imbrogliata col tuo racconto. Dapprima ci sono alcuni elementi (la bancarella ecc.) che mi fa supporre che i due siano in carne e ossa, mentre poi si capisce che sono soltanto fantasmi e che sono il tormento del protagonista. Tormento che però non si traduce in terrore: Andrea è più rassegnato che spaventato, quindi l’epilogo finale non mi rende partecipe del suo dramma come invece avrebbe fatto se il sentimento a prevalere fosse stato il terrore, appunto. Occhio ad alcuni refusi e accenti (nonché i trattini del dialogo, come qualcuno prima di me ti ha già fatto notare) che mi hanno un po’ fatto zoppicare nella lettura.

7- Giorno felice, di Maurizio Bertino
Ciao Maurizio!
Qui si gioca sull’”allegria a tutti i costi” nei tempi della crisi che costringe le persone a tenere aperte forzatamente (o meno) le aziende per lavorare. Lo stile è fresco e godibile, la cosa che mi manca è l’elemento “horror”, che non riesco a intendere di primo impatto come lo intendi tu, e quindi il racconto va un poco “fuori tema” per la mia concezione, appunto, di horror. Per il resto mi piace come scrivi e spero di rileggere in futuro qualcos’altro di tuo :-)

8- Delia, di Serena Aronica
Ciao Serena!
Lo stile del tuo racconto è pulito e molto evocativo, grazie anche alla padronanza del linguaggio; ciò che lo penalizza, IMHO, è il fatto che per i tre quarti sia solo raccontato, quindi il ritmo è parecchio lento e l’elemento soprannaturale del fantasma del fratello passa quasi in secondo piano. Dovrebbe fare paura mentre invece la sicurezza ostentata della donna, forse un po’ irreale (uccidere un fantasma con un fucile?) non mi ha reso partecipe della sua attesa.
A rileggerti ^_^.


9- Dal medioevo, di Marco Migliori
Ciao Marco!
La narrazione scivola bene,mi è piaciuta l’idea di fondo (i frammenti che si ricompongono e via dicendo) ma non il suo sviluppo. L’inquietudine non si trasforma in orrore, anche perché il finale lasciato così in sospeso mi lascia più punti interrogativi che altro. Se anziché mostrare la perplessità del pigiare il bottone avresti avviato qualcosa di soprannaturale forse il racconto avrebbe avuto più presa. Esempio banale: il paziente fischietta un paio di note mentre si allontana, il protagonista va a casa e il figlio scarta il pacco regalo che contiene un pianoforte giocattolo con cui, a caso, suona le stesse note. Avrebbe dato più corpo all’idea, ribadisco molto ricca di spunti, ma che non dà il senso dell’horror che ci si sarebbe aspettato con questo tema.

10- Ritorno a casa, di Diego Ducoli
Ciao Diego, ben trovato,
condivido anche io l’osservazione che ti ha fatto Roncari nel primissimo commento al tuo racconto. L’elemento soprannaturale non fa così paura o raccapriccio, perché l’amore del figlio per il proprio padre occulta il lato horror della cosa, ovvero che ne sia tornato il fantasma (o meglio, il cadavere in carne e ossa). Se invece la reazione del bambino fosse stata diversa (qualcosa del tipo che il padre lo costringeva a venire dicendo, magari, che avevano promesso che, se fosse tornato, sarebbero stati sempre insieme…) avrebbe fatto più presa.

11- Vigilia di Natale, di Massimo Landoni
Ciao Massimo,
più che un racconto horror, mi è parso più un quadretto familiare: Natale in casa Dracula,con il bambino recalcitrante che aspetta i doni e il papà che lo vuole forzare a letto (o nella bara, in questo caso). Ho trovato un po’ forzato il parlato del bambino che dice a un certo punto “papà Vlad”. Magari avrebbe reso meglio mettere qualche altro particolare che avrebbe fatto intendere che padre e figlio erano vampiri.
 
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sgerwk
view post Posted on 5/1/2015, 16:52




1. Il ponte
Un buon racconto del genere "ma dove sono?" con finale a sorpresa. Direi che più o meno funziona tutto, dalla scena dell'automa sperso in una campagna nebbiosa che diventa un ponte infinito, in cui già viene messo l'indizio dei due personaggi di Bob e Greta. Questi due ci si chiede che ruolo abbiano, e in effetti alla fine viene rivelato essere fondamentali, visto che sono i padroni dell'automa, quelli che lo hanno esso in standby. Il natale c'è, magari il canto di natale no, ma direi che non è fondamentale. Casomai il difetto è che racconti con inizio del genere in questo tipo di competizioni si incontrano con relativa frequenza. Comunque direi che questo in particolare è ben sviluppato.

2. Giorno felice
Divertente metafora del divertimento forzato, che qui diventa una sorta di legge la cui violazione è punita con la morte. Il tono è leggero, con il burocrate che parla un linguaggio artefatto e pretenzioso ma allo stesso tempo volgare, e che non capisce termini fuori dalla sua portata come "commissionato". Forse l'inizio poteva essere più diretto, parte subito con un dialogo ma era forse più importante chiarire da subito la scena. Lo stesso per la descrizione dell'ambiente di lavoro, che non risulta molto vivida.

3. Prendi lei
La cosa migliore del racconto è l'idea che a scegliere non sia la protagonista, che alla fine è risulta solo una testimone della storia. In giochi horror a scelta di questo genere (come nel film Saw) è di solito il protagonista a dover affrontare una scelta (o i protagonisti). Qui invece la voce narrante è quella della figlia, una potenzionale vittima. La cosa è funzionale alla caratterizzazione dei personaggi, perché in così poco spazio sarebbe stato impossibile ricostruire il perché della scelta. Il punto debole del racconto è il finale, che non risulta secondo me abbastanza chiaro. Se l'assassino aveva già deciso di uccidere la figlia, forse la cosa andava un minimo anticipata. Qualche dettaglio: all'inizio non si capisce di quale scandalo si parli ("pur di evitare uno scandalo", ma qui mi pare che lei sia stata rapita); "dichiarare interdire"; "festeggiarlo il natale." (festeggiare, oppure ci vuole la virgola)

4. Delia
La storia ha dalla sua una buona originalità e una situazione interessante e realistica. La vecchia avida è ben caratterizzata, e la storia appare come una di quelle che si sentono ogni tanto raccontare ma che nei racconti di questo genere di concorsi appare di rado. Non ho però apprezzato il modo in cui è narrata; le descrizioni mi sono sembrate poco dirette, non abbastanza immediate. Quasi tutta la storia è raccontata in un unico flusso di pensiero della protagonista. Tutto sommato funziona, però non è molto coinvolgente.

5. Ritorno a casa
Il racconto ha un bel po' di piccoli problemi di scrittura, ma rende comunque. La sequenza delle scene è ben scelta, il finale rapido ma che coglie nel segno. Il giocattolo viene introdotto come un elemento secondario, e mentre sul momento dà realismo alla caratterizzazione di un bambino di sette anni risulterà poi fondamentale per far capire come la storia termina. Dei problemi di scrittura di cui parlavo credo che il principale sia legato a una scelta in alcuni punti poco felice della punteggiatura, che anche se non è grammaticalmente errata non dà il ritmo giusto.
"suoi sette anni[,] non" (manca la virgola)
"silenzio della notte, lo scoccare di un singolo rintocco" separarei con un punto, dato che nella scena c'è uno stacco (si passa dal leggero ticchettare al boato del rintocco)
"Fissò l'unico occhio di plastica che resisteva incurante del tempo, la sua immagine venne riflessa distorta, un brivido gli percorse la schiena."; allora: "incurante del tempo" non serve a niente, "che restava" basta, visto che già prima era stato detto che l'orsetto è vecchio; non vedo come potrebbe arrivare a cogliere il riflesso (a meno che non lo abbia avvicinato molto, cosa che non è stata detta); con due virgole sembra una specie di lista, e quindi sminuisce la frase finale; poi il brivido che percorre la schiena...
La cosa delle virgole vale anche per il paragrafo dopo: quando colleghi tre frasi separate con le virgole, tipo "A, B, C" l'effetto di ogni singola frase si attenua. Immagino che questo possa andare bene quando si vuole dare l'idea di una sequenza non molto interessante di per sé, ma non credo sia questo il caso.
"come se uscisse da un abisso lontano"; inutile
"scompiglio" (accento)
"ribatte" (accento)
Il frammento finale ha un buon effetto nel far capire cosa è successo in modo visivo, senza spiegazioni o una lunga scena; non mi è piaciuto molto l'uso del termine desueto "coltre", ma ci si poteva anche stare.

6. Vigilia di natale
Di racconti con il finale in cui si scopre che i protagonisti erano mostri di qualche tipo ne ho letti parecchi in passato, però devo dire che ci sono alcuni elementi che rendono buona la realizzazione tecnica, in particolare il riferimento all'amichetto, che fa il suo lavoro nello sviare l'attenzione: perché questo bambino dorme sempre? avrà qualcosa di particolare? Credo che manchino un paio di virgole ("Papà ma Babbo Natale", "Ora però dormi tesoro"), comunque nel complesso i dialoghi sono ben gestiti, con voci caratterizzate e realismo dei contenuti. Il fatto di dover nascondere la situazione (che viene svelata nel finale) rende vaga la scena; è un difetto, secondo me, ma non vedo come avresti mai potuto evitarlo, con queste premesse.

7. Natale con i tuoi
A livello di scrittura è notevole: una qualità professionale da tutti i punti di vista: come descrizioni, come caratterizzazione dei personaggi, come scelta delle scene. Detto questo, devo però aggiungere che non mi ha convinto come idea di base. La scelta del tema del padre (o madre) punito per i suoi peccati si trova anche in altri racconti di questa edizione. La risoluzione appare un po' troppo implausibile, o forse è soltanto poco consistente con le premesse che sono state fondate fino a quel momento e con i personaggi.

