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Lista racconti ammessi e vostre classifiche - MC XI EDIZIONE

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L'Inquisitore
view post Posted on 2/12/2014, 08:45




Solo 7 classifiche consegnate, ne mancano 5 e stasera scade il termine per la consegna... DATEVI UNA MOSSA!!!

Tra l'altro, come avete visto non ho ancora commentato, ho preferito non influenzarvi, ma mi sono già pentito visto il lassismo che avete dimostrato! Autori, datevi una svegliata!!!
 
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misaki02
view post Posted on 2/12/2014, 15:29




Ciao a tutti, ecco la mia classifica:

1 - L’uomo immobile di Raffaele Marra

Ho trovato questo racconto il migliore dell’intera edizione. Mi è piaciuto il senso di oppressione provato dal protagonista, ma anche come il tutto viene reso bene da una scrittura fluida, scorrevole ed efficace. Forse, alcuni passaggi non sono molto credibili, ma rimane comunque un buon racconto. Bravo.

2 - La vita da lontano, di Filippo Santaniello

Il racconto è scritto molto bene. La trama ha il pregio di essere semplice e quindi non è difficile da capire. Non mi convince molto però il fatto che il protagonista diventi auto consapevole della sua doppia vita solo grazie a una foto esposta su una parete. L’interpretazione al tema risulta anche un po’ forzata. Detto questo, rimane comunque un racconto piacevole.

3 - La luna, l’erba e la Sardegna di Filippo Poddu

Racconto gradevole e ironico diviso in tre parti. Buono lo stile. Le frasi mi sono piaciute, così come i dialoghi che ho trovato ben equilibrati e gestiti ottimamente. Forse ci sono troppi personaggi e visto che si tratta di un racconto così breve, nessuno di esso risulta particolarmente caratterizzato. Ecco, forse avrei omesso il dialogo centrale della storia, quello tra i due amici e avrei, invece, optato per dare più spazio ai due protagonisti principali. Ma questo è solo il mio gusto personale.

4 - Il riparatore, di Angelo Frascella

Racconto dalle buone potenzialità: piacevole e giostrato da ottimi dialoghi. Bello anche il ritmo. Lo spazio però era troppo delimitato perché decollasse come avrebbe potuto. I due personaggi, , con le loro speranze e delusioni, sono interessanti, ma risultano appena tratteggiati; si percepisce poco del loro vissuto e verrebbe voglia di saperne di più. Anche il finale risulta un po’ frettoloso. Resta cmq un buon lavoro.

5 - Prospettive, di Serena Aronica

Non male l’atmosfera malinconica che si respira. La storia è interessante, anche se a un certo punto si perde per strada. Diciamo che ho apprezzato di più la parte introduttiva che non quella conclusiva. Che sia una vicenda simbolica ci sta, ma forse a un certo punto pare che tu l’abbia voluto indirizzare verso un insegnamento morale o qualcosa del genere, e per questo l’ho apprezzata di meno. La frase finale l’ometterei, messa così, di punto in bianco, toglie fascino al racconto.


6 - Ogni mondo è un’isola, di Beppe Roncari.

Racconto molto particolare e scritto decisamente bene. Purtroppo, sarà che non è tanto il mio genere, ma non ho colto molto il nesso tra tutti gli eventi. Ho riletto più volte, però mi sono rimasti ancora dei dubbi in merito. Forse è un testo troppo ambizioso per un contesto come minuti contati. In racconti così brevi ci vorrebbero meno informazioni e meno dettagli. Resta cmq un testo dalle buone potenzialità.

7 - L’ultima frontiera, di Francesco Nucera

La trama non è molto originale e non mi ha colpito particolarmente, ma questo è più che altro un giudizio soggettivo/personale. Detto questo, il racconto ha il pregio di avere dei dialoghi molto efficaci e ben gestiti. La lettura risulta quindi piacevole. I personaggi hanno il pregio di essere bel delineati. Il finale coglie impreparati, ma ciò non mi è dispiaciuto.

8 - Il condannato, di Diego Ducoli

Racconto dalle immagini allusive, sfumate. Il contesto della storia è molto fumoso. Non si capisce chi sia davvero il protagonista, né in quale luogo stia espiando la sua colpa. Si intuisce che sia stato condannato per qualche misfatto, forse ha violentato o abusato di una donna. Sua moglie? O chi? L’idea non è male, ma non ho trovato la connessione con il tema, e questo lo penalizza un po’.

9 - Rapsodia, di Giulio Marchese

Ho fatto fatica a seguire questo testo. L’idea non è male. Penso di aver capito che il protagonista sia un musicista che, in parte, subisce il fascino dei fans, ma allo stesso tempo ne viene anche enormemente disturbato. L’oppressione del suo sentire (forse anche amplificato da qualche droga assunta da poco) da l’inizio a un flusso incessante di pensieri. Il suo malessere si percepisce, ma è tutto troppo serrato: mancano le pause e questo appesantisce la lettura.

10 - Oltre il grande vuoto, di Viviana Tenga

Molto carino il titolo e buona, come sempre, la scrittura. Anch’io però devo ripetermi; in effetti, l’idea era più che buona, ma è troppo compressa e risulta ostica per chi legge. Ci sono troppi personaggi e si fa fatica a stare dietro alla vicenda. Una storia molto ambiziosa che potrebbe diventare molto interessante sviluppandola meglio.


