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Lo scrigno argentato

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simolimo
view post Posted on 11/2/2014, 23:57




Il cuore del signor Uff reggeva a stento il minimo sforzo. Amava sentirlo battere in quel modo sregolato e amava ascoltarne le emozioni: pur diverse tra loro, avevano tutte lo stesso significato, vita.
Poi il cuore smise di battere e il silenzio chiuse gli occhi ai sentimenti. Si riaprirono in una stanza dai contorni sfocati, con le pareti azzurrine e il soffitto bianco. Più la vista si abituava alla luce e più i contorni tornavano conosciuti. Vide le braccia bucate da cannule, naso e bocca intrappolati da una maschera. L’abbassò, e si strofinò il viso. Non si riconobbe più, era tosato come una pecora, niente più barba, né baffi. Gli avevano lasciato solo le ciglia, per piangere. E pianse.
volto si rigò di paura, eppure, il cuore non sbagliò un battito.
Entrò dalla porta un signore troppo magro per il camice che indossava: «Signor Uff…», disse andando vicino al letto, «come si sente?» Lesse dei numeri sulle macchine a cui era collegato il vecchio e nell’appuntarli cantilenò, “Cuore nuovo, vita nuova.”
“Che cosa mi avete fatto?!” disse il Signor Uff con un briciolo di fiato.
“Gli abbiamo ridato la vita. Ha un cuore tutto nuovo ora, non sbaglierà un colpo.”
L’anziano si portò a fatica la mano al petto: “E il mio?”
“L’abbiamo congelato. Se vuole può tenerlo.”
In quel momento il signor Uff smise di pensare a qualsiasi cosa.

Il signor Uff continuò così a vivere: con un motore nel petto e il cuore nel freezer.
Ogni sera ricaricava la batteria e, meticoloso, cambiava la carta d’alluminio che avvolgeva il muscolo rigonfio, deforme, come la cicatrice che gli bruciava in petto.
Non fu semplice abituarsi al nuovo battito, per giorni lo sentì profondamente estraneo. Incapace a seguire vecchie emozioni. Ma avere il suo cuore vicino lo rassicurava. E l’angosciava.
Cosa avrebbe fatto senza? Senza, sarebbe morto.
L’angoscia divenne tormento, il tormento rabbia e la rabbia paranoia. Il signor Uff non uscì più di casa, divenne irascibile, sospettoso. Cattivo. Iniziò a temere ogni forma di vita, a indispettirsi per qualsiasi nonnulla.

Un giorno gli bussarono alla porta.
«Buongiorno» gli disse la ragazza in un ampio sorriso, «Sono Lara, la sua nuova vicina.»
L’uomo si limitò a fissarla.
«Mi scusi se la disturbo… ma, ha per caso del ghiaccio?»
La mente dell’anziano si offuscò.
«Sa, mi hanno appena attaccato il frigorifero...»
La mente del signor Uff si offuscò. Si bloccò, indietreggiò. Nella testa il rimbombo di quella richiesta: insidiosa, pericolosa. Guardò la ragazza, zitta, con lo sguardo puntato oltre i suoi occhi, e lui non ebbe più alcun dubbio: quella ficcanaso conosceva il suo segreto. Voleva rubargli il cuore.
Nel suo sguardo balenò la follia. Afferrò la vicina per il collo e iniziò a stringere, e stringere, sempre più forte, fino a che i suo occhi non rimasero spalancati alla morte.
Il vecchio si ritrovò a terra accanto al corpo esanime, era disorientato: lo sguardo sgranato, il viso impietrito. Eppure, il battito non tradì alcuna emozione, continuò a battere regolare, obbligato dalla macchina. L’uomo si alzò di scatto, corse al frigorifero e spalancò il congelatore. Afferrò il cuore avviluppato e lo strinse a sé. Rimase lì, con lo sguardo perso nel vuoto: minuti, ore.

La batteria suonò a morto in lunghi beep.
Il signor Uff non poté sentirla: nelle sue mani, il cuore tumefatto aveva iniziato a marcire.
 
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simolimo
view post Posted on 12/2/2014, 00:37




ragazze e ragazzi, sono una cazzona, lo so (porca zozza) mi hanno appena fatto notare che non ho cambiato tutte le virgolette in caporali... beh, io per velocità uso le prime, per estetica le seconde...
beh, non posso dirvi di non tenerne conto, ma... magari anche sì, eh?
mi spiace, sono un'ottusa dell'offia, per bacco!
 