8. Le renne cantano Jingle Bells
Le scene non sono male, con una voce narrante ben caratterizzante e una situazione horror abbastanza insolita. A fine lettura mi sono ritrovato però abbastanza confuso: quello che fa Babbo Natale è morto per via dell'alcol con i medicinali, ma perché diventa zombie? Quest'idea del mondo rovinato dall'inquinamento è interessante, ma non si capisce se c'entri o meno con la storia. Se il bambino attacca subito la madre, perché il finto Babbo Natale non attacca subito l'amico? Non è tanto una questione di spiegazioni, è che questi problemi di coerenza interna fanno scendere la credibilità della storia, e quindi anche la sua capacità di coinvolgere.

9. Caro babbo natale
La lettera della bambina è molto convincente, è realistica e adatta come tono al personaggio, e insieme contiene la giusta progressione per far capire la situazione un po' per volta. Il racconto che segue la scena in cui il padre viene catturato dall'uomo nero mi ha invece convinto molto meno: ci sono troppi termini vaghi e similitudini che non aiutano molto a capire la scena. Per esempio "Le tenebre se l'erano mangiata", "l'oscurità si divorò il suo terrore", "ogni movimento era una sofferenza atroce" (che movimenti sta facendo?), "ripeteva che era un sogno" (finora non l'ha ancora detto, questo è un condensare una sequenza in una sola frase), "come se l'ambiente fosse solcato da taglienti lame di vento e cenere". Il problema principale è che tutto questo fa perdere di vividezza alla scena.

10. Quella vigilia di natale
Rimane alla fine delle lettura il dubbio di cosa in particolare sia successo la vigilia di due anni prima, se si sia trattato di un incidente o se per qualche motivo (gelosia?) sia stato Andrea a ucciderli. Forse con qualche altro indizio sparso nel racconto si sarebbe riuscito a farlo capire senza uno spiegone esplicito. Per il resto la sequenza narrativa (il mercatino, l'amico insistente, lo spostamento in macchina) va bene, mentre ci sono parecchi difetti di scrittura:
i trattini alla fine dei dialoghi non ci vanno se subito dopo finisce il paragrafo; "Amò" -> "Amo'";
"Andrea fece finta di non sentire. — Andrè! Credo che" si resta sullo stesso paragrafo solo se il soggetto e chi parla sono la stessa persona
"se lo passo tra le dita" (mancano diversi altri accenti)
"dalla bancarella che aveva di fronte", "Gli occhi della ragazza di fronte"; penso che basti dire "della bancarella" e che "della ragazza dietro la bancarella" sia più chiaro che "di fronte"
"come no grazie?" è una frase ambigua, ma si risolve con una virgola: "come, no grazie?
"a pena" -> "appena"
"Ovviamente anche gli altri due salirono scambiandosi sguardi d'intesa." qui "ovviamente" mi pare un po' fuori posto: va bene per chiarire che l'azione è normale, ma a questo punto già lo è; invece la scena sarebbe stata più chiara dicendo chi saliva dietro e chi accanto al lui (secondo me)
"ignoro" -> "ignorò"
"Legò un capo di questa" -> "Ne legò un capo"
"e la lanciò" -> "che lanciò" (immagino che lui in effetti lanci il legno, più che la corda)
"scorsore" -> "scorsoio"
"Pace"; non mi convince quest'ultima parola come finale di racconto; meglio chiudere con lui che calcia il ceppo e basta

11. Scegli
Tre cose non mi sono piaciute in questo racconto. Per prima, l'idea di base mi sembra un po' troppo nota, tanto che altri racconti in questa edizioni l'hanno usata: qualcuno cattura qualcun altro e lo costringe a una scelta. Il finale non è del tutto chiaro: presumo che la sagoma sia una rappresentazione del figlio, o di un figlio che lui potrebbe avere, ma non è chiaro. Il difetto però maggiore del racconto sono i tanti piccoli dettagli a livello di scrittura. Quando sono pochi non li includo nella valutazione, data la scarsità di tempo, ma qui sono un po' troppi.
"disse Samuele" / "quell'uomo"; a prescindere dal punto di vista (onniscente o di Carlo), se è sempre lo stesso allora non è possibile prima sapere e poi non sapere chi sia la persona
"AIUT..." di solito non si usa il tutto maiuscolo, nemmeno nei dialoghi; poi, se la fitta glielo ha impedito allora non dovrebbe apparire nemmeno l'inizio della parola; casomai, la fitta lo ha bloccato a metà, non impedito
"Spaventato, l'uomo imprigionato fissò tre sacchi appoggiati vicino all'albero di natale. Era la prima volta che li vedeva.": secondo me, se ci sono solo tre sacchi è più chiaro con "fissò i tre sacchi"; poi, se già prima è stato detto che non sapeva dove si trovasse forse che era la prima volta che li vedeva è implicito
"Per un attimo gli sembrò di percepire un movimento." credo che si possa essere più precisi, se è la stoffa a muoversi; così com'è scritto potrebbe essere un movimento dietro di lui
"Samuele sembrò recitare." qui Samuele ha già parlato, quindi casomai "Samuele aveva parlato come recitando"; ma in generale penso che questa cosa vada anticipata un po' prima, altrimenti arriva quando ormai è passata
"L'aguzzino scomparve dalla visuale."; questo è Samuele, chiamarlo "l'aguzzino" non mi sembra appropriato; poi, così com'è scritto non si capisce dove scompare (cioè dietro Carlo)
 
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Serena Aronica
view post Posted on 5/1/2015, 17:49




Ecco la mia classifica :D

1 - Il Ponte
Ciao Raffalele!
Come la volta precedente, trovo la tua storia ricca di emozione. La tua sensibilità non mi lascia indifferente e lo scoramento di Tom è palpabile e contagioso. A volte noi essere umani ci dimentichiamo di avere un cuore che batte nel petto, lo diamo per scontato, come diamo per scontate le nostre emozioni. Perché Tom non dovrebbe avvertire un cuore doce non c'è? E poi si trova in un limbo, sospeso tra la vita e la morte, una specie di coma dove tutto può diventare spaventosamente reale.

Bravo... davvero.

2 - Le renne cantano Jingle Bells
Ciao Marco!
Gustosissimo e spassoso il tuo racconto! Mi piacciono da matti le storie grottesche e condite da fiumi di humor nero... un babbo bastardo ciucco e pure zombie! Adorabile!!!
Onestamente non ho trovato nulla che non mi sia piaciuto... boh sarà l'effetto xanax, che un po' zombie ti ci rende!

Bravo e a rileggerci!

3 - Caro Babbo Natale
Ciao Eleonora!
La tua storia è veramente ben congeniata. Mi piace l'alternanza che hai creato e che scandisce tutto il racconto. Bello l'uomo nero che la butta sul personale e si piomba giù dal camino per dare una bella strigliata al pessimo padre... però anche a me la spiegazione finale risulta un pò stridula, lo avrei lasciato più sfumare ma sono solo gusti personali.
Comunque una bella storia!

Ciao!

4 - Giorno Felice
Ciao Maurizio!
La tua storia racchiude tutto l'orrore del finto buonismo che circola per le strade quando Natale arriva. Non sei felice? Allora sei un deleterio elemento di disturbo per la società. Sinceramente lo sparo in fronte non me lo aspettavo... il tuo è uno stile lontano anni luce dal mio (piuttosto incartapecorito!) e per questo motivo lo trovo spassoso. L'unica nota che un po' mi stona è l'eccessiva ottusità dell'esattore caricata parecchio... anche dietro un perfetto e forbito italiano si celano delle emerite teste di bippppppppp!!!

Ciao!

5 - Quella Vigilia di Natale
Ciao Giulio!
A me il tuo racconto è piaciuto. L'idea che lui si trascini dietro il suo tormento con fare indolente e quasi rassegnato, una noiosa catena che non è riuscito a recidere nemmeno ammazzandoli e alla fine, decide di tagliare la testa al toro e si impicca, sperando nella pace!
Ci sono parecchi errori e a quelli bisogna stare attenti ma la tua storia non è male, per me!

Ciao!

6 - Natale con i tuoi
Ciao Angelo!
Non è di certo la qualità della tua scrittura la pecca di questa storia. Tu sai essere molto realistico nelle tue descrizioni e riesci a creare storie tridimensionali. In effetti più che creare raccapriccio, la testa mozzata del padre pedofilo crea una bieca solidarietà con la protagonista e quasi viene voglia di dire a fine lettura: Ben ti sta! Sento che alla tua storia manca qualcosa, è come se restasse un po' troppo piatta.

Ciao!

7 - Scegli
Ciao Ceranu!
Nel tuo racconto, c'è tutta la follia di un uomo che nel tradimento trova la chiave che apre il suo lato oscuro e lo lascia libero. Mi piace il ritmo incalzante e anche se comprendo la tua scelta più virata sul sentimento paterno, sento come una nota stonata. Si uccide e li lascia in balia di un sadico? Non so... io avrei scatenato l'inferno...

Ciao!

8 - Ritorno a casa
Ciao Diego!
La tua storia è delicata e scritta con garbo. Devo però unirmi agli altri dicendoti che non c'è orrore nel tuo racconto ma amore. Perciò, pur restando una storia molto dolce e scritta bene esula troppo dal tema di MC.

Ciao e a rileggerci presto!

9 - Prendi Lei
Ciao Beppe!
La storia ha quel ritmo oscillante da mal di mare, ottimo per creare nel lettore malessere. Però a tratti la velocità della narrazione e alcuni punti un po' troppo difficili da inquadrare, creano in chi legge un fastidioso senso di smarrimento ed estranietà. Sembra tutto troppo fine a se stesso.

Ciao!

10 - Dal Medioevo
Ciao Marco!
Non so perché ma fino all'ultimo sono stata convinta che il paziente provenisse dal passato! La storia è dannatamente promettente ma si arena contro un finale fiacco e sciatto. Peccato aver sciupato una così bella idea.

Ciao a presto!

