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Posts written by LeggEri

view post Posted: 28/1/2014, 07:47 Classifica finale MC I Edizione (Terza Era) - Fucina dell'Aguzzino
Complimenti a Gelo per la bella storia con cui ha vinto!!
Bravi anche agli altri due podisti, l'ottimo Raffaele e il suo gradevole racconto e la mia amica Simolimo, che ha scritto una favola così nera che io sono scappata a gambe levate... Ci si vede a febbraio! :D :D
view post Posted: 24/1/2014, 21:51 Lista Racconti ammessi e vostre Classifiche MC I Edizione Terza Era - Fucina dell'Aguzzino
Squalificate!!! :o: Scandalo! Non temete di sfidare l'ira di una maga (anzi Lamaga!) e di un temibile batrace :angry: ??? Ve ne pentirete, metteremo insieme le nostre forze e...Simonetta, tirami fuori dal pentolone, sei proprio sicura che per la pozione vendicatrice ti serva una rana :unsure: ?
glub...glub...
P.S. Deliri a parte, scusate il ritardo con cui ho postato: non sono proprio riuscita a fare altrimenti. Se la squalifica non prevede sospensioni punitive, la prossima edizione mi impegnerò per commentare nei tempi corretti. :)
view post Posted: 24/1/2014, 00:04 Lista Racconti ammessi e vostre Classifiche MC I Edizione Terza Era - Fucina dell'Aguzzino
CLASSIFICA
1 - La nebbia e il mare
2- il giorno in cui il cielo cadde sulla terra
3- Capitolo 2
4- La bambina della casa di legno
5- Nebbia
6- Serie di incroci
7- Mare di nebbia
8- L'incrocio
9-Incroci nella nebbia
10- Incroci pericolosi
11- Laggiù, nella nebbia
12-Il nulla
13- I gatti
14-NH2CHRCOOH

La nebbia e il mare, di Raffaele Serafini
Il primo racconto che ho letto, e mi sono detta "Osti, se son tutti così...". Davvero bello, mi è piaciuto tutto: il paragone nebbia/mare, il lirismo delle descrizioni, la trama delicata e la frase finale, con cui il destino tragico del bimbo diventa leggenda nel paese. Solo un dubbio, che non inficia il giudizio:
CITAZIONE
Io non potrò mai.
Federico non so. Lui, forse, un giorno avrebbe potuto.

Perché non potrà mai? All'inizio avevo capito che anche il narratore era morto nell'incidente, ma la seconda frase mi ha fatto cambiare idea (in quel caso, entrambi, forse, un giorno avrebbero potuto).
Comunque, bravo
.
Il nulla, di filippo Puddu
Ciao Filippo, benritrovato.
La lettura del tuo racconto (pre spoiler) mi ha lasciato un sacco di perplessità.
Avevo inteso che si trattava di un uomo in coma, accompagnato dal bip dell'elettrocardiogramma. Avevo interpretato il dolore ai piedi della ghiaia come una sofferenza proiettata da una ferita vera, quindi pensavo che potesse avere le gambe rotte e, quando parli di bombe mi sono detta "beh, è un soldato finito su una mina". Ho fatto fatica anche a interpretare il semaforo; per semplificare al massimo, mi ero detta: OK verde/cose buone, vai avanti, arancio/così e così, vai avanti, rosso/cose cattive ti fermi. Fermarsi vuol dire morire? Non accedere al Paradiso (o chi per esso)? Ma andare avanti qui mi sembra soffrire anche di più, sembra meglio trovare il rosso!
Poi ho letto lo spoiler, ho capito cosa intendevi ma temo che da sola non ci sarei mai arrivata. Quindi credo che il racconto sia da rivedere con un po' più di condiscendenza nei confronti del lettore medio (tipo me) che sul criptico tende a incartarsi!

