| simolimo |
| | @Raffaele ciao Raffaele! scusa il ritardo, per me...giorni di tuono! e non per la formula3! tra le righe, in verde QUOTE (Raffaele Marra @ 15/2/2014, 16:07) Come promesso, mi sono assentato per un attimo dal mio gruppo per leggere il tuo racconto. grazie davvero molto, ne sono lusingata, ti dirò!Ha il sapore di alcune favole (tristi) che giravano quando ero bambino, in cui il cuore era al tempo stesso simbolo della vita e legame con la propria identità, dunque tesoro prezioso insostituibile. ...wow...già! il cuore... Ma nel tuo racconto credo ci sia molto di più: io ci trovo l'enfatizzazione del legame che ognuno di noi ha con qualcosa che ha posseduto nel passato, qualcosa che non funziona più, è da buttare, superato, lurido e rugginoso. Eppure quel qualcosa porta in sè un bagaglio invisibile di emozioni che, appunto, rappresentano in qualche modo parte essenziale della nostra vita e della nostra stessa identità. Al giorno d'oggi il mondo ci insegna a liberarci di tali inutili cimeli con la stessa fredda e calcolata razionalità con cui ci disfiamo del vecchio cuore una volta sostituito dalla nuova pompa "made in china". e quando un pezzo viene colto nell'intento che l'autore gli ha voluto dare, ecco...credo non ci sia un'appagamento più bello. sono davvero contenta che tu abbia apprezzato nel cogliere certe sfumature che veleggiavano dietro il messaggio principale: grande!A margine di tutto ciò, plaudo alla forma della tua prosa (però solo dopo averla ripulita dei refusi, si intende): ci sono alcuni passaggi che mi piacciono un sacco come scelta lessicale e come musicalità generale della frase. Dunque complimenti. Sarà un piacere rileggerti, in futuro. Raffaele ti ringrazio davvero molto, sei stato gentilissimo a lasciarmi un tuo commento e molto garbato e gentile nell'esporlo. speriamo che riesca sempre un po' a essere interessante in quel che ho da dire al prossimo mese, dunque? @Sallow anche per te: scusa il ritardo e, tra le righe, in verdeQUOTE (Sallow @ 17/2/2014, 14:00) Ciao Simolimo, piacere di (ri)leggerti. piacere mio, ho apprezzato molto il pezzo... ma, già ti ho lasciato il commento! Ed è un piacere vivo e reale. ellappeppa! Mi piace questo tuo modo di scrivere: scanzonato e poetico allo stesso tempo, divertente e triste, a tratti grottesco. Le tinte cupe non sono mai invadenti o fastidiose, non sono buttate lì per inorridire il lettore, ma per farlo riflettere, e non lo angosciano, perché, d'improvviso, si ride, con battute secche e personaggi bizzarri nei modi e nei nomi. a essere così nella vita... lo si trasporta nella scrittura? grazie comunque immensamente dell'apprezzamento. lo reputo... esagerato, e non sono modesta... però, grazie. ecco. La storia scorre liscia da cima a fondo, e nella sua morale finale lascia sorvolare sui piccoli dettagli incongruenti, che mostrare sarebbe solo una pignoleria, almeno per me. E guarda, chi mi conosce sa che sono molto pignolo, perciò, per essere riuscita a non farmelo essere, ti faccio i miei più sentiti complimenti. in effetti, hai fama di polemicone con ragione, però! Spero di rileggerti presto, e continua a scrivere, hai una bella vena creativa e originale, sarebbe un peccato occluderla. quel che sarà sarà... finché avrò voglia scriverò. questo è indubbio... spero solo di potermi migliorare che, sennò che sto qui a fare??? alla prossima!QUOTE (Mike009 @ 17/2/2014, 21:00) La cosa che più mi ha colpito è stato senza dubbio lo stile di scrittura delicato e semplice eppure funzionale e coinvolgente. Hai saputo con fare fiabesco raccontare il degrado mentale del protagonista fino al grottesco epilogo e farlo sembrare qualcosa di addirittura "carino". Sono stato piacevolmente colpito da questo scritto. Complimenti. grazie mille Mike un commento sintetico, ma incontrovertibilmente piacevole sei stato molto gentile a lasciarmi un parere anche se del gruppo A a rileggerci! partecipa più spesso eh!@Ken: come a quando mi hai lasciata, tra le righe e in verde! QUOTE (kendalen @ 17/2/2014, 22:01) Simolimo! Ci si incrocia sulla strada di Minuti Contati! Storia di un trapiantato geloso del proprio vecchio cuore, per sintetizzare all'estremo il tuo racconto. Si dice che in ogni buon racconto il protagonista debba avere un'evoluzione: il signor Uff l'evoluzione ce l'ha di sicuro, ma basta? Ni. Il problema non è tanto nella storia, che è palesemente impostata come qualcosa che ha un che di grottesco, ma è nella gestione dei tempi: abbiamo una prima parte corposa, dove ci descrivi la reazione al trapianto e una parte finale altrettanto corposa nella quale il signor Uff sostanzialmente dà di matto e uccide la vicina; in mezzo, la parte più breve eppure la più importante: quella nella quale il signor Uff diventa pienamente il paranoico capace di uccidere, questione di giorni, a dir poco, risolti in poche righe. Un po' come per "Grazie della compagnia", insomma, la reazione finale capita non dico ingiustificata, ma in maniera troppo forzata. ecco qualcosa su cui soffermarsi a riflettere... Ken, credo sia verissimo il tuo appunto. ma... se ti dicessi che la scelta è esattamente voluta? è ancora peggio!? non so, a volte si provano strade che non vanno... qui ho notato che tanto ha fatto la sensibilità di ognuno, nonché, ovvio, il gusto personale. di certo, se tornerò sul pezzo, valuterò. e, sicuro, starò attenta per le prossime stesure Dal punto di vista tecnico, ci sono alcune sbavature che concorrono a zavorrare il racconto: prima di tutto, anche se è alla fine, le ultime due righe, con narratore onnisciente (deve esserlo, visto che Uff è morto) quando per tutto il racconto hai mantenuto il punto di vista del signor Uff, uno stacco che stride col resto; questo non lo credo, il narrtore non è onniscente. è esterno. punto. racconta del Sig. Uff... quindi, qui non t'appoggio poi ci sono alcune ripetizioni ravvicinate ("Un giorno gli bussarono alla porta. «Buongiorno» ", oppure "Cosa avrebbe fatto senza? Senza, sarebbe morto."), che magari sono anche volute, ma appesantiscono. hai azzeccato sul volute, ma se risultano indigeste... non va mica bene, diaül! Infine, un piccolo refuso: "E pianse. volto si rigò di paura, eppure, il cuore non sbagliò un battito." - credo manchi un articolo, qui... sì, manca un bel determinativo maschile singolare!