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view post Posted on 13/2/2014, 00:58
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Magister Abaci

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Chi si legge! La Simo! Carina l'idea di questo racconto. L'immagine che mi ha colpito di più è quella del cuore artificiale che batte indifferente ai sentimenti del signor Uff. E poi c'è l'attaccamento al vecchio cuore. Anche se era un rogano malato, malfunzionante, amava sentirne il battito irregolare, era il suo, mentre quello nuovo, perfetto come un orologio, no gli è mai appartenuto.
Da qui a sviluppare un'apprensione paranoica per quello scrigno argentato, il passo è breve e il finale inevitabile. Ho apprezzato anche la trovata del vecchio cuore che viene restituito e conservato nel gelo del frigo (non credo però che lo facciano, dovrebbe finire nei rifiuti ospedalieri, credo... che idea! Potevi far finire il cuore in una discarica abusiva e... basta! Sto divagando).
Insomma, a una prima lettura può sembrare un raccontino senza troppe pretese, e invece le sue piccole suggestioni le mette al punto giusto.
Il fatto che si siano un paio di refusi in più rispetto agli altri non lo considero neppure (io in 3k ne ho sparsi a piene mani, ma perché non ho avuto il tempo di rileggere, sia ben chiaro ;) )
 
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simolimo
view post Posted on 13/2/2014, 09:33




Tetra :woot: ma grazie mille del commento! feliceME che tu sia riuscito ad andare al di là dell'apparenza leggera del testo, era una sfida! e grazie per non aver tenuto conto dei refusi, qui l'unica cosa di fuso, o che ha fuso, sono io :o:
sono sicura che il cuore non te lo lascino, ma mi piaceva questa idea. così come so che non esiste un "motore da petto" che non lasci spazio a qualsiasi battito irregolare. ho usato visionarietà e sono davvero contenta che non ti abbia infastidito.
grazie ancora del commento. io non tengo mai conto dei refusi, ovvio, se non esagerati... ma tendo sempre a segnalarli... :rolleyes: :wub: chetttttttonna! :B):
 
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simolimo
view post Posted on 13/2/2014, 18:03




QUOTE (Roberto Bommarito @ 13/2/2014, 13:44) 
Il racconto ha sia dei pregi che dei difetti. L'idea è bella, in parte anche poetica e d'effetto. Ci sono alcuni problemi però con i dettagli. Ad es, perché all'ultimo non sente la batteria che si scarica? Il fatto che il cuore aveva iniziato a marcire non dovrebbe influire con il suo non sentire la batteria scaricarsi, quindi attenzione a certe frasi. Un altro esempio: “Gli avevano lasciato solo le ciglia, per piangere.” Attenzione: anche se si capisce il perché della frase, cosa di vuole comunicare, rimane il fatto che le ciglia non servono a piangere e quindi risulta sforzato.

Robi, grazie come sempre del commento, utile e attento ^_^
ti rispondo:
lui non sente il cuore che si scarica perché, in definitiva, turbato dall'atto di uccisione rimane inebetito, bloccato a terra, e la batteria, semplicemente, si scarica :) lui non sente emozioni, non se ne accorge...
per le ciglia... beh, ci penso. non credo sia forzato, forse è troppo poetico messo lì.
comunque sono felice che ti sia garbato il pezzo, per me conta parecchio :)
grazie
 
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yaranilde
view post Posted on 13/2/2014, 22:09




Molto, molto carino, l'ho divorato.
Mi ha ricordato Rodari, il mio primo amore, ma non è una favola per bimbi, bensì per adulti.
Lineare, diretto. Quel pizzico di ironia e grottesco, un po' come "Terra" di Benni.
Avrei gradito una chiusa più frizzante.
Qualche refuso c'è, ma passa in secondo piano.
Brava!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 14/2/2014, 00:35