11 - Vigilia di Natale
Ciao Massimo!
Onestamente il tuo racconto è un po' buttato li. I vampiri poi, tra un po' li troveremo anche nel banco frutta e riuscire a tirare fuori qualcosa di originale è un'impresa titanica! E poi sinceramente... io ho nostalgia del vero vampiro, del terribile e inquietante Conte Orlok e il tuo racconto mette il dito nella piaga.
Mi dispiace.

Ciao!
 
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Ozbo
view post Posted on 6/1/2015, 00:37




Salve a tutti,
ecco la mia classifica. Nel valutare i racconti ho dato molta importanza al tema: il canto di Natale Horror. Ho preferito i racconti in cui fosse centrale il riferimento a Dickens o ad una qualsiasi canzone Natalizia che suonasse, nell'ambito del racconto, tetra e inquietante.
Altro criterio che ho utilizzato è stato quello di valutare il racconto in base all'originalità dell'idea, preferendo questo criterio anche alla realizzazione formale del testo.
Marco Roncaccia

1 Dal Medioevo
di Marco Migliori
Ottima idea, aderente al tema interpretato in senso letterale … il canto di cui si parla in grado di far tornare il tempo passato con le sue feste pagane una volta ricomposto. Ho anche apprezzato il finale aperto che lascia trasparire il terrore che nasce dal dubbio: vaneggiare di un disadattato o profezia? E se la radio trasmettesse quel canto ricomposto? Intendiamoci, avresti potuto essere più accurato ed accompagnare meglio il lettore alla comprensione, ma la tua idea mi ha veramente colpito. Primo posto solo per quella.

2 Caro Babbo Natale
di Eleonora Rossetti
Ottimo racconto, ben scritto e originale. Mi ha tenuto incollato alla riga. Gestita benissimo l’alternanza lettera a Babbo Natale e vicenda. La costruzione intriga e porta il lettore a seguire la vicenda narrate e si risolve alla fine senza lasciare dubbi. Unico appunto che mi sento di fare … il tema. Sarò fissato ma, secondo me il canto, in qualsiasi forma, avrebbe dovuto manifestarsi.

3 Prendi lei
di Beppe Roncari
Complimenti. Trovo geniale quello che a me è sembrato un perfetto mix tra il racconto di Dickens e Saw. Quindi aderenza al tema da 10 e lode. Ho trovato però qualche difficoltà a seguire alcuni sviluppi (ho fatto fatica alla prima comparsa della “voce” a capire a chi delle due tra madre e figlia si stesse riferendo) ne, anche il finale, secondo me meritava qualche parola che lo rendesse un poco più intellegibile.

4 Delia
di Serena Aronica
Pieno centro per quel che riguarda il tema e chiara la parentela tra Ebenezer Scrooge e la tua Delia. Buona anche la costruzione dell’atmosfera e della trama. Interessante la ricerca del linguaggio anche se, a volte, mi pare che calchi un po’ troppo la mano (ad esempio il vecchio ferro maculato dalla ruggine e la schiena torta come un ramo di ginepro mi hanno fatto sobbalzare anche se, probabilmente, è solo un problema mio).

5 Natale con i tuoi
di Angelo Frascella
Un bel racconto. Titolo azzeccatissimo, divertente e con la giusta dose di Horror. Qualche perplessità sul dialogo tra Marianna e Pina che, secondo me, è troppo orientato a dare spiegazioni al lettore e che rischia di perdere di verosimiglianza. Per quanto riguarda il tema c’è il natale, c’è l’Horror (molto apprezzato) ma manca un riferimento di qualsiasi genere al canto Dickensiano o semplicemente al canto natalizio.

6 Il Ponte
di Raffaele Marra
Buonissima idea e grande abilità nel creare l’alone di mistero intorno a Tom (dove si trova? Come ci è arrivato al ponte che non riconosce?). Il finale è originale e spiazza il lettore facendo naufragare ipotesi e congetture. Rimane un vizio di fondo, secondo me, legato all’attinenza al tema, almeno per come l’ho interpretato io


7 Ritorno a casa
di Diego Ducoli
Il maggior pregio di questo racconto è, a mio avviso, la scena finale. Dal punto di vista formale, poi, niente da eccepire: la lettura scorre piacevolmente ed è tutto comprensibile. Mi sembra però poco aderente al tema proposto. Sicuramente natalizio (forse anche troppo), poco Horror e nessuna traccia del fatidico “Canto”


8 Giorno felice
di Maurizio Bertino
Racconto molto originale, senza dubbio. Un corpo di polizia addetto al controllo della felicità natalizia è una grandissima idea. Difficile però, per me, calarlo nel contesto di questa competizione. Ironico, divertente ma completamente fuori contesto. Non ci ho trovato, forse per limiti miei, nessun canto di Natale Horror.

9 Scegli
Di Francesco Nucera
Sebbene il racconto sia molto aderente al tema e l’idea parecchio Horror ho trovato difficoltà a comprenderlo. Da un commento leggo che la moglie è incinta e che il natale futuro è il figlio. Nel racconto questo non lo percepisco. Mi è sembrato, peraltro, abbastanza statico. Carlo, il protagonista, è condannato in partenza e così i suoi famigliari. A mio modo di vedere un racconto dovrebbe avere maggior movimento, il protagonista non lotta anticipa solo quella che sarà la sua sorte

10 Quella vigilia di Natale
Di Giulio Marchese
Un lettore scemo come me (ma del resto il lettore va presunto sempre tale) fatica a capire un racconto del genere. Perché per cancellare il passato bisogna perdere il futuro? Ho l’impressione che manchi l’esplicitazione di qualche informazione che permetta al racconto di scorrere. Peccato, perché per il resto è ben scritto e ti tiene incollato alla pagina. Sul tema… c’è l’horror, c’è il natale ma manca il canto. Sia come riferimento a Dickens che come canto di natale.

11 Vigilia di Natale
di Massimo Landoni
Caro Massimo, ho trovato il dialogo tra papà Vlad e vampirello junior divertente. Però, dal mio punto di vista, non si può parlare di racconto. Manca una trama e manca soprattutto il movimento che, in un racconto, dovrebbe portare il protagonista a cambiare. L’unico cambiamento presente è quello che avviene nel lettore quando scopre che si tratta di vampiri. Dei tre termini del tema ho ritrovato solo il Natale. Manca il canto e manca l’horror, manca ogni riferimento a Scrooge e a Dickens.
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 6/1/2015, 10:59




Ecco la mia classifica. E buon anno a tutti!

1 - Maurizio Bertino - Giorno felice
Minchia che orrore! Un racconto che mette paura, che lascia l’amaro in bocca, che atterrisce e spaventa. L’orrore del nostro quotidiano, esasperato fino all’iperbole, ma perfettamente riconoscibile, iper-reale e non irreale. Hai avuto il coraggio di denunciare che i mostri della nostra società, quelli che ne costituiscono l’ossatura burocratica e legale, sono peggio di tutti quelli che popolano le nostre più deliranti fantasie. La normalità, sebbene amplificata fino all’eccesso nel tuo racconto, rappresenta l’orrore peggiore forse proprio perché sfugge subdolamente alla definizione di “mostro”, cioè di “diverso” e, per ciò, è perfettamente in grado di mietere vittime (e già ce ne sono) prima ancora che qualcuno se ne accorga. Detto ciò, è ovvio che apprezzo il racconto e ne condivido lo stile amaramente ironico (l’ironia è l’arma del vero “diverso”, cioè di colui che ha il privilegio di riconoscere il male e di pugnalarlo con l’intelligenza). Ben fatto.

2 - Eleonora Rossetti - Caro Babbo Natale
Un bel racconto in cui l’elemento “horror” ha una duplice valenza: quella formale costituita da una serie di immagini, colori, suoni, tipici del genere e quella più profonda costituita da quanto la storia lascia intendere pur senza dire troppo. La seconda delle due è quella che spaventa di più: ciò che accade a Maggie e a Tommy fa paura davvero e stride esattamente come stridono insieme le parole “christmas” e “horror”.

3 - Marco Roncaccia - Le renne cantano Jingle Bells
Sebbene l’idea del Babbo Natale crudele, cinico, alcolizzato (qui addirittura zombie e, come tale, divoratore di bambini) non sia affatto originale, il tuo racconto è assolutamente efficace. Credo che la migliore qualità di esso sia lo stile perfettamente appropriato al testo e in grado di legare il lettore al testo nonostante la storia in sé non abbia sviluppi che non siano già prevedibili nella frase iniziale. Insomma, un gran bell’esercizio di stile, direi, un po’ formalista, ma sicuramente in tema e decisamente affascinante.

4 - Serena Aronica - Delia
Un racconto pieno di immagini decisamente ad effetto, in uno stile ricercato e opportuno, piacevole e agghiacciante nelle descrizioni di luoghi, personaggi e stati d’animo. Il tema è indiscutibilmente centrato, per stile, ambientazione e sviluppo della trama. Quest’ultima, a mio parere, risulta un po’ troppo prevedibile e non del tutto originale. In definitiva, si tratta di un lavoro in cui la forma supera di gran lunga il contenuto, ma la differenza di qualità tra l’uno e l’altro è tale che il livello alto del primo è sufficiente a rimediare, quasi del tutto, alle carenze del secondo.

5 - Angelo Frascella - Natale con i tuoi
Lo stile lineare ed efficace, quello che ti contraddistingue, accompagna la lettura di questo racconto fino al finale dove la storia acquista uno slancio inatteso e si materializza il colpo di scena. Che da qualche parte sarebbe spuntata la testa del traditore lo avevo anche immaginato, ma l’identità della protagonista è stata una sorpresa ben costruita e servita da grande intenditore. In definitiva, il racconto è sicuramente positivo.

6 - Diego Ducoli - Ritorno a casa
Un bel racconto, caratterizzato da un sapore amaro e fantastico, che si legge con piacere, un po’ come si fa con alcune favole. E poco conta che il finale sia un tantino prevedibile e, soprattutto, decisamente irreale: se si accetta che il racconto è una favola, e come tale porta buoni sentimenti ed emozione, si accetta anche che non sia certo la logica a muoverne gli elementi della trama. Devo dire però che il tema non risulta centrato del tutto, essendo quasi del tutto assente la componente “horror” se non nella semplicistica accezione del “fantastico”.