11 - Anche l’inghilterra, di Marco Migliori

Di solito mi piacciono le storie surreali, sperimentali, ma purtroppo anch’io in questo racconto non sono riuscita a percepirne il messaggio, il senso, a dargli una corretta interpretazione. Sulla scrittura, niente da dire, il ritmo è buono ed è grammaticalmente corretto. Anche l’ambientazione non è male, ma in definitiva risulta tutto troppo poco chiaro.
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 2/12/2014, 22:00




Ciao a tutti,

Devo dire con rammarico che ho trovato piuttosto scarsa la qualità dei racconti proposti per questa edizione e le ultime posizioni potrebbero essere tutte ex aequo, ma un po’ di differenza dovevo per forza farla… complimenti invece ai primi 6 che sono gli unici che mi pare abbiano scritto dei buoni racconti questo mese.
Questa volta nessuno è andato “fuori tema”, ma forse il tema non era entusiasmante, almeno a mio parere… io mi sono detto: “Oh no! Dopo Snoopy ancora una citazione! [dallo Squalo stavolta]” E voi?

Per Serena che non lo sa, mi diverto a dare un titolo alternativo e scherzoso ai racconti Mi stupisco che nessuno mi abbia ancora mai maciullato per questo, ciao! :)


PS
Scusate il ritardo nei commenti e nella classifica, di solito non arrivo all’ultimo giorno! Sono solo “spiaggiato” con un’ernia del disco e sotto farmaci da paura… ho fatto molta fatica non solo a scrivere questa volta, ma anche solo a leggere i racconti e a commentarli. Alla prossima!


CLASSIFICA


1. L'uomo immobile, di Raffaele Marra, o The Man Who Can’t Be Moved
2. L'ultima frontiera, di Francesco Nucera, o Last Man Falling
3. La vita da lontano, di Filippo Santaniello, o Stasera mi butto
4. Il condannato, di Diego Ducoli, o Manco ‘na goccia de borraccia ‘n mezzo ‘ sto deserto…
5. Il riparatore, di Angelo Frascella, o Scopami, stupido (riferito alla battuta finale della protagonista femminile)
6. Prospettive, di Serena Aronica, o Datemi una O!
7. La ballerina e il mago, di Alessandra Corrà, o <lo psicologo e quell’altro
8. Oltre il grande vuoto, di Viviana Tenga, o Allegria di naufragi
9. Rapsodia, di Giulio Marchese, o No rhythm, no blues
10. La luna, l'erba e la Sardegna, di Filippo Puddu, o E… la Sardegna?!?
11. Anche l'Inghilterra, di Marco Migliori, o Psychodimension



COMMENTI

Rapsodia, di Giulio Marchese
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876323

Ciao Giulio.
Un elemento molto importante in un racconto breve è la possibilità di empatizzare con il protagonista, provare i suoi sentimenti. Ma sotto questo aspetto il tuo pezzo ha, a mio parere, due difetti fatali che lo rovinano.
Il primo è aver scelto l'espediente o scorciatoia dello stato mentale alterato. Situazioni estreme ma non dettate da coinvolgimento e da pezzi di trama. Il secondo riguarda la trama in sé: qualcosa deve succedere e avere vere conseguenze per il protagonista.
In mancanza di questi due elementi e in presenza di questi due difetti fatali il racconto non "vive", non c‘è, non accade, e diventa solo mero esercizio di stile, che da solo annoia. Ciao! Perdona la franchezza. :)


La ballerina e il mago, di Alessandra Corrà
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876641

Ciao Alessandra, l'idea - spiegata però nei commenti, non subito emergente dalla lettura del testo, - è carina. Il problema è che tu non ce la narri. Non ci narri quella storia, quella interessante, del mago della ballerina, ma ci parli dello psichiatra, che è puro contorno e, peggio, infodump che ci spiattella tutto in faccia.
Il tuo pezzo sembra un brano introduttivo per qualcos‘altro, un prologo, di una storia più lunga per cui non si può perdere spazio in un concorso dai minuti e dalle battute contate. La parte dello psichiatra non avrebbe dovuto occupare più di un decimo dello spazio e allora sarebbe stata in proporzione corretta, riuscendo a dire tutto quello che intendevi dire, per lasciare gli altri 9/10 alla storia del titolo, che non ci mostri. Ciao!


Oltre il Grande Vuoto, di Viviana Tenga
https://nerocafe.forumfree.it/?f=10241749

Ciao Viviana, ben ritrovata, è sempre un piacere leggerti per le tue buone idee.
In questo caso concordo con chi ha detto che l'esecuzione del pezzo, purtroppo, non è all'altezza dell'ispirazione iniziale. Capita, a Minuti Contati, anche a me e a tutti, credo, per cui non ti crucciare. :)
Per non ripetere quello già scritto dagli altri autori e darti magari una chiave di lettura diversa, non va dimenticato che nel tuo racconto manca anche il finale. C'è la "rivelazione finale" ma non l‘azione, la conseguenza. Goro scopre che il suo mondo è ancora più minuscolo di quello che pensava e... e cosa? Che significa per lui? Non lo sappiamo. Forse non ti sei immedesimata tu per prima abbastanza nel tuo personaggio, ei tu, Viviana, che scrivi e pensi, con considerazioni che potresti fare tu con le tue conoscenze... non Goro, non il tuo personaggio staccato da te.
Attenta, perché questo poteva essere un tratto redentivo: un finale eccezionale e davvero inatteso ma nato dal vortice dell'anima di un protagonista può salvare anche un racconto per altri versi traballante. Se Goro avesse detto, chessò, "Lo so bene che il Creatore ha separato le Acque che stanno sotto i cieli da Quelle che stanno sopra i cieli!" per poi colpire l'uomo che aveva davanti e mostrare la sua orgogliosa ignoranza, allora sarebbe stato UN personaggio. Solo UNO, bada bene, dei possibili. Ma avrebbe mostrato se stesso in un‘azione. Tu invece alla fine metti una considerazione filosofica dell'Autore.
Spero di essermi spiegato... ciao! ;)