Ciao Simo,
Tu sei impietosa con me e io sono impietoso con te, com’è giusto quando si vogliono dare commenti costruttivi. Mitiga il tutto pensando che i nostri gusti sono differenti e che quindi purtroppo il tuo racconto non mi è piaciuto. Ma a parte il gusto personale, secondo me ha un grave problema obiettivo e strutturale: non c’è progressione.
Manca il dipanarsi che renda credibile la follia del signor Uff che arriva addirittura a strozzare una bambina senza motivo se non, appunto, l’ossessione non costruita nella narrazione, ma solo raccontata frettolosamente in una frase montage: CIT: “L’angoscia divenne tormento, il tormento rabbia e la rabbia paranoia. Il signor Uff non uscì più di casa, divenne irascibile, sospettoso. Cattivo. Iniziò a temere ogni forma di vita, a indispettirsi per qualsiasi nonnulla.”
Perché? Come? Ci vorrebbe almeno un episodio, idealmente due, per dare spazio alla regola aurea del tre, l’epilogo, la scena della violenza folle e spietata.
L’altro grave problema è una contraddizione interna: il nuovo cuore o lo rende apatico o lo rende cattivo. Non può renderlo sia privo di emozioni che killer. Se nella testa sente “il rimbombo” della richiesta della ragazza vuol dire che dopotutto il cuore meccanico non è così equanime e anzi batte a un ritmo sregolato e assassino e allora non è giustificato il fatto che non potesse seguire “vecchie emozioni”.
Se viceversa il cuore meccanico è pura razionalità senza un sussulto, allora doveva afferrare il collo della ragazza questa volta sì senza un motivo, sì senza un battito fuori posto, rimanendo freddo e distaccato mentre le toglieva apatico la vita.
La contraddizione ovviamente fa cadere tutta la premessa del racconto e anche il senso del pentimento/punizione finale à-la-Dorian-Gray con il suo vecchio cuore congelato che gli si scioglie e gli marcisce in mano. Anche qui: ma perché? Semmai la condanna è non provare proprio più niente di niente per il vecchio cuore che se va, mentre l’altro cuore, quello meccanico, freddo, regolare, apatico, non si ferma affatto, ma lo costringe a continuare quell’esistenza inutile.
Scusa la spietatezza, ciao! ^_^

Refuso: inizio riga “volto si rigò” manca “Il volto si rigò”.
Virgolette: hai mischiato alte e caporali.
Ripetizione: “La mente dell’anziano si offuscò.” “La mente del signor Uff si offuscò.”
 
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simolimo
view post Posted on 14/2/2014, 13:16




@yaranilde. grazie mille del commento, e felice che il pezzo ti sia garbato :)

@Beppe. grazie mille anche a te del commento, e non sei affatto stato impietoso.Ma garbato e gentile. Co...n un'idea molto discordante e discostante da quella che ho creato :P
per me il fulcro è proprio nel binomio mente/cuore... quante bvolte si fanno cose che non si votrebbe fare e viceversa non si compiono azioni che il cuore spingerebbe a fare? Sì, abbiamo approcci diversi, percezioni diverse e... è un gran bene!! Per l'arrivo alla pazzia omicida...ci penso su, ma è stata una scelta la mia ^_^"... e quella che uccide, non è una bambina ;P
al prossimo mese :)
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 15/2/2014, 16:07




Come promesso, mi sono assentato per un attimo dal mio gruppo per leggere il tuo racconto. Ha il sapore di alcune favole (tristi) che giravano quando ero bambino, in cui il cuore era al tempo stesso simbolo della vita e legame con la propria identità, dunque tesoro prezioso insostituibile. Ma nel tuo racconto credo ci sia molto di più: io ci trovo l'enfatizzazione del legame che ognuno di noi ha con qualcosa che ha posseduto nel passato, qualcosa che non funziona più, è da buttare, superato, lurido e rugginoso. Eppure quel qualcosa porta in sè un bagaglio invisibile di emozioni che, appunto, rappresentano in qualche modo parte essenziale della nostra vita e della nostra stessa identità. Al giorno d'oggi il mondo ci insegna a liberarci di tali inutili cimeli con la stessa fredda e calcolata razionalità con cui ci disfiamo del vecchio cuore una volta sostituito dalla nuova pompa "made in china". A margine di tutto ciò, plaudo alla forma della tua prosa (però solo dopo averla ripulita dei refusi, si intende): ci sono alcuni passaggi che mi piacciono un sacco come scelta lessicale e come musicalità generale della frase. Dunque complimenti. Sarà un piacere rileggerti, in futuro.
 
