Ecco la mia classifica. In quest'edizione,
Piscu, Peter e
Nerina hanno prodotto brani molto vicini tra loro nel mio indice di gradimento, ciascuno in testa su un determinato aspetto. La scelta nell'ordine fra loro tre è dovuta essere arbitraria. Segue, nell'ordine di gradimento, un secondo terzetto assai godibile, in cui l'effervescente racconto del giovane
AngeloF si è piazzato al fianco di gente come
Olorin e
Sgerwk.
Girone un po' moscio per due pezzi da 90 come
LeggEri e
Roberto, che l'omino ibernato pare aver lasciato... tiepidi; ma lasciamo da parte le freddure. In coda al gruppo, la nuova arrivata
Karin mi dà l'idea di una penna in fase sperimentale che debba ancora scoprire lo stile giusto per lei. Infine
MichelaZ e
Margherita, le cui storie non sono riuscite a spiccare il volo.
Piscu – Black SwanCiao Piscu, è dai tempi della Macelleria uccellifera che non avevo occasione di leggerti! Un’idea simpatica al termine di una narrazione ben condotta; uno degli aspetti più pregevoli è la perfetta lunghezza del racconto in relazione all’idea. Nessuna parola di troppo, né di troppo poco. Sull’altro piatto della bilancia c’è l’asperità delle ultime righe, quelle del colpo di scena. Anche se leggendo ho capito cosa intendevi dire, mi sono basato più sull’intuito che sulla chiarezza effettiva del narrato.
Michela Z – Hansel e GretelCiao Michela! La storia è piacevole, ma diversi aspetti mi destano dubbi. L’intreccio, prima di tutto: troppi salti avanti e indietro nel tempo, che mi confondono le idee in uno spazio così breve. La consistenza con il tema: non vedo nessun tipo di ibernazione, né qualcosa che gli somigli dal punto di vista fisico o metaforico. Il personaggio della madre, pur non essendo la comparsa di una sola scena come il signor Bauer, non è per nulla caratterizzato. Sul personaggio primario invece hai fatto un buon lavoro. Il titolo sulle prime non mi aveva convinto, ma ripensandoci a mente fredda non è male: due fratelli che ne hanno passate tante insieme, il cui legame è simboleggiato da un dolce. Potevi anche calcare la mano, e chiamarli Greta e Anselmo!
Margherita gialla – Nuovo MondoCiao Margherita! Il tuo racconto è composto da una serie di immagini positive fino all’ultima riga; purtroppo, sono immagini molto stereotipate ed è difficile contenere la tentazione di saltare i periodi descrittivi per arrivare all’azione. Che, purtroppo, non c’è. È un racconto privo di storia, fatto a compartimenti stagni: la parte descrittiva-cinestesica del risveglio, la parte descrittiva-visiva del nuovo mondo, la parte dialogica finale. Non c’è nessuna storia se non nell’ultima riga, il turnover. Purtroppo, per costruire un buon colpo di scena, bisogna seminare degli indizi in anticipo di modo che il lettore li colleghi solo nell’istante finale, per fargli capire in un colpo solo cosa intendi e sorprenderlo. Se invece il turnover è troppo improvviso come in Nuovo Mondo, con l’ultima frase sollevi degli interrogativi, invece che sorprendere e lasciare di stucco. Sul piano stilistico, ti consiglierei di fare attenzione alla sovrabbondanza aggettivale, come “lunga tunica di lino” “comodi pantaloni larghi”, che alla lunga stomacano. Alla prossima!
Marco Migliori – Occhi di ghiaccioCiao compagno diecipassista! Il tuo racconto ha qualcosa di simile al mio come idea di base; l’ibernazione come mezzo ironico per flashforward fulminanti da un presente noto a un futuro iperbolico, dissociato e sinocentrico. Massimo dei voti per l’inventiva, ti sei spinto in molte direzioni diverse in modo originale, anche se personalmente devo rilevare un eccesso di tecnicismo nei dialoghi, belli e credibilissimi ma che mi hanno fatto andare a tentoni per seguire l’argomento di conversazione.
Nerina Codamozza – INDEXCiao Nerina. Ammetto che l’inizio del racconto mi ha tratto in inganno. Non ricordo se sia una costante anche alle altre cose tue che ho letto, ma qui mi pare che le descrizioni visive siano un tasto dolente. “…un corridoio che non lasciava vedere nulla al di là delle porte chiuse” Per forza: sono chiuse. “Davanti a una porta di legno nordico, chiara, dall’aspetto inoffensivo” Sarebbe ben più strano che la porta avesse un aspetto minaccioso. E poi, cosa dovrebbe significare legno nordico?
Invece, superata la prima decina di righe traballanti, il racconto si trasforma. Diventa bellissimo, con una trama complessa, un personaggio credibile in un’ambientazione interessante, soprattutto una tematica per nulla scontata. L’ilarità sollevata da quel “legno nordico” svanisce, riesci ad avvincermi e a portarmi nel cuore del racconto. Brava.
Maurizio Bertino – Speranze BruciateCiao Maurizio! Un altro gioiellino, eh?
Poco da dire, funziona tutto alla grande. Anche per te come per Nerina, un applauso per la capacità di tirarmi fuori così tante emozioni in un brano così breve. Il tuo è superiore per stile, il suo è più sfaccettato e pacifico nell'attinenza al tema; mi riservo di lasciar depositare la lettura di entrambe le storie prima di decidere come disporvi nella mia classifica.