Anche l'Inghilterra, di "Marco Migliori"
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876689

Ciao Marco, ben ritrovato.
Non ho capito il tuo racconto, mi viene il sospetto che non ci sia una sola chiave di lettura ma almeno tre o quattro, ma che tu stesso non ne abbia scelta nessuna in particolare, o mi sbaglio?
Purtroppo non trovo neanche particolarmente interessante lo stile della narrazione o la caratterizzazione dei personaggi, per capirli avrei avuto bisogno di più appigli: il comportamento di una persona si capisce solo dal contesto, se non capisco niente del contesto come posso dire se il capo di Kao sta facendo A o B quando compie l'azione X? E, guarda, questo non ha niente a che vedere con la morale, semplicemente con la comprensione.
Una vaga inquietudine il testo la dà, ma prevale il fastidio. Mi sento a dire a me stesso: "Ah! Dovrei provare inquietudine! È questo che dovrebbe darmi il testo, dai difficili indizi che dissemina... Magari se mi impegno molto molto e ce la metto io al posto dell'autore l'inquietudine e mi immagino io una storia con questi elementi ce la posso anche fare a provare quell'inquietudine che dovrei provare, ma non provo."
Ciao! Sorry! :(


La luna, l'erba e la Sardegna, di Filippo Puddu
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876691

Ciao Filippo, ben ritrovato.
Nella tua storia mi pare che succeda un po’ poco, quasi niente. Anche il focus e il punto di vista, nonché la scelta degli episodi narrati, mi lasciano perplesso. L’impressione complessiva è di “fuori fuoco”. Scegli di narrare le parti tutto sommato meno interessanti della vicenda, il cui fulcro è l’azione sconsiderata della ragazza abbandonata che cerca di fare incriminare il suo ex.
Il confronto a chi c’è l’ha più duro con il poliziotto lascia un po’ il tempo che trova e anche sull’aderenza al tema ci sarebbe qualcosa da dire… Praticamente hai messo la frase del tema in bocca ai personaggi rispetto alla Sardegna, ma non è centrale. Si può fare un contorcimento mentale e considerare che il tema era una metafora per “tutto dipende dal punto di vista”, ma è un po’ forzato, perché qui non ci troviamo davanti a una cosa, la violenza, che è tale o meno a seconda del punto di vista di chi la guarda. Ma a seconda del fatto che sia successa o meno, il che non è un punto di vista, ma solo un dato di realtà.
Ciao! Alla prossima!


L'ultima frontiera, di Francesco Nucera
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876692

CITAZIONE
L'uomo grondava di suore.

È un refuso meraviglioso, non correggerlo!
Ciao Francesco, ben ritrovato.
Bello il racconto alla Truman Show di coppia, mi è piaciuto. :)
Come commento ti hanno fatto notare che tutto è un po' troppo facile... io non avrei cambiato questi elementi della chiave del motoscafo etc. ma li avrei, per esempio, attribuiti alla mente contorta degli autori del reality… che volevano che anche la scena della caduta dalla scogliera avvenisse! Così sarebbe tutto più coerente, no?
Correzioni:
Mancano le virgole fra le due frasi, anche se brevi: «Ci uccideranno lo sai?», invece di «Ci uccideranno, lo sai?» e «Certo ma...», invece di «Certo, ma...».
“Clara grondava di sudore.” È un po’ una ripetizione visto che nel primo capoverso già “L'uomo grondava di suore.” Un motivo in più per non correggere il refuso “suore/suDore”… scherzi a parte, cerca di dare più varietà lessicale, o meglio, di evitare le espressioni fatte del tipo di “lo fissò negli occhi pochi istanti”, ne risulterebbe una scrittura più ricca.
Attento qui: o “imbottita DI farmaci DA” o “Tanto imbottita da farmaci da” suona meglio dell’omissione di “tanto”, che fa sembrare un refuso “da” per “di” (si dice “imbottita DI”).


Il riparatore, di Angelo Frascella
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876550

Ciao Angelo, è sempre un piacere leggerti.
Questa volta ci regali una storia leggera e abbastanza lirica, una novella d’amore spaziale. Ben scritta, i sentimenti sono correttamente espressi, il ritmo c’è eccetera.
Solo non ho trovato nessuna trovata geniale e nessun capovolgimento finale, e ne sono rimasto abbastanza deluso (mi avevi abituato troppo bene!).
In un racconto breve, ha poco senso scrivere una storia lirica e leggera, poco spazio per l’espressione dei sentimenti che richiedono invece ben altri tomi. Meglio la scelta o della battuta o della storia a colpo di scena o di suspence.
Per cui, una prova media, direi. Alla prossima! :)


La vita da lontano, di Filippo Santaniello
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876625

Ciao Filippo, ben ritrovato.
Complimenti per lo stile asciutto e perfetto, delicato e minimalista. Buona la scelta del tempo verbale presente, lo ho apprezzato.
Purtroppo sembra di essere davanti a un compito eseguito con abilità e minuzia, un lavoro di cesello pregevole, ma di bottega, senza un guizzo particolare che lo faccia emergere da molte altre storie – purtroppo – già viste, già lette.
Alla prossima! :)
Qui serve una virgola extra: “e mentre si asciuga le mani con un fazzoletto di carta, il suo sguardo”, così: “e, mentre si asciuga le mani con un fazzoletto di carta, il suo sguardo” per la parentetica temporale introdotta da “mentre”.