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Sallow
view post Posted on 17/2/2014, 14:00




Ciao Simolimo, piacere di (ri)leggerti.
Ed è un piacere vivo e reale.
Mi piace questo tuo modo di scrivere: scanzonato e poetico allo stesso tempo, divertente e triste, a tratti grottesco. Le tinte cupe non sono mai invadenti o fastidiose, non sono buttate lì per inorridire il lettore, ma per farlo riflettere, e non lo angosciano, perché, d'improvviso, si ride, con battute secche e personaggi bizzarri nei modi e nei nomi. La storia scorre liscia da cima a fondo, e nella sua morale finale lascia sorvolare sui piccoli dettagli incongruenti, che mostrare sarebbe solo una pignoleria, almeno per me. E guarda, chi mi conosce sa che sono molto pignolo, perciò, per essere riuscita a non farmelo essere, ti faccio i miei più sentiti complimenti.
Spero di rileggerti presto, e continua a scrivere, hai una bella vena creativa e originale, sarebbe un peccato occluderla.

A rileggerti

Sallow
 
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Mike009
view post Posted on 17/2/2014, 21:00




La cosa che più mi ha colpito è stato senza dubbio lo stile di scrittura delicato e semplice eppure funzionale e coinvolgente. Hai saputo con fare fiabesco raccontare il degrado mentale del protagonista fino al grottesco epilogo e farlo sembrare qualcosa di addirittura "carino". Sono stato piacevolmente colpito da questo scritto. Complimenti.
 
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kendalen
view post Posted on 17/2/2014, 22:01




Simolimo! Ci si incrocia sulla strada di Minuti Contati! Storia di un trapiantato geloso del proprio vecchio cuore, per sintetizzare all'estremo il tuo racconto. Si dice che in ogni buon racconto il protagonista debba avere un'evoluzione: il signor Uff l'evoluzione ce l'ha di sicuro, ma basta? Ni. Il problema non è tanto nella storia, che è palesemente impostata come qualcosa che ha un che di grottesco, ma è nella gestione dei tempi: abbiamo una prima parte corposa, dove ci descrivi la reazione al trapianto e una parte finale altrettanto corposa nella quale il signor Uff sostanzialmente dà di matto e uccide la vicina; in mezzo, la parte più breve eppure la più importante: quella nella quale il signor Uff diventa pienamente il paranoico capace di uccidere, questione di giorni, a dir poco, risolti in poche righe. Un po' come per "Grazie della compagnia", insomma, la reazione finale capita non dico ingiustificata, ma in maniera troppo forzata. Dal punto di vista tecnico, ci sono alcune sbavature che concorrono a zavorrare il racconto: prima di tutto, anche se è alla fine, le ultime due righe, con narratore onnisciente (deve esserlo, visto che Uff è morto) quando per tutto il racconto hai mantenuto il punto di vista del signor Uff, uno stacco che stride col resto; poi ci sono alcune ripetizioni ravvicinate ("Un giorno gli bussarono alla porta. «Buongiorno» ", oppure "Cosa avrebbe fatto senza? Senza, sarebbe morto."), che magari sono anche volute, ma appesantiscono. Infine, un piccolo refuso: "E pianse.
volto si rigò di paura, eppure, il cuore non sbagliò un battito." - credo manchi un articolo, qui...
 
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=swetty=
view post Posted on 18/2/2014, 06:53




CITAZIONE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) 
Il cuore del signor Uff reggeva a stento il minimo sforzo. Amava sentirlo battere in quel modo sregolato e amava ascoltarne le emozioni: pur diverse tra loro, avevano tutte lo stesso significato, vita.

Ci andrebbe un due punti, però è veramente orrenda come costruzione. Fa tanto "ho fatto una metafora, e te la spiego perché non so se la capisci e se non la capisci mi si incasina tutta la storia".

CITAZIONE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) 
Poi il cuore smise di battere e il silenzio chiuse gli occhi ai sentimenti. Si riaprirono in una stanza dai contorni sfocati, con le pareti azzurrine e il soffitto bianco. Più la vista si abituava alla luce e più i contorni tornavano conosciuti. Vide le braccia bucate da cannule, naso e bocca intrappolati da una maschera. L’abbassò, e si strofinò il viso. Non si riconobbe più, era tosato come una pecora, niente più barba, né baffi. Gli avevano lasciato solo le ciglia, per piangere. E pianse.

Ho dovuto rileggere questo passaggio almeno quattro volte, il che non è buon segno. Credo il problema stia in cosa vede e in come sente: come fa a vedersi la mascherina in faccia? È abituato a riconoscersi al tatto?