grazie mille Ken del commento. e torna un po' più spesso, pelanda! @Chiara: come per tutti, in verde QUOTE (=swetty= @ 18/2/2014, 06:53) QUOTE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) Il cuore del signor Uff reggeva a stento il minimo sforzo. Amava sentirlo battere in quel modo sregolato e amava ascoltarne le emozioni: pur diverse tra loro, avevano tutte lo stesso significato, vita. Ci andrebbe un due punti, però è veramente orrenda come costruzione. Fa tanto "ho fatto una metafora, e te la spiego perché non so se la capisci e se non la capisci mi si incasina tutta la storia". sdeng! orrendo è proprio cafonaccio da leggere! ahah! beh, secondo me qui non è uno spiattellare in faccia al lettore "ho fatto una metafora, te la spiego", quanto un mi gusto personale di voler sintetizzare un pensiero in una parola se poi la cosa ti ha infastidita: bom, scusa.QUOTE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) Poi il cuore smise di battere e il silenzio chiuse gli occhi ai sentimenti. Si riaprirono in una stanza dai contorni sfocati, con le pareti azzurrine e il soffitto bianco. Più la vista si abituava alla luce e più i contorni tornavano conosciuti. Vide le braccia bucate da cannule, naso e bocca intrappolati da una maschera. L’abbassò, e si strofinò il viso. Non si riconobbe più, era tosato come una pecora, niente più barba, né baffi. Gli avevano lasciato solo le ciglia, per piangere. E pianse. Ho dovuto rileggere questo passaggio almeno quattro volte, il che non è buon segno. Credo il problema stia in cosa vede e in come sente: come fa a vedersi la mascherina in faccia? È abituato a riconoscersi al tatto? mah...scusa Chiara... tu non ti senti quando hai in faccia una maschera? senza contare che la dimensione che hanno non esce dal campo visivo... e...sì, si riconosce al tatto. accidenti... ok, io sono glabra, ma... se avessi i peli sulle gambe e poi facessi una ceretta, credo che la diversità la sentirei, eh!Quello che rovina questo racconto, che ha una bella idea di fondo, è lo squilibrio e il senso di "tutto succede troppo velocemente" che ha. Credo che se la prosa fosse più asciutta, più concentrata a far vedere cosa succede, togliendo le varie considerazioni su "cuori depositari di emozioni", ci sarebbe lo spazio sufficiente anche per mostrare la degenerazione del protagonista e rendere tutto più equilibrato e meno "corsa ad ostacoli verso il finale". questo appunto me l'ha fatto anche Kendalen... sicuro sarà qualcosa che cercherò di tenermi a mente nelle prossime occasioni In ultimo, non hai mai detto che il cuore era artificiale, la batteria compare dal nulla: ci voleva una raccomandazione iniziale del medico che gli dicesse che il nuovo cuore era una macchina perfetta ma bisognava ricaricare la batteria, o qualcosa di simile. inzomma... io lo scrivo proprio esplicitamente, a dire il vero... "Il signor Uff continuò così a vivere: con un motore nel petto e il cuore nel freezer. Ogni sera ricaricava la batteria e, meticoloso, cambiava la carta d’alluminio che avvolgeva il muscolo rigonfio, deforme, come la cicatrice che gli bruciava in petto."
beh, grazie Chiara del commento, sempre secco, ma utile. grazie quindi! ciao ciao @Inqui: ahah, grande! hai commentato tutti! tra le righe, in verde anche per te... anzi, per te... IN ROSSO QUOTE (L'Inquisitore @ 19/2/2014, 19:07) Il solito stile personale ed efficace, stai facendo davvero un ottimo lavoro, brava. coooooooosaaaaaaaa??? ma che enorme botta di vita per una che mica è troppo convinta di quel che fa... diciamo che mi ci sto impegnando nel mettere sempre in pratica tanti insegnamenti che assorbo dai bravissimiLORO che bazzicano qui! In questo racconto mancano un po' gli equilibri, soprattutto nella parte centrale. La trasformazione del protagonista non è ben trattata ed è evidente lo sbilanciamento fra la prima, rifinita quasi al punto giusto, e le successive. ehm... porca la vache! con te siamo a tre... però su 12... ahahah! scheezo neh! come ho detto a Ken e Chiara terrò ben a cuore questo appunto Allo stato attuale oserei affermare che è un racconto incompleto in cui sono evidenti grandi potenzialità. e allora cercherò di renderlo un gran racconto! ho detto ci provo...
grazi mille inqui! alla prossima, vedi di tuffarti nella mischia! ciao ciao!
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