7 - Beppe Roncari - Prendi lei
Un racconto a metà strada tra Dickens e “L’Enigmista”, con qualche spunto di critica sociale e qualche riflessione sulla famiglia. Il tutto tessuto con uno stile essenziale e, forse, un tantino frettoloso. Leggendolo si ha la sensazione che ci sarebbe stato molto altro da aggiungere per dargli il giusto compimento; in altre parole restano tanti interrogativi che, per la brevità imposta dal contest, non sono stati soddisfatti a dovere. In definitiva, credo si tratti di un buon racconto, di una intelligente “parodia in nero” che però meritava più spazio.

8 - Francesco Nucera - Scegli!
Una rivisitazione di un classico in chiave horror, per questo sicuramente nel pieno rispetto del tema del mese. Il racconto in sé meriterebbe qualche riga in più, a mio parere, per permettere al lettore di comprendere meglio quanto sia accaduto e quanto stia accadendo e per entrare meglio nella psicologia, qui solo accennata, del protagonista. Nell’economia imposta dal contest, invece, il tutto pare “distante”, non proprio coinvolgente e nemmeno imprevedibile, nonostante le immagini forti qui descritte e il tentativo di alimentare una suspence che invece stenta a crescere.

9 - Marco Migliori - Dal Medioevo
L’idea di base è davvero interessante e, per quanto ne so, originale. Così il racconto risulta affascinante e incuriosisce fin dall’inizio, con una suspence crescente che però non incontra, nel finale, la giusta soddisfazione. C’è qualcosa di non chiaro, di non risolto, di appeso, che penalizza un tantino l’intera storia. Resta comunque un buon racconto e una intelligente interpretazione del tema del mese.

10 - Giulio Marchese - Quella vigilia di Natale
Il finale del racconto è l’aspetto che gli dà tutta la qualità sufficiente a farlo passare per gradevole. Fino alle righe conclusive ero convinto di essere alle prese con una storia banale e per nulla avvincente; la rivelazione finale mi ha sorpreso in positivo e ha fatto schizzare in positivo il livello dell’intero racconto. Il testo è però penalizzato da una eccessiva presenza di errori, sviste, refusi che non lasciano scorrere con naturalezza né i dialoghi né le descrizioni, creano distrazione e, a lungo andare, addirittura infastidiscono. Riassumendo: una buona idea, con la capacità di sorprendere nel finale come piace a me, ma realizzata in troppa fretta e con poca cura.

11 - Massimo Landoni - Vigilia di Natale
Manca qualcosa che renda il racconto più avvincente, che definisca uno sviluppo di trama un tantino più complesso e che arricchisca personaggi e situazione qui solo marginalmente suggeriti. Insomma, io ci avrei speso un po’ più di tempo e caratteri. L’idea di fondo era buona e ancora di più lo era la scelta tua di svelare l’identità dei protagonisti solo con un colpo di scena finale. Ma, ribadisco, se avessi arricchito un po’ il tutto sia la sorpresa finale che tutto ciò che la precede sarebbero risultati molto più convincenti e avrebbero lasciato il segno.
 
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Peter7413
view post Posted on 7/1/2015, 15:51




Eccomi. Bell'edizione, nessun racconto banale, alcuni riusciti meno bene di altri e che pertanto risultano più in fondo alla classifica, ma soprattutto tutti lavori per i quali il commento s'è potuto concentrare sulle scelte dell'autore piuttosto che su problematiche più gravi inerenti la fase di scrittura vera e propria. Un livello più che buono. Ho scelto di premiare il racconto di Marchese perché a mio avviso è quello che meglio è riuscito a declinare un'originale interpretazione del tema, anche se non trascendentale, con una struttura interna riuscita ed efficace (pur con certe magagne tecniche dovute a sviste o fretta) che bene riesce a celare il colpo di scena finale. Il secondo posto di Aronica premia il suo stile al servizio di una storia semplice, ma efficace. Rossetti aveva il racconto più complesso e si posiziona terza per il problema nella caratterizzazione del suo protagonista. Frascella in salsa horror paga dazio di insufficiente cattiveria e si ritrova fuori dal podio nonostante una storia a mio avviso ben organizzata. A seguire i racconti con problematiche interne maggiori, perlopiù dovute a scelte degli autori. Nucera paga un inserimento quasi forzato del canto di Natale di Dickens senza motivare il perché del modus operandi mentre Roncaccia è vittima di un finale che rinnega l'incipit mandando in tal modo in testa coda il bel racconto che stava portando in porto (ma che poco ci vuole per correggere). Marra si perde, a mio avviso, in una tematica che da Blade Runner a buona parte di Asimov ecc ecc ecc è centrale nella fantascienza e che quindi, quando affrontata, va conosciuto per non cadere in certi errori classici. Roncari paga gli stessi peccati di Nucera enfatizzandoli. Ducoli era in versione sentimentale e per tanto s'è dimenticato della giusta cattiveria richiesta dall'edizione. Migliori ha chiuso senza chiudere, ma neppure senza dare chiavi di lettura per un'interpretazione e infine Landoni ha dato vita a una bella scenetta che però, appunto, non riesce a innalzarsi al rango di racconto nonostante le potenzialità insite nell'idea di partenza.
E comunque, bravi tutti! Partecipare a Minuti Contati per me e sempre un gran piacere e anche questa volta mi sono divertito un sacco. :)

1) Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese
Un racconto molto buono. La sorpresa finale è ben celata e non concordo con le accuse di "presa in giro del lettore" perché le figure di Fancesca e Michele sono nella sua mente, lo seguono da chissà quanto, per lui sono reali e c'è tutta una filmografia riguardante proiezioni della mente a supporto (si va da A BEAUTIFUL MIND a molte puntate di DOTTOR HOUSE solo per citare le prime due che mi sono venute in mente). Il tema è ben affrontato. Peccato per i problemi legati a certe ripetizioni o a mancate battute tipo quel "a pena" che suppongo fosse "appena", ma sono tutti fattori cui do minore rilevanza rispetto al contenuto. Occhio anche alle d eufoniche. Un lavoro più che buono.
2) Delia, di Serena Aronica
Concordo in toto con il commento di Marra, anche se per me i confini sono meno netti sia verso l'alto per quanto riguarda lo stile (che nel racconto trova una sua compiutezza solo nella seconda parte mentre la prima mi sembra ancora da limare) che verso il basso per quanto riguarda il contenuto (la storia è bella, il problema sta nel contrasto che non riesci a rendere con la figura del fratello ed è lì che si giocava il racconto con tutto il pathos a rimorchio). Una prova molto buona, brava.
3) Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti
Ottima l'idea, declini il tema in maniera originale e da lì parti per sviluppare un racconto capace di vivere di vita propria in cui l'HORROR CHRISTMAS CAROL non sembra infilato a forza, ma perfetto nella sua naturalezza. Manca qualcosa nella caratterizzazione del protagonista, mancano i suoi pensieri da adulto, la sua grettezza d'animo, il suo infierire sui propri bambini ed è per questo che anch'io, al pari di Angelo, ho dovuto riprendere la lettura, concentrarmi per capire chi fosse. Nulla di impossibile da aggiustare e ci sta che con il tempo limitato di MC non ci sia la possibilità di una revisione più accurata per finalizzare. Un ottimo ritorno il tuo, brava e complimenti.
4) Natale con i tuoi, di Angelo Frascella
Chiarisco subito che il racconto mi è piaciuto: bella l'idea, buona la realizzazione, tutto ha un suo posto, anche se, alla fine, come struttura interna, non sperimenti più di tanto, rimani sul classico. C'è qualcosa che non lo fa funzionare come dovrebbe, forse la prima parte è troppo pacata. Introduci il contrasto con la madre e cerchi di metterne un pizzico anche nei rapporti interpersonali di Marianna, con quel suo rifuggire il contatto fisico, ma è tutto molto, troppo, soft: forse il set di un bus non è ottimale. Anche nella seconda il conflitto non deflagra, la madre porge subito il pacco, il lettore capisce immediatamente cosa ci sia dentro... Il finale ha un'impennata di carattere nel momento in cui Marianna lecca il sangue caldo dalla testa mozzata. Ecco, per un racconto del genere avresti dovuto essere più cattivo, grintoso e a quel punto sarebbe stato convincente sotto ogni aspetto.
5) Scegli!, di Francesco Nucera
Racconto incredibilmente simile a quello di Roncari: bene, c'è la possibilità di un commento più articolato proprio mettendolo a confronto. Qui lo stile è un po' più incerto, ancora da imbrigliare, anche se mi piacciono alcuni artifizi che usi per trasmettere le informazioni(un esempio banale: non dici che il killer gli ha schiacciato lo stomaco con il piede, ma evochi il dolore del protagonista e a seguire ti limiti a sottolineare che il maniaco ritrae il piede in tal modo lasciando spazio all'azione pura, mi piace, fa parte anche del mio stile). Rispetto al lavoro di Roncari, però, qui è tutto più contestualizzato: fornisci un movente per l'azione e un rapponto più diretto fra vittima e carnefice. E poi fai agire la vittima, gli metti in mano il coltello, gli fai compiere materialmente l'azione (a proposito, ottimo il finale, secco e diretto). Anche qui, però, manca ancora quel qualcosa in grado di liberare il racconto dal vincolo del tema del contest: perché l'omaggio a Dickens? Come mai il killer ha optato per questo modus operandi? In conclusione, un buon racconto che però, allo stato attuale, faticherebbe a vivere di vita propria al di fuori dei confini di quest'edizione di Minuti Contati.
6) Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia
Lo stile è molto buono, hai una buona capacità di controllo. Il finale però è totalmente sbagliato e rinnega il bell'incipit in cui avevi introdotto una situazione ormai collassata implicando una spazio di tempo abbastanza ampio dopo il primo zombi... Invece nel finale fai capire che è tutto successo da pochi secondi inficiando quando precede. Non sto a ripeterti quanto già detto da Roncari, ma mi trova concorde al 100%. Poco male, ti basta correggere quel finale e hai un racconto più coerente e sicuramente più corretto.
7) Il ponte, di Raffaele Marra
"Anche gli androidi sognano di essere umani", questo o una roba simile potrebbe benissimo essere il titolo del racconto... E non so quale sia il tuo grado di conoscenza della fantascienza, ma è uno dei temi maggiormente inflazionati del genere e l'affrontarlo ti porta inevitabilmente a misurarti con una miriade di esempi del passato, non siamo al livello dei vampiri o degli zombie, ma quasi. Detto questo, il disseminare tutta la lunga prima parte di elementi che richiamano a una figura umana per poi ribaltare la scena sul finale (e anche qui evochiamo lo spettro della fantascienza a nome di Brown, ma è solo quello più conosciuto essendo finito con il suo LA SENTINELLA nei testi scolastici) sarebbe più che giustificato da una dimensione tragica del finale in cui dallo scambio tra i due padroni sia evidente la voglia dell'automa di essere come loro in tutto e per tutto (cavolo, scusa, ma chi si ricorda di Data di Star Trek the Next Generation? Gli esempio trabordano...), ma l'attenzione non viene puntata su quello quanto sul loro bisogno di trovare un'occupazione al loro servo meccanico... E ci sta, ma lo spazio è stato tiranno in particolare con te perché avresti avuto bisogno di ben più caratteri per poter rendere questa dimensione sufficientemente drammatica da giustificare la prima parte... Anche se è da dire che ti sarebbe bastato asciugare la prima parte per avere più spazio. Detto questo, lo stile è ottimo, ormai direi che sei una sicurezza. E infatti i miei dubbi stanno tutti sulla costruzione e sulle tue scelte perché dovessi giudicarti solo dal punto di vista formale sarebbe un voto altissimo.
8) Prendi lei, di Beppe Roncari
Ben scritto, buon controllo, atmosfera tangibile e ben trasmessa al lettore. Non mi convincono alcune scelte, in primis quella di definire così chiaramente il fatto che la protagonista sia la figlia del Primo Ministro quando in effetti la cosa non ha rilevanza ai fini del racconto, meglio stare sull'indeterminato in quel caso. Secondo, abbiamo un killer che uccide citando Dickens, perché? E ancora, perché il killer pone alla madre la possibilità di decidere e poi ritratta? Com'è collegato al suo passato? Cos'ha originato tale astio? Perché la decisione d'inscenare un baraccone natalizio? Se non lo spieghi e non lo contestualizzi allora il tutto si riduce a un puro service per il tema del mese, cosa che sappiamo noi partecipanti, ma i lettori esterni? La domanda è: ha un senso questo racconto al di fuori del contest? E' in grado di lasciare qualcosa al lettore? Allo stato attuale lascia più domande che risposte e tutte concentrate sul "perché?" di certe scelte e non è un bene.
9) Ritorno a casa, di Diego Ducoli
Devo anch'io sottolineare come dal racconto esca la sensazione di amore, anche se malato: un bambino segue l'irresponsabile fantasma del padre fin negli inferi abbandonando la madre... Avrei giocato di più su questo lato malvagio, sbagliato, dissonante mentre dalla lettura ne esce un'impressione di giustizia, quasi un che bello che il bambino sia andato... e non è quello cui volevi arrivare, soprattutto per ciò che hai cominciato a seminare con il riflesso nell'unico occhio di Teddy... Quindi la mia conclusione è che il racconto non sia quello che avresti voluto fosse e che con più tempo l'avresti aggiustato parecchio per determinare meglio la giusta atmosfera di fondo.
10) Dal medioevo, di Marco Migliori
Se la radio fosse stata accesa avrei dedotto le stesse conclusioni di Ozbo, ma tu ben sottolinei che il dito si ferma a pochi millimetri, quindi non si accende... E allora anche per me il finale rimane troppo aperto, incompiuto. E devo ripetere il rammarico di molti: peccato davvero perché quello che lasci intendere nella prima parte è molto intrigante, ricco di potenzialità che però non sviluppi.
11) Vigilia di Natale, di Massimo Landoni
Il racconto, come sottolineato da molti, è più un quadretto famigliare con sorpresa finale svelata da un "papà Vlad" che suona parecchio forzato. Peccato tu non abbia giocato di più con l'amichetto Jacky (che presumo essere The Ripper), avresti potuto tirarne fuori alcuni spunti divertenti... Ecco, quanto bello sarebbe stato raccontare di una sessione di giochi tra il vampirello e il pargolo strangolatore? Magari con Vlad che premeva per portare via il figlio prima del sorgere del giorno o magari con il padre di Jacky (chissà che personaggio) che s'innervosiva perché doveva mettere a nanna il prodigo figliolo... Insomma hai capito, da quest'idea potevi trarne molto di più mentre allo stato attuale è più che altro una scenetta.

Edited by Peter7413 - 7/1/2015, 18:03
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 7/1/2015, 16:12




Ciao a tutti! In quest'ultima edizione ammetto che non ho visto tanta originalità e ritengo che vista l'elevata qualità stilistica dei racconti è davvero difficile fare una classifica. Nella mia personale classifica terrò conto in primis della TRAMA (o assenza di essa) poi dell'originalità e per ultimo del linguaggio/stile. Ovviamente basterebbe cambiare l'ordine di questi "paletti" per cambiare totalmente la classifica. Insomma la forza di un racconto è la debolezza di un altro e viceversa. Ma intanto i commenti:

Vigilia di natale di Massimo Landoni
Ciao Massimo, il dialogo è ben gestito peccato che c'è solo quello, nessuna trama nessun elemento Horror (o forse il sole per i vampiri?). L'idea di far apparire più umani i vampiri (anche se un po abusata) può essere interessante nel rapporto padre figlio. Il problema è che deve succedere qualcosa.

Dal medioevo, di "Marco Migliori"
Ciao Marco, il tuo racconto mi ha molto colpito sia per l'originalissima interpretazione del tema che per la crescente suspance. Il finale però mi ha lasciato l'amaro in bocca. Preciso che i finali aperti mi piacciono molto ma in questo racconto mi sembra un po forzato. Cosa avrebbe dovuto trasmettermi l'ultima frase? Probabilmente non è il finale il problema ma il secondo paragrafo, e come se ti fossi mangiato un informazione chiave che avrebbe reso quel finale "spiazzante". Così com'è non c'è una vera trama, un paramedico svolge il suo lavoro per natale, un tizio vaneggia e... fine. Manca qualcosa. Forse io personalmente non gli avrei fatto incontrare di nuovo il paziente "pazzo" ma magari una collega fischiettava mentre lo salutava, fuori dal pronto soccorso il rumore di un auto aveva qualcosa di simile al fischiettare, un uccello cantava la stessa melodia. E in fine nella macchina, al sicuro nel silenzio arrivava il terrore di accendere la radio. Tutto questo per dirti che la seconda parte non mi è piaciuta.

Delia di Serena Aronica
Ciao Serena, il tuo racconto è scritto in uno stile retrò che francamente non trovo coinvolgente. La trama è abbastanza steriotipata e malgrado le tante descrizioni non ha suscitato in me alcuna emozione. Il linguaggio è molto ricercato a tratti troppo, sembra più una ricerca del virtuosismo ad ogni costo che il tentativo di trasmettere o semplicemente di raccontare qualcosa. Mi sembra essere un esercizio stilistico più che un racconto, il tema è centrato in pieno ma secondo me in modo non originale. Mi spiace.

Giorno felice, di Maurizio Bertino
Ciao Maurizio. Il racconto ha un ritmo e un linguaggio che mi piacciono. Si legge con una leggerezza incredibile ma al contempo fa riflettere sul buonismo esagerato che c'è nel periodo natalizio. Mi ha molto divertito. Non mi è piaciuta molto la reazione del segretario che "piagnucola" soltanto dopo aver assistito al omicidio cruento di una persona che quanto meno conosceva.


Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti
Un gran bel racconto, il ritmo è gestito alla perfezione d il linguaggio è semplice è scorrevole. Bene e male si confondono o meglio due mali a confronto portano ad una sorta di giustizia. Questa è la cosa che mi ha colpito di più in assoluto. Per questo non mi è piaciuto lo spiegone finale. Forse sarebbe stato meglio lasciar più libertà interpretativa al lettore, lasciando qualche punto interrogativo. Ma a parte questo davvero un ottima prova!

Il Ponte, Raffaele Marra
Ciao Raffaele, il tuo racconto mi ha molto colpito non mi aspettavo un finale del genere. La prima parte mi e piaciuta molto e mi sono chiesto più volte dove volessi andare a parare, nella seconda non mi è piaciuta l'ultima frase, già il discorso dello stand by era stato esauriente, avrei preferito non parlarono più di Tom, in un certo senso l'avrebbe reso più "umano" creando più empatia nei suoi confronti. Non ho colto l'attinenza al tema. Natale è natale, horror diciamo, e il resto?

Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia
Ciao Marco, splendido l'incipit! Racconto per niente banale ben costruito e scorrevole nonché divertente. Giochi bene con i lunghi comuni in una sorta di macabra satira natalizia. Certo è opinabile che la rottura del sistema di filtraggio dell'inceneritore posso portare ad un'epidemia zombi. Se vogliamo essere pignoli se l'infezione si propaga per via area il morso non è necessario e il nostro protagonista se guadagna abbastanza tempo potrà diventare zombi senza un graffio! Ma a parte queste deliranti considerazioni l'unica critica che devo farti è la poca attinenza al tema che, come ho già scritto in un altro commento, non è "natale horror." Però il racconto mi davvero divertito! Buon anno a rileggerci!
P.S. continuo a pensare che non basta la colonna sonora per farlo rientrare nel tema.