Quello che rovina questo racconto, che ha una bella idea di fondo, è lo squilibrio e il senso di "tutto succede troppo velocemente" che ha. Credo che se la prosa fosse più asciutta, più concentrata a far vedere cosa succede, togliendo le varie considerazioni su "cuori depositari di emozioni", ci sarebbe lo spazio sufficiente anche per mostrare la degenerazione del protagonista e rendere tutto più equilibrato e meno "corsa ad ostacoli verso il finale".

In ultimo, non hai mai detto che il cuore era artificiale, la batteria compare dal nulla: ci voleva una raccomandazione iniziale del medico che gli dicesse che il nuovo cuore era una macchina perfetta ma bisognava ricaricare la batteria, o qualcosa di simile.
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 19/2/2014, 19:07




Il solito stile personale ed efficace, stai facendo davvero un ottimo lavoro, brava. In questo racconto mancano un po' gli equilibri, soprattutto nella parte centrale. La trasformazione del protagonista non è ben trattata ed è evidente lo sbilanciamento fra la prima, rifinita quasi al punto giusto, e le successive. Allo stato attuale oserei affermare che è un racconto incompleto in cui sono evidenti grandi potenzialità.
 
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simolimo
view post Posted on 20/2/2014, 21:45




@Raffaele ciao Raffaele! scusa il ritardo, per me...giorni di tuono! e non per la formula3! tra le righe, in verde ^_^
QUOTE (Raffaele Marra @ 15/2/2014, 16:07) 
Come promesso, mi sono assentato per un attimo dal mio gruppo per leggere il tuo racconto.
grazie davvero molto, ne sono lusingata, ti dirò!Ha il sapore di alcune favole (tristi) che giravano quando ero bambino, in cui il cuore era al tempo stesso simbolo della vita e legame con la propria identità, dunque tesoro prezioso insostituibile.
...wow...già! il cuore... Ma nel tuo racconto credo ci sia molto di più: io ci trovo l'enfatizzazione del legame che ognuno di noi ha con qualcosa che ha posseduto nel passato, qualcosa che non funziona più, è da buttare, superato, lurido e rugginoso. Eppure quel qualcosa porta in sè un bagaglio invisibile di emozioni che, appunto, rappresentano in qualche modo parte essenziale della nostra vita e della nostra stessa identità. Al giorno d'oggi il mondo ci insegna a liberarci di tali inutili cimeli con la stessa fredda e calcolata razionalità con cui ci disfiamo del vecchio cuore una volta sostituito dalla nuova pompa "made in china".
e quando un pezzo viene colto nell'intento che l'autore gli ha voluto dare, ecco...credo non ci sia un'appagamento più bello. sono davvero contenta che tu abbia apprezzato nel cogliere certe sfumature che veleggiavano dietro il messaggio principale: grande!
A margine di tutto ciò, plaudo alla forma della tua prosa (però solo dopo averla ripulita dei refusi, si intende): ci sono alcuni passaggi che mi piacciono un sacco come scelta lessicale e come musicalità generale della frase. Dunque complimenti. Sarà un piacere rileggerti, in futuro.
Raffaele ti ringrazio davvero molto, sei stato gentilissimo a lasciarmi un tuo commento e molto garbato e gentile nell'esporlo. speriamo che riesca sempre un po' a essere interessante in quel che ho da dire ^_^
al prossimo mese, dunque? :P


@Sallow anche per te: scusa il ritardo e, tra le righe, in verde
QUOTE (Sallow @ 17/2/2014, 14:00) 
Ciao Simolimo, piacere di (ri)leggerti.
piacere mio, ho apprezzato molto il pezzo... ma, già ti ho lasciato il commento! :P
Ed è un piacere vivo e reale.
ellappeppa! :o: :D :wub:
Mi piace questo tuo modo di scrivere: scanzonato e poetico allo stesso tempo, divertente e triste, a tratti grottesco. Le tinte cupe non sono mai invadenti o fastidiose, non sono buttate lì per inorridire il lettore, ma per farlo riflettere, e non lo angosciano, perché, d'improvviso, si ride, con battute secche e personaggi bizzarri nei modi e nei nomi.
a essere così nella vita... lo si trasporta nella scrittura? :rolleyes: :o: :lol: grazie comunque immensamente dell'apprezzamento. lo reputo... esagerato, e non sono modesta... però, grazie. ecco. La storia scorre liscia da cima a fondo, e nella sua morale finale lascia sorvolare sui piccoli dettagli incongruenti, che mostrare sarebbe solo una pignoleria, almeno per me. E guarda, chi mi conosce sa che sono molto pignolo, perciò, per essere riuscita a non farmelo essere, ti faccio i miei più sentiti complimenti.
in effetti, hai fama di polemicone :huh: con ragione, però! :P
Spero di rileggerti presto, e continua a scrivere, hai una bella vena creativa e originale, sarebbe un peccato occluderla.
quel che sarà sarà... finché avrò voglia scriverò. questo è indubbio... spero solo di potermi migliorare che, sennò che sto qui a fare???
alla prossima!