L'uomo immobile, di Raffaele Marra
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876657

Ciao Raffale, ben ritrovato!
Ho letto con piacere questo tuo racconto, complimenti.
Non sei riuscito a emozionarmi, ma mi hai comunque toccato corde profonde con il ragionamento.
Probabilmente un uomo capace di percepire i pensieri altrui fuggirebbe urlando come un forsennato e non se ne starebbe immobile, ma forse ci sta, la situazione estrema di stallo.
Peccato che tu abbia dovuto ricorrere un po' all'infodump e che la lettura finale del pensiero dello "scienziato" si possa chiaramente immaginare già da prima, ma ci sta.
Stavolta mi sei piaciuto, il tuo stile si sta affinando e la storia è più interessante di quella delle precedenti edizioni.
E pienamente in tema. :)


Il condannato, di Ducoli Diego
https://nerocafe.forumfree.it/?t=6987662

Ciao Diego, ben ritrovato.
La mia interpretazione, ma sono l’unico, è che l’oasi sia un miraggio, giusto? Lui non beve acqua ma si rimpinza di sabbia, ormai delirante, e non si accorge neanche degli avvoltoi, scambiando le loro piume per ali d’angelo… Credo che sia l’interpretazione corretta e che volevi dare tu, io non ho nemmeno un briciolo di dubbio al riguardo, ma vedo che degli altri lettori nessuno ha percorso questa strada interpretativa abbastanza ovvia…
Il protagonista non è ben delineato chi sia, sembrerebbe addirittura un sultano, con tutte quelle mogli, non un semplice uomo facoltoso, ma allora l’avrebbe fatta franca, altro che esilio! Credo che sia musulmano, dagli accenni che dai, ma allora avrebbe invocato Allah e non “gli antenati” (“Siano ringraziati gli antenati”).
Nel complesso un racconto carino, bravo! Stai migliorando, secondo me! Ciao! ;-)
Ocio: “né” con l’accento e vari difetti di punteggiatura.


Prospettive, di Serena Aronica
https://nerocafe.forumfree.it/?t=69876593

Ciao Serena e di nuovo benvenuta, piacere di conoscerti e di leggerti. :)
Il racconto ha un tono fiabesco fra le storie di pirati, il Conte di Montecristo, il Cavaliere Inesistente e Il Vecchio e il mare. Ma anche Popeye! ;-)
Brava, per quel che mi riguarda, per niente polverosa.
Il vero protagonista, come ti diceva Callagan da un altro punto di osservazione, è il narratore, ovviamente, e non Jackie, e in questo caso si perdona il "tell don't show".
La frase finale finale, te l'hanno detto in tanti, va proprio eliminata.
La vera frase finale è questa, e secondo me - spiego sotto - è "spanata":
CITAZIONE
Guardai Jackie e compresi. Aveva osservato la sua vita dalla sponda sbagliata.

"E compresi.", prima persona singolare. Rimani lì! "AvevO osservato la sua vita". Tutto è sul vecchio, ricordi? È lui il tuo protagonista! Che ne sa, in fondo di Jackie, che gli importa, e che importa al lettore! Metti una O al posto di una A ("datemi una O...") e vedrai che diventa perfetto!
Ciao! Alla prossima! ;-)
 
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Raffaele Marra
view post Posted on 2/12/2014, 23:19




Vi chiedo scusa per il ritardo. In questi giorni ho faticato a trovare un'oretta per dedicarmi a stilare la mia classifica e comporre i commenti. A voi sarò sembrato un po' come un'isola, ma credetemi: ho letto e riletto ogni giorno qualcuno dei vostri racconti. Un'isola è un'isola solo se la guardi dal mare...
E ora la mia classifica:

1) Prospettive – Serena Aronica
Racconto scritto molto bene, in uno stile affascinante e musicale, ben sostenuto da un lessico adeguato e mai banale. Il ritmo narrativo è fluido, scorrevole, ma ad una velocità moderata, in un saggio ed equilibrato mix tra immagini descritte e ricerca stilistica, tra realismo e poesia. Il finale, forse non originalissimo, risulta comunque un bel “colpo” poiché, a mio parere, è assolutamente coerente con lo stile e il contenuto del narrato, in un abile e riuscito tentativo di “alzare il livello” di una storia a metà strada tra realtà e metafora.

2) Il riparatore – Angelo Frascella
Davvero un bel racconto. Il modo in cui sono rivelate ambientazione e situazione dei protagonisti è molto funzionale ad una suspence ben sopportata e dosata con maestria. Il presupposto di base che dà forma alla tua storia è avvincente e originale. Lo stile, come al solito, è asciutto, funzionale e adeguato al contenuto narrato. Peccato per gli ultimi righi che, a mio parere, evidenziano il rimpianto per non aver avuto a disposizione qualche battuta in più per onorare al meglio il finale di un gran bel racconto.