PRENDI LEI, di Beppe Roncari
Ciao Beppe, trovo che questo racconto sia davvero ben scritto, in particolare la canzone scandisce il ritmo alla perfezione. Non ti nascondo che ho trovato l'idea un po banale e francamente poco horror. Per me l'horror dovrebbe appunto creare un disagio al lettore o tramite una riflessione anche successiva alla lettura m tramite l'epatia con i personaggi. Non bastano morti ammazzati male. Francamente essendo uno di quelli a cui è stato rubato il futuro non posso che condividere la tua visione politica ma il racconto non mi ha "disturbato" ne inquietato.


Natale con i tuoi, di Angelo Frascella
Ciao Angelo, racconto senza infamia ne gloria. Tutto va come deve andare, tutto bene quel che finisce bene. Lo splatter non basta a regalare un senso d'inquietudine. Davvero poco da dire, evidentemente il tema non ti ha ispirato.

Scegli!, di Francesco Nucera
Ciao Ceranu, il racconto riprende perfettamente il tema ma, a mio avviso, senza aggiungere niente. C'è l'horror del classico folle omicida e il gioco sadico alla saw, però la reazione del protagonista è un po innaturale si toglie la vita come se nulla fosse. Sembra disperarsi un po inizialmente ma neanche troppo vive la situazione con un cinismo innaturale. Ora non se avessi ancora caratteri a disposizione ma forse era il caso di utilizzarne qualcuno per "allungare" le reazioni umane e aumentare così il pathos.

Ritorno a casa, di Ducoli Diego
Ciao Diego, di questo racconto ho apprezzato l'ambientazione. Tutti i dettagli sono gestiti con maestria e lo stile è scorrevole e privo di pecche. L'unica pecca vera è, a mio avviso, la non attinenza al tema. Secondo me più che un racconto horror e un racconto sull'effetto tra un padre e suo figlio che travalica ogni confine, persino la morte. È toccante ma non inquietante, e poi il tema non era solo "natale horror". Non credo resterà a lungo nella mia memoria ma è comunque una lettura piacevole.
Auguri di buon anno a rileggerci!

CLASSIFICA:
1. Il Ponte, Raffaele Marra(L'unico ad avermi davvero colpito)
2. Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti (Secondo solo per lo spiegone finale)
3. Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia (racconto divertente e cattivo mi piace!)
4. Giorno felice, di Maurizio Bertino (Critica sociale ok, reazioni umane no)
5. Ritorno a casa, di Ducoli Diego (toccante ma non horror)
6. Dal medioevo, di "Marco Migliori" (Sesto per l'idea, la più originale in assoluto)
7. Natale con i tuoi, di Angelo Frascella (senza infamia ne lode ne horror)
8. Delia di Serena Aronica (bell'ambientazione poca originalità)
9.PRENDI LEI, di Beppe Roncari (Banale)
10. Scegli!, di Francesco Nucera (Come Beppe ma senza sociale)
11. Vigilia di natale di Massimo Landoni (Un dialogo. Però alla prima partecipazione magari non ci si regola con i caratteri e con i tempi, io ancora per un motivo o per l'altro non faccio in tempo a rileggere bene XD)
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 7/1/2015, 17:34




Ecco la classifica, con dei “titoli alternativi”.
1. Il ponte, di Raffaele Marra, “Ponte Neuro-Natale”.
2. Scegli!, di Francesco Nucera, “Harakiri natalizio?”.
3. Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti, “L’Uomo Nero, a Natale, s’incazza”.
4. Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia, “A Babbo morto…”.
5. Dal medioevo, di Marco Migliori, “La musica interrot…”.
6. Ritorno a casa, di Diego Ducoli, “Dolci horrori familiari”.
7. Natale con i tuoi, di Angelo Frascella, “Salômé a Natale”.
8. Giorno felice, di Maurizio Bertino, “Caputo mi hai?”.
9. Delia, di Serena Aronica, “La Roba di Delia”.
10. Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese, “Il suicidio natalizio, no, non l’avevo considerato”.
11. Vigilia di Natale, di Massimo Landoni, “La notte di Natale è troppo lunga per Vlad Junior”.

Ed ecco, in ordine sparso, i commenti:

- Vigilia di Natale, di Massimo Landoni,
Ciao Massimo, ben trovato. :)
La tua è un’idea carina, il colpo di scena del figlio di Dracula che aspetta i regali di Natale (ma lui la notte è sveglio, quindi – come altri ti hanno già fatto notare – forse il padre a lui avrebbe detto che Babbo Natale viene di giorno…). Però il problema è proprio questo: si tratta solo di un’idea ma non di un racconto. Non è una barzelletta ma la definirei una storiella.
Refuso “ameno” per “almeno”. In “Sì andiamo! Però Andiamo presto!” ci vuole una virgola e una minuscola: “Sì, andiamo! Però andiamo presto!”
In “Hai ragione piccolo mio” ci vuole una virgola, prima del vocativo: “Hai ragione, piccolo mio”.
In “No papà non subito! Prima voglio aprire i regali...saranno tanti?” va aggiunta una virgola e uno spazio: “No papà, non subito! Prima voglio aprire i regali... saranno tanti?”.
In “Sono sicuro che saranno tantissimi amore mio” serve sempre la virgola: “Sono sicuro che saranno tantissimi, amore mio”.
In “io ho paura del sole!" – improvvisamente” non serve il trattino e ci vuole la Maiuscola: “io ho paura del sole!" Improvvisamente”.
In “Non aver paura piccolo,” altra virgola necessaria, sempre per il vocativo: “Non aver paura, piccolo,”.
Ciao!


- Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese,
Ciao Giulio, ben ritrovato.
Di per sé trovo carina l’idea del racconto, da due anni è tormentato, tenta il suicidio ma fallisce, giusto? Quest’anno ce la fa. Ci sono però degli elementi che servono solo allo scopo di ingannare il lettore facendogli pensare che gli eventi capitino nel presente e non nel passato, come il fastidio per questa scena: “Girandosi a pena poté notare le mani di Francesca sfiorare quelle del sempre più antipatico Michele.” Sembra che Andrea sia infastidito dalla gelosia, invece è solo per il ripetersi della scena? Non si capisce, credo – appunto – che sia un trucco del narratore a inganno del lettore, ma senza reale coerenza diegetica dentro la storia.
Credo che ci voglia sempre lo spazio dopo il trattino breve di apertura dialogo e prima di quello di chiusura, cioè: “– Bello!!” e non “–Bello!!” e “bene? –“ e non “bene?–“.
Anche dopo la punteggiatura lo spazio: “Andrea fece finta di non sentire. –” e non “Andrea fece finta di non sentire.–”.
Accenti: “se lo passò” e non “se lo passo”; “Andrea ignorò” e non “Andrea ignoro”; “Andrea li guardò” e non “Andrea li guardo”; “Guardò Michele” e non “Guardo Michele”.
Mancano varie virgole prima e dopo i vocativi dei nomi.
D eufoniche qui: “ad illuminare”, “ad un area attrezzata.”, “ad un pezzo di legno”,
Qui attento, si dice “nodo scorsoio” e non “scorsore” e c’è uno spazio di troppo dopo poi, prima della virgola, e un doppione di un: “Poi , tornato in sé, eseguì un un nodo scorsore”. Quindi: “Poi, tornato in sé, eseguì un nodo scorsoio”.
Ciao!


- Delia, di Serena Aronica,
Ciao Delia, benritrovata. :)
Il tuo forte, mi pare, dopo averti letto un paio di volte, è la resa delle ambientazioni e delle atmosfere. Questo però è anche il tuo tallone d’Achille. Show, don’t tell è una regola molto importante per la narrativa, soprattutto breve, ove non c’è spazio per lunghe spiegazioni o descrizioni.
Il tuo racconto è una versione femminile de “La Roba” di Verga, con finale un po’ scontato di contrappasso. Puoi fare di meglio, ne sono sicuro!
Ciao! Alla prossima!
PS
D eufonica qui: “intorno ad un vecchio ferro”.


- Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia,
Ciao Marco, ben trovato! :)
La tua prima frase introduce un racconto diverso da quello che hai scritto: «Il primo Zombie è stato Babbo Natale.» È una frase che presuppone che sia passato molto tempo e ci sia la narrazione di un sopravvissuto, come in un libro di storia. Invece il tuo protagonista, punto di vista e voce narrante, muore subito alla fine… E allora come avrebbe potuto narrare la storia? È un trucchetto usato spesso, ma che non mi piace. Il narratore non lo penserebbe mai, mentre viene sbranato dagli zombie, è una frase che implica, necessita, implora gridando una distanza temporale!
Per il resto la storia è abbastanza buona, la parte migliore è la caratterizzazione di Babbo Natale ubriacone e del suo aiutante. Non si capisce come Babbo Natale abbia preso il virus zombie, e da chi.
Qui: “da questa aria tossica »” manca il punto e c’è uno spazio di troppo.
Refuso e uso improprio di vocabolo e mancanza della virgola: “avvinghiata a se carpendo”, dovrebbe essere: “avvinghiata sé, strappando”. “Carpire” si usa per le mani, non per i morsi.
“E’ la Vigilia di Natale”, la È maiuscola accentata si fa con il codice ALT + 0200.