QUOTE (Mike009 @ 17/2/2014, 21:00) 
La cosa che più mi ha colpito è stato senza dubbio lo stile di scrittura delicato e semplice eppure funzionale e coinvolgente. Hai saputo con fare fiabesco raccontare il degrado mentale del protagonista fino al grottesco epilogo e farlo sembrare qualcosa di addirittura "carino". Sono stato piacevolmente colpito da questo scritto. Complimenti.

grazie mille Mike un commento sintetico, ma incontrovertibilmente piacevole :P sei stato molto gentile a lasciarmi un parere anche se del gruppo A ^_^
a rileggerci! partecipa più spesso eh!


@Ken: come a quando mi hai lasciata, tra le righe e in verde! :D
QUOTE (kendalen @ 17/2/2014, 22:01) 
Simolimo! Ci si incrocia sulla strada di Minuti Contati! Storia di un trapiantato geloso del proprio vecchio cuore, per sintetizzare all'estremo il tuo racconto. Si dice che in ogni buon racconto il protagonista debba avere un'evoluzione: il signor Uff l'evoluzione ce l'ha di sicuro, ma basta? Ni. Il problema non è tanto nella storia, che è palesemente impostata come qualcosa che ha un che di grottesco, ma è nella gestione dei tempi: abbiamo una prima parte corposa, dove ci descrivi la reazione al trapianto e una parte finale altrettanto corposa nella quale il signor Uff sostanzialmente dà di matto e uccide la vicina; in mezzo, la parte più breve eppure la più importante: quella nella quale il signor Uff diventa pienamente il paranoico capace di uccidere, questione di giorni, a dir poco, risolti in poche righe. Un po' come per "Grazie della compagnia", insomma, la reazione finale capita non dico ingiustificata, ma in maniera troppo forzata.
ecco qualcosa su cui soffermarsi a riflettere... Ken, credo sia verissimo il tuo appunto. ma... se ti dicessi che la scelta è esattamente voluta? è ancora peggio!? :o:
non so, a volte si provano strade che non vanno... qui ho notato che tanto ha fatto la sensibilità di ognuno, nonché, ovvio, il gusto personale.
di certo, se tornerò sul pezzo, valuterò. e, sicuro, starò attenta per le prossime stesure ^_^

Dal punto di vista tecnico, ci sono alcune sbavature che concorrono a zavorrare il racconto: prima di tutto, anche se è alla fine, le ultime due righe, con narratore onnisciente (deve esserlo, visto che Uff è morto) quando per tutto il racconto hai mantenuto il punto di vista del signor Uff, uno stacco che stride col resto;
questo non lo credo, il narrtore non è onniscente. è esterno. punto. racconta del Sig. Uff... quindi, qui non t'appoggio :P poi ci sono alcune ripetizioni ravvicinate ("Un giorno gli bussarono alla porta. «Buongiorno» ", oppure "Cosa avrebbe fatto senza? Senza, sarebbe morto."), che magari sono anche volute, ma appesantiscono.
hai azzeccato sul volute, ma se risultano indigeste... non va mica bene, diaül! <_< Infine, un piccolo refuso: "E pianse.
volto si rigò di paura, eppure, il cuore non sbagliò un battito." - credo manchi un articolo, qui...
sì, manca un bel determinativo maschile singolare!

grazie mille Ken del commento. e torna un po' più spesso, pelanda! :P


@Chiara: come per tutti, in verde ;)
QUOTE (=swetty= @ 18/2/2014, 06:53) 
QUOTE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) 
Il cuore del signor Uff reggeva a stento il minimo sforzo. Amava sentirlo battere in quel modo sregolato e amava ascoltarne le emozioni: pur diverse tra loro, avevano tutte lo stesso significato, vita.