Il giorno in cui il cielo cadde sulla terra, di Angelo Frascella
Decisamente un bel racconto, con una trama interessante anche se un pelino prevedibile a partire dalla frase "L’uno vale l’altro(...)". Non che sia un difetto, per altro, perché il tutto è gestito con la grazia e la delicatezza di una buona scrittura.
L'unica cosa che ho apprezzato poco è il lungo (relativamente alla brevità del racconto, ovviamente) prologo, in cui Bea si rapporta con un Ricky ben delineato, ma destinato a sparire nel seguito.
Comunque un ottimo lavoro.




“Nebbia “di Simonetta Longo
Ciao Simonetta, benvenuta con il nuovo nick!
La prima parte del racconto mi è piaciuta molto, il percorso nella nebbia pavese sulla via della stazione (contesto che conosco bene, per altro), il professore che in fondo gioca a spaventarsi da solo mi hanno convinto sia come tema che dal punto di vista stilistico.
Sul finale, invece, mi sono completamente persa.
Dunque:
CITAZIONE
Si sentì rincuorato, non era più da solo ad attendere, adesso poteva appena distinguere l’uomo accanto a lui.

E fin qui, parla il prof.
CITAZIONE
Ci fu silenzio. Le 19 e 40. Ecco, mancavano solo cinque minuti. Si sentì un urlo soffocato dalla nebbia.

punto di vista esterno, oppure del prof, fa lo stesso.
CITAZIONE
“No, io non posso abituarmi, odio il ritardo dei treni”. Lo disse mentre estraeva il coltello che aveva affondato non sapeva bene in quale parte del corpo dell’altro.

Improvviso punto di vista dell'altro passante? Oppure è sempre il prof? L'altro chi è dei due?
CITAZIONE
Lui sentì i passi allontanarsi, qualcuno che diceva “Stia attento”, altri che gridavano “Cosa è successo? Sta bene?”, poi più nulla. Solo nebbia.

Lui è il prof che perde i sensi perché accoltellato? O perde completamente il senso della realtà in quanto folle assassino?
Questi dubbi non mi hanno fatto apprezzare appieno il finale.


NH2CHRCOOH di Andrea Viscusi

Ciao Andrea, direi che il tuo non è un racconto, ma il prologo a una storia. Premessa interessante, idea che mi piace ( non una divinità ma un'entità vitale avanzatissima ma condannata, che diffonde la vita affidandosi inevitabillmente alla casualità). Queste capsule sono come spore, giusto ?
Se fosse l'inizio di un romanzo ( o racconto lungo) sarei invogliata a continuare. Ma qui non si va da nessuna parte, e questo è un grosso limite.
Qualche imprecisione nei tempi verbali e quell'"incalcolabile" ripetuto due volte, che proprio non mi piace. Questo perché hai scelto un tono scientifico ( parli di bilioni, non "numerosi come le stelle nel cielo", citi aminoacidi, non "mattoni della vita" o altre amenità del genere) per cui il numero è su elevatissimi ordini di misura, ma non incalcolabile.

L’incrocio, di Lucia Guglielminetti
Ciao Lucia,
mi è piaciuta l'idea dell'"incrocio" inteso come momento fra la vita e la morte in cui si coglie il proprio destino definitivo. Anche se la situazione è chiara fin dalle prime righe (ammetto che ho subito pensato a una vecchia pubblicità del caffè, in cui due comici si perdevano nella nebbia e si ritrovavano in Paradiso), la tua scrittura è piacevole e conduce con grazia al finale previsto. Credo però che sia difficile giudicare questo racconto, tenuto conto che l'hai sforbiciato per farlo stare nella taglia di MC. Alcune obiezioni che porterei temo trovino risposta nelle righe che hai lasciato nel tuo PC. Alla prossima.