- Natale con i tuoi, di Angelo Frascella,
Ciao Angelo, ben ritrovato. :)
Il tuo racconto questa volta non mi ha colpito. Quello che gli altri hanno individuato in modo vago come “qualcosa di mancante” o che “non lo fa deflagare” io lo individuo in un difetto grave di struttura: non succede niente, non c’è trama. Non succede niente alla protagonista, non deve affrontare nessuna prova, tutto le viene – perdonami, ma ci sta – servito a tavola su un piatto d’argento (o, nel tuo caso, in una scatola di cartone grondante sangue).
Quindi è una storia “raccontata” un po’ troppo on the face senza struttura e arco di trasformazione dei personaggi. Ergo, non è un racconto, ma una storiella.
Sorry, ma so che preferisci la franchezza alle lodi, che, quando meritate, non mancano.
Alla prossima! :)


- Dal medioevo, di Marco Migliori,
Ciao Marco, ben ritrovato :)
Ehm... cosa scrivere dopo che gli altri ti hanno già detto tutto e condivido quello che scrivono? Che forse bastava una frase sola per far decollare il racconto sul finale.
Bastava dire, per esempio, che quello visto era sì l'Uomo della Musica ma... nudo e incoronato solo di una corona di alloro, inseguito da donne grondanti sangue (le Baccanti), pure mute... e che i grattacieli all'improvviso riflettono alberi. Il protagonista si gira: una foresta... - Muoviti! Ci sono addosso! - Gli grida Orfeo (l'Uomo della Musica), andandogli a sbattere addosso. Ma è troppo tardi.
Qualcosa così.
Altrimenti c'è solo la semina (setup) ma non il raccolto (payoff).
Attento a un piccolo refuso, "m" per "n" qui: "l vero infermo la solitudine di un natale per strada". Credo sia il vero "inferNo".
Ciao! :)


- Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti,
Ciao Eleonora, buon anno! :)
Brava, buon racconto! Ci trovo solo un problema: mischi parti efficaci, in cui mostri e ci fai provare le cose, a parti in cui ci dici le cose, e allora rovini il buon lavoro costruito con il tuo show, don't tell.
Per esempio:
CITAZIONE
Era riverso a terra, e ogni movimento era una sofferenza atroce. Caldo sulle sue vesti... sangue?

È efficace, è costruito per immagini che ci fanno immedesimare e provare il dolore e il terrore.
Invece:
CITAZIONE
Urlò ancora, e di nuovo l’oscurità si divorò il suo terrore.
[...]
Dal nulla, quella voce terrificante rimbombò nella sua testa.

Questi passaggi sono deboli, sono "raccontati", non "mostrati", e soprattutto usi il sostantivo terrore e - orrore! - a poca distanza anche l'aggettivo terrificante...
Non dirci che una cosa era "terrificante"... facci provare il terrore attraverso i dettagli e ciò che descrivi! show, don't tell.
Capisci cosa intendo dire? È fondamentale e sei capace, sei brava, perché in alcuni passaggi sei molto efficace e fai venire la pelle d'oca... ma in altri rovini tutto perché cadi in un errore fatale.
Alla prossima! Bella prova! :)


- Il ponte, di Raffaele Marra,
Ciao Raffaele, buon anno! :)
Bravo! Bel racconto! E ti dirò che io avevo preso anche queste due righe finali:
CITAZIONE
Ero in panne perchè non riuscivo più ad entrare con il mio account. Preso dal panico ho messo il racconto su fb sulla pagina di mc. Poi sono riuscito a metterlo qui all'ultimo secondo. Che faccio? Lo tolgo da fb?

Come parte del racconto! Come se il sistema operativo di Tom, a livello profondo, diciamo, il suo "sub-conscio" elettrico, avesse in qualche modo cercato di comunicare mettendo il racconto su fb e poi su mc! Non sarebbe uno sviluppo meta-discorsivo interessante?
Per il resto, direi che mi è piaciuto tutto, bello il clima, ottima la descrizione dell'angoscia di essere in auto nella nebbia con qualcuno che ti aspetta (quante volte mi è capitato!).
Bravo. Ciao! :)
PS
Un paio di note, importanti!
CITAZIONE
Quindi tornò in auto e, disperato,

Show, don't tell. ci hai già mostrato che Tom è disperato... perché ce lo devi dire? Toglie, e non aggiunge, forza al pathos della scena. Lo eliminerei senz'altro.
Attento al refuso: "perché" e non "perchè" (accento acuto, é, e non grave).


- Giorno felice, di Maurizio Bertino,
Ciao Maurizio, buon anno! :)
Mi spiace, non trovo efficace questo tuo racconto. Come ormai avrai capito io ho due principi fissi davanti. 1. show, don't tell, 2. e trama sia! Cioè: 1. mostrami e non "raccontarmi" tutto on the face (= no spiegoni) e 2. che succeda qualcosa, minchia! Signor Tenente!
Nel tuo racconto non c'è conflitto, ma solo un trucco per mascherare il tell al posto dello show (l'espediente del tipo al telefono che parla con Caputo e spiega tutto, nasconderlo nel discorso diretto non lo rende più accettabile...) e poi una "esecuzione" senza dramma, senza prove da superare in una parola... senza conflitto.
Quindi è un quadretto e/o scenetta terrificante, nata da una buona idea, ma - mi spiace - non è un racconto.
Alla prossima! ;-)
Qui: "ma che minchia di parola è “commissionato” Bertoldo?" Metterei la virgola prima di "Bertoldo".
Attenzione: del buon costume credo delLA buon costume.


- Ritorno a casa, di Diego Ducoli,
Ciao Diego, ben ritrovato! :)
L’unico problema del tuo racconto è che non è un horror, se non proprio volendolo tirare per i capelli come scelta di fare un racconto anti-genere, stile Edward Mani di Forbice che vorrebbe essere horror ma è dolce… Ma poi è davvero horror la parte colorata della cittadina americana del Midwest. Mentre nel tuo c’è solo l’horror che non è horror ma dolcezza.
Avrei concluso: "per poi interrompersi bruscamente nell'acqua salata del porto”. Più forte.
Alla prossima!


- Scegli!, di Francesco Nucera,
Ciao Francesco, ben ritrovato. :)
Come notato da altri l’idea alla base dei nostri due racconti è abbastanza simile. Tu scegli di raccontarla in prima persona e non in terza dal punto di vista di una vittima e concordo nel dire che contestualizzi di più l’azione.
Vorrei mettere le pulci un po’ sulla trama: si capisce bene fin dall’inizio come andrà a finire, potevi trovare un escamotage. Non dico: l’uomo che si gira e tira il coltello all’aguzzino, ma quasi. Che lotta. Non che fa harakiri.
Bello e secco il finale e migliori nella scrittura per immagini. Bravo!
 
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Geppetto
view post Posted on 8/1/2015, 00:08




Delia di Serena Aronica

Ciao Serena e ben ritrovata.
La scelta di raccontare tutto non è molto azzeccata per un racconto del genere, non sono riuscito ad entrare in empatia col personaggio,anche la morte del nipote non risalta quanto dovrebbe.
L'aver messo un omicidio non basta a far di questo un racconto” horror”, il dramma della morte rimane troppo leggero, Delia non è affezionata al nipote, ne il personaggio aveva uno spessore tale da essere amato.
Le descrizioni delle ambientazioni sono molto belle, ma inficiano troppo sul resto del brano.

Prendi lei di Beppe Roncari

Ciao Beppe
Il racconto non è male, sono i sentimenti che mancano, o meglio non mi hanno raggiunto.
Il un brano simile dovrebbe (a mio avviso) far da padrone il terrore della protagonista, il quale arriva un po' blando.
La scena finale, le ultime righe, è molto cinematografica, mi è piaciuta.
Un bel brano, probabilmente penalizzato troppo dai tagli che Mc obbliga.

Le renne cantano Jingle Bells di Marco Roncaccia

Ciao Marco
Veramente un bel racconto.
Il “piccolo aiutante di Babbo Natale” è ben caratterizzato, e il brano scivola molto bene.
Una sorta di macabro umorismo circonda il racconto, rendendolo grottescamente simpatico.
Ammetto che ho storto il naso per il tuo incipit, io l'avrei tolto e il racconto non ne avrebbe risentito.
Un ottima prova.

Il Ponte di Raffaele Marra

Ciao Raffaele
Un bel racconto, il limbo in cui viaggia Tom è palpabile, vivo.
Avrei preferito trovare qualche accenno sulla natura di Tom durante il brano, per poter dire , in seconda lettura, “ quel particolare mi è sfuggito.”
Mi hai richiamato alla mente quelle famiglie che abbandonerebbero un parente scomodo per non averlo tra i piedi, ma questo è un automa perché non lo lasciano a casa?

Caro Babbo Natale di Eleonora Bosetti

Ciao Eleonora e bentrovata.
Un ottimo alternarsi tra l'azione,o meglio la violenza, e il candore della lettera a Babbo Natale.
La letterina sembra veramente scritta con l'innocenza di un bimbo, e la violenza non è descritta la fai vivere.
Il brano è perfettamente a tema, ben scritto e con un ottima trama.
Non ho molto da dire, complimenti.

Giorno felice di Maurizio Bertino

Ciao Maurizio, finalmente in vesti mortali.
Non ho molto da dire sul brano, funziona e anche bene.
Se non ricordo male anche nella tua precedente partecipazione,ti sei buttato sul genere “esasperiamo la realtà” e devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di diverso.
Resta comunque un ottimo brano, anche i personaggi, che sembrano uscire da una barzelletta, risultano efficaci e attuali.
Un buon racconto.

Vigilia di Natale di Massimo Landoni

Ciao Massimo
Un brano leggero che fa di certo sorridere, forse un po' troppo leggero, se non fosse per le ultime righe il racconto sarebbe un normalissimo dialogo, non dice molto se non l'affetto tra padre e figlio.
Piacevole ma oltre al sorriso non resta molto.
Alla prossima

Dal Medioevo di Marco Migliori
Ciao Marco
Una prima parte fatta molto bene, si capisce il caos che regna nel Pronto Soccorso e di come l'infermiere sia preso dalle sue mansioni, lo sproloquio musicale da sicuramente spessore al barbone, devo ammettere che invece non mi è chiaro il finale.
Perché dovrebbe aver paura della musica? Mi lascia un sensazione di incompletezza non proprio piacevole.

Quella vigilia di natale di Giulio Marchese
Ciao Giulio
La prima volta che ho letto il brano, ho trovato una punteggiatura e un impaginazione tremende, fortuna che poi ho cambiato il browser.
Il racconto funziona bene, anche se non è chiaro l'antefatto, cioè se Andrea ha ucciso o meno.
Propendo per il “si” altrimenti perché le anime lo tormentano? O Andrea è Pazzo?
Forse nella seconda parte ci avrei messo un po' di dramma ma tutto sommato va bene anche cosi.