3) La vita da lontano – Filippo Santaniello
Un bel racconto, con uno sviluppo narrativo che è una sorta di crescendo che va a sfociare inesorabilmente nel gesto finale. Credo che il pregio maggiore sia il contrasto (non so fino a che punto volontario) tra lo stile narrativo, freddo e distaccato e l’intensità emotiva che dovrebbe animare i pensieri prima e il gesto poi del protagonista. Questo contrasto, a dire il vero, credo che sia già di per sé un’originalissima interpretazione del tema del mese, così come il titolo “la vita lontano” è un ottimo modo per parafrasare il modo in cui hai scelto di declinare tale tema. Apprezzo anche il colpo di scena finale (Eleonora), anche se quest’ultimo paragrafo lo avrei scritto in maniera diversa, cercando di essere meno didascalico e, nel finale sì, un tantino più aulico.

4) Anche l’Inghilterra – Marco Migliori
C’è da restare un po’ spiazzati, dopo la lettura di questo racconto che fa del surreale il proprio carattere dominante. Vista così, come una storia che non ha velleità di realismo, assume un gusto piacevole nonostante molti punti restino avvolti da un certo mistero. Ho avuto l’impressione di assistere a qualcosa di molto simile a “Essere John Malkovic” il che mi ha fatto apprezzare ancora di più il tuo coraggio (trovo entrambe le storie rischiose, azzardate, e quindi coraggiose). Ho anche qualche dubbio sul modo in cui tu abbia scelto di declinare il tema del mese; e a proposito di ciò mi sono chiesto se non te ne sia accorto anche tu e abbia poi aggiunto, in un passaggio posticcio, quel paragrafo iniziale che cita l’Inghilterra.

5) Ogni mondo è un’isola – Beppe Roncari
Ci sono parecchi spunti molto interessanti in questo racconto. I presupposti e l’ambiente storico/geografico accennati sono così complessi da generare curiosità e la voglia di saperne di più. In altre parole, l’ambientazione costruita è così articolata che a tratti sembra prevalere sulla storia stessa, lasciando nel lettore la curiosità di conoscere qualcosa in più che il finale, stretto nei margini imposti dalla gara, non soddisfa pienamente.

6) Rapsodia – Giulio Marchese
Parliamo di musica: bello il ritmo di questo racconto, in cui una specie di “fast rock” da inseguimento sottolinea adeguatamente la situazione narrata. Mi aspettavo però una pausa, un “punto coronato” o comunque un drastico, anche se momentaneo, rallentamento in corrispondenza di alcuni passaggi (“…. Rallentiamo. Andiamo piano. “) dove il ritmo, ancora frenetico, non corrisponde bene alla scena descritta in quell’istante.
Comunque ho apprezzato molto l’idea del palco visto come un’isola (solo dal mare, ovviamente): davvero molto originale.

7) Il condannato – Diego Ducoli
La caratteristica migliore di questo racconto è la capacità che ha di trasmettere la condizione drammatica del protagonista, di far provare al lettore la sua difficoltà e la sua angoscia. La caratteristica peggiore è la difficoltà di dimostrare una chiara interpretazione del tema che qui forse è appena sfiorato. Credo che sarebbe servito altro tempo e magari sarebbero state utili altre battute per poter completare questo racconto dalle buone potenzialità e, soprattutto, per spiegare con più chiarezza l’interpretazione del tema del mese.

8) Oltre il grande vuoto – Viviana Tenga
Credo che l’idea di partenza sia molto buona, degna di un racconto molto più lungo o addirittura di un romanzo. E proprio questo aspetto del tuo racconto, però, è alla base di quello che è il suo maggior difetto: nella brevità del testo, una storia così risulta irrimediabilmente forzata, ritagliata, stretta fino al punto da diventare di difficile comprensione. La varietà di personaggi, l’ambientazione tutta da scoprire, il passato e il futuro di questi esseri meritavano una trattazione adeguata; in questo modo si rischia di creare un po’ di confusione nel lettore. In altre parole, non credo che tu abbia commesso grossi errori nello scrivere il tuo racconto: semplicemente ora lo devi prendere e lo devi ampliare come merita affinché gli sia restituita la giusta dimensione e diventi davvero un ottimo testo.

9) L’ultima frontiera – Francesco Nucera
Da un’idea non troppo originale viene fuori un racconto che ha il suo massimo pregio nel dialogo continuo tra i due protagonisti, davvero ben costruito e credibile. Molti altri aspetti sono un tantino “azzardati”, a volte inverosimili o forzati. Come ad esempio il finale con l’uomo che legge il foglietto cadendo, scena sicuramente suggestiva e molto funzionale alla trama, ma sicuramente irreale.

10) La ballerina e il mago – Alessandra Corrà
Uno stile semplice, lineare e funzionale tesse la trama di questo racconto che ondeggia tra il sentimentale, il fantastico e lo psicologico. Il lato sentimentale è la vera ossatura della storia che però affida il finale ad un espediente tipico (forse non originalissimo) della narrativa fantastica. Alla lettura psicologica, poi, è affidato il nesso con il tema del mese (nesso un tantino “forzato” ma comunque riconoscibile). Non so se questa triplice possibilità di lettura del racconto rappresenti un pregio o un difetto: certamente il tutto è piacevole da leggere, ma forse manca un po’ di “profondità”, qualcosa che dia maggiore spessore alla storia e che le dia la possibilità di lasciare maggiormente il segno.

11) La luna, l’erba e la Sardegna – Filippo Puddu
Un racconto che risulta, a mio parere, un po’ “affannato”, chiassoso, per non dire confusionario. Credo che dipenda dall’uso abbondante di dialoghi misto alla scelta della narrazione in seconda persona. Ripeto, può essere solo una mia sensazione, ma credo che un testo con molti dialoghi, narrato in seconda persona, generi questo tipo di “confusione”, la sensazione di un continuo vociare che inficia in parte la resa generale del racconto. Detto ciò, va comunque sottolineato che l’idea di partenza era buona e che la trama ha uno sviluppo interessante.
 