Incroci pericolosi, di Daniele Picciuti
Ciao Daniele, ho trovato divertenti le immagini che hai usato ( dal falco strabico all'erezione egizia), ho pensato conferissero una nota fortemente ironica a un contesto potenzialmente drammatico. La scrittura è sicura e piacevole. La virata sul grottesco mi ha invece un po' spiazzata, al di là del discorso "preda che mi diventa carnefice", tutto mi è parso ridursi alla leggenda metropolitana adolescenziale della vagina dentata e al gioco di parole sulle intenzioni. Insomma, mi è piaciuto lo stile, meno la trama.

La bambina della casa di legno, di Simolimo
Ciao Simolimo, chiedo venia ma il racconto sono riuscita ad affrontarlo solo una volta. In genere, per produrre un commento degno di questo nome, devo rileggere almeno due/tre volte, ma in questo caso non lo farò perché mi sono impressionata sulla scena di violenza sulla bambina. Boh, forse sto invecchiando. E' un racconto scritto bene, pieno di poesia cattiva e dolorosa, con un finale che un po' mi sfugge (dovrei rileggere!) ma la cui comprensione lascio scappare volentieri, non vorrei turbarmi ancora di più. Porta pazienza. Ho capito che è bello, ma è una lettura che non fa per me in questo periodo...

Capitolo due , di Beppe Roncari
Ciao Beppe, la trama mi è piaciuta molto, in particolare il finale "sospeso" su quel capitolo 2 che allude a un seguito ancora più inquietante. Mi è piaciuta la parte descrittiva dei luoghi. Ho qualche dubbio sul fatto che le cause della catastrofe vengano definite in modo così impersonale, soprattutto visto che la storia è raccontata il giorno successivo alla morte, quindi ancora in pieno coinvolgimento emotivo. Mi spiego. Se il protagonista parla di un fatto avvenuto dieci anni prima, potrebbe usare un generico "l'olandesina" e "il mio migliore amico". Ma trattando di un evento così vicino, secondo me avrebbe detto, chessò, "Agnetha aveva lasciato un fidanzato a Rotterdam" ( e che era olandese sarebbe stato comunque chiaro); "ne avevo parlato con Marco, il mio migliore amico..." Etc.
Altra cosa (vedo che sarebbe stata la tua prima scelta, a seguire l'istinto!) concordo con il fatto che la frase "Fu lì che trovai un libro di vera magia" vada messa all'inizio, non a metà racconto.
Comunque complimenti, un bel racconto.

Laggiu! Nella nebbia!, di Alessandra Roncari
Ciao Alessandra, la trama mi è piaciuta, mi ha ricordato certi racconti di Buzzati ( che io adoro). Già sentita? Forse, ma non importa, se ben reinterpretata. Ci sono però alcuni aspetti stilistici da rivedere, che a mio avviso, hanno tolto pathos alla narrazione dell'intera vicenda. Prima di tutto l'assenza di particolari descrittivi coinvolgenti, sostituiti da espressioni come "nota escursione" o "analogo monte" che fanno più guida turistica che racconto. Inoltre la voce narrante è estremamente indefinita e sfuggente (non sappiamo proprio nulla di lui, tranne che è un uomo; della sua compagna che è "dominata da insolita fermezza", che buttato lì così non mi dice molto) e l'identificazione con il lettore diventa faticosa. Insomma, credo ci siano dei particolari da sistemare, oltre un paio di refusi.
A rileggerci!

Mare di Nebbia, di Viviana Tenga
Mi trovo a condividere il pensiero di chi mi ha preceduta. Un racconto ambizioso, onirico e interessante ( mi ha ricordato alcuni brani di Buzzati, scusa se è poco) che non esprime tutto il proprio potenziale per mancanza di coerenza interna. Soprattutto la differente consapevolezza dei due ricordi vaganti non mi torna. Credo che valga la pena però riprendere in mano l'idea e sviscerarla, potrebbe avere molteplici sfaccettature da approfondire.