Natale con i tuoi di Angelo Frascella

Ciao Angelo e ben ritrovato
Manca un crescendo, il brano scivola nei dialoghi che servono nella preparazione del finale.
La storia scorre bene ma non trasmette “drama” il tutto risulta un po' troppo freddo,non si riesce ad entrare in sintonia con la protagonista, ok ha vissuto la violenza ma risulta cosi fredda.
Puoi fare molto meglio e l'hai dimostrato ampiamente.

Scegli!, di Francesco Nucera

Ciao Francesco e ben ritrovato.
La scelta della terza persona è azzeccata, il racconto funziona e scivola abbastanza bene.
Mi chiedo perché un pazzo debba fare tutto quel lavoro per poi uccidersi.
Già perché è pazzo.
Un buon racconto anche se la soluzione dei tre Natali non mi faccia impazzire.

Classifica:
1) Caro Babbo Natale di Eleonora Bosetti
2)Le renne cantano Jingle Bells di Marco Roncaccia
3)Quella vigilia di natale di Giulio Marchese
4)Scegli!, di Francesco Nucera
5)Prendi lei di Beppe Roncari
6)Il Ponte di Raffaele M

Per un errore di copia incolla mancano le ultime posizioni, devo smetterla di riturmi all'ultimo minuto..

Quelle che mancano sono le seguenti:
7)Giorno felice di Maurizio Bertino
8)Natale con i tuoi di Angelo Frascella
9)Delia di Serena Aronica
10)Dal Medioevo di Marco Migliori
11)Vigilia di Natale di Massimo Landoni
 
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L'Aguzzino
view post Posted on 8/1/2015, 10:05




A QUANTO PARE TOCCA A ME.

Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese

L’intento sembra quello di ricreare una storia venata di ironia nera; il protagonista, in apparenza vessato da un amico troppo espansivo e dalla propria ragazza poco seria, si rivela in realtà perseguitato da due spettri. Non è chiaro se lui ne sia l’assassino ma questo è ciò che si intuisce. La costruzione con la sorpresa finale è discreta, ma quello che non mi ha soddisfatto è la disattenzione nell’uso dell’ortografia, il racconto è stato scritto in fretta e non è stato curato. Le vocali accentate non sono accentate, qualche d eufonica sparsa. Sotto la sufficienza per me.

Prendi lei, di Beppe Roncari

Un po’ confuso, purtroppo con MC lo spazio e il tempo sono fatali e spesso ciò che si deve fare è riconsiderare la storia che si sta raccontando; se diviene troppo arduo riuscire a renderla chiara, forse c’è qualcosa che va tagliato. L’impostazione alla Dickens è ok, anche l’idea di reinterpretarlo, però non ci sono dettagli di ambiente, il finale è confuso, mentre tutta la parte iniziale, la parte “politica” risulta del tutto superflua ai fini della storia. Pensaci, se avessi tolto quello e chiarito location e azioni, ne avrebbe giovato il pathos. Sotto la sufficienza, per me.

Vigilia di Natale, di Massimo Landoni

Racconto corto, interamente sceneggiato, privo di qualsiasi impalcatura narrativa, dettaglio d’ambiente – che non sia in forma di dialogo – con un finale che dovrebbe essere a sorpresa ma che appare invece piuttosto ingenuo. Non ho molto altro da dire, se non che è una prova assolutamente insufficiente.

Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia

Un racconto simpatico, compatto, che inquadra un momento ben preciso riuscendo a descrivere in modo convincente l’ambientazione, il carattere di questo Babbo Natale “bastardo” – con un filo di background – e la nera ironia che maschera il dramma finale. Una buona prova, con appena una o due imperfezioni nel testo, e un linguaggio diretto, senza fronzoli, utile a rendere ancora più personale il risultato finale. Bravo!

Giorno felice, di Maurizio Bertino

Simpatico, soprattutto il linguaggio “alternativo” o forse dovrei dire “esageratamente dialettale” dei personaggi, che risultano delle macchiette caricaturali molto divertenti. Forse più che “esattori” i tuoi protagonisti sono “esecutori” ma il senso è chiaro, alla fin fine preservano lo spirito natalizio oltre ogni logica cognizione, esponenti di una fantomatica società che considera il Natale sacro al di sopra di ogni cosa. Non è la prima volta che i tuoi Corti raffigurano società strampalate con regole tutte loro, sembra un argomento affine al tuo sentire. Nel complesso, il giudizio è positivo.

Natale con i tuoi, di Angelo Frascella

Un racconto che ha una sua apertura, una svolta e una chiusura circolare. Forse non c’è una vera sorpresa, il pacco con qualcosa di liquido dentro fa subito pensare alla testa mozzata– almeno a me! – vista la riflessione iniziale su quanto fosse bastardo il padre. Il pezzo è ben scritto, ormai ci hai abituati a una certa eleganza nel linguaggio e questo non deve certo stupire. Forse, se proprio devo trovare un difetto, manca una vera sorpresa. Quando lei lecca il sangue per un momento mi sono chiesto se non fosse una vampira. Ci poteva anche stare. Buono il tono ironico utilizzato. Giudizio senz’altro positivo per te.

Scegli, di Francesco Nucera

Anche questo racconto si muove sull’orma di Dickens, sicuramente lodevole la ricerca di originalità sebbene l’esito non mi abbia convinto più di tanto. Il legame “affaristico” tra i due protagonisti ricalca lievemente quello dell’originale e a differenza dell’altro racconto di MC simile a questo, posso dire che la scena è gestita meglio. Però non è riuscito a comunicarmi sensazioni particolari, la scelta imposta termina con l’unica opzione possibile, il risultato è un racconto lineare senza infamia e senza lode.

Ritorno a casa, di Diego Ducoli

Un’idea di fondo che poteva essere sfruttata meglio, un vecchio comandante risorto dagli abissi del mare poteva davvero suggestionare a dovere, però alla fine si riduce tutto a una situazione che vuol essere drammatica ma che finisce per risultare un po’ insipida. I buoni sentimenti vanno bene ma devono essere applicati a dovere, mentre in questo racconto ci sono continue espressioni cliché che fanno risultare il lavoro finale un tantino ingenuo. Non ci siamo.

Dal medioevo, di Marco Migliori

Buona la prima parte, il discorso della melodia – ho pensato a Jingle Bells o a qualche altra melodia natalizia – crea un’aspettativa di fondo interessante che però poi, nella seconda parte, scompare. Il rivedere il tizio alla fine avrebbe dovuto far scattare qualche molla, la radio stessa se avesse trasmesso il jingle o il motivetto di cui si parla avrebbe potuto essere la svolta a chiave del racconto, ma di fatto lui non la sente perché non accende la radio. Trovo eccessivo che abbia paura anche solo di accenderla. Peccato, un’occasione mancata.

Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti

Intenso racconto, ben condensato. Considerando il tempo e lo spazio a disposizione, sei riuscita a dar vita a una storia complessa, con un antefatto nascosto – il ruolo del padre nel rapporto con il figlio, che rappresenta un tema sociale profondo e delicato – e uno sviluppo che prende vita dalla letterina della bimba per poi sfociare nella rivelazione finale dell’Uomo Nero. Quando hai parlato di spiriti che collaborano mi ha ricordato il film “Le cinque leggende”. Un bel lavoro,

Delia, di Serena Aronica

Uno stile vintage ben si accompagna al tema di questa edizione, tuttavia la pesantezza del linguaggio – acuita dalla mancanza di a capo – ha reso la lettura non del tutto piacevole. Trovo che per utilizzare questo tipo di narrazione occorra saperla calibrare, personalmente non credo che questo racconto sia bilanciato, in questo senso. Anche la mancanza di dialoghi contribuisce ad accentuare questa sensazione. La storia in sé è troppo riassunta, poco mostrata. E quando ce la mostri, Delia che vuole uccidere con un fucile… cosa? Un fantasma? O parliamo di un morto vivente? La morte del nipote, alla fine, giunge tutt’altro che inaspettata. Non mi ha convinto.

Il ponte, di Raffaele Marra

Non so, a dire il vero sono un po’ perplesso. L’esecuzione è buona, il ritmo c’è e riesci a creare la giusta dose di suspense. L’ambientazione, questo ponte immerso nel buio, è suggestiva. Però quella svolta alla fine non mi convince, e non perché mettendo in mezzo un automa tu passi dall’horror alla fantascienza, non è questo il problema, ma perché non si capisce come questo stand–by debba essere rappresentato in questo modo, soprattutto perché, immagino, non sarà la prima volta che lo mettono in stand–by, dunque il ponte non dovrebbe essere una sorpresa. Invece pare lo sia. Ho l’impressione che tu sia partito con in testa un’idea e abbia cambiato direzione strada facendo. Un lavoro che mi convince a metà.

Classifica

1. Caro Babbo Natale, di Eleonora Rossetti
2. Le renne cantano Jingle Bells, di Marco Roncaccia
3. Natale con i tuoi, di Angelo Frascella
4. Giorno felice, di Maurizio Bertino
5. Il ponte, di Raffaele Marra
6. Dal medioevo, di Marco Migliori
7. Scegli, di Francesco Nucera
8. Prendi lei, di Beppe Roncari
9. Delia, di Serena Aronica
10. Quella vigilia di Natale, di Giulio Marchese
11. Ritorno a casa, di Diego Ducoli

Vigilia di Natale, di Massimo Landoni: SQUALIFICATO PER MANCATA CONSEGNA DELLA CLASSIFICA
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 8/1/2015, 15:39




Molto bene, la fase di consegna delle classifiche è ufficialmente terminata... Procedo ai conteggi. Landoni squalificato, peccato. Attendete e saprete il nome del sessantaduesimo racconto iscritto di diritto al contest dei best ALL TIME, oltre che ultimo a vincere un'edizione di Minuti Contati prima della grande evoluzione... :D
 
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13 replies since 23/12/2014, 11:16   370 views
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