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Geppetto
view post Posted on 2/12/2014, 23:48




Prospettive di Serena Aronica

Ciao Serena e ben arrivata in MC.
Un bel racconto, narrato con uno stile non molto attuale, mi hai ricordato dei racconti di inizio secolo. Nebulosi, quasi onirici, con un finale che lascia spazio al lettore.
Le uniche note che mi sento di farti sono sulla punteggiatura, in alcuni casi ci sono dei passaggi un po' troppo pesanti.
Un gran bel lavoro.

L'uomo immobile di Raffaele Marra

Ciao Raffaele
Il brano scorre bene, fluido e piacevole. Non ho particolari appunti da segnalarti, il dramma del protagonista arriva pian piano, in un crescendo, forse mi sarebbe piaciato qualcosa di più estremo come finale, ma nell'apatia del protagonista si cela il vero dramma.
Un bel racconto.

La vita da lontano di Filippo Santaniello

Ciao e ben ritrovato.
Stile ineccepibile e racconto chiaro anche se di certo non originalissimo.
Ma è proprio lo stile scelto che non mi convince, non sono riuscito ad entrare nel racconto mi sembra una telecronaca degli eventi, fredda.
Un brano con del potenziale, ma sviluppato in un altro modo.

Il riparatore di Angelo Frascella

Ciao Angelo
Un brano molto penalizzato dal numero di battute.
Nelle prime due parti costruisci un bel mondo ( mi hai ricordato la trilogia dei silo) e personaggi molto interessanti, purtroppo il finale risulta troppo sbrigativo. Un racconto che merita sicuramente molto più spazio, se decidi di riprenderlo sarei curioso di vedere come lo sviluppi.

Anche l'Inghilterra di Marco Migliori.

Ciao Marco
Scusami ma non l'ho capito.
Non capisco il senso della vicenda, le motivazioni, probabilmente è un mio problema, ma sei stato troppo criptico, finito il brano mi è rimasta una gran confusione.
Sembra una gita in un bordello, ma nasconde qualcosa d'altro, ma non sono riuscito ad afferrare il senso della vicenda.

La ballerina e il mago di Alessandra Corrà

Ciao Alessandra e ben ritrovata.
Un racconto con un ottimo potenziale, purtroppo non raggiunto.
I due personaggi, Lia e Carlo, potevano diventare veramente intriganti, forse la prospettiva dello psichiatra non è stata una scelta molto azzeccata.
Hai richiamato delle belle sensazioni, quasi da fiaba,ma sono troppo leggere, non incisive.

Oltre il grande vuoto di Viviana Tenga

Ciao Viviana
Mi sono sentito cadere nella storia in maniera troppo brusca, un mondo troppo complesso per essere compreso in poche battute.
Non sono riuscito ad entrare in sintonia col personaggio, Goro è un po' “nebuloso”.
L'idea generale resta buona, in un ottica più ampia ne potrebbe uscire una bella storia.

La luna, l'erba e la Sardegna di Filippo Puddu

Ciao Filippo
Un racconto ben gestito.
Il personaggio di Giovanni è ben delineato, forse un po' antipatico, ma sicuramente ben curato.
La parte con Michi non mi ha fatto impazzire, ma quello è puro gusto personale, Michi sembra inserito solo come pretesto per spiegare cosa ha combinato, avrei preferito un altra soluzione, forse inserendo il tutto nel dialogo con il poliziotto.

Rapsodia di Giulio Marchese

Ciao Giulio
Un brano ben ritmato, ma con poco mordente.
Nel lungo delirio succede ben poco,una serie di immagini frenetiche non bastano a costruire una storia, resta comunque una buona interpretazione del tema, sicuramente originale, ma come racconto non mi ha entusiasmato.

Ogni mondo è un isola di Beppe Roncari

Ciao Beppe
Un buon racconto.
La prima parte un po' troppo prolissa, sopratutto lo tutte le info sui personaggi, sicuramente utili per creare l'ambientazione (reale o solo nella testa di Cristina) ma un po dispersivi.
Per il resto il brano funziona, un po' nebuloso sulla differenza tra realtà e immaginazione, ma è la qualità migliore del brano.
La w-dopa mi ricordato “la spezia”.

L'ultima frontiera di Francesco Nucera

Ciao Francesco
Un bel racconto, come ti è gia stato detto richiama un po' Truman show.
La mia interpretazione è che tutto, la tentata fuga con le varie facilitazioni siano state previste e organizzate. I protagonisti o gli isolani sono comunque “gestiti” dai piani alti, anche nella ribellione.



Classifica

1)Prospettive di Serena Aronica
2)L'ultima frontiera di Francesco Nucera
3)Ogni mondo è un isola di Beppe Roncari
4)La luna, l'erba e la Sardegna di Filippo Puddu
5)Il riparatore di Angelo Frascella
6)L'uomo immobile di Raffaele Marra
7)La ballerina e il mago di Alessandra Corrà
8)La vita da lontano di Filippo Santaniello
9)Oltre il grande vuoto di Viviana Tenga
10)Rapsodia di Giulio Marchese
11)Anche l'Inghilterra di Marco Migliori.
 
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Giulio Marchese
view post Posted on 3/12/2014, 00:07




Chiedo scusa a tutti ma a causa di motivi contingenti non sono riuscito a postare la classifica per tempo. Commenterò comunque tutti i racconti e, se mi sarà permesso, metterò una classifica a scopo puramente cognitivo nei prossimi giorni. Chiedo ancora scusa e alla prossima!
 