I gatti, di Marco Fronzoni
Ciao Marco,
prima di tutto lode all'uso della parola "incroci" con un senso differente a quello scelto da tutti gli altri. E lode anche anche all'ironia che permea tutto il racconto, mi ha divertito. Anche la battuta finale mi ha strappato il sorriso.
Ci sono però un paio di aspetti che non mi convincono del tutto. Il primo: i protagonisti aspettano dei mostri terribili, si è già capito che fanno scempio delle loro vittime (l'umano ne fa chiaramente cenno). Tutto il racconto converge su di essi, ma scoprire che hanno caratteristiche feline (piuttosto che dragonesche, o vampiristiche) poco cambia secondo me, visto che comunque ti fanno a pezzi. Insomma, dopo la scoperta che sono felini non ho più paura di prima, tutto il giro di parole sembra volto solo ad arrivare alla battuta. In secondo luogo è vero che la fantascienza può essere campo di sperimentazione di qualunque idea, ma apprezzo che quest'intuizione sia spiegabile. Il fatto che i mostri nati dell'incrocio abbiano caratteristiche feline perché questi "se magnan i gati" (per dirla alla vicentina) mi pare come se si scoprisse che sembrano mucche perché noi mangiamo bistecche. Insomma, buffo ma poco consequenziale ai dati offerti al lettore.
A rileggerci.