Karin Arreghini – Sorpresa Piacere di conoscerti, Karin! Non mi pare di aver mai commentato un tuo racconto, quindi come dice il mio biglietto da visita, sappi che nei miei pareri di lettura sono molto diretto e sincero. Secondo la mia opinione, il tuo racconto è scritto con uno stile un po’ sciatto, con dialoghi stereotipati, trama prevedibile, un’originalità molto carente e poco coinvolgimento. Mi dispiace, non mi ha detto nulla. Ti faccio qualche esempio, giusto per non lasciare i miei giudizi sospesi nel vuoto.
“Venderesti anche tua madre se ti pagassero abbastanza” Tipica frase da film, detta e sentita mille volte.
“Avevano ancora un lungo tragitto, ma erano speranzosi di non impiegarci più di un paio di giorni. Avevano ripreso il viaggio da un paio di ore quando…” Gran parte della prima frase è resa superflua dalla seconda, e dal dialogo che segue.
“ qualcosa di orribilmente simile ad un sorriso si allargò sul suo volto e nella mano destra comparve un'ascia” è appena uscito da un blocco di ghiaccio e riesce a muoversi, e ok; ha già anche il controllo dei muscoli facciali che si usano per sogghignare, e ok; ma come fa un’ascia a comparirgli in mano? Suggerisci l’immagine di un movimento lesto e improvviso, che stona con l’immobilità e la pesantezza di movimenti di chiunque nelle basse temperature. Detto questo il tuo stile non è male, spero di leggere qualcos’altro di più convincente! Saluti!
Olorin – CarolinaCiao Olorin, ben ritrovato! Se dovessi dare a ciascun autore un nemico giurato da non perdere mai d’occhio, il mio sarebbe la tentazione di voler infilare troppa roba in pochi caratteri; il tuo invece il voler usare parole ricercate fuori contesto. Ma in questo racconto non è che questo problema si senta molto. Molto belle le descrizioni e interessante la vicenda che tratteggi. Qualche difetto c’è: la seconda metà della storia scorre un po’ meno bene della prima, e pur avendo tu scelto un intreccio lineare, la fabula non emerge in modo del tutto chiaro. Una buona prova, comunque!
Roberto Bommarito – FuturoCiao Roberto! Ti sei perso una bella presentazione a Milano, peccato tu non sia venuto. Veniamo a Futuro. “Gli occhi sono lo specchio dell'anima, dicono. Ma nessuno specifica mai se si tratta dell'anima del proprietario o di colui che ci vede il proprio riflesso” questo tipo di affermazioni lapidarie e introspettive sono tipiche dello stile che ti riesce benissimo. Lo sappiamo già: stile psicologico accurato + protagonista cinico che arranca per problemi d’amore + abilità narrativa = Bommarito. Lo stile e l’atmosfera sono uguali al solito, quindi belli; anche anche in assenza di una vera idea ti impediscono di finire davvero basso in classifica. Cosa che stavolta invece sarebbe giusta: trama e idee stanno proprio a zero. Mi sono accorto che le cose che scrivi mi fanno sempre meno effetto, man mano che vado avanti a leggerle. Mi sa che dipende dal fatto che scrivi più o meno sempre la stessa storia, leggermente variata a seconda del tema e della necessità. Immagino abbia a che fare col perché tu scrivi, ma lo psicologo sei tu
L’unico suggerimento che so darti è di provare a percorrere strade nuove: alla lunga la bocca si stanca anche del sapore più buono. Saluti!
LeggEri – Fondi di provettaAnche per te faccio un discorso simile a quello di Roberto. Il racconto è stilisticamente bello perché tu sei molto brava a scrivere, si sa. Ma questa che ho letto non è una storia – e se anche fosse, non avrebbe nulla a che fare con un uomo ibernato. Sono stato messo in guardia a mia volta dai racconti che non raccontano fatti ma solo potenzialità. E penso che “potenziale” sia la definizione perfetta per questo racconto: tutto è una possibilità non ancora realizzata. È potenziale il personaggio dell’alpinista, sono potenziali i contrasti con colleghi e superiori, è potenziale la realtà che occupa tanto spazio. È un vuoto pieno di immagini. Se finisco di leggere e provo a fare un riassunto, mi esce più o meno: “un tizio si rigira tra le mani una provetta. Fine.”
È molto difficile che un racconto possa reggersi sulla pura atmosfera, che è quanto immagino tu abbia tentato di fare. Direi che, complice sicuramente la fretta, poteva andarti meglio.
AngeloF – Cuore d’AcciaioEcco un esempio di storia ben riuscita, nonostante lo stile poco raffinato e l’andamento che si lasciava intuire in anticipo. Come nei cartoni animati, induce quell’atteggiamento agiato, non pignolo, di chi si lascia trasportare di scena in scena. Sull’altro piatto della bilancia, la scena iniziale è IMHO troppo lunga per l’utilità che ha.
1. Nerina Codamozza – INDEX
2. Maurizio Bertino – Speranze Bruciate
3. Piscu – Black Swan
4. Marco Migliori – Occhi di ghiaccio
5. AngeloF – Cuore d’Acciaio
6. Olorin – Carolina
7. Roberto Bommarito – Futuro
8. LeggEri – Fondi di provetta
9. Karin Arreghini – Sorpresa
10. Michela Z – Hansel e Gretel
11. Margherita gialla – Nuovo mondo