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Serena Aronica
view post Posted on 3/12/2014, 00:13




Prima di tutto... grazie per l'accoglienza favolosa! E ora una piccola domanda... adesso che succede?
 
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Ceranu
view post Posted on 3/12/2014, 00:34




Ora aspettiamo che l'inquisitore faccia i suoi commenti e la sua classifica. Poi viene data quella definitiva. A quel punto qualcuno ringrazia, altri salutano e tutti si danno appuntamento all'edizione successiva.
 
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Serena Aronica
view post Posted on 3/12/2014, 00:38




Grazie mille per la risposta Ceranu!!!
 
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Beppe Roncari
view post Posted on 3/12/2014, 08:12




Ciao Giulio, mi dispiace e ti capisco! Io ce l'ho fatta per il rotto della cuffia stavolta...

(piuttosto "per il rotto della cuffia del disco") :P
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 3/12/2014, 19:36




Eccomi. Fra oggi e domani posterò i miei commenti, entro domani sera (max venerdì) avrete la mia classifica e a seguire la Generale. Occhio che vi sto anche per comunicare alcune importanti novità per MC...

SAPRETE TUTTO ENTRO LA SETTIMANA
 
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Serena Aronica
view post Posted on 3/12/2014, 19:38




Uno stillicidio!!!
 
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Angelo Frascella
view post Posted on 3/12/2014, 22:11




Ciao Beppe!

Cavoli! Spero tu ne possa risolvere il "problema" al più presto!
 
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L'Inquisitore
view post Posted on 5/12/2014, 14:08




Ecco la mia classifica:

1) L'ultima frontiera, di Francesco Nucera
Ci sono delle D eufoniche, più d'una. Male male quando si indica uno scorrere di tempo: passarono trenta secondi, un attimo dopo (che qui non c'è, ma era per mettere un secondo esempio)... Tutte da evitare, poco eleganti. A parte questi due appunti... Il racconto mi è piaciuto molto. Riesci a celare fino all'ultimo la natura del contesto e a rivelarlo in botta unica con una semplice riga, davvero efficace. Bella anche la riflessione sui personaggi e sui loro autori, infilarla in un racconto per un contest letterario che narra di un reality è una bella intuizione. Lo stesso tema è presente in modo intelligente: l'isola è il reality e solo gli spettatori possono averne un'idea reale (nella sua finzione). Un lavoro molto buono.
2) Il condannato, di Diego Ducoli
Al di là di un protagonista che poteva essere più contestualizzato, anche se non ne vedo la necessità ai fini della storia narrata, il racconto è condotto con piglio sicuro, fluido nella lettura, arguto nella trattazione del tema (l'isola è l'oasi e da lontano sembra, appunto, un'isola di benessere nell'oceano del deserto, peccato che una volta raggiunta si riveli per quello che è, ovvero, anche lei, deserto). Bellissima la scena finale degli angeli/avvoltoi. Vero è che qui non si vanno a ricercare temi più alti, ma quello che c'è è fatto bene e funzionale alle intenzioni dell'autore.
3) Il riparatore, di Angelo Frascella
Un racconto ordinato, lineare, piacevole, ma privo di momenti wow, che non dev'essere per forza un male. Tutta la prima parte mi ha terribilmente ricordato THE GIVEN e se non lo conosci t'invito a informarti sulla trama per renderti conto di persona. Il tema è ben centrato, le autorità vogliono mantenere nell'ignoranza i sognatori per impedire loro di comprendere l'isolamento della loro esistenza e la presenza di altre isole da raggiungere: difesa dello status quo. E qui sta un punto debole: la non efficace caratterizzazione della protagonista femminile, cui hai omesso di dare quelle connotazioni che ne avrebbero potuto fare un'ottima riparatrice. Infine, l'amore ha spezzato il cerchio permettendo ai due protagonisti di interagire e sfuggire al controllo totalitario. Un buon racconto con ottimi spunti.
4) L'uomo immobile, di Raffaele Marra
Molto ben gestita la rivelazione finale, dimostri un notevole controllo del racconto. Il tema c'è, anche se suggerito quasi pesantemente e avrei preferito lo tenessi ancora più soft, ma ci sta. Lo stile, come sempre, è ottimo. Manca qualcosa nella parte centrale, quel movimento che hai cercato di dare con l'intervento dei carabinieri... Non è sufficiente. Per puntare sull'ironia, a questo punto avrei esagerato, l'avrei fatto davvero portare via a forza, magari rigido come un pezzo di legno, avrei enfatizzato di più. In ogni caso, un buon lavoro.
5) Prospettive, di Serena Aronica
Uno stile davvero molto buono. C'è qualche problema nello sviluppo, soprattutto nella seconda parte e fino al finale troppo telefonato. Il lettore può intuire la conclusione fin dal momento in cui Jackie sparisce, ancora di più da quando il narratore comincia a scrutare l'isola e non sarebbe necessariamente un male se non ci fossero problemi a livello di confusione di punti di vista: il protagonista è il narratore e non Jackye eppure la conclusione è incentrata su quest'ultimo. Anche la frase finale giunge un po' gratuita, poco preparata. C'è molta potenza da sviluppare in questo racconto, ma come un'onda che si frange su un fondale poco profondo prima di giungere sulla spiaggia manca quel qualcosa che dia un spinta in più: grande prima parte, seconda più faticata. Ottima la riflessione abbozzata sulla metafora suggerita dalla presenza di questa quasi irraggiungibile isola, solo che rimane lì, suggerita, appunto. In ogni caso, direi un ottimo esordio a Minuti Contati.
6) Ogni mondo è un'isola, di Beppe Roncari
Un racconto con elevate potenzialità che va in confusione quando Konstan accenna a quello che lui e i compagni hanno trovato "là fuori". Fino a quel punto il tutto era circoscritto a questi savant "potenziati" e la curiosità poteva aleggiare, soprattutto una volta capito che il lungo prologo era illusorio, quasi metaforico. Ricondurre a una missione nello spazio arricchisce depotenziando e decentralizzando non permettendo al racconto di lanciarsi verso un finale controllato ed efficace. Tanta carne al fuoco, troppa.
7) La vita da lontano, di Filippo Santaniello
Mi piace come riesci a interpretare stili diversi e a rimanere sempre estremamente coerente. Il racconto sembra però troppo passivo nell'inserimento del tema limitandosi a evocarlo letteralmente per fornire al lettore una chiave di lettura e risultando in tal modo un pelo forzato. In particolare appare troppo drastico e veloce, anche poco giustificato, il cambio di prospettiva del protagonista. Ok, i nodi stavano per venire al pettine, ma farcelo vedere più vivo, più partecipe al narrato, magari con qualche tic, forzato lui stesso nel suo voler mantenere la menzogna fino all'ultimo avrebbe aiutato e in questo il taglio dato al racconto (pur ben gestito) non ha aiutato.
8) La luna, l'erba e la Sardegna, di Filippo Puddu
C'è uno scompenso fra l'intro e lo sviluppo del racconto: parte alto, il protagonista osserva la Luna, fornisce la riflessione chiave e abbandona la ragazza... Poi s'abbassa brusco fino a toni da macchietta con il protagonista che perde tutto lo spessore guadagnato poche righe prima già dopo un paio di scambi con l'amico... E chiude senza decidersi su quale personalità assumere con uno scambio con il carabiniere che non si capisce perché debba sottolineare il suo essere di Livorno prima di mandarlo a quel paese. Il tema mi è arrivato, ma mi è mancata la personalità del testo, elemento che in ogni caso, grazie alla padronanza che hai dimostrato nel gestire la seconda persona, non credo avresti avuto difficoltà nel dargli. Quindi, e concludo, credo che semplicemente si sia trattato di una scelta che, a mio avviso, non s'è rivelata felice.
9) La ballerina e il mago, di Alessandra Corrà
Racconto scritto molto bene, a livello formale stai facendo, partecipazione dopo partecipazione, notevoli miglioramenti, brava. A livello di storia c'è qualche problema già nell'incredibile coincidenza che due pazienti di uno stesso psicologo s'incontrino per caso durante un viaggio in nave, non va bene. Piuttosto potevi lavorare sul fatto che la ballerina, vedendo il tipo, avesse manovrato anche il loro primo incontro. Anche la sostanza che permette di entrare in un altro mondo mi lascia incerto. Va bene utilizzarla a livello metaforico e quindi non dare spiegazioni ulteriori, ma qui mi sembra manchi qualche elemento che possa guidare il lettore anche sulla via del simbolismo. Il finale, se preceduto dagli elementi mancanti che ti ho sottolineato, sarebbe stato ottimo. No problem, non riuscire a fare esprimere al meglio la propria storia è un problema tipico di Minuti Contati, però lo stile c'è, il miglioramento costante anche, scalda la penna che fra poco si ricomincia.
10) Oltre il grande vuoto, di Viviana Tenga
Direi che hai già tutti gli elementi per un bel romanzo sci-fi. Certo, c'è la questione della comunicazione Goro/Kira da risolvere perché se è vero che la sensitiva ha reso possibile il ritrovamento dei naufraghi allora è difficile comprendere come mai non riesca a comunicare con Goro se non dopo la rivelazione della sua presenza sul pianeta... Ed è anche vero che il tema non sembra essere determinante del racconto e anzi inserito quasi a forza nel finale... Però tutto il resto c'è e, davvero, ci devi lavorare perché la storia di una nave che solca le galassie alla ricerca di naufraghi sperduti per chissà cosa guidata da una sensitiva che rintraccia i suoi simili, pur non suonandomi così nuova, mi piace e il tuo stile dimostra che sei in grado di controllarla.
11) Anche l'Inghilterra, di Marco Migliori
Un racconto che fatica nel momento in cui deve svelarsi. Ottimo stile, ma s'ingarbuglia a ridosso della rivelazione della ragazza rendendo pesante la lettura stessa. In seconda battuta lo si apprezza maggiormente, ma continua a risultare pesante nella fase centrale e oscuro nel suo sciogliersi, come una promessa non mantenuta. Il ripetere più volte il tema dell'edizione mi fa pensare che tu stesso cercassi di forzarlo in una determinata direzione, segno che unito a quella confusione centrale mi suggerisce che a tua volta abbia trovato difficoltà nel controllarlo.


Fuori classifica

Rapsodia, di Giulio Marchese
Un racconto coraggioso: un uomo costretto a isolarsi dalla massa per poter emergere, ma a che pro se il tutto si riduce a una fuga costante, infinita e al suo totale isolamento dal contesto? Il tema, in particolare, è affrontato con discreta originalità: visto da lontano il divo svetta, da vicino gli altri interagiscono pur senza accorgersi che lui rimane distante. Un buon lavoro.

Edited by L'Inquisitore - 5/12/2014, 15:33
 
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