Incroci nella nebbia, di Raffaele Marra
Una scrittura elegante, ricca di aggettivazione, raffinata al servizio della più classica costruzione noir: colui che parla, che soffre e che crea immedesimazione nel lettore è l'assassino. Non c'è colpo di scena, ma la lettura scorre bene perché sostenuta da una scrittura fluida e ricca di immagini. E tanto basta.
view post Posted: 23/1/2014, 23:54 Racconto: Incroci nella nebbia - Fucina dell'Aguzzino
Una scrittura elegante, ricca di aggettivazione, raffinata al servizio della più classica costruzione noir: colui che parla, che soffre e che crea immedesimazione nel lettore è l'assassino. Non c'è colpo di scena, ma la lettura scorre bene perché sostenuta da una scrittura fluida e ricca di immagini. E tanto basta.
view post Posted: 23/1/2014, 23:46 Mare di Nebbia - Fucina dell'Aguzzino
Mi trovo a condividere il pensiero di chi mi ha preceduta. Un racconto ambizioso, onirico e interessante ( mi ha ricordato alcuni brani di Buzzati, scusa se è poco) che non esprime tutto il proprio potenziale per mancanza di coerenza interna. Soprattutto la differente consapevolezza dei due ricordi vaganti non mi torna. Credo che valga la pena però riprendere in mano l'idea e sviscerarla, potrebbe avere molteplici sfaccettature da approfondire.
view post Posted: 23/1/2014, 23:24 La bambina della casa di legno - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Simolimo, chiedo venia ma il racconto sono riuscita ad affrontarlo solo una volta. In genere, per produrre un commento degno di questo nome, devo rileggere almeno due/tre volte, ma in questo caso non lo farò perché mi sono impressionata sulla scena di violenza sulla bambina. Boh, forse sto invecchiando. E' un racconto scritto bene, pieno di poesia cattiva e dolorosa, con un finale che un po' mi sfugge (dovrei rileggere!) ma la cui comprensione lascio scappare volentieri, non vorrei turbarmi ancora di più. Porta pazienza. Ho capito che è bello, ma è una lettura che non fa per me in questo periodo...
view post Posted: 23/1/2014, 23:13 Incroci pericolosi - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Daniele, ho trovato divertenti le immagini che hai usato ( dal falco strabico all'erezione egizia), ho pensato conferissero una nota fortemente ironica a un contesto potenzialmente drammatico. La scrittura è sicura e piacevole. La virata sul grottesco mi ha invece un po' spiazzata, al di là del discorso "preda che mi diventa carnefice", tutto mi è parso ridursi alla leggenda metropolitana adolescenziale della vagina dentata e al gioco di parole sulle intenzioni. Insomma, mi è piaciuto lo stile, meno la trama.
view post Posted: 23/1/2014, 22:54 L'incrocio - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Lucia,
mi è piaciuta l'idea dell'"incrocio" inteso come momento fra la vita e la morte in cui si coglie il proprio destino definitivo. Anche se la situazione è chiara fin dalle prime righe (ammetto che ho subito pensato a una vecchia pubblicità del caffè, in cui due comici si perdevano nella nebbia e si ritrovavano in Paradiso), la tua scrittura è piacevole e conduce con grazia al finale previsto. Credo però che sia difficile giudicare questo racconto, tenuto conto che l'hai sforbiciato per farlo stare nella taglia di MC. Alcune obiezioni che porterei temo trovino risposta nelle righe che hai lasciato nel tuo PC. Alla prossima.
view post Posted: 19/1/2014, 21:42 Il rosso e il bianco - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Callagan, grazie mille del commento. Mentre scrivevo non avevo considerato l'effetto Schumacher, solo al fatto che, quando scio, la nebbia mi fa paura.
Nel tuo post mi ricordi un gran bel romanzo del Re, che rende dignità ai bisunti viaggi nel tempo...questo pensiero è, da solo, un bel regalo.
Ci si rilegge presto :)
view post Posted: 19/1/2014, 10:05 La nebbia e il mare - Fucina dell'Aguzzino
Spiego meglio il mio dubbio. Essendo entrambi morti, tutti e due " avrebbero potuto" un giorno andare al mare, se fossero sopravvissuti. Ed entrambi non potranno mai. Non capisco perché l'io narrante distingua due condizioni diverse di possibilità.
view post Posted: 18/1/2014, 14:58 I gatti - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Marco,
prima di tutto lode all'uso della parola "incroci" con un senso differente a quello scelto da tutti gli altri. E lode anche anche all'ironia che permea tutto il racconto, mi ha divertito. Anche la battuta finale mi ha strappato il sorriso.
Ci sono però un paio di aspetti che non mi convincono del tutto. Il primo: i protagonisti aspettano dei mostri terribili, si è già capito che fanno scempio delle loro vittime (l'umano ne fa chiaramente cenno). Tutto il racconto converge su di essi, ma scoprire che hanno caratteristiche feline (piuttosto che dragonesche, o vampiristiche) poco cambia secondo me, visto che comunque ti fanno a pezzi. Insomma, dopo la scoperta che sono felini non ho più paura di prima, tutto il giro di parole sembra volto solo ad arrivare alla battuta. In secondo luogo è vero che la fantascienza può essere campo di sperimentazione di qualunque idea, ma apprezzo che quest'intuizione sia spiegabile. Il fatto che i mostri nati dell'incrocio abbiano caratteristiche feline perché questi "se magnan i gati" (per dirla alla vicentina) mi pare come se si scoprisse che sembrano mucche perché noi mangiamo bistecche. Insomma, buffo ma poco consequenziale ai dati offerti al lettore.
A rileggerci.
view post Posted: 18/1/2014, 14:25 Il Nulla - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Filippo, benritrovato.
La lettura del tuo racconto (pre spoiler) mi ha lasciato un sacco di perplessità.
Avevo inteso che si trattava di un uomo in coma, accompagnato dal bip dell'elettrocardiogramma. Avevo interpretato il dolore ai piedi della ghiaia come una sofferenza proiettata da una ferita vera, quindi pensavo che potesse avere le gambe rotte e, quando parli di bombe mi sono detta "beh, è un soldato finito su una mina". Ho fatto fatica anche a interpretare il semaforo; per semplificare al massimo, mi ero detta: OK verde/cose buone, vai avanti, arancio/così e così, vai avanti, rosso/cose cattive ti fermi. Fermarsi vuol dire morire? Non accedere al Paradiso (o chi per esso)? Ma andare avanti qui mi sembra soffrire anche di più, sembra meglio trovare il rosso!
Poi ho letto lo spoiler, ho capito cosa intendevi ma temo che da sola non ci sarei mai arrivata. Quindi credo che il racconto sia da rivedere con un po' più di condiscendenza nei confronti del lettore medio (tipo me) che sul criptico tende a incartarsi! ;)
view post Posted: 18/1/2014, 13:46 Nebbia - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Simonetta, benvenuta con il nuovo nick!
La prima parte del racconto mi è piaciuta molto, il percorso nella nebbia pavese sulla via della stazione (contesto che conosco bene, per altro), il professore che in fondo gioca a spaventarsi da solo mi hanno convinto sia come tema che dal punto di vista stilistico.
Sul finale, invece, mi sono completamente persa.
Dunque:
CITAZIONE
Si sentì rincuorato, non era più da solo ad attendere, adesso poteva appena distinguere l’uomo accanto a lui.