Ci andrebbe un due punti, però è veramente orrenda come costruzione. Fa tanto "ho fatto una metafora, e te la spiego perché non so se la capisci e se non la capisci mi si incasina tutta la storia".
sdeng! orrendo è proprio cafonaccio da leggere! ahah! beh, secondo me qui non è uno spiattellare in faccia al lettore "ho fatto una metafora, te la spiego", quanto un mi gusto personale di voler sintetizzare un pensiero in una parola ^_^ se poi la cosa ti ha infastidita: bom, scusa.

QUOTE (simolimo @ 11/2/2014, 23:57) 
Poi il cuore smise di battere e il silenzio chiuse gli occhi ai sentimenti. Si riaprirono in una stanza dai contorni sfocati, con le pareti azzurrine e il soffitto bianco. Più la vista si abituava alla luce e più i contorni tornavano conosciuti. Vide le braccia bucate da cannule, naso e bocca intrappolati da una maschera. L’abbassò, e si strofinò il viso. Non si riconobbe più, era tosato come una pecora, niente più barba, né baffi. Gli avevano lasciato solo le ciglia, per piangere. E pianse.

Ho dovuto rileggere questo passaggio almeno quattro volte, il che non è buon segno. Credo il problema stia in cosa vede e in come sente: come fa a vedersi la mascherina in faccia? È abituato a riconoscersi al tatto?
mah...scusa Chiara... tu non ti senti quando hai in faccia una maschera? senza contare che la dimensione che hanno non esce dal campo visivo... e...sì, si riconosce al tatto. accidenti... ok, io sono glabra, ma... se avessi i peli sulle gambe e poi facessi una ceretta, credo che la diversità la sentirei, eh!

Quello che rovina questo racconto, che ha una bella idea di fondo, è lo squilibrio e il senso di "tutto succede troppo velocemente" che ha. Credo che se la prosa fosse più asciutta, più concentrata a far vedere cosa succede, togliendo le varie considerazioni su "cuori depositari di emozioni", ci sarebbe lo spazio sufficiente anche per mostrare la degenerazione del protagonista e rendere tutto più equilibrato e meno "corsa ad ostacoli verso il finale".
questo appunto me l'ha fatto anche Kendalen... sicuro sarà qualcosa che cercherò di tenermi a mente nelle prossime occasioni ^_^

In ultimo, non hai mai detto che il cuore era artificiale, la batteria compare dal nulla: ci voleva una raccomandazione iniziale del medico che gli dicesse che il nuovo cuore era una macchina perfetta ma bisognava ricaricare la batteria, o qualcosa di simile.
inzomma... :unsure: io lo scrivo proprio esplicitamente, a dire il vero...
"Il signor Uff continuò così a vivere: con un motore nel petto e il cuore nel freezer.
Ogni sera ricaricava la batteria e, meticoloso, cambiava la carta d’alluminio che avvolgeva il muscolo rigonfio, deforme, come la cicatrice che gli bruciava in petto.
"

beh, grazie Chiara del commento, sempre secco, ma utile. grazie quindi! ciao ciao ^_^


@Inqui: ahah, grande! hai commentato tutti! tra le righe, in verde anche per te... anzi, per te... IN ROSSO :o: :ph34r:
QUOTE (L'Inquisitore @ 19/2/2014, 19:07) 
Il solito stile personale ed efficace, stai facendo davvero un ottimo lavoro, brava.
coooooooosaaaaaaaa??? ma che enorme botta di vita per una che mica è troppo convinta di quel che fa... diciamo che mi ci sto impegnando nel mettere sempre in pratica tanti insegnamenti che assorbo dai bravissimiLORO che bazzicano qui! :P In questo racconto mancano un po' gli equilibri, soprattutto nella parte centrale. La trasformazione del protagonista non è ben trattata ed è evidente lo sbilanciamento fra la prima, rifinita quasi al punto giusto, e le successive.
ehm... porca la vache! con te siamo a tre... però su 12... ahahah! scheezo neh! come ho detto a Ken e Chiara terrò ben a cuore questo appunto ^_^
Allo stato attuale oserei affermare che è un racconto incompleto in cui sono evidenti grandi potenzialità.
e allora cercherò di renderlo un gran racconto! ho detto ci provo... <_<

grazi mille inqui! alla prossima, vedi di tuffarti nella mischia! :D
ciao ciao!
 
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