E fin qui, parla il prof.
CITAZIONE
Ci fu silenzio. Le 19 e 40. Ecco, mancavano solo cinque minuti. Si sentì un urlo soffocato dalla nebbia.

punto di vista esterno, oppure del prof, fa lo stesso.
CITAZIONE
“No, io non posso abituarmi, odio il ritardo dei treni”. Lo disse mentre estraeva il coltello che aveva affondato non sapeva bene in quale parte del corpo dell’altro.

Improvviso punto di vista dell'altro passante? Oppure è sempre il prof? L'altro chi è dei due?
CITAZIONE
Lui sentì i passi allontanarsi, qualcuno che diceva “Stia attento”, altri che gridavano “Cosa è successo? Sta bene?”, poi più nulla. Solo nebbia.

Lui è il prof che perde i sensi perché accoltellato? O perde completamente il senso della realtà in quanto folle assassino?
Questi dubbi non mi hanno fatto apprezzare appieno il finale.
view post Posted: 18/1/2014, 12:32 CAPITOLO DUE - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Beppe, la trama mi è piaciuta molto, in particolare il finale "sospeso" su quel capitolo 2 che allude a un seguito ancora più inquietante. Mi è piaciuta la parte descrittiva dei luoghi. Ho qualche dubbio sul fatto che le cause della catastrofe vengano definite in modo così impersonale, soprattutto visto che la storia è raccontata il giorno successivo alla morte, quindi ancora in pieno coinvolgimento emotivo. Mi spiego. Se il protagonista parla di un fatto avvenuto dieci anni prima, potrebbe usare un generico "l'olandesina" e "il mio migliore amico". Ma trattando di un evento così vicino, secondo me avrebbe detto, chessò, "Agnetha aveva lasciato un fidanzato a Rotterdam" ( e che era olandese sarebbe stato comunque chiaro); "ne avevo parlato con Marco, il mio migliore amico..." Etc.
Altra cosa (vedo che sarebbe stata la tua prima scelta, a seguire l'istinto!) concordo con il fatto che la frase "Fu lì che trovai un libro di vera magia" vada messa all'inizio, non a metà racconto.
Comunque complimenti, un bel racconto.
view post Posted: 18/1/2014, 12:13 Laggiù! Nella Nebbia! - Fucina dell'Aguzzino
Ciao Alessandra, la trama mi è piaciuta, mi ha ricordato certi racconti di Buzzati ( che io adoro). Già sentita? Forse, ma non importa, se ben reinterpretata. Ci sono però alcuni aspetti stilistici da rivedere, che a mio avviso, hanno tolto pathos alla narrazione dell'intera vicenda. Prima di tutto l'assenza di particolari descrittivi coinvolgenti, sostituiti da espressioni come "nota escursione" o "analogo monte" che fanno più guida turistica che racconto. Inoltre la voce narrante è estremamente indefinita e sfuggente (non sappiamo proprio nulla di lui, tranne che è un uomo; della sua compagna che è "dominata da insolita fermezza", che buttato lì così non mi dice molto) e l'identificazione con il lettore diventa faticosa. Insomma, credo ci siano dei particolari da sistemare, oltre un paio di refusi.
A rileggerci!
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